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Discussione: John Wayne

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    Predefinito John Wayne

    John Wayne

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.






    John Wayne, pseudonimo di Marion Robert Morrison (Winterset, 26 maggio 1907 – Los Angeles, 11 giugno 1979), è stato un attore statunitense.

    Soprannominato Duke (Duca), cominciò la carriera con il cinema muto negli anni venti, diventando poi, dagli anni quaranta agli anni settanta, l'attore più famoso al mondo, celebre soprattutto per i suoi film western, ma anche per molti altri ruoli in generi differenti. Fu lo stereotipo di un ruvido maschilismo individualista ed è a tutt'oggi considerato una leggenda del cinema.

    Biografia

    Marion Robert Morrison nacque a Winterset, in Iowa nel 1907, e il suo nome venne cambiato in Marion Mitchell Morrison alla nascita del fratello Robert, anche se in seguito Wayne affermò spesso che il suo secondo nome era Michael. La famiglia era di religione cristiana presbiteriana; il padre Clyde Leonard Morrison era di origini scozzesi e figlio di un veterano della guerra civile, la madre Mary Alberta Brown era di origini irlandesi.

    La famiglia si spostò a Glendale (California) nel 1911; in quel periodo i vicini cominciarono a chiamare il ragazzo Big Duke, per la sua abitudine di farsi accompagnare ovunque dal suo cane Airedale Terrier di nome Little Duke. Il soprannome Duke gli piaceva più del nome Marion e gli rimase per tutta la vita.

    Duke fu un buon studente e mentre frequentava l'Università della California del Sud cominciò a lavorare negli studi cinematografici, rimediando alcune particine dal leggendario Tom Mix in cambio di biglietti per le partite di football americano (Wayne giocava nella squadra dell'università). Per Tom Mix, John lavorava come allenatore. A quegli anni risale l'inizio della sua amicizia con il regista John Ford.

    La sua prima parte importante fu in Il grande sentiero (1930) e in quell'occasione il regista del film Raoul Walsh gli diede il nome d'arte di John Wayne.

    L'amicizia con John Ford li portò a lavorare insieme in venti film su un periodo di trentacinque anni. Con Ford come regista, Wayne interpretò i suoi ruoli più celebri, a partire da Ombre rosse (1939), I cavalieri del Nord Ovest (1949), Un uomo tranquillo (1952), Sentieri selvaggi (1956), L'uomo che uccise Liberty Valance (1962).

    Nonostante il numero notevole di film fatti, vinse solo un premio Oscar per Il grinta del 1969. Nel passato aveva ricevuto una candidatura quale migliore attore per Iwo Jima, deserto di fuoco (1950) ed una come produttore per La battaglia di Alamo (1960).

    In due occasioni passò dall'altra parte della cinepresa, firmando la regia de La battaglia di Alamo e di Berretti verdi, film che gli costò accuse di militarismo; pagò il suo aperto sostegno alla guerra in Vietnam con una certa impopolarità politica, soprattutto tra i giovani. Girò il film dopo essere stato nel 1966 in Vietnam, in un giro tra le truppe americane.

    Il suo ultimo film risale al 1976, di Don Siegel e con la partecipazione di Ron Howard, Il Pistolero, dove John, nei panni di un anziano pistolero di grande fama affetto da cancro incurabile, decide di ritornare a Carson City per regolare alcuni conti in sospeso prima di morire. John Wayne morì di un tumore allo stomaco l'11 giugno 1979 e venne sepolto nel cimitero di Corona del Mar in California. Nel 1964 Wayne aveva già subito con successo l'asportazione di un cancro al polmone, probabilmente causato dall'esposizione alle radiazioni prodotte da esperimenti nucleari nello stato del Nevada, proprio accanto al deserto dello Utah, dove nel 1955 erano state effettuate le riprese del film Il conquistatore. In seguito fra i membri della troupe si registrarono casi superiori alla media di neoplasie, tanto che molti ipotizzano una correlazione fra l'ubicazione del set e la successiva malattia dell'attore.

    Wayne si sposò tre volte, sempre con donne di origine latino americana: Josephine Alicia Saenz, Esperanza Baur e Pilar Palette (figlia di un senatore, incontrata durante le prime location per il progettato film La battaglia di Alamo). Ebbe in totale sette figli, sei dei quali ebbero brevi carriere cinematografiche. Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, John Wayne non poté andare al fronte perché, come padre di quattro figli, la legge non lo consentiva. Fratello di sangue di molte tribù indiane, venne chiamato dai Navajos Grande soldato.

