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    Predefinito Il referendum si avvicina

    Anni Quaranta, Guardini parla embrionalmente di oggi

    Bisognerebbe accendere candele alla memoria di certe parole e fatti storici.
    La prima al simposio “L’uomo e il suo futuro”.
    Boston, 1963, la biologia molecolare solo agli inizi, il casellario delle sue imprese ancora vuoto. C’erano tutti i più grandi genetisti d’America e fu ipotizzato, nel plauso generale, il “lasciar esaurire le stirpi di genitori geneticamente imperfetti”.
    Un cero anche al documentario che il Nobel James Watson realizzò per la storia del Dna: “Dovremmo permettere a Hitler di nuocerci per i prossimi 200 anni? Se sei stupido la chiamo malattia”. E al suo compagno a Oslo, Francis Crick, che nel 1978 disse che “nessun bambino dovrebbe essere definito come essere umano prima di essere stato sottoposto a un test che ne determini il corredo genetico. Se non supera il test, si è giocato il diritto alla vita”.
    Profetico Romano Guardini, il teologo tedesco che nel 1949 disse che avremmo presto considerato l’uomo come “un’escrescenza qualsiasi la cui estrazione può solo giovare”.
    Ha diradato con le dita le ombre del suo tempo. Nel 1949 pubblicò un breve intervento sul “Diritto alla vita prima della nascita”, appena uscito in libreria per Morcelliana. Dovevano ancora passare quattro anni prima che quella bocca salata di Watson fornisse la planimetria del Dna. Ma Guardini vide in faccia il fiele della genetica uscita come nuova dal gorgo della Seconda guerra mondiale. E fece la sua diagnosi:
    “L’uomo è diventato rispetto agli altri uomini incline a trattare i suoi simili come ‘cose’ che cadono sotto la categoria dell’utilità”. Insieme all’irripetibilità, che sarebbe diventata quasi cosa morta, per Guardini nella vita di massa dell’esistenza moderna si sarebbe smarrito “il senso della fondamentale intangibilità della vita umana”.
    Una sorta di assuefazione e di asfissia culturale, che Bertrand Russell definì come “un grande caldo che infiamma così impercettibilmente che non sai quando gridare”.
    L’obiezione relativista recitava già allora un copione noto:
    “Si potrebbe ribattere che esiste un’evoluzione anche nelle cose del costume dell’umanità, e che perciò non si dovrebbero porre principi assoluti”.
    Ma Guardini disse che bisognava sempre spiegare che “la vita in maturazione è un uomo. Questa asserzione si fonda sulla dignità della persona umana”.
    L’uomo è inviolabile non perché vive e quindi ha un diritto alla vita. Questo diritto ce l’ha anche l’animale. Per Guardini sarebbe arrivato il giorno in cui un animale in libertà sarebbe stato più tutelato di “un uomo malato o schiacciato dal destino”. La vita dell’uomo non può essere violata perché l’uomo è persona.
    “L’uomo civile si distingue appunto dal barbaro perché la rispetta anche in un simile involucro. Può essere anche latente come nell’embrione, ma già vi è col proprio diritto”.
    La scienza non può nemmeno essere chiamata a stabilire quando inizia la vita, la tratterebbe come una soluzione salina, “la si possiede, la si usa, e per finire la si distrugge, vale a dire, per gli esseri viventi, lo si uccide”.
    La proibizione di uccidere la vita rappresenta il coronamento della proibizione di trattarla come cosa. Per Guardini è impossibile farsi un’idea di quali minacce possano sorgere per la vita dell’uomo se, privo del baluardo di questo rispetto, viene consegnato allo Stato moderno e alla sua tecnica. E se un figlio viene considerato come semplicemente “del corpo della madre”, come un organo o una sua escrescenza, invece che un uomo in divenire.
    “In questa realtà di fatto si esprime l’essenza più intima della maternità e, in quanto a essa collegata, anche l’essenza della femminilità in generale. Esser madre non significa ‘produrre vita’, anche gli animali fanno questo, ma ‘dare la vita a un uomo’”.

