Voi che di Papi ve nè intendete, Pio IX che papa fu?
Voi che di Papi ve nè intendete, Pio IX che papa fu?
Ottimo papa!
Nello specifico che vuoi sapere?
Un grandissimo Papa. Il più odiato dopo San Pio X dai modernisti.
Sul rapporto tra Beato Papa Pio IX e gli ebrei:
da http://www.papapionono.it/ebrei.html
Alcuni ottimi articoli a riguardo contro la legenda nera.PROVVEDIMENTI A FAVORE DEGLI EBREI
Pio IX si mostrava benevolo verso un'altra categoria di sudditi: gli Ebrei.
Questa sua generosa benevolenza si era già fatta manifesta nei primi atti del suo governo. Aveva abolito le umilianti cerimonie cui quelli soggiacevano, versando gli annui tributi alla Camera Apostolica (173). Più tardi li soccorreva con una somma di 300 scudi per i danni subiti dalla inondazione del Tevere; poi li ammetteva a godere delle elemosine pubbliche, e faceva godere altresì dei privilegi concessi alle famiglie numerose, anche gli Ebrei padri di dodici figli.
Al momento della istituzione della Guardia Civica gl'Israeliti vi furono ammessi. Non mancarono atti di spontanea simpatia popolare da parte di buoni e generosi popolani, di maniera che il popolo dava ora prova di seguire con simpatia le disposizioni del Pontefice. Così il 5 luglio 1847 un popolano di Trastevere, certo Favella, portatosi insieme ad alcuni amici, in una piazzetta interna del Ghetto, aveva invitato tutti gli Ebrei, che lo desiderassero, a scendere in un'osteria vicina, a bere insieme, ed egli infatti, versò loro abbondantemente del vino. Il giorno dopo, Luigi Caraccioli, con una schiera di conciapelli entrava nel Ghetto, per fare agli abitatori di quel luogo, reputato d'infamia, una dimostrazione di simpatia. Verso sera, poi, egli stesso, i suoi amici e molti Israeliti si recavano incontro a Ciceruacchio.
Questo fraternizzare dei liberali e dei popolani con gli Ebrei aveva bene il suo significato. Ma il provvedimento pontificio di maggiore importanza, soprattutto per le ripercussioni che suscitò, fu un altro.
Il Pontefice aveva nominato una Commissione, la quale esaminasse le condizioni igieniche del Ghetto, e questa decise di permettere agli Ebrei di abitare fuori di quell'orribile quartiere. Così, nella notte dal 17 al 18 aprile, venivano abbattute le mura e le porte del Ghetto. Il fatto venne lodato dalla stampa liberale (174), ma offerse agli altri il pretesto per suscitare le ire di una parte del popolo minuto, che verso gli Ebrei continuava a nutrire dei pregiudizi, e li considerava eretici, empi, nemici della religione cattolica e crocifissoci di Gesù.
I Gregoriani, ossia i nemici delle riforme, soffiarono nel fuoco facendo credere, specialmente ai piccoli commercianti e ai lavoratori del rione Regola, confinante col Ghetto, che quella libertà concessa agli Ebrei si sarebbe risolta in grave danno per le loro industrie, sì che tra il 18 e il 30 aprile si ebbero, nei dintorni del Ghetto, minacciose adunanze di plebe, furti e violenze. Un proclama energico del ministro De Rossi, ottenuto dall'israelita Samuele Alatri, trattenne da ulteriori eccessi i malintenzionati.
Davide Levi piemontese, salutò in un canto l'opera enancipatrice iniziata da Pio IX.
http://www.kattoliko.it/leggendanera...s&new_topic=69
http://www.augustea.org/dgabriele/it...gherardini.htm
CIAO
mi sa che gli ebrei non la pensano proprio così
hai mai sentito parlare di Edgardo Mortara?
