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CITTÀ DEL VATICANO - «Intatta stima» per Andreotti, dopo ...
CITTÀ DEL VATICANO - «Intatta stima» per Andreotti, dopo l’«assurda sentenza»: è questa la reazione del Vaticano e dei vescovi italiani. Di «intatta stima» parla il cardinale Camillo Ruini, misurato come sempre, mentre a definire «assurda» la decisione dei giudici di Perugia è L’ Osservatore romano , che questa volta si scatena.
Il cardinale Ruini, presidente della Cei, ha parlato della «pesantissima» condanna ieri pomeriggio, a Collevalenza (Perugia), aprendo l’assemblea autunnale dei vescovi italiani.
«Da ultimo - ha detto il cardinale alla fine della prolusione, con un capoverso aggiunto all’ultimo momento - giunge la notizia della pesantissima condanna per omicidio inflitta al senatore Giulio Andreotti: a lui ritengo giusto e doveroso confermare pubblicamente intatta stima personale, in questa triste circostanza».
I circa 250 vescovi presenti hanno applaudito le parole del cardinale.
Sobrio il presidente e sobri i partecipanti all’assemblea, che prima dell’inizio dei lavori - interrogati dai giornalisti - si sono limitati a dichiarare «sconcerto», «costernazione», «incredulità» per la condanna.
Nella sobrietà del linguaggio, è però chiara la valutazione totalmente negativa della condanna espressa da Ruini: definendo «doverosa» l’espressione «pubblica» della «stima» di sempre, dopo una condanna per omicidio, indirettamente qualifica come inattendibile quella condanna.
Se Ruini va letto tra le righe, non c’è invece nessuna difficoltà a intendere il commento dell’ Osservatore romano , che arriva a toni di invettiva.
Il giornale della Santa Sede esprime ad Andreotti - ospite abituale delle cerimonie pubbliche che si tengono in Vaticano - «Piena solidarietà», come è intitolato il commento, nel quale afferma che la «sconcertante sentenza» lascia «interdetti» e che «non può che essere respinta dal buon senso». Essa «non fa che rendere ancora più impellente una revisione delle norme utopiche sull'utilizzo dei "pentiti"».
La nota dell’ Osservatore afferma che il processo «si basa sostanzialmente su tardive "rivelazioni" di un criminale divenuto collaborante, Tommaso Buscetta», definisce «assurda» la sentenza e conclude che «si tratta di una sinistra affermazione della pentitocrazia».
Gli umori vaticani sulla condanna di Andreotti erano stati già espressi domenica, con parole forti, dai cardinali Angelini e Silvestrini, amici del senatore a vita.
Anche se nessuno usa i toni polemici dell’ Osservatore romano , lo «sconcerto» è condiviso da tutti, nel mondo vaticano. Sempre, del resto, quel mondo è stato solidale con Andreotti, lungo il decennio dei suoi processi.
Memorabile è restato il segno di benedizione che gli rivolse il Papa il 2 maggio del 1999, in piazza San Pietro, durante la beatificazione di Padre Pio, quattro mesi prima che il tribunale di Perugia l’assolvesse - in prima istanza - «per non aver commesso il fatto». Dopo quell’assoluzione, il portavoce vaticano aveva parlato di «grande soddisfazione» della Santa Sede.
«Una giustizia che arriva tardi, arriva male e diventa ingiusta. Non può non esserci solidarietà con chi ne resta colpito»: è il lapidario commento del giurista cattolico Giuseppe Dalla Torre, interrogato dall’agenzia Sir, che fa capo alla Cei. Il linguaggio è del tutto diverso da quello dell’ Osservatore , ma la sostanza è la stessa.
Parole vicine a quelle del giornale vaticano usa invece Comunione e Liberazione: esprime solidarietà ad Andreotti «per una condanna assurda, che non fa onore all'Italia: insieme con il presidente Ciampi, siamo turbati per una cosa incredibile».
Infine il commento di monsignor Mario Canciani, confessore del senatore a vita e buon conoscitore della sua pratica religiosa: «È impossibile dopo una tranquilla messa mattutina ordinare ad una cosca mafiosa di ammazzare qualcuno».
Luigi Accattoli