    La brutalità dei sani
    Guardini vide riversarsi sulla maternità “un diluvio di sentimentalismi”. A chi gli obiettò che fino al centesimo giorno, oggi siamo scesi al quattordicesimo, l’embrione non è ancora un vero e proprio essere autonomo, rispose che questa considerazione si fonda su “una concezione meccanicistica dell’essere vivente”.
    I cui strascichi deleteri culminano in una visione dell’essere-uomo non come un carattere essenziale, ma “qualcosa che è dato in grado superiore o inferiore, in quella misura in cui lo stadio di sviluppo preso in considerazione si avvicina all’optimum”.
    E’ come una graduatoria, la distanza dal punto ottimale va proiettata all’indietro, verso il principio: “Quanto più lo stadio dell’evoluzione embrionale è primitivo, tanto meno umano è il prodotto; si può però proiettarla anche in avanti, per concludere: quanto più lo stadio dell’evoluzione autonoma dista dal culmine già raggiunto, ossia quanto più l’individuo è vecchio, tanto meno è ancora uomo”.
    E’ l’eutanasia che beve a questa fonte intellettuale. Insieme a Peter Singer, che non a caso parla di “indicatori dell’umanità” (autocoscienza, senso del tempo, capacità relazionale, ci dispiace Terri Schiavo).
    E infine, ricorda Guardini, “quanto più un individuo è malato, debole, sventurato, tanto meno può pretendere al carattere di vero essere umano”.
    La curva della vita inizia con l’unione delle cellule dei genitori, culmina nella perfezione morfologica e giunge alla morte.
    “E’ già essere umano fin dal concepimento – come lo è ancora all’ultimo momento del morire. Non è logicamente possibile pensare altrimenti”.
    Nascita e morte, ascesa e decadenza, infanzia e maturità, salute e malattia appartengono per Guardini a quel tutto che chiamiamo uomo.
    “Sono elementi della totalità della sua esistenza, che non è infatti soltanto natura, ma anche storia; che non possiede soltanto uno sviluppo, ma anche un destino; in cui si compiono non solo incremento e danneggiamento, ma anche conservazione e deperimento, vittoria e sconfitta, superamento ed espiazione. E la malattia sopportata con coraggio, l’incapacità di rendimento dalla quale fioriscano bontà, saggezza, maturità, sono assai più ‘valori vitali’ di una salute che renda brutali e di una perizia tecnica che estrometta l’esistenza”.
    Il medico per Guardini rappresenta “il diritto dell’uomo malato di fronte alla brutalità dei sani”.
    Se la natura condanna, compito della medicina non è quello di eseguire la sentenza, ma di commutare la pena.

    Giulio Meotti su il Foglio

    saluti

  2. #2
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    Predefinito I trentamila malformati di U.Veronesi

