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Discussione: RIVOLTA

  1. #21
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  2. #22
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    Predefinito Rif: RIVOLTA

    "Vi informo che Giorgio Fidenato sarà in tribunale contro l'INPS il prossimo 19 Novembre. I legali di fidenato, sostenuti anche dal movimento libertario, hanno presentato istanza motivata al Tribunale del Lavoro affinché si passi alla Corte Costituzionale che vogliamo decida in materia.
    E' importante il vostro sostegno. Vi terremo aggiornati ma prevediamo di andare fuori dalle aule del tribunale a sostenere Giorgio.. per cui.. non prendete impegni per quel giorno! A presto"

    Comunicato di Leonardo Facco.

  3. #23
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    Predefinito Rif: RIVOLTA

    LO STATO, IL FISCO, I CITTADINI
    L'imprenditore di Pordenone

    Tommaso Padoa- Schioppa propone di celebrare il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia chiedendosi quale sia «lo stato dello Stato» («Si parli di Stato non di Nazione », Corriere di domenica scorsa). Accolgo volentieri l’invito. Questo è un esempio di «stato dello Stato» alla vigilia della discussione parlamentare sulla «Finanziaria senza tasse e tagli».

    Dal 1˚gennaio di quest’anno, un imprenditore di Pordenone, Giorgio Fidenato, versa ai propri dipendenti lo stipendio «lordo» senza le trattenute di legge (contributi Inps, Irpef ordinaria, addizionale regionale, addizionale comunale), avendo opportunamente avvisato l’Agenzia preposta — che insiste nel chiedergli di adempiere ai suoi obblighi — del rifiuto di esercitare la funzione di «sostituto di imposta». A fondamento della propria scelta cita in giudizio l’Inps, la Società di cartolarizzazione dei crediti Inps, Equitalia Friuli Venezia Giulia, adducendo ragioni di economicità, di diritto, di giustizia e equità sociale.

    Il quadro normativo in materia risale a una legge fascista del 1935 istitutiva dell’Ente previdenziale: «La parte di contributi a carico dell’assicurato è trattenuta dal datore di lavoro sulla retribuzione corrisposta (...) L’imprenditore e il prestatore di lavoro contribuiscono in parti uguali alle istituzioni di previdenza e assistenza »; una legge della Repubblica del 1952 ripropone la distinzione fra i contributi a carico del lavoratore e del datore di lavoro. Su uno stipendio lordo complessivo di 2.449,06 euro, la parte «salariale» di contributi ammonta a 182,51 euro, quella «padronale» (che non appare neppure in busta paga) è di 463,34 euro; lo stipendio netto percepito — detratte anche le imposte — è di 1.465 euro. Scrive Pascal Salin, un economista liberale francese: «La parte padronale dei contributi sociali non è, dunque, un carico sopportato dalle imprese, essa è soltanto la parte del salario che il datore di lavoro non ha il diritto di versare direttamente al lavoratore (...) In questo senso la parte padronale è un’imposta sul salario pagata dal dipendente e di cui l’imprenditore è solo un esattore ».

    La totale ignoranza nella quale è tenuto il lavoratore circa le somme versate all’Inps violerebbe gli art. 2 e 3 comma 3 della Costituzione, ostacolando il pieno sviluppo della personalità umana; l’art.3 comma 1, che sancisce il principio dell’eguaglianza. Il lavoratore autonomo dichiara personalmente i propri redditi e ha pieno diritto di difendersi contro gli accertamenti del fisco (art. 24 e 113 della Costituzione); il lavoratore dipendente non ha gli stessi diritti. La pretesa dello Stato di trasformare l’imprenditore in esattore violerebbe sia l’art. 23 — «Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge » nell’interpretazione che ne dà la stessa Corte costituzionale «a tutela della libertà e della proprietà individuale» — sia l’art. 41 della Costituzione («L'iniziativa economica privata è libera»). Scrive ancora Salin: «In tutte le imprese, degli uomini devono dedicare il proprio tempo a soddisfare le pretese del fisco (...). Una piccola ditta ha più difficoltà di una grande a far specializzare alcuni dipendenti del proprio organico».

    Tre lavoratori che ora percepiscono lo stipendio lordo — dopo non aver neppure ricevuto risposta su come adempiere ai propri obblighi tributari e previdenziali — hanno indirizzato all’Agenzia delle entrate un libretto al portatore con le somme dovute; l’Agenzia lo ha respinto in quanto «tale mezzo di pagamento non è ammesso dalla normativa vigente». Ma il rifiuto sarebbe in contrasto sia con l’orientamento della Corte di Cassazione che l’obbligato principale è il soggetto «sostituito» (il percettore del reddito), non il «sostituto di imposta» (il datore di lavoro), sia con l’art. 1180 comma 1 Codice civile sulla efficacia estintiva del pagamento effettuato da un terzo (che in questo caso è addirittura il beneficiario della prestazione previdenziale). Ha scritto lo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: «La contabilità fiscale è dunque diventata la forma moderna, ma non per questo meno odiosa, delle antiche corvées. Tra il sistema attuale delle compliances sociali e quello antico fatto dalle corvées e dalle gabellari servitù medievali, le analogie sono impressionanti, così come gli effetti paralizzanti » («Lo Stato criminogeno», ed. Laterza).

    A questo punto — se non vogliono apparire complici dello «Stato criminogeno» — sarebbe utile che la Confindustria e le altre associazioni di categoria, i sindacati, la sinistra, il governo, gli intellettuali, dicessero che ne pensano di questo «stato dello Stato», di «questo imbroglio, nelle parole del liberale Salin che condivido, tramite il quale gli uomini di governo sono riusciti a imporre il concetto bismarckiano di sicurezza sociale». È chiedere troppo?

    Piero Ostellino
    Ultima modifica di teo; 24-09-09 alle 20:19
    .
    Qui vige l'uguaglianza: non conta un cazzo nessuno.

  4. #24
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    Predefinito Rif: Con il mitra al comizio di Obama

    Sicuri che sia una provocazione e non una coincidenza?Se è uso girare armati sarebbe ridicolo nascondere le armi perchè c'è un evento politico.

    Citazione Originariamente Scritto da alexeievic Visualizza Messaggio
    il fascismo non c'entra niente con la destra.. il fascismo è un movimento di estrema sinistra. La distruzione dello stato liberale in italia è avvenuta proprio durante il regime socialista/fascista di mussolini... il boom economico degli anni 60 è avvenuto proprio grazie alla rimozione di molti "legacci" statalisti e di controllo dell'economia messi su dal duce..
    E' vero che il fascismo era di estrema sinistra,ma non ha distrutto nessuno stato liberale.Le tasse più infami sono state fatte dagli pseudoliberali,le statalizzazioni pure (basti pensare alle ferrovie),e c'erano pure gli espropri di tutto ciò che era considerato "non puramente italiano" tipo il cantiere di Monfalcone.Considerato che durante il periodo chiamato "liberale" dai testi scolastici risorgimentali neanche esisteva l'URSS,direi che il primato sinistro dell'epoca era dello stato itagliano.

  5. #25
    nodo in gola
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    Predefinito The Judge speaks the truth





 

 
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