Corriere della Sera


Mercoledi' 9 Aprile 2003

VERONA

Blitz pacifista

Domenica pomeriggio 6 aprile, mentre percorrevo piazza Bra (Verona), sono stato richiamato dal rumore di una sirena, dopo lo stupore iniziale, dalla sommità dell'Arena ho visto calare uno striscione e un attimo dopo è iniziato un comizio contro la guerra con epiteti e offese all'indirizzo di Bush e a una nota multinazionale del petrolio. Essendo evidente che il blitz pacifista non era autorizzato, assieme ad altre persone ho raggiunto la postazione, interrompendo il comizio fuori programma e lasciando cadere lo striscione. Successivamente le forze dell'ordine hanno raggiunto e identificato i pacifisti che stavano tranquillamente allontanandosi tra la folla. Fatto salvo il diritto a manifestare, ovviamente con previa autorizzazione, mi chiedo solo a quale sorte sarebbero andati incontro se i medesimi sproloqui fossero stati profferiti da forze politiche di destra. Probabilmente non credo se la sarebbero cavata con una semplice identificazione, ma con fastidiosi e gravi strascichi giudiziari. Evidentemente essere pacifisti e insultare Bush e la bandiera americana non costituisce reato, non esserlo e insultare, non dico il capo dello Stato, ma un semplice sindaco, costerebbe molto caro. Due pesi e due misure. La griffe del pacifismo (e lo si è visto in altri innumerevoli casi italiani) è diventata garanzia di immunità a qualsiasi azione di disobbedienza, autorizzata o meno.
Gianni Toffali