    Roma. Sostiene il professor Umberto Veronesi, testimonial principale del Sì ai referendum, che la legge 40 sulla fecondazione assistita vanifica “la grande speranza di ridurre drasticamente il tragico peso umano e sociale di trentamila bambini che ogni anno nascono in Italia con gravi malformazioni”.
    Lo ha scritto nella prefazione a un libretto (“La fecondazione assistita. Riflessioni di otto grandi giuristi”) pubblicato dal Corriere della Sera, e lo ha ripetuto durante un convegno della fondazione da lui presieduta, il 19 aprile, a Roma.
    Veronesi allude ovviamente al divieto della diagnosi pre-impianto a fini selettivi contenuto nella legge, che consente sì interventi diagnostici sull’embrione, ma solo a scopo di cura e non di eliminazione dei “non idonei”.
    Cosa che avviene, per esempio, nel caso del cosiddetto “bambino-farmaco” (ultima acquisizione legislativa zapaterista), quando embrioni anche perfettamente sani sono scartati in vitro perché da essi non nascerebbero donatori compatibili con un fratello malato.
    Ma è vero che con la diagnosi pre-impianto potremmo attenderci in Italia una “drastica riduzione” del numero di malformati?
    E come si arriva a quel numero di trentamila, che è poi il dato fornito dall’Associazione italiana studio malformazioni (Asm)?
    Lo abbiamo chiesto al professor Pierpaolo Mastroiacovo, che ha lavorato a lungo al Policlinico Gemelli di Roma e che dal 1978 al 1995 ha coordinato la prima e unica indagine policentrica italiana sulle malformazioni congenite (ora esistono solo sei registri regionali).
    Oggi Mastroiacovo, fino a due anni fa responsabile scientifico dell’Asm, è direttore dell’Icbd (Internation center on birth defects), e continua a essere un’autorità internazionale nel campo della sorveglianza epidemiologica e della prevenzione dei difetti congeniti.
    Al Foglio spiega che in realtà la diagnosi pre-impianto non servirebbe che in “cinquecento, mille casi a dir tanto, su quel totale di trentamila. A meno che, ma mi sembra surreale, non si decidesse che per essere garantiti tutti dovrebbero fare solo i figli in provetta. E senza contare che le stesse patologie identificabili con diagnosi pre-impianto si possono identificare con l’analisi dei villi coriali”.
    Mastroiacovo spiega che un discorso di prevenzione delle malformazioni, se lo si vuole fare davvero, ha bisogno di ben altri strumenti:
    “C’è una prevenzione che sul serio comporterebbe una grande diminuzione, del 15-20 per cento, delle malformazioni alla nascita. Ma vedo dilagare l’idea che è la tecnologia che salva e che aiuta, mentre in realtà spesso a essere decisivi sono piccoli interventi di carattere psico-sociale”, come l’eliminazione di alcool e fumo in gravidanza, per esempio, o l’assunzione di acido folico, al quale è stato riconosciuto un ruolo di prevenzione per alcune malformazioni (spina bifida, cardiopatie, labbro leporino).
    Prima di tutto, dice Mastroiacovo, dobbiamo intenderci sui termini:
    “Esistono malattie genetiche o geniche, nel vero senso della parola, cioè determinate da geni ‘forti’ trasmessi dai genitori; ci sono poi malattie cromosomiche, determinate da uno sbilanciamento globale di diversi geni, come per esempio nella sindrome di Down; e poi ci sono malattie multifattoriali, con geni ‘deboli’ che predispongono ma che possono attivarsi in circostanze ambientali particolari”.
    Qual è l’incidenza di queste tre categorie su dato di trentamila malformati, che equivale al sei per cento sul totale dei nati in un anno?
    “Bisogna innanzitutto premettere che i difetti molto importanti ed evidenti alla nascita si aggirano attorno al 2-3 per cento sul totale dei nati. Su questa quota, abbiamo un 3-5 per cento dovuto ad anomalie presenti in uno o entrambi i genitori, mentre il 15-20 per cento è dovuto ad anomalie genetiche che si presentano ‘de novo’ (è il caso della sindrome di Down, una delle più diffuse). In un altro 5-10 per cento c’è un fattore ambientale importante (per esempio un certo farmaco assunto in gravidanza, alcool, rosolia, toxoplasmosi). Poi abbiamo le cosiddette malattie multifattoriali, il 30-40 per cento sempre di quel 2-3 per cento iniziale, che comprendono per esempio tutte le cardiopatie congenite, il labbro leporino, la spina bifida, i piedi torti, e c’è un’ulteriore quota, assai ridotta, dovuta a uteri molto piccoli o fibromatosi, o a presenza di gemelli che danno luogo a ‘deformazioni’, più che a reali malformazioni, che spesso si correggono spontaneamente. E infine c’è un 30-50 per cento di situazioni di cui non sappiamo assolutamente nulla di nulla. Se a quel 2-3 per cento iniziale aggiungiamo poi un altro 3 per cento di difetti funzionali che si manifestano entro i sei-sette anni (difetti cognitivi, ritardi mentali, autismo, paralisi cerebrali, disturbi gravissimi della vista) andiamo ancora di più nell’ignoto”.
    La prevenzione, dice ancora Mastroiacovo,
    “è possibile se conosco la causa di una patologia. E la conosco nella quota in cui influisce un fattore ambientale pesante (il virus, il farmaco, l’alcool, il diabete materno, l’eccesso di peso così come l’eccesso di magrezza). Questa è la prevenzione primaria. Se riusciamo a mettere in atto tutte queste attenzioni, ecco che potremmo arrivare a ridurre di un 15-20 per cento la quota del 2-3 per cento di malformazioni evidenti alla nascita”.

    Nicoletta Tiliacos su il Foglio

    saluti

  3. #3
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    Predefinito Referendum

    Caro Mustang,

    Le faccio una previsione:
    Il referendum non arriverà al quorum per questi motivi:
    a- la comunicazione agli elettori dei promotori del Sì è inefficace perchè si fonda su un Contenuto tecnicistico-specialistico ma manca una relazione(appartenenza) fra chi ha interesse alla cosa e chi non ne ha.
    b- il linguaggio che esprime il quesito si fonda su un codice linguistico che non può essere compreso che da una minoranza di elettori.
    Conclusione: mi compiaccio se la cosa verrà risolta in parlamento e non con le schede elettorali.
    Io e i miei famigliari abbiamo riconosciuto che non abbiamo competenza per capire cosa si metterà in moto dopo se vincesseroi Sì.
    Dunque non andremo a votare e siamo in 4.

