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Discussione: critiche a Prodi

  1. #1
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    Predefinito critiche a Prodi

    Prodi critica la partecipazione dell'Italia alla guerra in Iraq, però ancora alla kermesse dell'Unione a Roma non ne ha chiesto l'immediato ritiro. Critica la controriforma costituzionale e la devolution, senza dire nulla sulla "riforma" del titolo V della Costituzione che spalancò la porta al federalismo. Evidenzia il mostruoso conflitto di interesse di Berlusconi: ma non spiega come mai il governo da lui diretto non fece la legge per stabilire le norme di comportamento. Sottolinea la precarizzazione del lavoro, senza ricordare il "pacchetto Treu" varato dal suo governo di "centro-sinistra". Denuncia l'ulteriore smantellamento del welfare, evitando anche qui una doverosa autocritica del "centro-sinistra" per aver sostenuto politiche tendenti a ridurre l'impegno dello Stato sul sociale. Rileva la perdita del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, come se i governi del "centro-sinistra" avessero fatto diversamente. E così sulla scuola, l'università, la ricerca, la cultura, l'ambiente e altro ancora.
    Ma dove Prodi non convince per nulla è sul giudizio che dà di Berlusconi e del suo governo, che ritiene "inetto", "inadeguato", "incapace". Evitando così di denunciarne la natura neofascista. Non si azzarda a identificare Berlusconi come il nuovo Mussolini. Cosa che invece hanno fatto nel tempo, sia pure in modo parziale, magistrati, giornalisti, sindacalisti, intellettuali, attori antifascisti. Non ha nemmeno detto niente sulle crescenti ingerenze della chiesa cattolica, del papa Ratzinger e di Ruini sugli affari politici e legislativi dello Stato e sulla scandalosa esenzione dal pagamento dell'Ici per gli immobili della chiesa cattolica con funzioni commerciali.
    Non condividiamo inoltre Prodi quando insiste sulle vere o presunte divisioni della Casa del fascio, sulla perdita di controllo di Berlusconi sulla sua maggioranza e soprattutto quando dà per scontata la sua caduta per via elettorale. Un modo questo per far abbassare la vigilanza e per chiudere con la mobilitazione e le manifestazioni di strada Anche la sua critica alla "riforma" elettorale in discussione cui contrappone la difesa del sistema maggioritario uninominale, con sviluppi verso il presidenzialismo, non la condividiamo. E a proposito della Finanziaria. già dice che bisognerà mettere a posto i conti pubblici, cioè tagliare la spesa sociale, bisognerà sostenere le aziende e la competitività del sistema produttivo, bisognerà ripristinare la "politica dei redditi" e della concertazione sindacale che vede i salari subordinati ai profitti e dopo, bisognerà fare qualcosa, dice, per aiutare le famiglie, senza specificare come.
    Quando Prodi sostiene che L'Unione ha un programma adeguato, un gruppo dirigente capace per governare e per risollevare l'Italia capitalistica dalle secche in cui è stata portata negli ultimi cinque anni manda un messaggio anzitutto alla grande borghesia e al grande capitale perché appoggino il suo disegno governativo.

    www.pmli.it

  2. #2
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    Predefinito

    la tua polemica e' sterile e strumentale

    in iraq ci ritireremo. E' stato chiarissimo, che cacchio vuoi ancora?

    Sul titolo V che cazzo c'entra Prodi che era pres della commissione europea. La legge la fecero quegli stessi che avevano congiurato per mandarlo via.
    Tra l'altro se proprio lo vuoi sapere ho sentito Prodi, con le mie orecchie e non per sentito dire, alla fabbrica del programma dire che la legge sul titolo V era stato un'errore e che non aveva funzionato. Ma non l'aveva scelta lui, non ne aveva il potere.

    Sul conflitto altrettanto. Prodi nei due anni del suo governo si occupo' soprattutto dell'economia e del rispetto dei parametri di Maastricht.

    Il discorso del conflitto di interesse dipendeva da D'Alema. Ti ricordo che si creo' la commissione Bicamerale (un errore non certo riconducibile a Prodi che non controllava il parlamento, non avendo un partito suo dietro, come i fatti dimostrarono pochi mesi dopo con la sua caduta) la quale cerco' di fare questa legge coinvolgendo il polo, anche perche' terrorizzata dagli effetti che poteva causare una legge del genere se fatta solo dall'Ulivo nei confronti dell'elettorato. Berlusconi sarebbe apparso una vittima dei feroci comunisti e loro avevano paura di farla da soli (sbagliarono ovviamente) e aspettarono che il polo accettasse un'accordo (e quei furboni facevano melina per far passare il tempo come ammise anche la relatrice della legge che non fu mai approvata Marida Dentamaro, i nostri si fecero prendere per il culo per 5 anni).

