Un moderno e ironico manierista, Luigi Serafini, ha "scritto" e miniato, in tre anni di vita segregata, un libro bizzarro e surreale: è lo straordinario Codex Seraphinianus, un volume di 400 pagine (edito nel 1983 da Franco Maria Ricci), che si presenta sotto forma di dizionario enciclopedico e in cui sono trattati i più svariati argomenti: dal giardinaggio all’anatomia, dalla chimica all’aeronautica. E poi piante, animali, macchine, moda, alimentazione… La particolarità di questo volume sta nel fatto che è scritto in una lingua immaginaria, completamente inventata, che nessun esperto al mondo potrai mai decifrare, ma che può essere intuita, perché carica di significato emotivo… e " ascoltata" ad occhi chiusi.
Luigi Serafini è nato a Roma nel 1949. Giramondo e architetto, racconta-storie e gastronomo, scenografo e costumista per il Teatro della Scala e la televisione, ha aperto un laboratorio di ceramica al confine tra l'arte e l'artigianato, si è occupato di pittura e di design per l'industria (gli oggetti da lui progettati sono prodotti da Artemide, Edra, Kundalini), ha scritto vari racconti ( Bompiani, Archinto) e pubblicato articoli su diverse riviste.
Ma è meglio lasciar parlare le immagini…
Questa è una specie di "Stele di Rosetta", a dire il vero assai poco illuminante ai fini della decodificazione, dal momento che accosta la lingua del Codex ad un sistema di scrittura geroglifica altrettanto immaginaria. Qui sotto, un particolare ingrandito…