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Discussione: Dion Fortune

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    Predefinito Dion Fortune

    Dion Fortune e la Society of Inner Light

    Society of Inner Light
    (I membri italiani sono in contatto con la sede internazionale inglese):
    38, Steele’s Road
    London NW3 4RG - United Kingdom
    E-mail (internazionale): sil@innerlight.org.uk
    URL (internazionale): www.innerlight.org.uk

    Theodore William Carte Moriarty (1873-1923), educato come cattolico e in seguito asceso ai più alti gradi della massoneria, tiene nei primi anni del XX secolo a Londra una cerchia piccola ma attiva di discepoli che lo considerano appartenente a un misterioso Ordine di Melchisedec, di natura più che umana. Uno dei simboli della scuola di Moriarty – un caduceo a tre spire – simboleggia, nella mente dei suoi discepoli, l’incontro fra tre scuole spirituali di cui il suo insegnamento costituirebbe una sintesi (anche se sembra che egli non abbia formalmente fatto parte di nessuna delle tre): la Società Teosofica, la Golden Dawn e la Società Ermetica di Anna Bonus Kingsford (1846-1888), quest’ultima fondatrice all’interno della Teosofia di una “Loggia Ermetica della Società Teosofica” destinata a riunire i teosofi interessati all’“esoterismo cristiano” – o meglio a una presentazione della Teosofia in termini cristianeggianti – che tuttavia, a poco a poco, si distacca dalla società fondata da Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) per divenire, semplicemente, la Società Ermetica. Nel 1923, molti anni dopo la sua morte, è fondata a Londra una Loggia Mistica Cristiana della Società Teosofica che ha molto in comune con la vecchia Loggia Ermetica della Kingsford. La fondatrice della Loggia Mistica Cristiana è venuta alla Società Teosofica dopo una serie di visioni del Maestro Gesu e del Maestro R. (cioè, in ambiente teosofico, Saint Germain), fa parte del circolo dei discepoli di Moriarty e – negli stessi anni, seguendo il simbolo del caduceo moriartiano – frequenta anche la Golden Dawn. I1 suo nome è Violet Firth, ma il mondo esoterico è destinato a conoscerla come Dion Fortune (1890-1946), in un certo senso – come è stato più volte notato – la risposta femminile ad Aleister Crowley.

    Violet Mary Firth porta il cognome famoso di una famiglia di magnati dell’acciaio di Sheffield e si appassiona già in giovane età alla psicoanalisi, diventando a ventitré anni una delle analiste meglio pagate di Londra. Da un interesse giovanile per la Christian Science, trasmessole dalla madre, passa, negli anni immediatamente precedenti la Prima guerra mondiale, ai contatti con la Società Teosofica, non del tutto infrequenti in ambiente psicoanalitico. A vent’anni avrebbe anche avuto una esperienza sgradevole con una donna che avrebbe cercato di “controllarla” magicamente, provocandole una serie di danni psichici ma inducendola anche a imparare come difendersi in futuro da attacchi simili. Dopo avere partecipato durante la Prima guerra mondiale – secondo un patriottismo che rimarrà un tratto distintivo del suo carattere – allo sforzo per una “agricoltura nazionale”, diventa una delle discepole piu entusiaste di Moriarty, di cui piu tardi avrebbe dato un ritratto nei suoi romanzi nella figura del dottor Taverner.

    L’insegnamento di Moriarty ruota intorno a una sorta di “cristianesimo atlantideo”, che dà grande importanza ai misteri di Atlantide e alla continua apparizione nella storia di incarnazioni del principio-Cristo – talora accompagnato da un principio femminile (Iside) –, ciascuno con i suoi sacerdoti e sacerdotesse all’interno di una cosmologia fondamentalmente gnostica che gli allievi di Moriarty raccolgono nel 1923 (l’anno della sua morte) nel volume a circolazione privata Aforismi della Creazione e Principi Cosmici, che è la base della Dottrina cosmica di Dion Fortune. Già prima della morte di Moriarty – mentre mantiene i contatti con la Società Teosofica – Violet Firth è iniziata, nel 1919, nel tempio londinese Alpha et Omega della Golden Dawn, dove assume il motto e nome iniziatico “Deo, non Fortuna”, da cui ricava lo pseudonimo Dion Fortune. Espulsa dalla Golden Dawn nel 1924 per avere asseritamente rivelato segreti dell’ordine nella sua Filosofia esoterica dell’amore e del matrimonio, comincia a ricevere rivelazioni da diversi maestri: Melchisedec, Socrate (470-399 a.C.), Lord Thomas Erskine (1749-1823; un uomo politico a suo tempo Cancelliere dello Scacchiere in Inghilterra) e “David Castairs”, un giovane ufficiale che sarebbe caduto nella Prima guerra mondiale a Ypres (anche se i biografi di Dion Fortune non hanno rintracciato alcun caduto a Ypres con questo nome). Nel 1927 Dion Fortune sposa il medico Thomas Penry Evans (1892-1959), che porta nel gruppo interessi e tendenze di tipo pagano.

