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Discussione: Scoppia

  1. #1
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    Predefinito Scoppia

    Ministro sull’orlo di una crisi di nervi scrive (in privato) a Giavazzi e ad altri 92.
    Ecco la mail e la risposta.
    ***

    Francesco Giavazzi, sabato sul Corriere della Sera, ha scritto un editoriale in cui diceva: “Per ridurre le tasse senza far crescere il debito occorre evidentemente tagliare le spese… E il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, non aiuta quando, come in un recente dibattito con il presidente di Confindustria, ripete ‘non voglio sentir parlare di tagli’”.
    Il ministro, indispettito, ieri ha inviato una mail, oltre che allo stesso Giavazzi, a 92 destinatari, tra cui Giuliano Amato, Franco Bernabè, Lorenzo Bini Smaghi, Daniela Bracco, Mario Canzio, Innocenzo Cipolletta, Franco Debenedetti, Mario Draghi, Vittorio Grilli, Linda Lanzillotta, Piergaetano Marchetti, Mario Monti, Fabio Mussi, Alessandro Profumo, Nicola Sartor.
    L’oggetto della mail del ministro è “parole a Cortina”.
    Ecco il testo.

    “Caro Francesco, se tu vi avessi assistito o ti fossi documentato (magari alla fonte), sapresti che anche nell’incontro con Montezemolo a Cortina, come tutte le volte che ho parlato o scritto in questi tre mesi, ho sostenuto la necessità di una forte correzione di bilancio compiuta soprattutto dal lato della spesa, riformando i quattro grandi comparti dai quali essa scaturisce: funzioni dello Stato centrale, rapporti finanziari tra questo e i governi locali, previdenza, sanità.
    Un’operazione ardua, non intrapresa da anni o decenni, di cui Luigi Spaventa o Tito Boeri sembrano comprendere la difficoltà, mentre tu continui a presentarla ai tuoi lettori col leitmotiv della mancanza di ‘coraggio’.
    Vuoi non riforme, ma tagli, la parola tanto amata dalla demagogia del cambiamento facile come da quella dello status quo. Per compiacere un tipo di pubblico che conosco bene anche io, hai dunque commesso due falli gravi: hai alterato i fatti e presentato una analisi superficiale.
    Capisco il bisogno del Corriere di riconquistare le copie perdute a favore del Giornale e di Libero, ma non che, nell’essere – forse involontariamente – partecipe di questa operazione, tu metta a repentaglio la tua reputazione di onestà intellettuale e di buon economista.
    Un saluto, ciò non ostante, cordiale”.
    Tommaso
    ********

    Ed ecco il testo della risposta inviata dal professor Giavazzi al ministro e agli altri 92 destinatari.

    “Egregio ministro, Penso che su un argomento come quello da Lei sollevato e in considerazione della funzione che Lei ricopre, le discussioni debbano avvenire pubblicamente. A maggior ragione dato che, come sempre, avevo manifestato il mio punto di vista sul Corriere della Sera, per me sede naturale di tante discussioni. Sono perciò esterrefatto dal leggere l’espressione della Sua contrarietà e la Sua meschina insinuazione – tanto assurda da ricordare un linguaggio che si usava nell’Unione Sovietica degli anni Trenta – in un e-mail che Lei ha ritenuto di dover inviare a 92 illustri persone in Italia e all’estero.
    Non sento alcun bisogno di difendere la mia reputazione: sono dodici anni che scrivo sul Corriere della Sera, indipendentemente dai governi, dai presidenti del Consiglio, dai molti ministri e anche dai direttori del Corriere ai quali sono grato per la libertà che mi hanno sempre dato. Sulla sostanza del suo dissenso quello che io comprendo è che per Lei il problema del controllo della spesa pubblica si riduce a varare ampie riforme.
    Mi pare scontato ma di questo sinora non abbiamo visto alcun segnale concreto. I segnali sono importanti. Se il ministro Bersani o il viceministro Visco si fossero limitati a mettere allo studio ampie riforme delle professioni o del fisco, anziché varare qualche provvedimento concreto, oggi saremmo ancora a discutere.
    Quanto alle riforme, il Suo ruolo è cruciale in quanto il Ministro dell’economia, diversamente dai suoi colleghi, è l’unico ad avere interesse per la riduzione e l’efficienza della spesa pubblica.
    Quali sono stati, al di là delle affermazioni di principio, i passi concreti che Ella in questi mesi ha compiuto affinché su scuola, pensioni, sanità, pubblico impiego, enti inutili, finanza locale ci si incammini sul binario che Ella auspica?”.
    Francesco Gavazzi

    Su il Foglio del 22 agosto

    saluti

  2. #2
    Hanno assassinato Calipari
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    solita figuraccia di Giavazzi.

