Fedelissimo collaboratore del Primo Ministro, eminenza grigia all'ombra del Cavaliere, Gran Ciambellano di corte, supremo mediatore fra le parti e tessitore di accordi. Gianni Letta, schivo e riservato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è tutto questo, e forse potenzialmente anche di più. Silvio Berlusconi - secondo i maligni con l'intento di mascherare una propria candidatura personale - lo vorrebbe come prossimo inquilino del Quirinale, destinato a uomini dall'alto profilo istituzionale, di provata esperienza, in grado di essere ed apparire imparziali e super-partes.
Gianni Letta, amico di antica data del Premier, già dirigente interno della Fininvest - come tanti altri esponenti del centrodestra berlusconiano, e in origine della neonata Forza Italia - è conosciuto come l'uomo del dialogo, della mediazione, del riassorbimento delle tensioni, delle telefonate pacificatrici. E' pure "gentiluomo del Papa", nominato a tale prestigiosissima carica onorifica da Benedetto XVI in persona. Alcuni lo ricordano anche come il sugellatore del "patto della crostata" fra Berlusconi e D'Alema, siglato nella casa romana di sua proprietà nell'ormai lontano 1997, e rimasto negli annali come primo tentativo - fallito - di grande riforma costituzionale e repubblicana.
Il François Leclerc du Tremblay (collaboratore del cardinale Richelieu, conosciuto anche come Padre Giuseppe da Parigi, "eminenza grigia" per contrasto nei confronti del più famoso Cardinale, già "eminenza rossa") del XXI secolo cerca di tenersi ben distante dalle più spicciole cariche politiche parlamentari (nel 2008 rifiutò un posto assicurato alla Camera in qualità di deputato), forse per muovere con maggiore agilità i fili della "vera", grande politica da dietro le quinte, in nome e per conto di "Sua Maestà" il Cavaliere. Mentre i detrattori lo accusano di falsa modestia, e soprattutto del "reato" di collaborazionismo con il Nemico di Arcore, anche alcuni esponenti dell'opposizione ne riconoscono l'innato spirito di servizio, l'onestà, la fedeltà alla parola data, il ruolo indispensabile in sede di trattativa e di appianamento delle tensioni.
Non sappiamo se Gianni Letta condivide le uscite e i toni usati dal Presidente Berlusconi, fin troppo spesso causa di litigi, polemiche e scandali. E' certo comunque che Letta lavora sempre in favore dell'equilibrio e della concordia, della ragionevolezza e del bene comune, fatta salva l'incrollabile vicinanza al Cavaliere. L'uomo giusto - quasi scontato - per il Qurinale, in caso di futura vittoria elettorale del centrodestra berlusconiano, forse è proprio lui. Solo una riforma dei poteri del Presidente della Repubblica potrebbe rendere più complicata la sua ascesa al Colle, oggi approvata e anzi auspicata da Berlusconi in varie dichiarazioni pubbliche. Una modifica in senso presidenzialista della Costituzione potrebbe convincere il Cavaliere (o Fini) che vale la pena correre per la carica più alta, senza timori di rimanere intrappolati in una gabbia dorata. Con Gianni Letta al Quirinale persino la sinistra non ne avrebbe troppo a male.