Goy, Gentile, Nokhrim: razza o popolo, termini utilizzati dagli ebrei per indicare un uomo non ebreo; per indicare una donna gentile, Goiah. Nei libri ebraichi che trattano dell'idolatria, gli adoratori degli idoli sono spesso chiamati con questo solo nome Goy. Per questo motivo, in edizioni più recenti del Talmud, l'uso della parola Goi viene evitato di propostio e altre parole vengono usate al suo posto per i non ebrei.
Quando un ebreo ha un Gentile nelle sue mani, un altro ebreo può andare dallo stesso Gentile, prestargli denaro e truffarlo in sua vece, così da rovinare il Gentile. Poiché la proprietà di un Gentile, secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno, e il primo ebreo che passa ha pieno diritto di prendersela.
(Schuican Amen, Choschem Hamischpath, 156).
Non è permesso derubare un fratello, ma è permesso derubare un non ebreo, poiché sta scritto (Levitico XDC, 13) "Non deruberai il tuo vicino". Ma queste parole, dette da Jahvé, non si applicano a un Goy che non è tuo fratello.
(BabaMezia, 6 la)
Un ebreo può mentire e spergiurare per condannare un cristiano. Il nome di Dio non è profanato quando si mente ai cristiani.
(BabaKama, 113a, 113b)
E' un grave peccato fare un regalo ad un Gentile. Ma è permesso dare l'elemosina al povero dei Gentili, visitare i loro malati e dare gli ultimi onori ai loro defunti e consolare i loro parenti per mostrare pace, cosi che il Gentile possa pensare che gli ebrei sono loro buoni amici nel mostrare loro consolazione.
(Aboda Zarah, pag. 20)
Una cosa perduta da un Goy può non solo essere tenuta dall'uomo che l'ha trovata, ma è anche proibito ridargliela indietro.
(Schuican Aruch, Choschen Hamischpath, 266, I)
Gli ebrei devono sempre cercare di imbrogliare i cristiani.
(Zohar I 160a)
Quelli che fanno del bene ai cristiani non risorgeranno mai dai morti.
(Zohar I 25b)
Al tempo del Cholhamoed il disbrigo di ogni tipo di affare è proibito. Ma è permesso praticare l'usura sui Gentili, perché la pratica dell'usura su un Gentile in ogni momento piace al Signore.
(Schuican Amch, Orach Chailìi, 539)