Inizia la Clericus Cup.
Perché la Clericus?
Il Centro Sportivo Italiano, consapevole della propria storia e tradizione all'interno della comunità cristiana, intende con la Clericus Cup, porsi ancora una volta al servizio del mondo giovanile ed ecclesiale, rimettendo al centro dell'attenzione generale lo sport come strumento di promozione umana e sociale. L'obiettivo del CSI è un pieno rientro dello sport all'interno delle parrocchie e degli oratori, dove troppo spesso manca. La Clericus affronta il problema alla radici: fare rientrare lo sport nell'esperienza di vita di sacerdoti e seminaristi è il modo più solido perché domani abiti nuovamente i programmi pastorali di parrocchie ed oratori.
Chi gioca
Spulciando le rose delle formazioni iscritte, spicca l'assoluta internazionalità del torneo. Un vero e proprio Mondiale. I religiosi e seminaristi tesserati, 311 in totale, provengono, infatti, da 50 Paesi di tutti e cinque i continenti. La parte del leone la fanno, naturalmente, gli italiani (88 atleti in tutto), mentre particolarmente numerose sono le pattuglie dei messicani (19 atleti), degli americani (19) e dei croati (16 giocatori). Significativa la presenza nelle varie squadre di bosniaci, rumeni, sudamericani (brasiliani, salvadoregni, ecuadoriani), africani (camerunensi e congolesi) e asiatici. Da seguire anche le prestazioni di alcuni giocatori provenienti da Paesi più esotici e dalle tradizioni calcistiche sicuramente meno note, come Papua Nuova Guinea, Rwanda, Vietnam e Myanmar.
Sponsor della manifestazione, è un marchio molto noto nella capitale, quella Ina Assitalia che dopo essere comparsa sulle maglie di Roma e Lazio, ora ha deciso di dare una mano anche al calcio Oltretevere.
Gli atleti metteranno nell'armadio per qualche ora le loro tonache e colletti bianchi e indosseranno completi della Lotto, sponsor tecnico del torneo.
Un volano per lo sport educativo
“Con questa iniziativa vorremmo sensibilizzare gli attuali e i futuri responsabili di oratori e parrocchie sull'importanza educativa e pastorale dello sport. – commenta Edio Costantini, presidente del Centro Sportivo Italiano - Non è possibile che l'oratorio ignori quell'areopago della modernità rappresentato dallo sport, né la potenziale carica educativa dell'attività sportiva. Ma non si può pensare di riportare lo sport educativo negli oratori ricalcando le piste di venti o trenta anni fa. È cambiato l'oratorio, è cambiato lo sport, è cambiato il concetto di educazione, soprattutto è cambiata la società. Il CSI oggi pensa all'oratorio non come ad un erogatore di servizi sportivi o culturali, ma come ad un grande laboratorio di esperienze umane che a partire dallo sport o dalla cultura diventi un luogo importante di amicizia e di relazioni. È un progetto vivo e attuale, che ha solo bisogno di essere comunicato a fondo e di essere compreso. La Clericus Cup ci aiuterà a riuscirci. Ci auguriamo che funzioni da volano: quest'anno il campionato toccherà solo la realtà romana, ma dal prossimo anno intendiamo estenderlo a tutta Italia'.