  3. #3
    trilex
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj
    solita figuraccia di Giavazzi.




    ..........figuraccia di giavazzi????


    Mah, devo avere letto un'altra mail......

  4. #4
    a.k.a. tolomeo
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    Citazione Originariamente Scritto da trilex




    ..........figuraccia di giavazzi????


    Mah, devo avere letto un'altra mail......

    naaaa, hai letto giusto.
    è solo yurj che fa del funambolismo.
    glielo hanno ordinato all'anpi.
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  5. #5
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    Predefinito Padoa e Giavazzi

    Padoa e Giavazzi

    Roma. Ha messo in subbuglio il mondo universitario, oltre che quello politico, lo scambio di e-mail pubblicato sul Foglio di ieri tra il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e l’editorialista del Corriere della Sera, Francesco Giavazzi.
    I toni della lettera del titolare di Via Venti Settembre e le tesi dell’economista hanno provocato reazioni fra colleghi e amici, a partire dai 92 destinatari delle lettere.
    Tra questi c’è Paolo Onofri, docente di Politica economica a Bologna, che al Foglio dice: “Mi sembra un piccolo scontro tra personalità accademiche. Da un lato c’è Giavazzi che ha assunto una funzione di stimolatore dell’azione governativa e Padoa-Schioppa che per il ruolo istituzionale che riveste deve necessariamente difendere l’operato dell’esecutivo, e la sua difesa mi sembra abbastanza forte”.
    Chi ha ricevuto sulla propria email il botta e risposta è anche l’economista Alberto Quadrio Curzio, preside della facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano, che sposta l’attenzione sul nodo del contendere, l’efficacia e l’immediatezza del risanamento:
    “La questione mi sembra chiara, col Dpef c’è stato l’impegno del governo e del Parlamento a intervenire sui capitoli fondamentali della spesa pubblica come è scritto a pagina 116 del documento. Ma il ridimensionamento delle uscite si scontrerà inevitabilmente con potenti resistenze politiche, burocratiche e sindacali. Quindi se il ministro tecnico non riuscisse ad attuare il Dpef mi sento di dire che la responsabilità dell’inadempienza non sarà la sua”.
    Nella lettera in risposta all’editoriale di Giavazzi, che criticava il ministro per non realizzare tagli alla spesa, Padoa-Schioppa ha replicato citando due colleghi come Luigi Spaventa e Tito Boeri che invece, secondo il titolare dell’Economia, “sembrano comprendere le difficoltà dell’operazione”.
    Il riferimento a Boeri, contrapposto all’editorialista del Corriere della Sera, non appare casuale: Boeri con Giavazzi è il fondatore-ideatore del sito liberal lavoce.info. Si è voluto per caso insinuare di spaccature tra i due economisti? Boeri, che non vuole commentare la querelle, si limita ad auspicare “che ci sia davvero un confronto aperto, pubblico sul tema in discussione”, ma “tra un mese, alla luce della Finanziaria, per valutare e giudicare se l’aggiustamento dei conti pubblici avverrà o meno anche dal lato della spesa, considerato che dalle entrate come è chiaro dagli ultimi dati è già giunto un contributo”.

