Ma a che gioco stiamo giocando?
Ma a che gioco stiamo giocando?
Riproviamoci.
La Repubblica l'ho rispettata, ma non sono stato rispettato.
Restauriamo la Monarchia.
Voglio tornare a casa e se non ci fosse più una casa, beh la ricostruiremo.
Forse è meglio correggere: e vincerò.
?
Riproviamoci.
La Repubblica l'ho rispettata, ma non sono stato rispettato.
Restauriamo la Monarchia.
Voglio tornare a casa e se non ci fosse più una casa, beh la ricostruiremo.
chiamare gioco le elezioni di pir va bene.
le elezioni locali possono cambiare la vita o la qualità della vita dei cittadini e non sono un gioco, sono una cosa seria, da persone adulte.
ma tu hai ragione assurbanipal, tutto fa pensare che ci sia una buona parte della popolazione che crede che sia tutto un reality show e le cose serie siano il campionato, le chiappe della soubrette e quanto fumo si riesce a comprare con 20€.
si può immaginare chi vincerà, ma chi ha perso è già stato stabilito da un pezzo.
aderisci anche tu al Portiere Fans Club
Ho deciso che vinco io. Anche perchè se perdo mi basta non tramutare in legge il decreto e l'elezione viene invalidata retroattivamente. Olè.
Niente collegamenti con il fascismo.
Quel nano aveva un progetto sociale complesso.
Questo nano ha un orizzonte che guarda alla trimestrale di cassa.
Gliene frega un cazzo di vincere, a lui.
Basta incassare.
E, semmai, poi, dismettere.
Se mi spiego.
Succede che la Camusso e Landini restino gli unici rappresentanti della sinistra italiana e, paf!, mi si cambia l'avatar glorioso. Tutto d'un tratto... FACEPALM
Per le elezioni di Pir, ..............un'altra volta.
Per le amministrative, le politiche, e forse presto per le presidenziali il gioco è terribilmente serio è vero.
C'è però un modo grottesco e controproducente di affrontare la quotidianità anche da parte di chi sa, o crede di sapere d'essere dalla parte giusta.
La parte giusta non c'è, è un'opinione.
Se si tirano le somme si dovrebbe concludere che non si può concedere il voto ad una massa così influenzabile e superficiale.
Ma già l'uso del verbo concedere segnala un problema diverso e molto controverso.
La massa , il popolo, l'elettorato, assegna a se stesso la facoltà di voto e di scelta.
Se i prescelti, nel nome del mandato ricevuto, cambiano le regole in corso d'opera, con ciò pretendendo di rappresentare la volontà della maggioranza, a noi non resta che dimostrare che non sarebbe così.
Oppure dichiarare logoro l'esperimento democratico per sopravvenuta insipienza dell'elettorato.
Oppure, .....che so io?
Si è dimostrato che la saggezza del popolo può essere manipolata.
Cosa ne conseguirebbe?
Questo non è un più un casinò ma una bisca.
O si cede o si reagisce.
Poniamo che non mi piacciano le condizioni che il popolo vorrebbe impormi?
Ultima modifica di assurbanipal; 07-03-10 alle 23:08
Riproviamoci.
La Repubblica l'ho rispettata, ma non sono stato rispettato.
Restauriamo la Monarchia.
Voglio tornare a casa e se non ci fosse più una casa, beh la ricostruiremo.
Guarda questo nano rappresenta la sconcertante semplicita delle pulsioni di chi lo vota apprezzandolo.
Per gli altri il discorso è diverso.
Gli adoratori pensano: adesso tocca a noi
Perchè?
Perchè siamo una forza e facciamo quel che ci pare.
Non c'è argomento che possa convincerli finchè il saccheggio dura.
Bisogna che una festa finisca.
O Che la festa cominci?
Riproviamoci.
La Repubblica l'ho rispettata, ma non sono stato rispettato.
Restauriamo la Monarchia.
Voglio tornare a casa e se non ci fosse più una casa, beh la ricostruiremo.
Fosse la trimestrale di cassa dello stato sarebbe già qualcosa. Ma parliamo di trimestrali di cassa degli amici.
D'altra parte, protestatari, che avete da offrire a parte la zapaterizzazione della società e una eutanasia che all'inizio sarà volontaria, ma poi sostenuta da una pressione sociale sempre più forte nei confronti di chi prende una pensione e magari occupa un appartamento ?
Tanto tempo fa per esempio si parlava di azionariato popolare al posto delle privatizzazioni. Poi c'è stata tangentopoli, il commissariamento dello stato italiano da parte della banca d'Italia e il piroscafo Britannia. E non se n'è più parlato.
Tanto tempo fa si parlava di contratti fissi da sei ore invece che precariato. Ma era tanto tempo fa, non sento più parlarne.
In teoria si potrebbe parlare davvero, come accusa Silvio, di voler raddoppiare, triplicare le tasse sulle rendite da titoli. Rendere fortemente progressiva la tassazione sui patrimoni immobili in modo da costringere a investirli. Potrebbe persino scapparci della ricerca.
Ma non ne sento proprio parlare.. tutto quel che sento sono discorsi keynesiani sul mantenimento in astratto del welfare e su redditi di cittadinanza da regalare in giro.
Cos'avete da offrire insomma? La salvezza dal'invasione allogena? Non mi sembra proprio.
In queste condizioni non ho motivi per non votare Silvio e ne ho molti per non votargli contro.