Enrica Perucchietti
DION FORTUNE E LA CABALA AL FEMMINILE
Dion Fortune nacque come Violet Mary Firth a Llandudno (Galles) il 6 dicembre 1890, da una famiglia di albergatori. Viene ricordata come donna dello Yorkshire, per via del padre, originario di quel luogo. Il motto della famiglia era Deo, non Fortuna e da ciò derivò il suo appellativo Fortune. Molti biografi sostengono che già a quattro anni avesse visioni di Atlantide e che concepisse elementi di magia, ritenendosi la reincarnazione di una grande sacerdotessa del tempio. Fin da piccola ebbe un vero talento letterario e a soli sedici anni pubblicò un suo poema, Il regno della ragazza, su una rivista letteraria. Già durante la pubertà sviluppò una particolare attitudine verso la medianità. Dion Fortune desiderava fortemente allargare al vasto pubblico le sue conoscenze di magia e di occultismo, che descrivevano la possibilità di un ritorno a una libertà individuale, dove il femminile diveniva l'intermediario tra cielo e terra. […]
John William Waterhouse - Il cerchio magico (1886)
Nel 1919, Fortune fu iniziata all'Ordine della Golden Dawn, conosciuto come London Temple of the Alpha and Omega Lodge of the Stella Matutina, ma la sua formazione si realizzò all'interno della Society of the Inner Light, che portò avanti sino alla morte. Il tema dei suoi libri narra di come una persona esclusa dal mondo, a causa di nemici, insuccessi personali o motivi di salute, sia recuperata e reintegrata grazie a una sacerdotessa potente o da un mago. Dall'inizio della I Guerra Mondiale, poco più che ventenne, studiò psicologia e lavorò per qualche anno come psicanalista. Dion Fortune fu probabilmente la prima scrittrice di magia cerimoniale e di ermetismo e si ispirò quasi completamente a Freud, più tardi a Jung. Durante gli anni della guerra (1914-1918) fece parte dell'esercito della "Terra delle Donne" e nel frattempo creò collegamenti con la Società Teosofica, per la quale diresse la Christian Mystic Lodge, attraverso la quale divulgò il suo pensiero, al punto di diventare una delle più grandi studiose di ermetismo. Nella solitudine nella quale si trovò, ebbe molte esperienze in campo astrale che la condussero a scoprire le scritture di Annie Besant, precedentemente assistente di madame Blavatsky, pietre miliari della Società Teosofica. Nell'inverno del 1923-24, Dion si trasferì a Glastonbury, dove comprò una dimora che fu denominata Chalice Orchard, allo scopo di sfuggire agli impegni della quotidianità. In questo luogo praticò molti dei rituali appresi, che si tradussero in evocazioni spiritiche che la misero in contatto con il pantheon delle divinità celtiche. Entrò in relazione spiritica con Socrate, con Erksine d'Inghilterra e, successivamente, con lo stesso Merlino, personaggio appartenente alla saga arturiana che tanto la suggestionò.
Nel 1926 sposò Thomas Penry Evans, un dottore gallese che lavorava a Londra, che poco dopo assunse l'appellativo di Merlino, per via dei suoi interessi magici. Il loro rapporto matrimoniale si basò soprattutto sulle attività magiche comuni, incentrate sulla zona di Glastonbury, vicino a Stonehenge, piuttosto che su un'autentica relazione di coppia. Nel 1939 fu lasciata dal marito, che la tradì con un'altra donna, ma Dion proseguì la sua attività presso il centro di Londra, ma anche quello di Glastonbury, dove aveva fondato per il suo gruppo, ormai famoso, The Fraternity of the Inner Light. Proprio a Glastonbury creò un centro di ricerche che aveva lo scopo di raccogliere i pensatori in pellegrinaggio in quella zona, con un tempio dedicato ai misteri di Iside. A ovest di Londra, in una zona conosciuta come Belfry, realizzò un altro tempio dove venivano esaltate le cerimonie magiche, sempre dedicate alla divinità femminile egizia. Dion Fortune morì di leucemia a Londra l'8 gennaio 1946.