    Nel 1928 la Loggia Mistica Cristiana della Società Teosofica diventa la Community (poi Fraternity, quindi Society) of the Inner Light, con un centro a Londra e uno a Glastonbury. Negli anni formativi dell’organizzazione (1928-1938) Dion Fortune pubblica gran parte dei suoi insegnamenti in forma di romanzi. In questo periodo vive – con il marito e alcuni discepoli – esperienze di invocazione e di evocazione magica, in cui ritrova vite passate ad Atlantide o nell’Inghilterra arturiana ed evoca maestri e divinità. Intorno al 1935 – l’anno in cui pubblica La cabala mistica, da molti considerata il suo capolavoro – comincia a officiare nella ex-chiesa presbiteriana del Belfry i “riti di Iside” descritti più tardi in forma letteraria nel romanzo Moon Magic. Con l’inizio della Seconda guerra mondiale, Dion e il suo ordine perdono alcuni dei membri principali.

    Nel 1932 Dion era riuscita a interessare alle attività del suo movimento magico Christine Campbell Thomson (1897-1985) che la rappresentava come agente letterario dal 1926. Sembra che Dion abbia per tempo notato una certa simpatia fra suo marito Thomas e Christine, e che questa osservazione non sia stata estranea alla sua decisione di indurre la nuova allieva a compiere le sue operazioni magiche piuttosto in coppia con il colonnello Charles Richard Foster Seymour (1880-1943). Nonostante queste precauzioni, Thomas Penry Evans lascerà comunque Dion Fortune (e la Società) nel 1939 per sposare una collega in medicina del tutto disinteressata alla magia. Seymour – che viene, come Moriarty, da un passato massonico (e probabilmente anche dalla Golden Dawn) – e Christine (divenuta, in seconde nozze, Hartley) emergono come i maghi più brillanti della Società. Non manca chi ha sostenuto che la stessa Dion Fortune avesse capacità magiche più teoriche che pratiche, e che sia il marito Evans sia Seymour siano rimasti delusi dal “lavoro” pratico con lei. È certo, in ogni caso, che Seymour trova in Christine una partner magica assolutamente congeniale; il loro rapporto – pure non privo, pare, di aspetti sessuali – non è tuttavia quello di comuni amanti. La loro “danza agli Dei”, di cui ci sono rimaste le trascrizioni, resta una delle più impressionanti testimonianze di magia evocatoria nel XX secolo.


    Immagine tratta dal sito http://www.spauda.lt/

    Sembra che i maestri con cui la coppia era entrata in contatto fossero cambiati rispetto ai signori dei tre raggi di Dion (restando fermo il contatto con Melchisedec): rimaneva un “Lord E”, che tuttavia sembra non fosse piu Lord Erskine ma Lord Eldon (1751-1838), l’uomo politico che aveva prima preceduto e poi seguito Erskine come Cancelliere dello Scacchiere nel governo inglese. Eldon – il cui nome, prima di diventare Lord, era John Scot – sarebbe stato una reincarnazione del mago medievale Michele Scoto (Michael Scot, 1175-1235) e insieme di altre personalità esoteriche. Gli altri due “signori dei raggi” di Seymour e Christine erano l’antico sacerdote egizio Kha’m-Ast e il re spartano Cleomene III (†219 a.C.). La rottura non avviene tuttavia a causa del cambio di maestri: i legami fra Eldon e Erskine rimangono misteriosi, e la stessa Dion Fortune accetta di “lavorare” con i “contatti” Kha’m-Ast e Cleomene III (che venivano, pare, dalla Golden Dawn). Ma Dion non apprezza l’eccessiva indipendenza di Seymour e di Christine (i quali costituiscono un gruppo divenuto apertamente scismatico durante la Seconda guerra mondiale, che si ricollega a una delle fazioni rimaste in vita della Golden Dawn), e, negli ultimi anni della sua vita, ritorna a una visione cristianeggiante dell’esoterismo (che aveva trascurato sotto l’influenza del marito), per quanto “celtica” e reincarnazionista. Tra le sue visioni comincia ad apparire anche la Vergine Maria.

