Durissima scontro tra il partito centrista e "Il Giornale"
che stamane in prima pagina parla di dimissioni del segretario
Cdl, Follini in trincea
"Non mi faccio intimidire"
Volontè: "Marco resta al suo posto, il resto sono fantasie"
La replica del quotidiano: "Nessun complotto, solo cronaca"
Marco Follini
ROMA - E' scontro aperto tra l'Udc e il quotidiano Il Giornale. Uno scontro incominciato con un articolo di oggi, proseguito con la risposta dei vertici del partito, la controrisposta della direzione del giornale e altre precisazioni di via Due macelli, che non ha mai mancato fin dall'inizio di far notare la vicinanza tra il quotidiano e il premier. Torna così a salire, bruscamente, la tensione tra Berlusconi e Marco Follini.
Tutto incomincia con la lettura dei quotidiani del mattino, i pochi che non hanno aderito allo sciopero nazionale dei giornalisti. Sul quotidiano della famiglia Berlusconi c'è il grande titolo di apertura: "Follini in bilico, stavolta si gioca il posto". Un titolo accompagnato da occhielli e sommari al veleno: "La resa dei conti a metà mese. Il segretario in rotta con Casini e isolato nel partito, potrebbe lasciare. Al suo posto Baccini o Buttiglione".
Immediata la replica della segreteria del partito, firmata dal capo Armando Dionisi ma chiaramente ispirata da Follini. A questa seguiranno le dichiarazioni del vicesegretario Tassone e del capogruppo alla Camera Volontè. La parola d'ordine è una sola: autodifesa a oltranza.
La nota dell'Udc ripete innanzitutto all'Unione che l'Udc è "un partito orgogliosamente autonomo, e non si fa condizionare dalle proposte di desistenza". E fin qui nulla di nuovo. Sono le medesime cose che Follini ha detto un paio di giorni fa. La novità è invece nella seconda parte del comunicato, nella quale si legge: "Ma non ci facciamo neppure intimidire da certi attacchi: il segretario è eletto da un congresso e certamente non può essere sfiduciato da una campagna di stampa denigratoria e priva di fondamento. Dalle nostre parti, siamo soliti discutere, ma la nostra dialettica è tutta volta a rafforzare e non a consegnarla ad un ruolo subalterno".
Quindi tocca al vicesegretario vicario dell'Udc, Mario Tassone che parla di "attacchi concentrici nei confronti dell'Udc". "L'altro giorno - sostiene - la sinistra ha accusato il presidente della Camera di non essere arbitro dei lavori parlamentari. L'onorevole Casini è senza dubbio il miglior presidente d'Aula della storia repubblicana. Poi, ci sono servizi giornalistici, ispirati da certi alleati, che tentano di demolire il ruolo e la funzione del segretario dell'Udc e quindi l'intero partito".
Secondo Tassone "appare chiaro che oggi dà fastidio l'iniziativa politica del partito, tanto da tradurre un confronto, che è la risorsa di una formazione democratica, in uno scontro insanabile".
E così anche Luca Volontè: "In questi giorni abbiamo letto ricostruzioni sull'Udc e sul suo segretario ingiuste, fantasiose e offensive. Non sono questi i metodi che favoriscono lo slancio e la coesione della coalizione. Marco Follini è stato confermato all'unanimità segretario nazionale dell'Udc nel mese di luglio e almeno nel nostro partito gli organi sono la sede del confronto politico".
In serata, la risposta del Giornale. "Come sempre - dice una nota della direzione - tutte le volte che la segreteria dell'Udc si trova in difficoltà e i quotidiani ne danno conto si pensa che vi sia un complotto mediatico. Come abbiamo già ribadito, Il Giornale si occupa di cronaca politica. A fare pasticci basta e avanza la segreteria dell'Udc".
Non è finita. La palla torna all'Udc stavolta tramite l'ufficio stampa: "La risposta del Giornale alle dichiarazioni di alcuni esponenti dell'Udc conferma la scelta del quotidiano milanese di voler rappresentare una protesi politica del proprio azionista di riferimento". "Peraltro non è un mistero - prosegue la nota - che sia stato Berlusconi a minacciare il leader dell'Udc Marco Follini di scatenargli i propri mezzi di informazione contro".
(2 ottobre 2005
Altro che democristiano, questo ha i marroni! La vedo proprio dura per Silvio.