    Le altre tue obiezioni sono da persona che di strategia e di tattica non capisce un beneamato cazzo bucato.

    Le parole inutili e le grida le fanno sempre quelli che non fanno i fatti, come quelli che di ritorno dalla vacanza dicono di essersi scopati mezzo mondo... quelli che fanno i fatti non parlano e soprattutto non mettono in allarme gente come Ruini quando sanno che stanno per andargli contro. Aspettano di vincere per fare cio' che hanno in mente, Prodi ha persino esagerato nel parlare dei PACS, doveva aspettare di vincere e imporli e basta senza dire una parola che mettesse in allarme la curia prima delle elezioni, bastava metterlo nel programma che tanto non leggera' quasi nessuno.

    Se non hai capito che il paese e' fatto da una maggioranza di persone che non vogliono essere spaventate allora non hai capito un cazzo

  3. #3
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    Predefinito leggendo le dichiarazioni di Prodi.....

    Prodi ha già anticipato quale sarà la sua "terapia d'urto" per risollevare l'economia del Paese depressa da oltre quattro anni di governo Berlusconi. E sarà, manco a dirlo, una politica di lacrime, sangue e sacrifici. lo ha annunciato in un'intervista a "la Repubblica" del 5 settembre. è venuto al dunque ammettendo che il problema principale del Paese, e dunque anche al centro della sua "terapia", è quello della "perdita di competitività dovuta alla mancata crescita della produttività".
    Quindi siamo alle solite: occorre produrre di più e a costi minori, che è la ricetta che da anni la classe dominante borghese va ripetendo come un'ossessione, e tutti i suoi governi con essa, di destra, di "centro" o di "sinistra" che siano. E difatti che cosa propone Prodi? "Bisogna - spiega l'economista democristiano - alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. E poi bisogna completare le liberalizzazioni", aprendo "i mercati della distribuzione, dai supermercati alle farmacie, e delle professioni".
    Ma non è la stessa politica economica basata sul principio neoliberista di "più mercato e meno Stato" applicata in dosi massicce dal governo neofascista di Berlusconi? E prima ancora dal suo stesso e dagli altri quattro governi di "centro-sinistra" che hanno governato nella precedente legislatura? Dove starebbe la "svolta", la "discontinuità" con la politica economica del neoduce?
    Anche sulla legge Biagi, con la quale il governo Berlusconi ha completato la liberalizzazione del "mercato del lavoro" istituzionalizzando ed estendendo il precariato come rapporto di lavoro "normale" per i giovani, Prodi si guarda bene dall'annunciare brusche inversioni di rotta. Al contrario, "dobbiamo conservare il principio della mobilità per favorire l'apprendimento professionale dei giovani"; anche se allo stesso tempo "dobbiamo combattere la ormai totale precarietà del posto di lavoro", dice ricorrendo a tutta la sua untuosità democristiana il leader dell'Unione, ben consapevole che sono stati proprio i governi di "centro-sinistra", con il "pacchetto Treu" e altre misure di "riforma" del "mercato del lavoro" ad aprire la strada all'infame legge 30. si tratterebbe quindi di apportare alla legge Biagi solo qualche correttivo al suo impianto neoliberista che la renda meno disumana e selvaggia, mantenendone però al tempo stesso inalterata la sostanza riguardo alla massima "flessibilità" nell'uso della mano d'opera da parte delle imprese. In poche parole, se verrà eletto premier, il tecnocrate democristiano non farà che proseguire il programma neoliberista e privatizzatore del suo precedente governo

    www.pmli.it

  4. #4
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    Predefinito certo Prodi stava nella Ue....

