Secondo voi le politiche economiche neoliberiste avvantaggiano i più poveri?
Secondo voi le politiche economiche neoliberiste avvantaggiano i più poveri?
"Nel sistema economico liberale si produce di più che in quello socialista. Il surplus non favorisce solo i proprietari. Ecco quindi che, secondo il liberalismo, combattere gli errori del socialismo non è affatto interesse esclusivo dei ricchi. [...] È comunque un errore attribuire al liberalismo la difesa degli interessi di una ristretta classe."
Ludwig Von Mises - Socialism
Le politiche economiche "liberiste" sono "non politiche" ossia l'eliminazione di "politiche" ed il lasciare che siano le regole del Mercato a gestire il gioco sociale dell'economia, esse costituiscono il necessario presupposto del benessere comune nonchè l'unico metodo per raggiungerlo. Qualsiasi deviazione dal liberismo è negazione di qualcosa a qualcuno e quindi di qualcosa a tutti perchè l'economia è un sistema di relazioni nelle quali non esiste alcun intervento "non distorsivo" o "neutrale". A parte del sistema naturale di relazioni qualsiasi intervento costituisce una distorsione. La scuola austriaca dell'economia ha spiegato bene il punto.
precisazione: non si può essere liberali classici non liberisti, quindi la dizione "liberale classico liberista" e' impropria.
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P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
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Presidente di Progetto Liberale
un mercato libero permette a chiunque di mettersi in gioco e di migliorare le proprie condizioni, non è detto però che chiunque riesca ad arricchirsi.
Quindi il povero può diventare ricco, ma può anche restare povero, e anche il ricco potrebbe impoverirsi investendo male.
Sicuramente però in un sistema assistenzialista il povero mantenuto dallo stato è poco invogliato a migliorarsi.
Il Liberalismo avantaggia di sicura la felicità di molte più persone rispetto al Socialismo. Detto questo, anche se fosse diverso me ne frego dell'Utilitarismo del cazzo. E' il peggiore dei mali. In nome suo si sono sganciate bombe nucleari e sono stati fatti genocidi.
No. Siamo uomini non sciami di vespe. E nemmeno numeri!
Pluralismo e liberismo!
Sapere che ex dirigenti delle Ferrovie, di telecom e dell'Alitalia che hanno portato alla rovina queste aziende si sono beccati milioni di euro come buonuscita è sintomo che qualcosa non va!!
Le mie motivazioni sono di carattere morale. L'utilità è una misura sfuggente e soggettiva e non è una solida base per una filosofia, che è astrazione. Ma la domanda era un'altra. Li avvantaggiano o no? Per dire se li avvantaggiano bisognerebbe che ci fosse un termine di paragone. Se paragoniamo alla socialdemocrazia direi di no, non è un vantaggio. E' sicuramente maggiore la quantità di ricchezza che un governo socialdemocratico espropria ad alcuni per darla ad altri; rispetto alla parte di surplus da libertà economica che finisce nelle tasche dei redditi inferiori. Poi l'esproprio porta all'impoverimento della società; e le politiche di welfare sono sostenibili solo quando si verificano alcune fortunate condizioni; ma questo è un altro discorso. Per quanto mi riguarda mi sta sulle palle più l'essere comandato che non pagare cure mediche a chi non se lo potrebbe permettere, e così via per scuola, pensioni eccetera.
Quoto, sicuramente una socialdemocrazia come la svezia per un povero e uno scansafatiche è sicuramente migliore di uno stato liberale con meno tutele. Ma a noi ci interessa la libertà di intraprendere, che va a vantaggio di tutti. Gli imprenditori sono persone che hanno risparmiato. La teoria dell'astinenza è stata contestata dall'economista Engel, ma la contestazione è vera fino ad un certo punto. Per capire l'inizio delle fortune delle persone, non c'è altra soluzione che ricorrere alla teoria dell'astinenza, poi una volta risparmiati grandi quantità di denaro è chiaro che la propensione al consumo sia decrescente al salire del reddito. Ma non si spiega altrimenti l'inizio, l'input, la scintilla che spinge ad astenersi, che è la volontà di emanciparsi e di intraprendere. una società che non tassa il risparmio (e per fortuna le tasse sono ancora basse in italia) è una società che lascia la possibilità ai propri cittadini...di diventare un giorno imprenditori di sè stessi. Chiaramente finchè ci saranno pochi imprenditori e milioni di salariati, la situazione di questi ultimi non sarà rosea per varie ragioni di concorrenza interna, esterna e di produttività. Bisogna incentivare la nascita di piccole imprese, piccoli imprenditori di sè stessi per far crescere la società, perche le imprese sono le uniche società che creano la ricchezza. Le istituzioni pubbliche la redistribuiscono, ma la distruggono. Ci vuole un giusto mix, ma soprattutto ci vuole la consapevolezza della solidarietà tra privati, le organizzazioni no profit, le chiese, il volontariato.
non è tanto la necessità che nascano le piccole imprese (che se uno si fa un giro in una qualsiasi camera di commercio vedrà che le partite IVA fioccano) che è prioritaria,quanto la possibilità per le piccole imprese di lavorare in pace e tentare di crescere: è questo che in Italia è difficilissimo,è su questo che occorre intervenire