dal tono sembrava che non ci fosse censura e che la liberta di stampa fosse totale,ma forse ho letto male...mah...
l'uomo superiore è cauto nel parlare e pronto nell'azione".
boh...
l'uomo superiore è cauto nel parlare e pronto nell'azione".
Ed alla fine ci è cascato
Dalai Lama in visita a Montecitorio
Pechino protesta con Bertinotti
Il Dalai Lama
ROMA - La visita del Dalai Lama a Montecitorio diventa un caso diplomatico. Con toni insolitamente duri per un ambasciatore, il rappresentante di Pechino in Italia si è lamentato direttamente con il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, per l'intervento del premio Nobel a una cerimonia alla Camera la scorsa settimana. "Ho manifestato l'auspicio che il Parlamento italiano, la massima istituzione di questo Paese, non offra facilitazioni né luogo al Dalai Lama", ha detto l'ambasciatore cinese Dong Jinyi al termine dell'incontro con Bertinotti. Il Dalai Lama, ha aggiunto, "fa una forte attività separatista" visto che oltre a essere un "leader religioso" fa anche "politica" con l'obiettivo di "attirarsi simpatie" allo scopo di "separare il Tibet dalla Cina".
La dura critica del diplomatico cinese si è appuntata anche contro l'auotorevolezza del leader buddista: le sue parole, ha detto Jinyi, "sono bugie e menzogne, fa propaganda per un governo in esilio che rivendica l'indipendenza del Tibet" e la sua autorevolezza, "non essendo l'unico leader del buddismo tibetano, non è in alcun modo assimilabile a quella del Papa". Il diplomatico ha ricordato che la Cina è un Paese "multietnico", in cui "i diritti delle minoranza sono protetti dalla Costituzione e ci sono cinque regioni e oltre mille villaggi autonomi".
Le parole del diplomatico hanno Bertinotti a una garbata ma puntuale replica. "Il presidente della Camera - ha dichiarato il suo portavoce, Fabio Rosati - ha ribadito all'ambasciatore cinese il significato e il valore della iniziativa della Camera. L'incontro è stato realizzato per la rilevanza internazionale del Dalai Lama, premio Nobel per la pace, e per dare voce alla istanza culturale e religiosa del popolo tibetano: una istanza - ha precisato Rosati - che il Dalai Lama ha rappresentato riconoscendo l'integrità geografica della Repubblica popolare cinese".
Ma la visita ha avuto code polemiche anche all'interno della maggioranza. Emma Bonino, ministro per le Politiche europee, ha detto di non aver "condiviso" la decisione del presidente del Consiglio di non ricevere il Dalai Lama per "ragioni di Stato": "Prendo atto della scelta del premier ma ritengo che su determinati punti occorra spiegare ai nostri amici cinesi che i nostri valori sono diversi".
Un dibattito nel quale, in serata, è intervenuto anche Massimo D'Alema: "Non credo che il governo fosse tenuto a parlare con il Dalai Lama", ha sottolineato il ministro degli Esteri, che dopo aver ricordato di aver incontrato diverse volte l'autorità religiosa tibetana e di essere "lieto" del suo ritorno in Italia, ha aggiunto che "il Dalai Lama non ci ha chiesto incontri" e anzi, dimostrandosi "molto più intelligente di alcuni suoi sponsor, ha detto di non volere che la sua visita fosse un motivo per turbare le relazioni con la Cina".
(17 dicembre 2007)
http://www.repubblica.it/2007/12/sez...tecitorio.html
Maledetto pacifismo da bottega.
Blocca la missione in Afghanistan domani, ipocrita.
io da tesserato prc inizio ad essermi rotto il pantografo...
già si sapeva che lo avrebbero ricevuto alla Camera... purtroppo