    Mentre Seymour si pone, con alcune conferenze sulla rinascita pagana, fra i precursori della neo-stregoneria contemporanea, Dion Fortune sembra tornare alla tradizione di Anna Kingsford. Seymour, Christine Hartley e Dion Fortune collaborano peraltro in una grande battaglia magica condotta da Glastonbury per aiutare le truppe alleate nella loro guerra contro il Terzo Reich. Il fatto che qualche esponente politico, militare e perfino ecclesiastico britannico si sia interessato a questi esperimenti – come sembra confermato da documenti emersi recentemente – può destare sorpresa: ma non bisogna dimenticare che, negli stessi anni, i maghi del nazional-socialismo conducevano esattamente, sull’altro fronte, la stessa battaglia. Gli ultimi anni di Dion Fortune – che cerca di tenere viva e anzi di rilanciare la Società della Luce Interiore – sono crepuscolari: molto ingrassata, vestita in modo bizzarro, al centro dell’adorazione di discepoli che non hanno forse il valore di quelli degli anni 1930, è descritta da più di un visitatore come una figura in declino. Muore pressoché improvvisamente, di leucemia, nel 1946. Altri discepoli avevano deciso, nel frattempo, di andare per la loro strada.

    La Society of the Inner Light ha, peraltro, continuato le sue attività sotto la guida di Arthur Chichester (1899-1979), di origine irlandese e cattolica che, dopo una vita avventurosa e soggiorni in Canada e in Oriente, era entrato nei servizi segreti della RAF durante la guerra. Per la verità, dopo la morte della fondatrice, la Società è diretta per qualche tempo dal suo spirito, che continua a parlare tramite medium, finché nel 1950 Chichester decide di “congedarla” dalle sue funzioni direttive. Sembra tuttavia che comunicazioni – giudicate talora genuine dalla Società – con lo spirito di Dion siano continuate ancora oltre dieci anni dopo la sua morte, finché Arthur Chichester per l’ultima volta “evocò la sua essenza ultima, il suo Sé Essenziale e in due passaggi le diede un quadro chiaro del progresso che il Gruppo stava facendo e della direzione in cui stava andando, e la congedò per il suo stesso bene verso regioni dove ella avrebbe potuto continuare il suo sviluppo. Fu in quel particolare momento che Dion Fortune iniziò l’assimilazione del suo corpo magico, la figura di Morgan LeFay, e si ritirò da ogni tentativo di influenzare le attività quotidiane della Società” (così la semi-ufficiale The Story of Dion Fortune, a cura di Charles Fielding e Carr Collins, Star & Cross, Dallas 1985, p. 125). Separato dal rapporto medianico con Dion Fortune il gruppo cambia, con nuovi “contatti” e con nuovo materiale derivato dalle capacità medianiche di membri della seconda generazione.

    Nonostante alcuni aderenti critichino l’orientamento del gruppo (che, in alcune fasi del suo sviluppo, sembra influenzato anche da Alice Bailey, 1880-1949, e da Scientology), la Società continua ad accrescere il numero dei suoi membri. Continua anche l’orientamento cristianeggiante della Guild of the Master Jesus (una cerchia interna cristiana costituita dai membri più cristianeggianti nella fase “pagana” della Società, cui del resto Dion si era riavvicinata negli ultimi anni della sua vita) e la celebrazione della sua peculiare versione della messa. I suoi rituali sono stati resi pubblici nel 1985 e ruotano intorno a due poli – uno positivo e uno negativo – rappresentati da un ministrante e da un lettore. Benché vi sia chi ha paragonato questi riti a quelli della Chiesa Cattolica Liberale, non si può negare che vi si trovi anche molto di Dion Fortune: e forse anche qualcosa di Anna Kingsford, la cui tradizione è così in qualche modo ancora continuata ai giorni nostri. Peraltro la Società – oscillando nel tempo fra una polarità cristiana e una non cristiana – è apparsa a molti una custode fin troppo gelosa dei testi e degli insegnamenti di Dion Fortune, che sono utilizzati in modo indipendente – e forse meno rigido – da diverse decine di altri maestri e scuole indipendenti, tra cui hanno qualche membro in Italia i Servants of the Light, fondati con altri da W. E. (Ernest) Butler (1898-1978).