    Con l'attore e amico Ward Bond condivideva le idee politiche ed entrambi fecero parte di una associazione di stampo conservatrice chiamata Società per la salvaguardia degli ideali americani, il cui programma era quello di denunciare e allontanare i simpatizzanti comunisti dall'industria cinematografica, società di cui Wayne divenne presidente.

    Il 9 giugno 1980 il Presidente Jimmy Carter gli ha concesso la Medaglia presidenziale della libertà, massima onorificenza civile statunitense.


    Filmografia parziale

    Arizona, (1931). Il giustiziere del West (1933). Il cavaliere del destino (1934). Verso il West (1935). La terra promessa (1935). Terra di fuorilegge, il giustiziere del West (1935). La valle dei dannati (1937). Cavalca e spara (1938). Ombre rosse (1939). La taverna dei sette peccati (1940). Il lungo viaggio di ritorno (1940). La grande fiamma (1942). I Falchi di Rangoon (1942). I Sacrificati (1945). Dakota (1946). Without Reservations (1946). L'ultima conquista (1947). Tycoon (1947). Il massacro di Fort Apache (1948). Il fiume rosso, (1948). In nome di Dio - Il texano (1948). I cavalieri del Nord Ovest 1949). The Fighting Kentuckian (1949). Iwo Jima, deserto di fuoco (1949). Rio Grande (1950). Operation Pacific (1951). The Flying Leathernecks (1951). Jet Pilot (1951). Un uomo tranquillo (1952). Trouble Along the Way (1953). Hondo (1953). Gli amanti dei cinque mari (1955). Sentieri selvaggi (1956). Le ali delle aquile (1957). Timbuctu (1957). Il Barbaro e la Geisha (1958). Un dollaro d'onore (1959). Soldati a cavallo (1959). La battaglia di Alamo (1960). Pugni, pupe e pepite (1960). I Comanceros (1961). L'uomo che uccise Liberty Valance (1962). Hatari (1962). Il giorno più lungo (1962). La conquista del West (1962). I tre della Croce del Sud (Donovan's Reef) (1963) McLintock (1963). I quattro figli di Katie Elder (1965). El Dorado (1966). Combattenti della notte (1966). Carovana di fuoco (The War Wagon) (1967) Berretti verdi (1968). Uomini d'amianto contro l'inferno (1968). Il grinta (1969). I due invincibili (1969). Chisum (1970). Rio Lobo (1970). Il grande Jake (1971). I Cowboys (1972). Quel maledetto colpo al Rio Grande Express (1972). La stella di latta (1973). È una sporca faccenda Tenente Parker (1973). Torna El Grinta (1975). Ispettore Brannigan la morte segue la tua ombra (1975). Il pistolero (1976).


    http://it.wikipedia.org/wiki/John_Wayne
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  2. #2
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    Predefinito Riferimento: HEROES / John Wayne, un vero uomo

    Il grande Duke? Era un vero uomo

    Repubblica — 22 agosto 1989

    di ALVISE SAPORI


    E' TUTTO d' un pezzo dalla testa ai piedi. Testa grossa. Grandi occhi azzurri. Capelli color sabbia. Pelle rugosa: rughe di vita, di allegria, di personalità. Non solo di vecchiaia. Un naso né troppo grande né troppo piccolo. Bei denti. Una faccia vivace con un' espressione umoristica. Buon umore, potrei dire, e uno spirito arguto. Pericoloso se stuzzicato. Le sue spalle sono larghe, molto larghe. Il torace potente, molto potente. Quando mi appoggiavo a lui (cosa che facevo più che potevo: devo confessare che sono ormai ridotta a simili innocenti piaceri) era eccitantissimo. Era come appoggiarsi a un albero molto grande. Le sue mani erano enormi. Le mie, che sono grandi, sembravano sparire. Gambe lunghe, sedere piatto. Un corpo da uomo. Raro in questi tempi di gay.