    Ad oggi il malloppo incassato da Prodi nei 5 anni di permanenza a Strasburgo ammonta a 25 mila euro al mese, che moltiplicato per 60 fa esattamente 1 milione e 500 mila euro (quasi 3 miliardi di lire) in 5 anni. Un'offesa alla dignità di milioni di operai, pensionati e famiglie popolari costretti a fare tutti i giorni i salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena. Basti pensare che per guadagnare tutti quei soldi un operaio italiano con un salario medio mensile di 1.200 euro dovrebbe lavorare per 104 anni di fila. E alla fine non ci riuscirebbe lo stesso perché quello incassato fin qui da Prodi è solo una parte dell'ammontare complessivo. Infatti il conto con la Ue Prodi lo chiuderà a novembre del 2007. Perché, grazie a una "leggina" ad hoc, che riconosce a tutti gli ex presidenti della Commissione europea una retribuzione post mandato pari al 55% dell'ultimo stipendio percepito, per i prossimi tre anni Prodi continuerà a riscuotere 13.750 euro al mese che moltiplicato per 36 fa altri 495.000 euro. Questa sorta di buonuscita d'oro ha validità triennale e viene percepita fino a quando l'ex presidente non trova un'altra occupazione più redditizia. E se per disgrazia le cose dovessero mettersi male, la "leggina" prevede anche l'adozione del cumulo parziale qualora il Prodi di turno trovi un "lavoro" meno remunerativo.
    Insomma una lauta "indennità di disoccupazione" riscossa senza un minimo di vergogna dal privatizzatore e affamatore del popolo Prodi che adesso, dopo essersi riempito ben bene il suo conto corrente, si appresta a vestire di nuovo i panni del concorrente a Berlusconi per imbrogliare le masse e riconquistare Palazzo Chigi.
    Tutto ciò senza contare tutti gli altri scandalosi privilegi di cui godono i membri della Commissione europea e, in primis, il suo presidente a cui sono garantiti a titolo gratuito anche pranzi, cene, cocktail, viaggi, riviste, giornali, telefonate, servizi postali, auto blu, segretarie, fotografi, addetti stampa e alle traduzioni, autisti, uscieri e perfino un corposo staff di cuochi per la cucina della presidenza della Commissione.
    Decine e decine di migliaia di euro al mese estorti ai lavoratori per garantire stipendi da nababbo e una vita dorata ai boss delle cosche parlamentari che siedono ai vertici istituzionali della Ue.

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  5. #5
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    Predefinito e cosa faceva Prodi nella UE?

    Prodi nell'nione Europea ha interpretato alla perfezione le smanie e le ambizioni del grande capitale monopolistico europeo e al pari dei suoi predecessori di destra e di "sinistra" ha perorato e avallato una politica europea antipopolare, liberista e liberticida, reazionaria e razzista, all'interno e una politica imperialista, militarista e guerrafondaia all'esterno

  6. #6
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    Predefinito Prodi e il federalismo

    farina del loro sacco sono le leggi su cui poggia il processo federalista in atto, come ad esempio legge Bassanini del marzo '97, introdotta dal governo Prodi, anch'essa appoggiata dal PRC

  7. #7
    illuminista eretico
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    Predefinito

    quest'uomo e' pazzo...
    i 25000 euro al mese del presidente della commisione europea come se fosse un crimine, quando un qualsiasi dirigente di una medio o grossa azienda in Italia prende anche di piu'...
    E del denaro di Berlusconi e dei suoi sodali? Questo cialtrone non ne parla? Guardiamo la pagliuzza di Prodi, peraltro del tutto legittima, (era lo stipendio previsto mica ha fatto una legge per raddoppiarselo) e la trave la trascuriamo?
    PLMI siete ridicoli... accusate Prodi perche; siete dei traditori o dei pazzi da rinchiudere. I vostri argomenti sono un'offesa all'intelligenza delle persone di sinistra. Non mi meraviglierei se foste al soldo di Berlusconi...

  8. #8
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    Predefinito e ti sei dimenticato...

    che è aumentata la flessibilità e lo sfruttamento col “Patto sul lavoro”di Prodi?

  9. #9
    illuminista eretico
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    Predefinito Re: Prodi e il federalismo

    In Origine Postato da un bolscevico
    farina del loro sacco sono le leggi su cui poggia il processo federalista in atto, come ad esempio legge Bassanini del marzo '97, introdotta dal governo Prodi, anch'essa appoggiata dal PRC
    ma di che parli?
    non ho parole... paragonare la legge Bassanini alla devolution... tu sei da internare completamente. Camicia di forza e pillole tranquillanti

  10. #10
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    Predefinito e il taglio delle pensioni?

    i governi di centro"sinistra hanno tagliato le pensioni (governo Dini e governo Prodi), penalizzando col sistema contributivo chi aveva meno di 18 anni contributivi, e innalzando l’età pensionabile a 65 anni!

 

 
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