Europei, storica finale per le azzurre
A Courmayeur l'Italia batte 3-1 l'Ungheria e per la prima volta si giocherà il titolo continentale. Appuntamento alle 19 contro la Croazia.
COURMAYEUR (AO), 31 marzo 2003 - L’impresa con la Germania, enorme, diventa all’improvviso piccola di fronte a un nuovo exploit dell’Italia femminile, che in semifinale schianta 3-1 l’Ungheria. Lunedì alle 19, la finale contro la Croazia, che ha eliminato (3-1) le campionesse uscenti della Romania. La copertina è però tutta per quest’Italia che continua a stupire e a vincere meritatamente. Magari si poteva pensare che le azzurre fossero arrivate scariche all’incontro con le ungheresi, dopo quello che avevano fatto con la Germania, e magari il primo incontro, perso 3-0 dalla Tan Monfardini contro la Batorfi, poteva confermare questa impressione. Ma ecco che spunta di nuovo il carattere di una squadra che sta compiendo meraviglie.Di fronte non c’è una formazione qualsiasi, c’è l’Ungheria, vincitrice sette volte degli Europei a squadre, campione nel 2000 a Brema e semifinalista l’anno scorso a Zagabria, con giocatrici come la Toth, finalista nel 2002 nel singolo, e la Batorfi, due campionesse che hanno scritto pagine bellissime nella storia del ping pong. Ma la feroce volontà delle azzurre ha la meglio su tutto, anche sulla differenza di valore tecnico, tutta a favore delle ungheresi. Toth numero 26 del mondo, Batorfi numero 32, Fazekas numero 75, una barriera insormontabile. Eppure, ecco Tan Wenling, numero159, Nikoleta Stefanova, numero 106, e Laura Negrisoli, numero 101, che buttano nel
cestino la classifica mondiale e dicono: "Ce la vediamo sul campo".E dallo 0-1, ecco un’altra grande rimonta. Stefanova parte velocissima, va sul 2-0 con la Toth. Poi, l’ungherese ha uno scatto d’orgoglio e si porta sul 2-2. Stefanova sembra tramortita, sfiduciata, ma ha ancora la forza per risollevarsi e vincere 3-2. Sull 1-1, ecco Negrisoli, che fatica solo nel secondo set, ma poi impone il suo gioco di schiacciate e topspin alla Fazekas. Siamo 2-1 e, timidamente, un altro sogno comincia a fare capolino. Tan Wenling, che ha giocato davvero male con la Batorfi, decide di mostrare il suo vero valore. Senza storia il primo set, con la Toth in balia della naturalizzata cinese. Poi, 7-0 dell’ungherese nel secondo set. A questo punto, Tan Wenling si sveglia: un parziale di 11-1 e vittoria per 11-8. Il terzo set sembra una marcia trionfale, fino al 10-5 per l’azzurra. A questo punto, il brivido: 10-9. Dopo quattro match-ball annullati, Tan Wenling inventa un prodigioso attacco di diritto, una schiacciata incrociata dal lato del rovescio che inchioda la Toth. E’ il 3-1, è la finale. Il bronzo, che appariva già come un’impresa storica, subito appassisce per far spazio a un sicuro argento e, chissà, a qualcos’altro. Stesse scene di sabato, abbracci e gioia incontenibile. Poi, il ritorno alla calma, fra poco si gioca di nuovo, per un titolo europeo per il quale nemmeno il più ardito sognatore avrebbe mai immaginato di poter lottare.