    Così, su John Wayne, Katharine Hepburn che lo incontrò, sul set di Torna El Grinta (Rooster Cogburn), nel 1975. L' attrice ha 68 anni e così il granitico Wayne. Come per una civetteria lei riesce ad avere qualche mese di meno: lui era nato il 26 maggio del 1907, lei il 9 novembre dello stesso anno.
    Nella biografia di Hepburn scritta da Anne Edwards (ed. Sperling & Kupfer) sono riferiti altri brani dal diario dell' attrice sul suo comprimario. Entusiasmo e sincera attrazione si mescolano a divertita accettazione della vecchiaia, ma non c' è dubbio: il vecchio Wayne le era proprio piaciuto, alla tempestosa Kate. Che la vecchia ragazza protagonista di molte battaglie dei liberals americani abbia potuto apprezzare un uomo che in politica era tutto intero dalla parte dei berretti verdi, desta non poco stupore. Come, nel 1976, desterà ancora maggior stupore un critico di sesso femminile e impegnato in tutte le battaglie del femminismo, Molly Haskell, quando scriverà un pezzo sul New York Magazine per spiegare che considerare Wayne il prototipo del maschio di Neanderthal, invasore sessuale e territoriale è tutto uno sbaglio.

    Una specie di montagna umana

    Eppure, se lo assorbiamo passivamente, John Wayne, complici le sue molto onestamente sostenute idee politiche di destra spinta, è proprio questo, una specie di montagna umana, che digrigna i denti, accenna qualche ghigno da lupo, procede (a cavallo o a piedi, fa lo stesso) come un torrente in piena, tutto travolgendo; le donne essendo, beninteso, il materiale più leggero tra quelli trascinati via. E allora? Tanto successo, vero lungo, duraturo, tanto danaro a lungo guadagnato e magnificamente moltiplicato con investimenti fragorosamente riusciti, da cosa provengono? Scartate tutte le ipotesi più fantasiose, la più semplice è quella giusta. John Wayne, l' attore, l' immagine (e forse anche la persona) è stato molto amato, ha prodotto nel suo pubblico una lunga serie di emozioni che lo hanno reso, statistiche alla mano, la Star più amata in assoluto nella storia del cinema, e s' intende di tutto il cinema, almeno fino ad ora.

    Non è mai stato pagato cifre esorbitanti per film, compensi da Star, certo, percentuali per qualcuno tra gli ultimi che ha girato, (per Soldati a cavallo, ammontarono comunque a 750.000 dollari), ma nessun compenso degno di finire nel Guinness dei primati. il Guinness Film & Facts lo ricorda piuttosto per un' imponente statua equestre (eretta dopo la morte avvenuta nel 1979) in Beverly Hills (Los Angeles) all' angolo tra La Cienega e il Wilshire Boulevard e, sopra tutto, per essere stato l' attore che ha interpretato il maggior numero di protagonisti nel cinema: 142 su un totale di 153 film girati. Ma poi questo è un argomento controverso: a seconda delle biografie ne risultano uno di più o uno di meno e lo stesso Wayne se ne attribuiva, parlando con i giornalisti, almeno duecento, ma forse questa affermazione faceva parte del suo essere un po' più grande che natura.

    John Wayne ha avuto un altro e ben più importante primato: è stato presente nella lista dei Top Ten (i dieci attori che producono maggiori incassi) per 24 anni, dal 1949 al 1974 (con l' eccezione di un anno, il 1958); per cinque anni, il ' 50, ' 51, ' 54, ' 69, ' 70) come numero 1, altre tre volte come numero 2 (' 56, ' 57, ' 63). Tanto per fare un riferimento, la Star che lo segue a ruota è Gary Cooper con, però, solo 17 presenze nella fondamentale lista. Allora si può cominciare a stabilire qualche tappa, una serie di periodi, nella carriera di Duke (Duca, soprannome accreditato, forse con qualche riferimento fonetico a Duce, forse, erroneamente, degradandolo a livello di nobiltà nei confronti di Clark Gable, detto The King, il Re).

    Gira il primo film (come figurante non pagato) nel 1928, con John Ford. Nonostante qualche intervento cinematografico in ruoli di giovanotto sportivo e di pugilatore, si specializza in personaggi di cowboy dall' alto cappello e cavalca su e giù per il Western Lot della Republic (e di altre case cinematografiche cui viene prestato) con costanza e temperato eroismo fino a tutto il 1938.