  4. #4
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    Predefinito Re: Referendum

    In origine postato da tucidide
    Caro Mustang,

    Le faccio una previsione:
    Il referendum non arriverà al quorum per questi motivi:
    a- la comunicazione agli elettori dei promotori del Sì è inefficace perchè si fonda su un Contenuto tecnicistico-specialistico ma manca una relazione(appartenenza) fra chi ha interesse alla cosa e chi non ne ha.
    b- il linguaggio che esprime il quesito si fonda su un codice linguistico che non può essere compreso che da una minoranza di elettori.
    Conclusione: mi compiaccio se la cosa verrà risolta in parlamento e non con le schede elettorali.
    Io e i miei famigliari abbiamo riconosciuto che non abbiamo competenza per capire cosa si metterà in moto dopo se vincesseroi Sì.
    Dunque non andremo a votare e siamo in 4.
    La maggior parte degli elettori non sono scienziati.

    Eppure hanno la possibilità di farsi un'opinione sulla proibizione della fecondazione assoistito, della salvaguardia della salute dei neonati e della libertà di ricerca.

    Il quorum saròà raggiunto perché è proprio l'appello all0'astensione che porterà a votare chi si i9ndignerà per i partiti e le lobby che vogliono decidere al posto dei cittadini.

  5. #5
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    Aguas aguas, mascalzoncello!!! Lo sai benissimo che l'attuale legge non vieta affatto, come dici tu, la FECONDAZIONE ARTIFICIALE, ma la regolamenta solo, vietando la pratica della FECONDAZIONE ETEROLOGA...

    A me pare proprio, poi, che le lobbies si stiano muovendo tutte per far pressioni verso il "sì" poi: guarda i benetton, guarda i massoni vari, guarda i gruppi "imprenditoriali" torinesi e della finanza.
    Forse che hanno interesse a che l'Italia torni ad essere il far west che era prima?

    Non fatevi fregare, questo è il mio consiglio! Nemmeno quelli che lo sostengono, questo referendum, hanno i mezzi per capire ESATTAMENTE cosa viene chiesto nel quesito.

    ASTENERSI è l'unica cosa sensata, a mio parere.

  6. #6
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    Predefinito

    Votare è un dovere civico prima che un diritto per il cives, dovresti saperlo bene.
    Si richiama il popolo al civismo quando si tratta di elezioni, e ci si lagna quando non vanno a votare, perchè favoriscono i sinistri, più politicizzati.

    Poi li si invita a non votare, a sbattersene dello stato italiano, visto che la chiesa ordina una certa cosa.

    NO.

    A prescindere dal fatto che la scienza non si ferma per 4 incartapecoriti che vogliono impedire nuove scoperte per fermare malattie ed invecchiamento, addirittura chiamano inopinatamente in causa i Romani nel loro diritto,ignorando, o meglio facendo finta di ignorre, che i Romani i deformi li gettavano dalla rupe Tarpea, ed erano nati.
    No costoro pretenderebbero che una donna venga impiantata di poniamo 3 embrioni, magari con qualche malattia riconosciuta.
    Tanto poi correte voi il rischio di un parto plurigemellare, e sempre voi mantenete 3 bambini, e poi adulti down con tutte le loro problematiche in una vita sicuramente non felice, sempre che siffatta procedura porti a vitalità dei feti.

    Pazzesco. La chiesa ha fatto un buon lavoro, ed i 3 giorni di lutto per la morte di un papa, lo ha dimostrato più di ogni altra cosa.
    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

  7. #7
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    Predefinito Re: Referendum

    In origine postato da tucidide
    Caro Mustang,

    Le faccio una previsione:
    Il referendum non arriverà al quorum per questi motivi:
    a- la comunicazione agli elettori dei promotori del Sì è inefficace perchè si fonda su un Contenuto tecnicistico-specialistico ma manca una relazione(appartenenza) fra chi ha interesse alla cosa e chi non ne ha.
    b- il linguaggio che esprime il quesito si fonda su un codice linguistico che non può essere compreso che da una minoranza di elettori.
    Conclusione: mi compiaccio se la cosa verrà risolta in parlamento e non con le schede elettorali.
    Io e i miei famigliari abbiamo riconosciuto che non abbiamo competenza per capire cosa si metterà in moto dopo se vincesseroi Sì.
    Dunque non andremo a votare e siamo in 4.
    ------------------------------------