    B.: Fra le opere storiche più importanti: The Story of Dion Fortune, a cura di Charles Fielding e Carr Collins, Star & Cross, Dallas 1985; Alan Richardson, Priestess. The Life and Magic of Dion Fortune, Aquarian Press, Wellingborough (Northamptonshire) 1987; Janine Chapman, Quest for Dion Fortune, Samuel Weiser, York Beach (Maine) 1993; A. Richardson, Dancers to the Gods. The Magical Records of Charles Seymour and Christine Hartley, Aquarian Press, Wellingborough 1985; Dolores Ashcroft-Novicki (a cura di), The Forgotten Mage. The Magical Lectures of Colonel C.R.F. Seymour, Aquarian Press, Wellingborough 1986. Fra le opere di Dion Fortune in trad. it.: La cabala mistica, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974; Come difendersi dagli influssi negativi, SIAD, Milano 1978; Magia applicata, Mondadori, Milano 1989; Avalon, Tre Editori, Roma 1996; e La battaglia magica d’Inghilterra, Tre Editori, Roma 2000.


    Dal sito http://www.cesnur.org/default.htm

  2. #2
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    saluti.

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    Enrica Perucchietti

    DION FORTUNE E LA CABALA AL FEMMINILE


    Dion Fortune nacque come Violet Mary Firth a Llandudno (Galles) il 6 dicembre 1890, da una famiglia di albergatori. Viene ricordata come donna dello Yorkshire, per via del padre, originario di quel luogo. Il motto della famiglia era Deo, non Fortuna e da ciò derivò il suo appellativo Fortune. Molti biografi sostengono che già a quattro anni avesse visioni di Atlantide e che concepisse elementi di magia, ritenendosi la reincarnazione di una grande sacerdotessa del tempio. Fin da piccola ebbe un vero talento letterario e a soli sedici anni pubblicò un suo poema, Il regno della ragazza, su una rivista letteraria. Già durante la pubertà sviluppò una particolare attitudine verso la medianità. Dion Fortune desiderava fortemente allargare al vasto pubblico le sue conoscenze di magia e di occultismo, che descrivevano la possibilità di un ritorno a una libertà individuale, dove il femminile diveniva l'intermediario tra cielo e terra. […]


    John William Waterhouse - Il cerchio magico (1886)


    Nel 1919, Fortune fu iniziata all'Ordine della Golden Dawn, conosciuto come London Temple of the Alpha and Omega Lodge of the Stella Matutina, ma la sua formazione si realizzò all'interno della Society of the Inner Light, che portò avanti sino alla morte. Il tema dei suoi libri narra di come una persona esclusa dal mondo, a causa di nemici, insuccessi personali o motivi di salute, sia recuperata e reintegrata grazie a una sacerdotessa potente o da un mago. Dall'inizio della I Guerra Mondiale, poco più che ventenne, studiò psicologia e lavorò per qualche anno come psicanalista. Dion Fortune fu probabilmente la prima scrittrice di magia cerimoniale e di ermetismo e si ispirò quasi completamente a Freud, più tardi a Jung. Durante gli anni della guerra (1914-1918) fece parte dell'esercito della "Terra delle Donne" e nel frattempo creò collegamenti con la Società Teosofica, per la quale diresse la Christian Mystic Lodge, attraverso la quale divulgò il suo pensiero, al punto di diventare una delle più grandi studiose di ermetismo. Nella solitudine nella quale si trovò, ebbe molte esperienze in campo astrale che la condussero a scoprire le scritture di Annie Besant, precedentemente assistente di madame Blavatsky, pietre miliari della Società Teosofica. Nell'inverno del 1923-24, Dion si trasferì a Glastonbury, dove comprò una dimora che fu denominata Chalice Orchard, allo scopo di sfuggire agli impegni della quotidianità. In questo luogo praticò molti dei rituali appresi, che si tradussero in evocazioni spiritiche che la misero in contatto con il pantheon delle divinità celtiche. Entrò in relazione spiritica con Socrate, con Erksine d'Inghilterra e, successivamente, con lo stesso Merlino, personaggio appartenente alla saga arturiana che tanto la suggestionò.