    Dissensi all’interno de lavoce.info
    Eppure tra gli accademici de lavoce.info le posizioni rispetto all’esecutivo di Romano Prodi sembrano diversificate. Alcuni professori come Riccardo Faini, Giuseppe Pisauro e Maria Cecilia Guerra hanno deciso sotto forme diverse di collaborare con il ministero dell’Economia, altri hanno espresso perplessità su alcune scelte del governo: è il caso in particolare di Andrea Boitani, che ha rimarcato la parziale retromarcia sulla liberalizzazione dei taxi. Lo stesso Boeri non ha esitato ad esprimere rilievi al Documento di programmazione economica e finanziaria, definito “bello e impossibile”.
    Di tutt’altro parere Giacomo Vaciago, docente di Politica economica alla Cattolica di Milano: “La mancanza di coraggio addebitata da Giavazzi al ministro? Dico solo che ha firmato il Dpef più coraggioso degli ultimi decenni perché contiene l’indicazione di una spesa pubblica che si riduce nel 2007 rispetto al 2006. Una indicazione che nessun ministro dell’Economia aveva mai osato fare negli ultimi venti anni”.
    Opposta l’opinione dell’economista Renato Brunetta, eurodeputato di Forza Italia: “Padoa-Schioppa finora ha avuto un ruolo da cattivo ufficio studi, che ha dato dei numeri, e anche sbagliati, e ha fatto scrivere un Dpef sbagliato”. Questo riguardo ai contenuti, in merito alla forma della risposta del ministro alle critiche pubbliche di Giavazzi, Brunetta non riesce a trovare giustificazioni: “Non s’è mai visto, dovrebbe dimettersi”.
    Non si schiera tra i due contendenti, invece, Riccardo Realfonzo, cattedra di Economia all’Università del Sannio, che ha promosso in vista della Finanziaria un appello contro l’abbattimento del debito al quale hanno aderito circa settanta professori vicini all’Unione.
    Spiega al Foglio Realfonzo: “Io credo che abbiano entrambi torto. Padoa-Schioppa e Giavazzi condividono la medesima filosofia in materia di finanza pubblica: l’esigenza del risanamento, cioè l’abbattimento del debito pubblico, da perseguire principalmente attraverso la contrazione della spesa. Padoa-Schioppa è solo più responsabile ed attento alle ripercussioni politiche.
    Penso che, come abbiamo cercato di chiarire col manifesto pubblicato sul sito www.appellodeglieconomisti. com, non ci sia alcuna necessità di abbattere il debito”.

    Da il Foglio di mercoledì 23 agosto

    saluti

  6. #6
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    Predefinito Tecnici, baroni e governanti

    L’abc delle politica bisogna conoscerlo, stimabile prof. Padoa-Schioppa

    Altro che gaffe. Almeno le gaffe dell’imprenditore nel negozio di cristalleria erano verità che dovevano tacersi per convenzione e conformismo, e spesso erano buon intrattenimento. Con la spocchiosa e maligna lettera di Tommaso Padoa-Schioppa, un insieme di insinuazioni e meschini argomenti pro domo sua che deve aver fatto rovesciare il pattino di Carlo Ciampi a Santa Severa, i tecnici al governo, come categoria e persona, hanno toccato un fondale melmoso che non era prevedibile nell’epoca di buoni professionisti del raccordo con la politica come, appunto, un Ciampi.
    Un errore via l’altro, a cominciare dal metodo conventicolare.
    Un ministro risponde al Parlamento e al paese, non a una congrega di confratelli economisti individuabile nella sua mailing list, e non si mette al computer per censurare con stizza la libertà di un editorialista di stampare il proprio pensiero critico su di un giornale.
    Un ministro serio alla testa dell’Economia non fa insinuazioni sulla spontaneità e libertà critica di argomenti usati per incitarlo a fare con coraggio il suo mestiere o a imboccare una via di rigore nella gestione della spesa pubblica. Non tutto è salotto, non tutto è sottogoverno accademico, non tutto è malinteso senso del prestigio personale, non tutto è irritabilità epidermica nella vita di un esecutivo, anzi, niente dovrebbe esserlo, almeno a voler schivare il ridicolo, a voler evitare la pomposity, malattia finale delle classi dirigenti italiane.
    Non ci sono elementi per disistimare le competenze e la personalità intellettuale di Padoa-Schioppa, ma da ieri ce ne sono per dubitare del suo carattere, e in politica è il carattere che conta, anche più dell’intelligenza, figuriamoci delle competenze.
    Come dimostra a contrario l’esperienza fattiva e sorniona di un iperpolitico Clemente Mastella, uno che sa che cosa si possa o non si possa realizzare anche nel labirinto dell’impossibile, bisognerebbe forse cominciare a non pagare la tassa dei tecnici al governo.
    Nei sistemi presidenziali, dove il gabinetto è lo staff del capo dell’esecutivo eletto a suffragio diretto, i tecnici sono una prerogativa del leader, che può e deve di regola servirsene in abbondanza. Ma in un sistema parlamentare dove le decisioni del governo nascono dalla politica, vivono di politica e muoiono di politica è diverso.
    Qui è di danno accoppiare alle insidie della lotta tra i partiti le suscettibilità dello spirito baronale e salottiero, che peraltro non dovrebbero essere il tratto distintivo nemmeno dei Grands Commis de l’Etat.