    La donna? Un male necessario

    L' anno seguente è l' anno di Stagecoach, (Ombre rosse), di nuovo con John Ford: Wayne diventa una Star e incontra la sua immagine definitiva: cuore generoso, coraggio fisico, senso della giustizia, rigida monogamia; la donna è una specie di male necessario e allora, per scongiurarne la presenza (così diversa!) la si tratta più o meno come un amico. Questo modo di porsi nei confronti del sesso femminile, contiene molto distacco, ma anche, evidente rispetto e la Star John Wayne, costruita per gli adolescenti come un personaggio dei fumetti degli anni Trenta (Gordon, Dick Tracy o simili) piace alle donne. Lo trovano romantico? Mai più! Non lo è nemmeno vagamente, ma è affidabile. Affidabile è un magico aggettivo sullo scorcio di quegli Anni Trenta in cui si sgretolano tante certezze. Wayne, così densamente fisico, così torreggiante, interpreta d' istinto, presso le donne, il ruolo del paladino, non ha un' armatura scintillante, ma comunque è avvolto in accettabili succedanei come divise, blue jeans e cartucciere, se è il caso, brandisce le pistole con lodevole prontezza; il sorriso, per giunta, è schietto e testimonia buon carattere. L' attore perfeziona questo personaggio/immagine con lodevole tenacia: riesce ad essere sempre uguale e immensamente rassicurante. Non si avranno sorprese in un film di John Wayne. Dichiarerà, molti anni dopo: Io recito John Wayne in ogni ruolo, senza badare al personaggio, e l' ho sempre fatto bene, non è vero? dove l' interrogativo sembra una civetteria ed è, chiaramente, una richiesta di conferme da parte di un uomo molto convinto di sé.

    Tra il ' 49 e il ' 50, ancora insieme a John Ford, con due film I cavalieri del Nord-Ovest (She Wore A Yellow Ribbon) prima e Rio Bravo (Rio Grande) poi, John Wayne diventa una Superstar e si avvia verso il massimo fulgore della sua carriera che durerà altri venti anni abbondanti. Ci saranno incidenti di percorso, come l' imbarazzante Il conquistatore (The Conqueror) nel ' 56, una specie di opera dei pupi a proposito di Gengis Khan; ci sarà un' ancora più imbarazzante apparizione in mutandoni e travestimento da centurione romano nel ' 65, ai piedi della Croce in La più grande storia mai raccontata (titolo menzognero). Ci saranno film sbagliati come Il barbaro e la geisha dove John Huston regista non può ammettere che la Star Wayne abbia le sue stesse caratteristiche per cui, in preda ai suoi soliti sensi di onnipotenza, tenta di distruggerlo e ci va molto vicino: Wayne si salva di stretta misura e si riscatta l' anno seguente con Un dollaro d' onore (Rio Bravo) che è un immenso successo.

    C' è stato, nel 1952, un film apparentemente atipico, ancora una volta di John Ford: Un uomo tranquillo (The Quiet Man), e qui Wayne scambia il cappellone da cowboy con un berretto di tweed e la Monument Valley con la verde Irlanda in una storia deliziosa di cui finisce per non essere il protagonista, costretto com' è a una serie di situazioni comiche nelle quali grandi artisti del rubare il film come Barry Fitzgerald, Victor McLaglen e Ward Bond (in ordine d' importanza del furto) perfettamente a loro agio, loro irlandesi, nei chiassosi personaggi irlandesi, si accaparrano tutta l' attenzione del pubblico.

    Il rapporto con la moglie

    Ma c' è anche la storia romantica, si fa per dire, ovvero il rapporto con la moglie, nel film, Maureen O' Hara, a sua volta perfetta. E c' è, riscatto della Star Wayne, l' eterna scazzottata finale e la corsa attraverso i campi riportando a casa la moglie. Qui Wayne tocca dimensioni geniali nella definizione della sua immagine. La donna un bene prezioso? Mai più. Una proprietà come ai tempi biblici in cui veniva pagata il suo prezzo in capre o cammelli. La donna è sua, e per questo assolutamente difendibile. Un principio di famiglia bassamente patriarcale ma vissuto con tanta allegra incoscienza, che, come si diceva, le più accese femministe finiscono con l' accettarlo.

