La capitale completamente paralizzata dalla protesta dell'opposizione
Il movimento guidato da Nasrallah contesta le misure economiche del governo
Libano, sciopero generale di Hezbollah
Beirut bloccata dall'alba, nove feriti
Il premier Siniora oggi sarebbe dovuto partire per la Conferenza dei Paesi donatori a Parigi
E' invece rimasto per "seguire gli sviluppi della situazione". E l'esercito spara in aria
BEIRUT - Beirut bloccata già dall'alba di stamane per lo sciopero generale indetto dal leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah. Le proteste hanno avuto come conseguenza anche il ferimento di nove persone. Secondo un primo bilancio, tre seguaci di Hezbollah sono stati feriti a colpi d'arma da fuoco a Batrun e Tripoli, a nord di Beirut, mentre altre quattro persone sono rimaste ferite in sassaiole tra gruppi cristiani rivali nei sobborghi a nord-est della capitale.
Tra i feriti, figurano inoltre due pompieri, intervenuti per spegnare una catasta di copertoni data alle fiamme dai manifestanti per bloccare una grande via di scorrimento alla periferia est di Beirut.
L'esercito ha spiegato blindati e centinaia di soldati nei centri strategici mentre le forze della sicurezza interna hanno rafforzato la loro presenza nelle strade. I soldati hanno anche sparato in aria per separare gruppi rivali di seguaci dell'opposizione e del governo scontratisi nella zona di Corniche al-Mazra, nella zona ovest della capitale, paralizzata dallo sciopero generale. Secondo le prime informazioni, ad affrontarsi sarebbero stati sostenitori sciiti dell'opposizione e rivali sunniti progovernativi.
In precedenza, i soldati avevano ugualmente sparato in aria per separare gruppi di cristiani rivali che erano venuti alle mani nella zona di Nahr al-Kalb, lungo la costa a nord di Beirut.
Non è escluso che la protesta continui anche nei prossimi giorni, ha detto all'agenzia Ansa Hussein Rahal, portavoce di Hezbollah. "Nel pomeriggio - ha detto - decideremo se proseguire l'agitazione".
Il premier Fouad Siniora, che oggi sarebbe dovuto partire per Parigi, per la Conferenza dei Paesi donatori del Libano, in programma per giovedì, è rimasto invece a Beirut per "seguire gli sviluppi della situazione". Il portavoce del premier, Aref al-Abed, nel confermare la notizia della mancata partenza ha però smentito che il premier sia stato costretto a prendere questa decisione perchè di fatto "assediato" nel Palazzo del governo.
L'opposizione ha convocato questo sciopero per protestare contro il governo di Siniora, che ha varato una serie di misure economiche in vista della Conferenza di Parigi. Tra queste misure, figurano l'aumento dell'Iva e una serie di privatizzazioni nel settore statale.
I manifestanti - a migliaia secondo le prime stime hanno risposto all'appello dell'opposizione - hanno eretto barricate, bruciato pneumatici e sparso sabbia e pietre su entrambe le carreggiate delle grandi arterie della capitale ma anche in altre aree. Bloccata anche la strada che conduce all'aeroporto internazionale di Beirut; pertanto numerose compagnie aeree arabe e stranierie hanno sospeso i loro voli per la capitale libanese.
"Quanto sta accadendo non ha nulla a che vedere con il diritto democratico di manifestazione, è un colpo di stato", ha detto il leader cristiano antisiriano Samir Geagea. Il leader ha aggiunto che "bloccare le strade e impedire alla gente di condurre la sua vita normale è un comportamento terroristico" e ha criticato esercito e polizia per il loro mancato intervento.
Un'analoga critica è stata espressa dal deputato druso antisiriano Akram Shehayeb, il quale ha detto che "l'esercito si assume la responsabilità di non impedire questi atti antidemocratici".
(23 gennaio 2007)