Sì. E sulla vicenda rinvio a:
Nel 1852, nella Bologna ancora pontificia, una domestica cristiana assunta-violando la legge - dalla famiglia del commerciante ebreo Momolo Mortara battezzò di sua iniziativa il piccolo Edgardo, cui i medici avevano dato poche ore di vita. Inaspettatamente, il bambino si riprese e, sei anni più tardi, la notizia del battesimo furtivo, ma valido, giunse all'orecchio delle autorità. Le quali, dopo un'inchiesta rigorosa e dovendo rispettare la legge-sia civile che ecclesiastica - di educare cristianamente i battezzati, ordinarono che Edgardo, ormai di sette anni, venisse accolto in un collegio di Bologna sino alla maggiore età.
I Mortara, istigati anche dai molti che avevano interesse a creare un caso internazionale, si opposero a ogni mediazione con la Chiesa, costringendo la polizia a intervenire per portare il piccolo a Roma, dove Pio IX lo accolse e gli assicurò che sarebbe stato per lui un padre affettuoso e premuroso. Come difatti fu, sino alla morte.
Nella violentissima protesta suscitata dal «caso Mortara», accanto alle comunità ebraiche d'Europa e d'America, si schierarono le logge massoniche, mentre i politici - a cominciare da Cavour - si rallegrarono di tutto quel clamore che favoriva i1 disegno di distruggere lo Stato Pontificio.
Della sorte dell'Edgardo «vero», non di quello del mito, furono in pochi a curarsi, come dimostrano molte ricostruzioni della vicenda, che dedicano solo cenni frettolosi a quanto avvenne dopo il «rapimento»: i1 bambino senti fin dai primi giorni la Chiesa come la meta cui la Provvidenza voleva destinarlo; quando Roma fu invasa dai piemontesi fuggì nottetempo per non essere «liberato» dal seminario in cui egli stesso aveva voluto entrare; divenne religioso nell'Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi, assumendo il nome di «Pio» come omaggio a colui che il mondo considerava suo brutale rapitore, ma verso il quale nutrì sempre una devozione e una gratitudine straordinarie.
Nel 1888, a trentasette anni, padre Mortara testimoniò 1a sua verità nelle pagine che vengono pubblicate qui per la prima volta e che polemizzano duramente contro quanti lo presentavano come una vittima di una Chiesa che invece egli amava. Pur non godendo di buona salute, morì quasi novantenne in un monastero belga, dopo una vita di predicazione in molte lingue, di lavoro apostolico, di penitenza e di preghiera. Suo solo rammarico, non essere riuscito a convincere i familiari ad accettare anch'essi il Vangelo.
Dopo quasi un secolo e mezzo, il «caso Mortara» è ancora ben vivo. Lo si impugna continuamente come arma polemica contro i cattolici e, nel Duemila, si cercò persino di impedire che Giovanni Paolo II portasse sugli altari Pio IX, definendolo appunto «un criminale rapitore di bambini».
Ricostruire come andarono davvero le cose e inquadrare correttamente gli eventi nel loro tempo è quindi opera di giustizia e di verità non solo per il beato Pio IX ma anche per Edgardo Mortara che volle divenire - e restare sino alla fine-padre Pio Maria.
Niente di meglio, dunque, che dare a lui, finalmente, la parola, pubblicando il Memoriale che Vittorio Messori ha rinvenuto negli archivi di Roma dell'ordine dei Canonici Regolari del Santissimo Salvatore Lateranense e che commenta in pagine in cui la profonda conoscenza del «caso» si accompagna a un vigore sempre basato su fatti precisi e inoppugnabili.
FONTE
Comunque sul Beato Pio IX, rinvio all'apposita discussione QUI.
è davvero stato, senza dubbio, uno dei più grandi papi della storia della Chiesa, e sicuramente il più grande del secolo XIX (assieme almeno a Leone XIII e Pio VII).
non stupisce che i calunniatori e i diffamatori, che purtroppo roteano sempre attorno a queste eroiche figure come gli avvoltoi attorno ai moribondi nel deserto, lo abbiano sempre odiato e tuttora si rodano le mani perchè GPII l'ha beatificato.
speriamo anzi di poterlo un giorno invocare come "san Pio IX".