Originariamente Scritto da
JuvSP
La regione dell'evasione fiscale
(28-08-2007)
L'Ufficio studi della Cgia di Mastre ha elaborato una stima sugli effetti del lavoro nero in Italia articolata al livello regionale. Senza soffermarci sui criteri di stima, peraltro non resi noti, e senza esprimere alcun giudizio sull'attendibilità dei risultati, desideriamo egualmente commentare qualche dato sulla base di altre informazioni. Lo studio stima in 100 miliardi di euro, per la precisione: 99.545 milioni di euro, l'ammontare dell'imponibile evaso nell'intero territorio nazionale e in 840 euro le imposte evase per singolo residente (01-01-2004).
La graduatoria delle regioni italiane secondo l'imponibile evaso è aperta dalla Campania con 12.904 milioni di euro, seguita dalla Sicilia con 12.243 euro, e chiusa dalla Valle d'Aosta con 274 milioni di euro. È sorprendente trovare in testa alla graduatoria, insieme alle due regioni meridionali, caratterizzate da valori bassi di Pii per abitante (15.000 euro circa), due regioni del Centro-Nord: il Lazio (10.333 milioni) e la Lombardia (10.035), caratterizzate da livelli elevati di prodotto interno lordo per abitante (30.000 euro circa), così come è sorprendente trovare in coda, prima della Valle d'Aosta, il Molise entrambe caratterizzate da un elevato e da un basso livello di Pii per abitante (32 e rispettivamente 17 mila euro). Le anomalie permangono se si fa riferimento alle imposte evase per singolo residente. La
corrispondente graduatoria delle regioni italiane è aperta dalla Calabria, con un ammontare di 1.500 euro, seguita a ruota dalla Sicilia, con 1.191 euro, e dalla Valle d'Aosta (1.095 euro);in codatroviamo la Lombardia (533 euro), preceduta dal Veneto (619 euro per singolo residente). Mentre è agevole spiegare le punte estreme di imposte evase in Calabria e in Sicilia, due regioni caratterizzate da elevati tassi di irregolarità del lavoro, non si comprende facilmente la posizione della Valle d'Aosta con un tasso di irregolarità pari alla metà di quello della Calabria, ne quella della Lombardia, in coda alla graduatoria e con un tasso di irregolarità pari a poco più di un quarto di quello della Calabria. Senza sottovalutare la diffusa e ben nota evasione fiscale dell'Italia, non può escludersi nella spiegazione delle stime il ruolo svolto dall'elevata pressione fiscale che colpisce i contribuenti italiani e soprattutto dalla differente percezione dagli stessi avvertita in quelle regioni nelle quali coesistono un elevato tasso di irregolarità del lavoro, un basso livello di Pii per abitante e un basso livello di reddito medio ai fini della dichiarazione dei redditi.
Per fare qualche esempio, i valori maggiori di evasione si registrano nelle regioni ad elevato tasso di irregolarità (Calabria e Sicilia) e quelli minori nelle regioni a basso tasso di irregolarità (Veneto e Lombardia). L'incidenza dell'imponibile evaso sul prodotto intemo lordo conferma che le incidenza più elevate riguardano le regioni meridionali, con valori decrescenti passando dalla Calabria (20,1 per cento) all'Abruzzo (7,9 per cento) ed il Veneto (18,7 per cento); valori minori e decrescenti si riscontrano nelle regioni del Centro-Nord passando dall'Umbria (7,4 per cento) al Trentino-Alto Adige (1,3 per cento). L'incidenza delle imposte evase per singolo residente sul reddito medio dichiarato conferma che i valori più elevati riguardano le regioni meridionali, con valori decrescenti passando dalla Calabria (12,5 per cento) all'Abruzzo (6,1 per cento) e la Valle d'Aosta (6,8 per cento); incidenza minori e decrescenti riguardano le regioni del Centro-Nord passando dall'Umbria (5,2 per cento) alla Lombardia (2,7 per cento). Non disponiamo di informazioni addizionali per accettare ne per respingere la stima di 100 miliardi di imponile evaso. Per le considerazioni svolte sulla base delle informazioni statistiche utilizzate, e con tutte le cautele del caso, sembra invece accettabile la graduatoria delle regioni italiane secondo le impose evase per residente.