Non so voi, ma io ho sempre sognato di percorrere il Cammino che partendo da vari punti d'Europa (come ho scoperto dopo) termina a Santiago de Compostela, in Spagna, nel luogo dove la Tradizione narra sia sepolto l'Apostolo Giacomo, discepolo del Signore Gesù e Martire della Fede.
Il cammino è un cammino fisico, uno spostamento che si compie in circa un mese, attraverso paesaggi multiformi e mutevoli, ma è soprattutto un cammino dello spirito e nello Spirito, in compagnia delle proprie paure, debolezze, certezze più o meno verificate/verificabili. E' innanzi tutto un cammino con a fianco l'Eterno, con colui che è sempre stato e sempre sarà, colui che si è sottomesso docile come un Agnello alla fustigazione, alla flagellazione e alla morte più umiliante : la Croce.
E tutto ciò per aver preso le parti dell'uomo, colui che non solo ha perdonato chi alla Croce lo ha inchiodato, ma ha preso le sue parti nei confronti del Padre.
Nessuno, prima e dopo di Lui, flagellato, massacrato, coperto di sangue e sputi, ha mai pronunciato parole più rivoluzionarie : Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno.
Ecco, il cammino passa attraverso la fede, la vita, i gesti di tutti i giorni e ne rafforzano il valore e i significati.
Mi diceva una suora che adoro e che vive e lavora in Madagascar, tra i bambini denutriti, pieni di parassiti e affamati : impiega bene il tuo tempo, perchè il tempo dei cristiani è tempo tutto salvo, in virtù del sacrificio di chi ha dato la vita per salvarlo dal maligno.
Il cammino è una cosa che mi affascina e esplorando la rete ho scoperto che ne esistono molti, sia in Spagna, che in Francia e in Italia.
Dai più brevi che si compiono in un giorno ai più lunghi che occupano molti giorni, fino ad un mese o più :
La via Francigena
La via Micaelica
Il camminodi San Francesco
L'iter Aquileiense
Il Cammino Celeste.
Rimando ad un sito che ritengo il più bello e più colpleto per informarsi e approfondire e riporto una delle testimonianze da me trovate in rete :
http://compostela.pellegrinando.it/index.php
Invito inoltre chi ha vissuto simili esperienze e riportarle.
Grazie !
E DIO che fine a fatto che non lo sento più parlarmi?
All'improvviso mi accorgo che sono due giorni che cammino cantando: e non sono le canzoni dei Gufi che mi piacciono tanto, ma canti e laudi che cantavo in chiesa da bambino, mi sono tornate in mente e non le canto con la voce ma con il cuore, parlo mangio e bevo ma dentro canto ed è tanto sconvolgente accorgermi di questo che mi fermo e piango, un pianto a singhiozzi, come da bambino, con la bava alla bocca senza vergogna, un pianto da ubriaco di gioia.
Guardo sulla mappa e quantifico il pezzo mancante in due tappe e il giorno dopo riparto con la meta fissata a Pontedecimo da dove parte poi il sentiero che mi porterà alla meta finale con un'ultima fatica: 800 mt. di dislivello con un tempo di percorrenza di 2 ore 30 min.
Arrivo a Pontedecimo alle ore 16.00 dopo aver scollinato e con i piedi che mi bruciano, guardo in alto, il santuario che fino a quel momento era nascosto dalle nubi, improvvisamente mi appare e sembra che mi chiami.
Sono stravolto dalla fatica, mi inginocchio sulla strada lì dove mi trovo e decido di partire subito per l'ultimo tragitto: voglio dormire vicino alla Mamma.
I tempi - percorrenza dei sentieri di montagna sono calcolati sulla media dei tempi degli alpini. Nel mio caso bisogna moltiplicarli per X che risulta essere un coefficiente mooolto variabile!
E' stato il tratto più duro, il terreno era fradicio dai diluvi precedenti; sassi, fango e rami sbarravano continuamente il cammino, piangevo e cantavo insieme perché sapevo che sarei arrivato in cima, anche morto, senza scarpe, senza fiato ma ce l'avrei fatta e quando sono sbucato tra le nubi sul sagrato del santuario ho capito che non ero arrivato a incontrare la Madre Celeste ma che Lei era sempre stata con me e non avevo altro da dire se non :
GRAZIE.