    Giuliano Ferrara su il Foglio del 23 agosto

    saluti

  7. #7
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    Non posto articoli altrui ma opinioni mie.
    Giavazzi è un grillo parlante estremista nelle sue opinioni e pure piuttosto invidioso di non essere alposto di TPS. Andate a leggervi il fondo di oggi sul Corriere e capirete.
    TPS poteva risparmiarsi quella mail, però conoscendo il personaggio capiscoperchè l'ha fatto.
    La polemica di Giavazzi gli ha fornito il formidabile assist di presentarsi come colui che non vuole tagliare il Welfare mentre si accinge ad una finanziaria rigorosa e ad alcune riforme importanti.
    Mi riferisco alla riorganizzazione della rete periferica del Tesoro con l'eliminazione degli uffici provinciali e l'accorpamento INPS INPDAP. Aggiungete i tagli agli enti e commissioni inutili nonchèl'azione condotta con Visco contro l'evasione. In 3mesi sta facendo cose che l'invidioso grillo parlante si sogna.
    Con questa mossa TPS si guadagna il favore dei sindacati, cosa ben più importante di quelladi un pur illustre professore, ed assicura un buon viatico alla finanziaria.
    Ci dica cosa ha fatto Giavazzi quando lavorava al Tesoro, a parte la "rivoluzione dei cessi" da lui sbandierata.
    Insomma, è facile criticare e sparate ricette; ne avrei tante anch'io,persino più efficaci di quelle di Giavazzi Il difficile è realizzarle.
    Vedremo cosa farà il Giavazzino se e quando verrà chiamato a fare il ministro dell'economia

  8. #8
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    Il foglio deve inventarsi polemiche inesistenti per sopravvivere, fa un pò pena

    "Ha messo in subbuglio il mondo universitario"

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da picchio
    Non posto articoli altrui ma opinioni mie.
    Giavazzi è un grillo parlante estremista nelle sue opinioni e pure piuttosto invidioso di non essere alposto di TPS. Andate a leggervi il fondo di oggi sul Corriere e capirete.
    TPS poteva risparmiarsi quella mail, però conoscendo il personaggio capiscoperchè l'ha fatto.
    La polemica di Giavazzi gli ha fornito il formidabile assist di presentarsi come colui che non vuole tagliare il Welfare mentre si accinge ad una finanziaria rigorosa e ad alcune riforme importanti.
    Mi riferisco alla riorganizzazione della rete periferica del Tesoro con l'eliminazione degli uffici provinciali e l'accorpamento INPS INPDAP. Aggiungete i tagli agli enti e commissioni inutili nonchèl'azione condotta con Visco contro l'evasione. In 3mesi sta facendo cose che l'invidioso grillo parlante si sogna.
    Con questa mossa TPS si guadagna il favore dei sindacati, cosa ben più importante di quelladi un pur illustre professore, ed assicura un buon viatico alla finanziaria.
    Ci dica cosa ha fatto Giavazzi quando lavorava al Tesoro, a parte la "rivoluzione dei cessi" da lui sbandierata.
    Insomma, è facile criticare e sparate ricette; ne avrei tante anch'io,persino più efficaci di quelle di Giavazzi Il difficile è realizzarle.
    Vedremo cosa farà il Giavazzino se e quando verrà chiamato a fare il ministro dell'economia
    ------------------------------
    Sul contenuto della politica economica del Ministro e del Professore pochi di noi è tanto competente da esprimere giudizi che non siano "parole da tifoso".
    Ma è sullo strano comportamento del Ministro che non ho letto giudizi.
    E ciò mi dice che su questo Giavazzi abbia tutte le ragioni.

    saluti

  10. #10
    Hanno assassinato Calipari
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    Citazione Originariamente Scritto da mustang
    ------------------------------
    Sul contenuto della politica economica del Ministro e del Professore pochi di noi è tanto competente da esprimere giudizi che non siano "parole da tifoso".
    Ma è sullo strano comportamento del Ministro che non ho letto giudizi.
    E ciò mi dice che su questo Giavazzi abbia tutte le ragioni.

    saluti
    Come dire una cosa in una frase e contraddirsi in quella dopo.

 

 
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