Originariamente Scritto da
Nelson
Non sono io che liquido come sciocchezze le questioni su Prodi. Mi limito a segnalare che le inchieste ci sono state e si sono chiuse in istruttoria. Neanche a dire che ci sia stato un dibattimento processuale più o meno contestato. Una inchiesta non è uno scandalo e non presuppone neanche la sicura esistenza di un reato, a meno che questo non sia pubblico, ma è un atto dovuto dal magistrato quando ritenga necessario approfondire una notizia di reato. Ma se non si arriva neanche al dibattimento vuol dire che non esiste il reato, o la sua ipotesi è tanto inconsistente da non consentire di presentare la tesi ad un pubblico dibattimento. Figuriamoci parlare di dubbi sui potenziali accusati.
Quanto alla congruità delle dismissioni IRI, poiché queste fanno comunque parte di una strategia di risanamento della società, la loro credibilità non è giudicabile a priori o al di fuori dell'obiettivo che ne definisce il contesto. L'obiettivo è il risanamento e le dismissioni e loro resa sul mercato sono funzionali a quello. A dirci se un manager è bravo o no non sono le singole attività che compongono un progetto, ma il loro risultato rispetto all'obiettivo principale. Quindi la domanda da fare non è "sono congrui i prezzi delle dismissioni?", ma "sono congrui i ricavi delle dismissioni rispetto all'obiettivo?".
La risposta a questa domanda, che è quella corretta, è "sì, si sono dimostrati congrui, perché l'obiettivo è stato pienamente raggiunto e le inchieste della magistratura hanno dimostrato anche la correttezza formale della conduzione di tali operazioni da parte dei responsabili dell'IRI". Il resto riguarda Geronzi. Se io vendo una macchina, perché ho avuto questo incarico, assicurandomi che vengano esperite tutte le formalità e che l'acquirente abbia la patente e che non gli sia stata ritirata, qualunque faccia abbia lui io ho fatto quello che dovevo verso chi mi ha dato l'incarico e verso la legge.
Nel caso di Berlusconi non c'è solo la disonestà più o meno provata della persona. Se così fosse la cosa riguarderebbe solo lui, o al massimo singoli episodi che investono lo stato, magari vasti come tangentopoli, ma non cambierebbero la natura stessa dello stato. Ma quello che sta succedendo in questi anni e in questi giorni va molto al di là: l'impunità sul falso in bilancio è un mutamento radicale del sistema di principi su cui si regge il moderno stato democratico e liberale occidentale. E' l'ingresso in un mondo che si chiama Argentina. La corruzione non è più un elemento episodico, più o meno vasto, ma sempre occasionale rispetto al panorama della società e dello stato. Con Berlusconi la corruzione, attraverso le leggi ad personam, l'impunità di fatto per tutti i reati finanziari (quindi per tutti i reati che investono l'integrità del libero mercato) implica che la corruzione diventa il paradigma dello stato, l'eccezione diventa la sua assenza.
Per questo è una sciocchezza fare paragoni tra Prodi e Berlusconi. Perché uno è uno statista di uno stato europeo moderno e democratico (non un santo, cosa non richiesta, tra l'altro), l'altro appartiene ad uno scenario latino americano, nel senso peggiore.