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Discussione: Riflessioni

  1. #1
    Guardia Rossa
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    Predefinito Riflessioni

    Scrive Gabriel Garcìa Màrquez, premio Nobelper la letteratura, nei suoi reportage

    "Prima della vittoria rivoluzionaria, Cuba era talmente nelle mani degli yankeeche il Presidente Carlos Manuel de Cépedes aveva pronunciato il discorso di insediamento in inglese. La politica interna ed estera erano decise dal Dipartimento di Stato. Le piantagioni di zucchero, base secolare dell'economia cubana, erano di proprietà di monopoli nordamericani i cui magnati atterravano con i loro velivoli in aeroporti privati , senza controlli di alcun genere. Le fabbriche, i trasporti, gli arnesi domestici, le cose da mangiare e da leggere e la stessa filosofia della vita erano importati dagli Stati Uniti. Non esistevano pezzi di ricambio. Semplicemente quando una macchina si rompeva, si telefonava a Miami o a New York ed il pezzo fondamentale arrivava con l'aereo della notte. Nel 1962 quando fu decretato il blocco, Cuba si ritrovò d'un tratto di fronte al fatto che non disponeva altro che di sei milioni di cubani risoluti in un'isola sprovvista di tutto."

    "Molte industrie dei Paesi occidentali che tentarono di commerciare con Cuba subirono rappresaglie degli USA, e alcune, in Inghilterra ed in Spagna, furono da esi comprate per impedire gli scambi. Gli USA dissero allora, che il blocco non coinvolgeva i medicinali. Al ministero della salute pubblica, all'Avana, ho visto personalmente le lettere dei laboratori nordamericani che rifiutavano di vendere medicinali per tema di rappresaglie governative. Tuttavia l'aspetto più infame del blocco fu forse il meno noto: la seduzione dei tecnici e professionisti cubani da parte degli USA. Molti di loro accettarono le offerte di favolosi stipendi e disertarono il loro Paese portandosi via documenti e segreti vitali. La medicina fu il campo in cui quella spoliazione umana toccò il più alto livello di criminalità. Dei circa 7000 medici che esistevano prima ella Rivoluzione, più della metà lasciò il Paese, e i pochi che rimasero dovettero affrontare problemi inconsueti. <Non sapevamo neppure quanta aspirina era necessaria per il mal di testa di tutti gli abitanti>, mi disse uno di loro. Il problema più drammatico era l'insulina per i diabetici. I cubani commissionarono alla Polonia la quantità ritenuta sufficiente per un anno, e i polacchi, sbigottiti, risposero che quella quantità era il consumo di insulina di tutta Europa in dieci anni. Eppure fu quel piccolo gruppo di medici che aveva tanti problemi di aritmetica che ricostruì da zero la sanità cubana, oggi una delle più serie ed originali al mondo"

    "Nonostnte tutto il governo rivoluzionario sconfisse molte malattie, tra le quali poliomielite e malaria, grazie ad enormi campagne di vaccinazione ed avviò la più grande campagna di alfabetizzazione della storia che portò alla quasi totale sconfitta dell'analfabestismo"

    "La cruda verità è che nella Cuba di oggi non c'è un solo disoccupato, nè un bambino senza scuola, nè un solo essere umano senza scarpe, senza casa e senza i suoi tre pasti al giorno, non ci sono mendicanti nè analfabeti, non c'è nessuno che non disponga di educzione gratuita a qualsiasi livello, nessuno che non disponga di assistenza medica opportuna e gratuita, medicinali e servizi ospedalieri gratuiti a qualsiasi livello, non ci sono casi di poliomielite, tetano, vaiolo, malaria."

    Ora, mi chiedo: come è possibile che la propaganda imperialista sia arrivata ad un tale elevato livello da rendere la nostra popolazione cieca davanti a tali risultato ottenuti da questo piccolo Paese continuamente ostacolato dal gigante nordamericano? Come può la stessa propaganda imperialista a mettere sullo stesso livello se non su un livello peggiore, almeno per la grande maggioranza della popolazione ormai facilmente influenzabile, il compagno Fidel con personaggi come Pinochet, Mussolini, Hitler, Somoza, Batista, Pinilla, Odrìa, Marcos Perez Jimenez?
    Purtroppo, al giorno d'oggi, il nemico ha in mano tutti gli strumenti (e purtroppo oggi tali strumenti son molto più potenti rispetto a 50 anni fa') per manipolare ulteriormente la popolazione mondiale: partendo dall'istruzione, arrivando ai giornali, alla TV, Internet (forse il sistema che ha più "difficoltà" a manipolare) finendo con lo strumento più grande la religione.
    Tramite questi strumenti cerca di infondere dentro a noi l'ignoranza, la superficialità e purtroppo vista la potenza e la portata di tali strumenti è riuscito a farlo con ottimi risultati. La situazione rispetto alla situazione antecedente la rivoluzione Cubana è variata molto, e secondo me oggi la vera "guerra" da combattere è quella contro gli strumenti sopra citati, fare in modo che questi strumenti che tanto danno al capitalismo e all'imperialismo siano la sua pietra tombale. Ma per fare ciò serve una grande forza, il nemico è potente! E per avere tale forza servirebbe il controllo di tali strumenti... Il gatto che si morde la coda....