    Il particolare, messo da te in evidenza, sulla ovvia "ignoranza" di molti dei termini usati dai promotori del "Si" e dagli scenziati favorevoli, è molto "visibile" e a mio avviso scorretto.
    Come scorretti sono i bamboccetti che dicono cose ridicole convinti di sapere tutto.
    Votare "No" o non votare affatto è legittimo, democratico e moralmente ineccepibile.
    E chi si comporterà così non è detto che sia servo della Chiesa.
    C'è ancora qualcuno che ragiona con la propria capoccia.
    Per i bamboccetti questo è "inconcepibile".

    saluti

  8. #8
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    Predefinito Il ricciolo del coiffeur

    Jovanotti ci ha spiegato ieri che la Bibbia è “un libro relativista”, e infatti c’è scritto non uccidere se puoi e vedi di amare il prossimo tuo come te stesso a meno che non ti convenga odiarlo.
    Il formidabile teologo cantantista dice che andrà a votare con molta fierezza, e questo comincia a far vacillare le nostre opinioni favorevoli al “no”, e aggiunge che sul come votare deve ancora informarsi, un po’ come Berlusconi, che peraltro Jovanotti sostiene di detestare perché è proprietario di una mezza dozzina di ville, forte argomento etico e teologico e politico.
    Emma Bonino consiglia alle donne di parlare della faccenda degli embrioni manipolati dal coiffeur, che è il luogo di socializzazione adatto per il livello argomentativo di certe cantatine degli abrogazionisti: sotto il casco, leggendo i patinati, la messa in piega del ricciolo di materia si confonderà facilmente con i boccoli ben asciugati: ecco dove porta l’asservimento del femminismo al piccolo nichilismo della parrocchia secolarista, dal parrucchiere. Non parliamo poi di quella storia del gossip sentimental-ministeriale, che questo giornale (unico in Italia) considera rigorosamente da ignorare e rigorosamente ignora: è un chiaro auto-gossip per denunciare un linciaggio che non esiste e far dimenticare l’incauta frase linciatoria sui “down al pianoforte”, quella sì vera spazzatura.
    Il direttorio Fini-Almirante-Prestigiacomo, secondo la divertita definizione del deputato della Margherita Enzo Carra, dovrebbe darsi da fare per mettere la mordacchia alla cordata dei bigotti del moderno, alla filiera degli indifferenti. L’ironia essendo l’arma più forte, perfino in uno scontro tra visioni etiche difformi e inconciliabili, il ridicolo e lo sciatto invece uccidono.
    Questa campagna referendaria sarà, non si dica come l’Unità una “battaglia di civiltà”, perché siamo contrari alle guerre di civiltà (non è vero?), ma una grande guerra linguistica, in cui la vera sconfitta toccherà a chi perde il controllo dell’espressione.
    Hanno già detto cose enormi, i bardi del progresso che consegnano ai tecnici di laboratorio il potere di decidere della vita umana: una delle più madornali è che è in atto uno scontro tra l’etica della vita e la “qualità della vita” o del “benessere” (Luisella Battaglia e Barbara Pollastrini).
    Formule rivelatrici quanto il coiffeur di Emma.
    E da tempo lo diciamo e ripetiamo, che qui è in ballo una legge regolata dalla compassione e dal rigore razionale contro una proposta di abrogazione illuminata dal miraggio della fitness.
    La prima battaglia radicale e liberale contro i diritti umani comincia con un massaggio pilates, prosegue nel week end, si sviluppa nell’autogossip e per ora sosta dal coiffeur.
    Meglio le parrocchie.

    Ferrara su il Foglio

    saluti

  9. #9
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    Predefinito L'embrione è mio e non me lo....

    ....impianterete, le "Donne per il Sì"