    E poi ci sono i figli (veri, presunti, adottati, nipoti, nipotini e quant' altro) cinematografici, beninteso. A partire dal complicato rapporto con Montgomery Clift in Il fiume rosso (Red River), 1948, e qui si tratta di un figlio adottivo, Wayne si configura come uno speciale momento del padre, con, di nuovo, una sfumatura patriarcale e barbarica: il padre che accompagna il figlio nei riti di passaggio. Prevale, sull' amore paterno, l' attività sacrale del capotribù ed è abbastanza chiaro come quest' altro aspetto dell' immagine Wayne fosse importante, sopra tutto negli anni Cinquanta, ossessionati, a Hollywood, da molte e destabilizzanti mancanze di certezze, prima fra tutte quella isterica paura del comunismo che tanto condizionò la vita e le storie di quegli anni, ma anche l' insicurezza prodotta da un troppo facile accesso alla psicoanalisi per cui ci si poteva trovare continuamente nel dubbio e alla ricerca di una verità interiore così più scomoda di certezze sacralizzate come l' avere raggiunto una maturità attraverso l' esercizio della violenza, o, in parole povere, l' avere ucciso per la prima volta.
    E Wayne risultò perfetto in questa altra e importante sfaccettatura della sua immagine: padre di maschi ma anche padre molto protettivo per le piccole femmine, addirittura, quando l' età della ragazza e quella del figlio vagamente coincidono, fino al punto di cederla automaticamente al maschio più giovane, sempre a patto che si sia battuto per conquistarla!

    Man mano che Wayne invecchia, e invecchiano i suoi personaggi, il patriarca si fa sempre più burbero, ma anche, in proporzione più rassicurante, più ricco di certezza, fino a rappresentare la quintessenza del capofamiglia. Padre Fondatore, come si dice, ma anche Padre tout court in una società puritana in cui i giovani proclamano il loro diritto all' uguaglianza e segretamente piangono la mancanza di direttive. John Wayne, bisogna ammetterlo, ha risposto generosamente con la sua immagine a questi bisogni, segreti e non. E d' altronde come definire meglio questa immagine, se non con la battuta finale di Ombre rosse, rivolta a Dallas, la prostituta coraggiosa e dal cuore puro: Un uomo può viverci, lì, e anche una donna...



    http://ricerca.repubblica.it/repubbl...vero-uomo.html
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    Predefinito Riferimento: HEROES / John Wayne, un vero uomo

    La rivista intellettuale " New Yorker " gli dedica un lungo articolo: la politica estera americana e' stata concepita nel suo mito

    "John Wayne, il presidente ideale"

    Fa sognare i repubblicani, Dole e Gingrich lo imitano: il divo cavalca ancora

    Corriere della Sera, 21 agosto 1996

    di Alessandra Farkas


    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK . E' il fantasma che ha presieduto, invisibile ma onnipresente, la Convention repubblicana di San Diego. E, di riflesso, sara' il guastafeste a quella democratica di Chicago, tra pochi giorni. E' John Wayne, musa di Richard Nixon, eroe di Ronald Reagan e ispiratore di Newt Gingrich e Bob Dole. La star cosi' pericolosamente immensa, 17 anni dopo la sua morte, che il settimanale dell' intellighentzia liberal "New Yorker" ha incaricato uno dei suoi piu' illustri giornalisti, Garry Wills, di scrivere un saggio per analizzarne l' immortale popolarita' . Una popolarita' vista piu' come minaccia politica, alla vigilia del prossimo appuntamento elettorale, che fenomeno cultural commerciale.

    Se gli USA a novembre dovessero votare col cuore e non col "portafoglio", sarebbero dolori per Clinton. Durante l' ultimo sondaggio Harris, alla domanda "chi e' la vostra star preferita?", la stragrande maggioranza degli americani ha risposto John Wayne. L' eroe di "Rio Bravo" e "Sentieri selvaggi" ha battuto Clint Eastwood (secondo), ottenendo tre volte piu' consensi di Mel Gibson (terzo) e sei piu' di Paul Newman, il "grande vecchio" della sinistra hollywoodiana. "Per ben 25 anni Wayne si e' classificato in vetta all' hit parade delle star con mega quoziente commerciale . mette in guardia Wills ., neppure la mitica Marilyn Monroe poteva sperare tanto". Tradotto in rozzi termini pecuniari, cio' significa che il vecchio "Duke", campione della caccia alle streghe e fiero artefice della deportazione del "sovversivo" Carl Foreman dagli Usa, rende oggi piu' della mitica dea del sesso. Che tra gli imperdonabili demeriti, secondo alcuni, ha proprio essere stata l' amante dei democratici John e Bob Kennedy.