    Nel 1926 sposò Thomas Penry Evans, un dottore gallese che lavorava a Londra, che poco dopo assunse l'appellativo di Merlino, per via dei suoi interessi magici. Il loro rapporto matrimoniale si basò soprattutto sulle attività magiche comuni, incentrate sulla zona di Glastonbury, vicino a Stonehenge, piuttosto che su un'autentica relazione di coppia. Nel 1939 fu lasciata dal marito, che la tradì con un'altra donna, ma Dion proseguì la sua attività presso il centro di Londra, ma anche quello di Glastonbury, dove aveva fondato per il suo gruppo, ormai famoso, The Fraternity of the Inner Light. Proprio a Glastonbury creò un centro di ricerche che aveva lo scopo di raccogliere i pensatori in pellegrinaggio in quella zona, con un tempio dedicato ai misteri di Iside. A ovest di Londra, in una zona conosciuta come Belfry, realizzò un altro tempio dove venivano esaltate le cerimonie magiche, sempre dedicate alla divinità femminile egizia. Dion Fortune morì di leucemia a Londra l'8 gennaio 1946.


    Le rovine di Glastonbury

    II suo percorso si svolse attraverso molti orientamenti, che le procurarono una grande fama, ma anche dei dissensi, in quanto ella attingeva il suo sapere dal bacino di ritualità considerate pagane e, verosimilmente, legate alla stregoneria. In realtà, ciò accadde anche per via degli studi effettuati con il romanziere J.W. Brodie-Innes, autore di romanzi estremamente incentrati sulla stregoneria e sulla magia, che istruì Dion su come utilizzare le sue abilità psichiche naturali. Nel frattempo, la donna entrò in conflitto con la moglie di MacGregor-Mathers, uno dei fondatori originari della Golden Dawn e quindi si distaccò da questo Ordine, creando appunto The Fraternity of the Inner Light, una congregazione che basava i suoi precetti sul simbolismo esoterico cristiano. Ciò le fece prendere le distanze dal tema della stregoneria e soprattutto tacitò coloro i quali avevano avanzato dubbie ipotesi sul suo lavoro. Nonostante ciò, fu molto dibattuta la sua conoscenza con Aleister Crowley. Fortune si dedicò soprattutto all'analisi dei tarocchi di Crowley ispirati al dio Thot e lo stesso occultista le dedicò un mazzo di queste carte. Non è da escludersi che Fortune, che già operava a livello magico per sconfiggere il potere nascente di Adolf Hitler, fosse venuta a conoscenza di alcuni segreti di Crowley proprio su questo tema e da lui portati avanti attraverso il simbolismo delle lamine dei tarocchi. Dion riteneva che, attraverso l'energia emanata dai tarocchi, punta di diamante per lo studio della Cabala, si potesse giungere a un livello tale di ispirazione da poter modificare, non solo la propria vita, ma anche gli eventi storici. […]


    Dion Fortune

    Dall'inizio della II Guerra Mondiale, aveva raccolto intorno a sé molti iniziati, che faceva esercitare attraverso tecniche di medianità unite alla visualizzazione, allo scopo di rinvigorire il morale delle truppe in difesa dell'Inghilterra. Ogni domenica, all'ora di pranzo, erano tenuti dei convegni per meditare su concetti inerenti gli archetipi nazionali e razziali. L'unico studioso che ha approfondito l'esamina del rapporto tra Fortune e Crowley fu Kenneth Grant, presente quando i due personaggi s'incontrarono a Hastings. I due pilastri dell'esoterismo moderno furono considerati come due facce della stessa medaglia, Fortune attraverso la medianità e Crowley grazie all'utilizzo dei tarocchi. Nel libro di Fortune, La Cabala mistica, ella nega il contatto con Crowley, anche se vi sono molte prove che testimoniano il contrario, come molte sue lettere indirizzate all'occultista. Dion, al vertice della Fraternity of the Inner Light affermò che le autorità principali a cui fare riferimento erano MacGregor Mathers e Aleister Crowley, entrambi parte in causa dell'Ordine. In questo periodo, Dion propose più volte il suo pensiero relativo alla Cabala e come questo non fosse separato da altre dottrine mistiche. Certamente, proprio in questo caso, si evince la potenza del femminile in senso archetipale, da cui la donna attingeva il suo sapere. Ella diede quindi un volto nuovo alla stessa Cabala, riferendo che questa non era soltanto una mistica legata alla cultura ebraica. Questo modo di vedere le cose era, secondo lei, assolutamente maschile e settario. La Cabala era un sistema simbolico che aveva imperato anche in Europa, durante il Medioevo e attraversando questa cultura si era trasformata, in altre parole si era aperta a una visione cosmica. L'Albero della Vita cabalistico, composto da dieci cerchi e tra loro collegati da ventidue sentieri, era il cuore energetico della Cabala. La sua rappresentazione evocava un sistema cosmico, il modello dell'universo e dell'umano, contenente all'interno di sé una descrizione di tutti i rapporti possibili e di tutti i fenomeni. Per questo motivo, non era separabile e doveva essere patrimonio di tutti i popoli. All'interno di questa mistica, risiede la summa delle scienze occulte e la base degli studi ermetici legati alla tradizione occidentale. Questa era la sua ideologia, che trasformava, dopo gli studi di Pico della Mirandola, la visione giudaica della Cabala, rendendola collegata ai simboli occidentali. La sua intima convinzione era che questa mistica fosse strettamente collegata al simbolismo dei tarocchi, elemento che altri studiosi confermarono. […]