    Roma. La più applaudita alla matinée delle “Donne per il sì” è stata Giulia Bongiorno, tostissima e giovane avvocatessa intollerante al glutine, che vorrebbe un’apposita diagnosi preimpianto per individuare le allergie negli embrioni, altrimenti “mio figlio, con la mia stessa malattia, potrebbe dirmi: mamma, perché non sei andata in Spagna a farmi nascere?”. Purtroppo nessuna diagnosi, per quanto avanzata, potrà individuare l’intolleranza al glutine di un embrione, anche se Giulia Bongiorno vorrebbe saperlo per poterlo scartare in tempo ed evitargli così una vita senza pane e pasta. Avendo già vinto processi parecchio importanti, ha arringato con passione la sala piena di donne, sotto lo sguardo ammirato del ministro Stefania Prestigiacomo (che ieri era particolarmente inseguita da giornalisti e fotografi, mentre le ragazze in sala commentavano
    “poverina, che attacco vile questa storia di lei e Fini”, e solo qualcuna “ma quale poverina, beata lei che si diverte”).
    Giulia Bongiorno ha spiegato con veemenza i motivi per i quali lei, cattolica praticante, voterà sì ai quattro quesiti del referendum, e perché tutti dovrebbero imparare e riferire in giro la sua vincente spiegazione. “Aboliamo una legge mostro che ci obbliga a impiantare un embrione malato per poi abortire – ha detto – perché con questa legge prendono i miei embrioni anche se malformati e me li mettono dentro per forza”, evitando di dire, furba giurista, che il trasferimento degli embrioni “non è coercibile”, come è scritto nelle linee guida della legge 40.
    Stefania Prestigiacomo ha aggiunto che con una norma simile “il medico potrebbe chiamare i carabinieri” per costringere la donna all’impianto.
    Era la presentazione della battaglia che combatteranno le donne “laiche, liberali, radicali, cattolico-liberali”, riunite da Emma Bonino e disposte a stringersi e a mostrare una solidarietà femminile resuscitata dai tempi del referendum sull’aborto e sul divorzio. “Anche se io ero troppo giovane per ricordarmene”, ha precisato Stefania Prestigiacomo. Anche se si tratta di fecondazione medicalmente assistita e di apposita creazione di embrioni in vitro per ottenere una gravidanza desideratissima, e quindi non può c’entrare nulla l’aborto né può essere messa in discussione la sua depenalizzazione, ma Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri, ha detto che “con questa legge si spalanca la porta all’abolizione della 194”. Per non parlare delle sofferenze causate dal limite dei tre embrioni e dalla contemporaneità dell’impianto.
    Stefania Prestigiacomo ha spiegato quanto è crudele questa legge, anche perché “davanti a una gravidanza plurigemellare si ricorrerà comunque a un aborto”.
    Perché il desiderio di maternità vince su tutto ma poi certe seccature – tipo tre gemelli – non sono sopportabili. Meglio donarne uno o due alla ricerca: “Poiché la fecondazione assistita comporta uno spreco di embrioni, congeliamoli. O siamo tutte assassine? Siamo tutte naziste?” ha detto il ministro, e le hanno urlato “brava”.
    Molte hanno aderito, tante erano presenti: Margherita Boniver, Stefania Craxi, Sonia Raule, Silvia Venturini Fendi, Elsa Martinelli, Emanuela Di Centa, Lea Pericoli, Fiamma Nirenstein.
    Lei ha detto che la “good people”, anzi le “good women” erano lì, riunite in quella sala ad applaudire Giulia Bongiorno e a battersi per una “religione dei diritti umani”.
    “Per fortuna la scienza e gli scienziati sono con noi” ha detto Emma Bonino, per la quale non andare a votare è un “espediente di slealtà, un atteggiamento furbetto, perché i parlamentari si sono espressi su questa legge con un sì e con un no, e adesso non si può chiedere ai cittadini di fregarsene”.
    Molta scienza e molti scienziati, in effetti, sono con le donne che vogliono avere garantito il diritto di creare un figlio (con la certezza che non sia intollerante al glutine).
    Molti no.

    Da il Foglio

    saluti

  10. #10
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    La cosa tragica è che i referendari SFRUTTANO la disonformazione per spacciare i referendum per ciò che non sono . Dicono che la legge impedisce la fecondazione assistita e invece la regola, dicono che i referendum abiliscono la legge 40 e non è vero perchè la legge 40 rimane anche dopo il referdum, toglie qualche frase da questa legge, come la frase che impedisce la clonazione umana cellulare, vero obiettivo dei referendari che ovviamente non pubblicizzano, permetterebbe di creare un embrione "fondendo" due cellule che potrebbero di chiunque di 2 donne o di 2 uomini compresi e questo ovviamnete non si dice. La massa andrà a votare in base a quello che dice questo o quel politico e per essere pro o contro la chiesa, ma i referendum non li conosce nessuno.Una cosa delicata e vitale come questa dovrebbe essere messa nelle mani di esperti e scienziati che ne conoscano i benefici e i rischi , non della massa volutamente disinformata...........

    LIGURIA NAZIONE
    PADANIA INDIPENDENTE


    LIGURIA NAZIONE
    PADANIA INDIPENDENTE
    Subcomandante

 

 
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