Riflettendo sulla situazione politica e sociale in Italia ho appurato che la situazione è grave, abbiamo delle categorie di persone che parlano di regime dittatoriale in Italia e sono subito pronti a giustificare regimi ben peggiori e illiberali nel resto del mondo.
Il primo è più lampante caso riguarda il fatto già ormai noto delle vignette su Maometto.
Gli incidenti scatenatisi dopo la pubblicazione di queste vignette e dopo la maglietta esibita, in modo comunque discutibile, da Calderoli hanno suscitato una serie di reazioni che non mi aspettavo nel panorama politico.
Mi spiego meglio, ovviamente nella destra si sono levate giuste voci di condanna verso Calderoli e provvedimenti verranno presi, ma unanimemente nella Casa delle libertà ci sono state voci di condanna verso gli attacchi alle ambasciate in quanto trattasi di reazione spropositata e non giustificabile in alcun modo.
Nella sinistra invece il tenore della discussione ha assunto pieghe ben più scandalose, concordando sulla condanna a Calderoli mi sarei aspettato una feroce condanna contro un attacco portato alla nostra nazione in modo esagerato e ingiustificato vista la portata della provocazione del ministro per le riforme.
Invece da Fassino, Rutelli e Prodi si sono sentiti solo i consueti attacchi all'esecutivo ma non una sola parola di condanna ad un attacco terroristico ed illiberale al nostro territorio in quanto il terreno su cui sorge un'ambasciata è giudicato a tutti gli effetti territorio della nazione che rappresenta, questo non è giustificabile da persone che tra poco dovrebbero giurare di fronte alla Bandiera Italiana.
La cosa che mi preoccupa maggiormente è che il sentimento di giustificazione, su scala mondiale, che la sinistra tiene nei confronti del terrorismo e delle dittature non è circoscritto a pochi esagitati che girano a volto coperto per le strade assaltando i McDonald's credendo di fare del male agli USA ma questi sentimenti controversi serpeggiano anche tra persone intelligenti e colte che dovrebbero fare attenzione alle loro posizioni.
Ieri sera ascoltando Gianni Minà nella trasmissione di Fazio (Fabio) sono rimasto sconcertato nel sentire come, presentando il suo ultimo libro, "Il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba" abbia giustificato un regime dittatoriale che esiste, secondo lui solo come conseguenza dello strapotere degli USA. Alle domande di Fazio su come non sia ammissibile giustificare una dittatura, di qualunque genere essa sia il noto giornalista cambiava continuamente argomento e tornava a sottolineare come la dittatura sia una cosa necessaria per combattere gli USA.
Evidentemente Minà ha troppo velocemente dimenticato come durante la guerra fredda l'URSS abbia avuto interesse a mantenere questa dittatura per poter usufruire di una strategica pedina al largo delle coste della Florida.
Il cambiamento che mi aspetto avvenga in Italia non è limitato al vedere al governo una classe politica più pulita e credibile, cosa che la sinistra nonostante il tanto sparlare non è assolutamente, ma anche un ritorno alla realtà e ad una maggiore consapevolezza e condanna di personaggi che vengono identificati come vittime di un sistema e esempi di libertà da seguire ed invece trattasi solo di assassini che hanno il loro unico scopo nell'assoggettarci alla loro visione del mondo e della religione.
Nella nostra nazione serve un cambiamento importante e una nuova classe politica, questa sinistra che si sta autoeleggendo salvatrice del paese non ha i numeri per mantenere le promesse che sta facendo, sarà solo un governo di transizione che spero duri il meno possibile.