Le rovine di Glastonbury
II suo percorso si svolse attraverso molti orientamenti, che le procurarono una grande fama, ma anche dei dissensi, in quanto ella attingeva il suo sapere dal bacino di ritualità considerate pagane e, verosimilmente, legate alla stregoneria. In realtà, ciò accadde anche per via degli studi effettuati con il romanziere J.W. Brodie-Innes, autore di romanzi estremamente incentrati sulla stregoneria e sulla magia, che istruì Dion su come utilizzare le sue abilità psichiche naturali. Nel frattempo, la donna entrò in conflitto con la moglie di MacGregor-Mathers, uno dei fondatori originari della Golden Dawn e quindi si distaccò da questo Ordine, creando appunto The Fraternity of the Inner Light, una congregazione che basava i suoi precetti sul simbolismo esoterico cristiano. Ciò le fece prendere le distanze dal tema della stregoneria e soprattutto tacitò coloro i quali avevano avanzato dubbie ipotesi sul suo lavoro. Nonostante ciò, fu molto dibattuta la sua conoscenza con Aleister Crowley. Fortune si dedicò soprattutto all'analisi dei tarocchi di Crowley ispirati al dio Thot e lo stesso occultista le dedicò un mazzo di queste carte. Non è da escludersi che Fortune, che già operava a livello magico per sconfiggere il potere nascente di Adolf Hitler, fosse venuta a conoscenza di alcuni segreti di Crowley proprio su questo tema e da lui portati avanti attraverso il simbolismo delle lamine dei tarocchi. Dion riteneva che, attraverso l'energia emanata dai tarocchi, punta di diamante per lo studio della Cabala, si potesse giungere a un livello tale di ispirazione da poter modificare, non solo la propria vita, ma anche gli eventi storici. […]
Dion Fortune
Dall'inizio della II Guerra Mondiale, aveva raccolto intorno a sé molti iniziati, che faceva esercitare attraverso tecniche di medianità unite alla visualizzazione, allo scopo di rinvigorire il morale delle truppe in difesa dell'Inghilterra. Ogni domenica, all'ora di pranzo, erano tenuti dei convegni per meditare su concetti inerenti gli archetipi nazionali e razziali. L'unico studioso che ha approfondito l'esamina del rapporto tra Fortune e Crowley fu Kenneth Grant, presente quando i due personaggi s'incontrarono a Hastings. I due pilastri dell'esoterismo moderno furono considerati come due facce della stessa medaglia, Fortune attraverso la medianità e Crowley grazie all'utilizzo dei tarocchi. Nel libro di Fortune, La Cabala mistica, ella nega il contatto con Crowley, anche se vi sono molte prove che testimoniano il contrario, come molte sue lettere indirizzate all'occultista. Dion, al vertice della Fraternity of the Inner Light affermò che le autorità principali a cui fare riferimento erano MacGregor Mathers e Aleister Crowley, entrambi parte in causa dell'Ordine. In questo periodo, Dion propose più volte il suo pensiero relativo alla Cabala e come questo non fosse separato da altre dottrine mistiche. Certamente, proprio in questo caso, si evince la potenza del femminile in senso archetipale, da cui la donna attingeva il suo sapere. Ella diede quindi un volto nuovo alla stessa Cabala, riferendo che questa non era soltanto una mistica legata alla cultura ebraica. Questo modo di vedere le cose era, secondo lei, assolutamente maschile e settario. La Cabala era un sistema simbolico che aveva imperato anche in Europa, durante il Medioevo e attraversando questa cultura si era trasformata, in altre parole si era aperta a una visione cosmica. L'Albero della Vita cabalistico, composto da dieci cerchi e tra loro collegati da ventidue sentieri, era il cuore energetico della Cabala. La sua rappresentazione evocava un sistema cosmico, il modello dell'universo e dell'umano, contenente all'interno di sé una descrizione di tutti i rapporti possibili e di tutti i fenomeni. Per questo motivo, non era separabile e doveva essere patrimonio di tutti i popoli. All'interno di questa mistica, risiede la summa delle scienze occulte e la base degli studi ermetici legati alla tradizione occidentale. Questa era la sua ideologia, che trasformava, dopo gli studi di Pico della Mirandola, la visione giudaica della Cabala, rendendola collegata ai simboli occidentali. La sua intima convinzione era che questa mistica fosse strettamente collegata al simbolismo dei tarocchi, elemento che altri studiosi confermarono. […]