    Il Wayne business non si limita alle magliette. Ma va dalle stazioni tv alla Wayne rivista ("The Big Trail"); dai Wayne festival, organizzati annualmente nel West, alla fonderia dell' Oregon che sforna solo Wayne statue. Ben piu' pericolosa e' la cosiddetta "Wayne olatria ideologica", che gli intellettuali Usa, generalmente di sinistra, hanno commesso l' imperdonabile errore di ignorare. "Hanno altri gusti . li giustifica Wills, le loro icone pop tendono a essere figure ingrandite dalle proprie disgrazie personali". Idoli morti giovani e in modo violento (Rudolph Valentino, James Dean e John Lennon), tipi vulnerabili (Elvis e Marilyn), ribelli anti sociali (Madonna e Michael Jackson). Di tutt' altra pasta il mito del cowboy ruvido e autoritario, tutto patria, chiesa e famiglia, la cui principale attivita' , sullo schermo, e' sparare o prendere a pugni.

    Poco importa se, fuori dal set, l' attore (il cui vero nome era Marion Michael Morrison) detestava i cavalli, prediligeva giacca e cravatta e dovette servirsi di un insegnante per imparare la pronuncia strascicata del vecchio West. O se aveva ripiegato su Hollywood dopo che il suo sogno di diventare avvocato era sfumato quando perse la borsa di studio all' Universita' della California del sud in quanto "schiappa" nel football (altroche' star sportiva, come vuole l' oleografia tradizionale). E cosi' , in un' era in cui la stampa era troppo timida o asservita al potere per cercare scheletri negli armadi, Wayne, il codardo che fece carte false pur di evitare il servizio militare, viene proclamato "il modello di soldato americano" dal generale Douglas MacArthur. Piu' tardi i "Veterani delle guerre estere" salutano il suo "americanismo" e il critico Eric Bentley lo definisce "responsabile dell' intervento Usa in Vietnam". "Critici e sostenitori della politica estera americana negli anni ' 60 e ' 70 concordano su un solo punto, afferma Wills, che era affetta dalla sindrome di John Wayne". Una sindrome che contagia tutti i leader repubblicani.

    Al "marciume che logora il Paese" Nixon contrappone la performance di Wayne in Chisum. In campagna elettorale Reagan va in pellegrinaggio alla citta' natale di Wayne, in Iowa. E ai visitatori della Casa Bianca non fa che ripetere "lui si' che capiva lo spirito americano". Per emulare Wayne, Reagan compro' il ranch californiano di cui l' ex presidente, vessato dall' Alzheimer, ha annunciato la vendita ieri. Nel ' 79 il Congresso erige una placca in oro con la scritta "John Wayne, American". Il giovane Newt Gingrich, futuro speaker della Camera, va a scuola di politica conservatrice studiando i suoi western. Persino l' ebreo tedesco Henry Kissinger se ne proclama debitore: "Il mio successo diplomatico viene dall' ammirazione americana per i cowboy".


    http://archiviostorico.corriere.it/1...08213630.shtml
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    John Wayne
    L'ERESIA DI ALAMO


    di Adriano De Carlo


    A qualcuno non piace John Wayne. È una questione antropologica, forse, un'avversione che nasce da antiche letture, da cattivi maestri, da frequentazioni politiche un po' losche o comunque dal fatto che John Wayne non piace a qualcuno o a molti, e basta.

    Certo, non si può affermare che chi non ama John Wayne sia una persona migliore o peggiore di altre, però è un indizio non banale di una visione culturale che si nutre di luoghi comuni, così cari a chi non ha voglia o tempo di capire le ragioni del suo nemico, che talvolta è migliore di lui, di noi.
    Però alcune generazioni, a partire dal dopoguerra, credono fermamente che John Wayne abbia avuto su di loro un'influenza benefica, quorum ego.

