Do you rimember ’68?
C’e’ qualcuno con i capelli bianchi che si ricorda del sessantotto?
Come, quale sessantotto!
Quello degli hippies che durante un congresso pre-elettorale andarono a protestare in piazza con 750 arresti ( l’atro ieri a NY per la convention di Bush ne hanno arrestati 1700),
l’anno della primavera di Parigi e degli studenti in piazza, che fece tracimare il movimento fino nelle nostre Universita’.
Certo, escluso qualche focolaio qua e la’, in periferia e soprattutto a Trento, dovremmo dire che qui tutto il casino e’ cominciato nel ’69. Ma noi per comodita’ lo chiamiamo ’68.
Gia’, te lo immagini in un party da Tronchetti Provera, o dalla Angiolillo, due cinquantenni che si incontrano e si chiedono: “ Scusa, ma tu hai fatto il sessantanove?” e cosa potrebbe rispondergli l’altro? “Si’, con tua sorella!”
Insomma diciamo il sessantotto e tutto quel subbuglio di ideali che qualcuno chiamava la rivoluzione.
Bene, fu in quel periodo che nelle stanze segrete della reazione si comincio’ a sillabare una nuova idea per arginare tutto quel casino: “Opposti estremismi” la chiamarono.
Che per loro volle dire Almirante che auspico’ lo scontro fisico, misteriose bombe un po’ qua e un po’ la’, autonomie operaie, brigate colorate, ordini nuovi...
Un po’ pure noi ci abbiamo messo del nostro.
Perche’ ce la siamo fumata, la rivoluzione.
Credevamo che la dissacrazione passasse dallo spinello attorno ad una chitarra, e ci hanno riempito di fumo la testa.
Ma sto divagando.
Dov’ero rimasto? Ah, si’, gli opposti estremismi.
Leggete i commenti dei giornali di oggi, anche di persone in buona fede, e ditemi a chi giova il massacro dei terroristi ceceni.
E ditemi anche, se non avete l’impressione di una manovra per farci accettare la guerra come male necessario e inevitabile.
«L’amara verità: tutti i terroristi sono musulmani»
«I nostri figli terroristi sono il prodotto finale della corruzione della nostra cultura»: così ha scritto Abdel Rahman al Rashed, il direttore generale della tv araba al Arabiya, in un editoriale pubblicato ieri dal quotidiano Asharq al Awsat. L’analisi continua dicendo che gli abitanti dell’area mediorientale rappresentano il 2% della popolazione, l’8% dell’economia mondiale e il 75% del terrorismo nel mondo.
Corriere:
Alcuni fazioni cecene ricevono aiuti finanziari dai Paesi del Golfo Persico. Associazioni caritatevoli, privati e governi garantiscono fondi consistenti. Fino alla sua uccisione, opera degli 007 russi, il ruolo di collettore era affidato a Zelimkhan Yandarbaiev
Mosca insiste sui legami tra Al Qaeda e il commando
L’attacco a Beslan è solo un episodio di un’offensiva definita «a sciame». Attacchi multipli, su larga scala, in punti diversi, con il ricorso - quando è necessario - alle bombe umane. All’inizio dell’estate i mujahidin compiono la sanguinosa scorribanda in Inguscezia. Quindi passano alle bombe affidate alle kamikaze, due sorelle e due amiche selezionate in Cecenia e trasferite a Baku, in Azerbaigian. In questa ex repubblica sovietica, la rete cecena ha appoggi importanti, così come in Turchia, asilo di una diaspora ricca e impegnata politicamente. Le terroriste sono protagoniste degli attentati ai jet e al metrò di Mosca.
Uno sforzo operativo che per il Cremlino ha richiesto risorse finanziarie importanti. Il capitolo del teorema russo ruota attorno al nome di Abu Omar As Seif, collettore del denaro qaedista.
John Ashcroft, il segretario alla Giustizia americano:
«Sono pronti a ogni crimine, la guerra al terrore è necessaria. Non è un problema ceceno Tutto e tutti possono essere colpiti, a New York, a Madrid, in un villaggio russo Serve un cambio di strategia, non è più possibile limitarsi a punire»
Frattini:
strategia politica comune nella lotta al terrorismo
Enzo Biagi:
Un proverbio tedesco dice che dove c’è l’amore c’è la pace e c’è Dio: ma i fondamentalisti islamici credono, come i nazisti, che invece sia arruolato nei loro reparti: « Gott mit uns ». Forse in questa epoca crudele anche la pietà è morta
Il Giornale" di oggi
("Gli Islamici ammazzano anche i bambini")
Sandro Viola su Repubblica di oggi.
"Molti hanno cominciato a capire che la partita non si giocava soltanto tra l'America e Osama bin Laden, ma tra gli odiatori dell'Occidente e l'intero Occidente. Sicché oggi ogni illusione è divenuta impossibile: la partita ci coinvolge tutti, il conteggio delle bombe e dei morti che facciamo ormai ogni giorno non può lasciare nessuno indifferente, e la sola boa cui sembra possibile aggrapparsi è l'unità, la compattezza del mondo occidentale di fronte alla cultura della morte dei terroristi islamici."
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Paura a Los Angeles:
Due incidenti hanno fatto scattare le misure di sicurezza. Tre terminal chiusi
L'incubo del terrorismo ha paralizzato per alcune ore l'aeroporto di Los Angeles. Il piccolo scoppio della batteria di una torcia mentre passava sul nastro di controllo e il fermo di un individuo per un'imprecisata violazione del sistema di sicurezza hanno fatto temere un attentato.
Tra scene di panico, la polizia ha chiuso ed evacuato tre terminal, incluso quello internazionale, bloccato tutti i voli in partenza e impedito ai passeggeri di sbarcare da quelli in arrivo.
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(continua )