Un'anno fà, le Twin Towers, le torri gemelle di New York, e parte del Pentagono, venivano distrutte da un commando kamikaze di fondamentalisti islamici. A migliaia persero la vita. Chi morendo nelle esplosioni, chi tra le fiamme, chi gettandosi nel vuoto per sfuggire ai roghi.
Si volle colpire un simbolo di un'economia, di uno stile di vita, di una società, di un sistema politico, di una civiltà. Alle incongruenze ed alle contraddizioni di questa civiltà, quelle tra povertà e ricchezza, tra opinioni diverse, tra valori diversi, si volle contrapporre la violenta rigidità del fanatismo religioso. Alle mille voci della democrazia si impose, per un intero giorno, il silenzio assordante delle esplosioni.
Nemici giurati della democrazia e della libertà, i terroristi approfittarono delle scuole di volo USA, della libertà di movimento ed azione tipica degli stati democratici per preparare e mettere poi in atto uno dei più tragici attentati che memoria d'uomo ricordi. Non fu una ribellione, ma una sfida, ed è proprio per questo che il ricordo di quegli eventi è doveroso, perchè ad ognuno di noi, in quanto cittadini democratici, quella sfida è rivolta.