Le critiche? Propaganda di destra»
«Un rammarico? Sì, uno sì. Qualche volta abbiamo sottovalutato la velenosità e la pericolosità delle campagne pretestuose e false organizzate dalla destra». Sono passate 24 ore dal consiglio nazionale Ds e dall’ordine del giorno promosso da Mussi, Salvi e Napolitano che invita i presidenti delle Regioni governate dal centrosinistra a più rigore, più sobrietà e meno incarichi. Piero Marrazzo risponde alle critiche senza esitazioni: «C’è stata una campagna di disinformazione, altrimenti le dichiarazioni di ieri, per quanto riguarda il Lazio, nessuno le avrebbe fatte. Sono state fornite cifre non vere». E ora? «Porte aperte per Mussi, Salvi, Napolitano e per chiunque vorrà: li aspetto per un caffè, sono pronto a tranquillizarli. Vengano a vedere che il Lazio che gli hanno descritto non c’è. Ce n’è un altro».
Il segretario della Quercia Piero Fassino ha usato parole dure. Ha parlato di «manifestazioni di ministerialismo» e «ostentazioni di potere». Si è sentito preso di mira?
«No, non penso davvero che Fassino si riferisse al Lazio. Io condivido il suo discorso. I miei valori sono rigore, sobrietà e stile. Valori che abbiamo seguito e continueremo a seguire»
Però il numero degli assessori è aumentato da 12 a 16 e il numero delle commissioni da 14 a 24. Questo non è ministerialismo?
«Ricordo che il numero degli assessori è stabilito dal nuovo statuto. E comunque ritengo che se l’aumento degli assessori e delle commissioni porterà più leggi e buona amministrazione senza moltiplicare i costi, l’operazione sia giusta. Se verificheremo che c’è stato solo un aumento delle poltrone, siamo pronti a eliminarle. Io il ministerialismo lo rifiuto».
E il presidenzialismo?
«Non bisogna avere paura delle personalità, ma dei metodi. Sarò il regista di una squadra, ma senza dimenticare che sono stato eletto dai cittadini: il mio compito è ricordare alla squadra dell’Unione che dobbiamo sempre rispondere ai cittadini».
Parliamo ancora di numeri. É vero o non è vero che le spese della Regione in questi mesi sono aumentate?
«Il centrosinistra dopo appena due mesi di governo ha razionalizzato costi per tre milioni di euro. Non mi basta, ma è un lavoro che rivendico con forza. Io stesso non ho voluto consulenti: in questo modo rispetto a Storace ho risparmiato 424mila euro. Ora c’è il bilancio di assestamento e sui conti che ci ha lasciato la destra ne vedremo delle belle. Mi dispiace solo se qualcuno ha immaginato che nel Lazio non ci fossero rigore e stile, perché noi li abbiamo sempre avuti».
C’è subito un’occasione per dimostrarlo, le nomine dei dirigenti delle Asl. Come vi comporterete?
«Chiederò a grandi personalità del mondo medico e scientifico di costruire un comitato di saggi al mio fianco e di aiutarmi a valutare i manager in base alla competenza».
A due mesi dall’insediamento della giunta quasi tutti i dirigenti che amministrano la Regione sono ancora quelli scelti da Storace. È vero, come dice qualcuno, che alla Regione Lazio governa ancora la destra?
«In un certo senso sì, ma solo per una ragione di tempo. Il primo cambiamento, però, l’ho dato subito. Ho eliminato i quattro capi dipartimento che praticamente governavano la Regione. Avevano stipendi da 200mila euro e quattro auto blu. Ora uno è andato a lavorare con Storace. Nelle prossime settimane daremo altri segnali di discontinuità. Ma attenzione, nel cambiamento dobbiamo seguire le regole: determinazione, non piazza pulita»
E intanto cosa farete?
«Abbiamo già fatto scelte importanti: la creazione di una sola agenzia regionale del turismo, una delle grandi risorse per rilanciare lo sviluppo del Lazio. Entro novembre aboliremo i ticket sulla sanità. Ho impedito la vendita dell’ospedale San Camillo. Abbiamo appena sbloccato nove milioni di euro per la lotta alle tossicodipendenze. Abbiamo già dato segni di discontinuità. Ma in tutto questo bailamme... »