    L'albero cabalistico


    Fortune considerò che vi fosse una relazione tra tutti i sistemi di divinazione. Per questo era possibile stilare un oroscopo e fissarlo sull'Albero cabalistico, anche se il sistema più completo, a livello simbolico, era quello dei tarocchi. Questa istanza creò una nuova linea di pensiero, tale da assimilare l'antica cultura egizia, da cui originavano le lamine dei tarocchi, alla mistica ebraica. Nasceva da ciò un nuovo modo di vedere la Cabala, attraverso la ruota dei tarocchi, che permetteva di compenetrare ogni più piccolo segreto dell'Albero cabalistico. Questa considerazione del tutto concettuale, si connetteva, però, a un aspetto concreto, ovvero quello legato al rituale, ovvero alla magia cerimoniale. Ogni simbolo dei tarocchi aveva un posto preciso sull'Albero e l'occultista aveva la conoscenza necessaria per tradurlo in rituale, al fine di progettare un talismano o rinforzare l'energia. Partendo dalla sfera più bassa dell'Albero, in altre parole quella di Malkuth, si potevano attivare tutti i tipi di divinazione e far vibrare le altre sfere, quelle superiori e invisibili. Attraverso lo studio dell'astrologia era possibile rivelare le tendenze e le circostanze generali a cui l'individuo era indirizzato. Tutto ciò veniva poi trasferito sull'Albero, allo scopo di valutare quali sentieri fossero più opportuni da percorrere, attraverso il sistema delle corrispondenze. Tutto ciò, però, non bastava a dare una risposta precisa a una singola domanda, in quanto i fattori in gioco erano troppi e tali da modificare il risultato. Per questo, l'iniziato doveva usare un sistema più specifico e diretto, che consisteva appunto nell'uso dei tarocchi. L'utilizzo degli arcani, però, doveva sottintendere uno studio approfondito di ognuna delle 72 carte e le relative corrispondenze astrali, una per una. Raggiunta una preparazione sufficiente, l'operatore poteva entrare in contatto con l'angelo che presiedeva alle lamine e, attraverso ciò, trattare tutta la materia che desiderava. Questo angelo era HRU, colui che aveva rivelato il sapere sacro proprio della Golden Dawn.The Fraternity of the Inner Light esiste ancora oggi a Londra e sta lavorando per dimostrare che Dion Fortune non fu mai implicata in storie relative alla stregoneria, anche se è indubbio che le sue opere abbiano influenzato molti operatori di wicca e stregoneria. In realtà, Dion Fortune rappresenta la sintesi tra il sapere iniziatico antico e quello moderno, legato alla magia occidentale, senza separazione dai temi connessi alla psicologia. La sua grande "rivoluzione" al femminile è stata quella di riunire ciò che era separato, creando una profonda interazione tra le varie mistiche. La Cabala non viene disgiunta dagli studi astrologici e da quelli dei tarocchi, generando una funzione cosmica, al di là delle radici di appartenenza di ogni singola materia. Non era forse questo il percorso legato alle antiche divinità femminili cresciute e prosperate nel bacino del Mediterraneo? La funzione della dea madre era proprio questa, unire ciò che era stato separato, trascendere l'origine di ogni cosa per giungere alla vera anima della stessa, senza confini prestabiliti, né etichette di carattere possessivo. La magia diviene l'arte di trasformare la natura secondo natura e la natura, come madre terra, è femminile.

    Da Hera n° 70 (novembre 2005)

 

 

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