    Si tratta comunque di testimonianze vissute in tempo reale: Wayne è morto 25 anni fa. Malfermo sulle gambe, miseramente dimagrito, quel colosso si presentò ad una cerimonia cinematografica con commovente dignità e fu la sua ultima apparizione. Certo, stringeva il cuore, ma valeva ciò che era stato. E ci si stupisce di certi record, come quello che vede John Wayne, vituperato dai visionari del progressismo, al primo posto tra gli attori presenti nei titoli dei DVD (Digital Versatile Disc) e naturalmente il più acquistato, con una quarantina di titoli. Esemplare in questo contesto l'unicità di un divo/attore, che ha unito le generazioni, persino i belligeranti politici, con un irripetibile miscela di buonsenso, ironia, saldezza morale; un personaggio al quale aggrapparsi, il nostro Davy Crockett, che sapeva morire ad Alamo per le ragioni che sappiamo, senza piangersi addosso, saldo come una roccia, con quell'aggrottare della fronte, così lontano dall'Actor Studio, così vicino alle nostre aspettative. Capace di recitare con finezza insospettabile, di baciare sulla fronte l'irascibile Walter Brennan, di mostrare un Viet Nam nel quale i soldati americani, ancora una volta andavano a morire, a torto e a ragione, ma almeno in buona fede.

    Lui, il reazionario, forse un po' stupido americano tranquillo, è oggi l'attore del quale si acquistano più film. Un quesito imbarazzante, che ci riporta alla questione iniziale. Chi è davvero stupido e chi no? E gli eversori di Wayne hanno naturalmente i loro eroi, che possiedono il fascino malsano sufficiente ad attirare chi vive di alternative, non solo politiche. Ma il suo Davy Crockett (La battaglia di Alamo) si sarebbe sbudellato dalle risate al cospetto di quello che gli viene opposto oggi, in un penoso remake di quella vicenda (Alamo - Gli ultimi eroi) e Billy Bob Thornton interpreta oggi Davy Crockett con l'andatura molle, pettinato come un istitutore luterano, gli occhi del beone, la recitazione sonnolenta, lumacoso e spento. È l'attualizzazione, dicono i sacerdoti che officiano questa società di mutanti. Tanti Billy Bob Thornton, a dimostrare che essere eroi non è "trendy". Ma il ranger John Wayne, in uno dei tanti western interpretati, a chi gli offriva denaro per corromperlo, rispondeva placidamente: "Vedi, io ho quella che tu consideri una debolezza, sono onesto". Provate a pensare che cosa avrebbe risposto Billy Bob Thornton nelle stesse circostanze. Io lo so, ma non ve lo dico.


    (fonte: mymovies.it)


    http://www.cinemainfamiglia.net/?Rif...ema:John_Wayne
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    Predefinito Riferimento: HEROES / John Wayne, un vero uomo

    JOHN WAYNE
    Galleria di personaggi






    Ringo Kid (Ombre rosse, 1939)




    Thomas Dunson (Fiume rosso, 1948)




    Capt. Kirby York (Il massacro di Fort Apache, 1948)




    Sgt. John M. Stryker (Iwo Jima, deserto di fuoco, 1949)




    Capt. Nathan Cutting Brittles (I cavalieri del Nord-ovest, 1949)




    Lt. Col. Kirby Yorke (Rio Bravo, 1950)
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    Sean Thornton (Un uomo tranquillo, 1952)




    Hondo Lane (Hondo, 1953)




    Capt. Karl Ehrlich (Gli amanti dei cinque mari, 1955)




    Ethan Edwards (Sentieri selvaggi, 1956)




    Sheriff John T. Chance (Un dollaro d'onore, 1959)




    Col. Davy Crockett (La battaglia di Alamo, 1960)




    Gen. William Tecumseh Sherman (La conquista del West, 1962)
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  7. #7
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    Tom Doniphon (L'uomo che uccise Liberty Valance, 1962)




    Lt. Col. Benjamin Vandervoort (Il giorno più lungo, 1962)




    Mike Kirby (Berretti verdi, 1968)




    Marshal Reuben J. "Rooster" Cogburn (Il Grinta, 1969)




    John Simpson Chisum (Chisum, 1970)




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  8. #8
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    Predefinito Riferimento: HEROES / John Wayne

    Per colpa sua FIni è entrato in politica.


    Cmq grande John
    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  9. #9
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    Predefinito Riferimento: HEROES / John Wayne

    "Faccio solo un giuramento alla volta. Io ho giurato per la Confederazione e anche tu....Reverendo.....mi pare...."


  10. #10
    direttamente dall'Inferno
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    Grandissimo John Wayne

 

 
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