    Voi cosa ne pensate?
    Spero di aver dato un buono spunto di discussione

  2. #2
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    Predefinito

    Ti dirò brevemente quali sono i pensieri che questo piccolo documento di Marquez mi ha fatto venire in mente nell'immediato.

    Cuba è stato durante la guerra fredda il paese più vicino agli Stati Uniti ad aver avuto il coraggio (per gli yankee la sfrontatezza) di ribellarsi al suo sistema di pax imperialista e neocoloniale con una rivoluzione dallo spirito prima che socialista decisamente patriottico e umanista. Quindi sempre in piena Guerra Fredda ha trasformato la sua rivoluzione in rivoluzione marxista e per sopravvivere ha chiesto (utilitaristicamente e non per sottomissione ad essa) aiuto all'Unione Sovietica socialimperialista riuscendo tra mille difficoltà a rimanere in equilibrio tra le due spinte dell'imperialismo unitario delle superpotenze.
    Già questo era molto difficile. Quando uno dei due blocchi si è dissolto Cuba si è trovata completamente isolata nel ventre stesso del moloch imperialista statunitense e in un epoca di dissoluzione del socialismo reale, la sua rivoluzione è rimasta in piedi senza contraccolpi e non certo per un autoritarismo (che sarebbe dovuto essere più duro di quello della Corea del Nord) dei quadri dirigenti cubani ma perchè il popolo cubano in grandissima maggioranza aveva riconosciuto i meriti resistenziali e rivoluzionari della Rivoluzione stessa.
    Cuba negli anni ha resistito al terrorismo anticastrista sovvenzionato ampliamente dagli Stati Uniti (alfa66), ha aiutato a liberarsi dal giogo coloniale e neocoloniale diverse nazioni della periferia capitalista (Nicaragua, Angola, Namibia, Mozambico), ha portato avanti riforme sanitarie, educative eccellenti il tutto facendo fronte popolare comune al blocco economico e politico dell'Occidente.
    Come può la propaganda imperialista sempre alla ricerca di conferme evidenti che noi si stia vivendo nel migliore dei mondi possibili accettare l'esistenza di una Cuba rivoluzionaria da mezzo secolo. Essa è una delle prove più grandi che nell'occidente di Fukuyama (quello della fine della storia), nel capitalismo reale unidimensionale le incongruenze e le contraddizioni stesse del sistema sono grandi e si ingrandiscono a mano a mano che il sistema stesso si evolve nel tempo. Cuba è una di queste grandi contraddizioni e non è in alcun modo risolvibile se non si cerca di accomunare il simbolo stesso della rivoluzione cubana (il compagno Fidel) agli archetipi del male assoluto. Non ha evidentemente alcun senso accomunare Fidel Castro a Hitler o a Pinochet o a Mussolini sia a livello politico che storico che etico ma tant'è. Non c'è altra scappatoia possibile per il sistema se non quella di insistere su un autoritarismo castrista per poter spiegare come mai un isoletta circondata dagli Stati Uniti possa continuare ad esistere nella sua rivoluzione nonostante tutti i tentativi di farla fallire. Non parlare di autoritarismo significherebbe dover ammettere che il popolo cubano con gli Stati Uniti a un passo da casa preferiscono vivere nella loro rivoluzione che non tra le luci e l'opulenza (per soli occidentali ricchi) di Miami.
    Però non ci si deve stupire più di tanto se dopo decenni di propaganda anticubana la maggior parte dei popoli della terra dove regna l'allineamento sistemico al sistema imperialista e capitalista statunitense credano a quanto viene loro detto e raccontato.

    Piuttosto il problema è un altro. Con un fuoco incrociato di così grande intesità e lunga durata finora per Cuba il prestigio e la grandeza simbolica e carismatica del compagno Fidel hanno potuto mantenere vivi i successi della rivoluzione e renderne orgogliosi i cubani. Ma FIdel Castro non è un supereroe nè un dio e prima o poi anche lui dovrà morire. A quel punto la rivoluzione cubana sarà ancora di più nelle mani del popolo, senza più la guida ed il carisma di Castro. QUesto sarà il test definitivo per la Rivoluzione cubana. Vedere a che punto la maturità del popolo rivoluzionario cubano saprà indirizzare i nuovi obiettivi e le nuove sfide di una rivoluzione che non è finita decenni fa ma prosegue ogni giorno.

    A luta continua

 

 

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