L'albero cabalistico
Fortune considerò che vi fosse una relazione tra tutti i sistemi di divinazione. Per questo era possibile stilare un oroscopo e fissarlo sull'Albero cabalistico, anche se il sistema più completo, a livello simbolico, era quello dei tarocchi. Questa istanza creò una nuova linea di pensiero, tale da assimilare l'antica cultura egizia, da cui originavano le lamine dei tarocchi, alla mistica ebraica. Nasceva da ciò un nuovo modo di vedere la Cabala, attraverso la ruota dei tarocchi, che permetteva di compenetrare ogni più piccolo segreto dell'Albero cabalistico. Questa considerazione del tutto concettuale, si connetteva, però, a un aspetto concreto, ovvero quello legato al rituale, ovvero alla magia cerimoniale. Ogni simbolo dei tarocchi aveva un posto preciso sull'Albero e l'occultista aveva la conoscenza necessaria per tradurlo in rituale, al fine di progettare un talismano o rinforzare l'energia. Partendo dalla sfera più bassa dell'Albero, in altre parole quella di Malkuth, si potevano attivare tutti i tipi di divinazione e far vibrare le altre sfere, quelle superiori e invisibili. Attraverso lo studio dell'astrologia era possibile rivelare le tendenze e le circostanze generali a cui l'individuo era indirizzato. Tutto ciò veniva poi trasferito sull'Albero, allo scopo di valutare quali sentieri fossero più opportuni da percorrere, attraverso il sistema delle corrispondenze. Tutto ciò, però, non bastava a dare una risposta precisa a una singola domanda, in quanto i fattori in gioco erano troppi e tali da modificare il risultato. Per questo, l'iniziato doveva usare un sistema più specifico e diretto, che consisteva appunto nell'uso dei tarocchi. L'utilizzo degli arcani, però, doveva sottintendere uno studio approfondito di ognuna delle 72 carte e le relative corrispondenze astrali, una per una. Raggiunta una preparazione sufficiente, l'operatore poteva entrare in contatto con l'angelo che presiedeva alle lamine e, attraverso ciò, trattare tutta la materia che desiderava. Questo angelo era HRU, colui che aveva rivelato il sapere sacro proprio della Golden Dawn.The Fraternity of the Inner Light esiste ancora oggi a Londra e sta lavorando per dimostrare che Dion Fortune non fu mai implicata in storie relative alla stregoneria, anche se è indubbio che le sue opere abbiano influenzato molti operatori di wicca e stregoneria. In realtà, Dion Fortune rappresenta la sintesi tra il sapere iniziatico antico e quello moderno, legato alla magia occidentale, senza separazione dai temi connessi alla psicologia. La sua grande "rivoluzione" al femminile è stata quella di riunire ciò che era separato, creando una profonda interazione tra le varie mistiche. La Cabala non viene disgiunta dagli studi astrologici e da quelli dei tarocchi, generando una funzione cosmica, al di là delle radici di appartenenza di ogni singola materia. Non era forse questo il percorso legato alle antiche divinità femminili cresciute e prosperate nel bacino del Mediterraneo? La funzione della dea madre era proprio questa, unire ciò che era stato separato, trascendere l'origine di ogni cosa per giungere alla vera anima della stessa, senza confini prestabiliti, né etichette di carattere possessivo. La magia diviene l'arte di trasformare la natura secondo natura e la natura, come madre terra, è femminile.
Da Hera n° 70 (novembre 2005)