hehehe sono riuscito a dare la mia adesione dopo averti sentita Neva :-) è la n. 1305
P.s. Grazie di cuore per gli auguri un pò mi tirano su, sono certo che un giorno brinderemo de viso con voi :-)
Intercettazioni: neanche le confessioni plateali ci salveranno
di Ugo Dinello*
L'unica volta che sentii parlare Indro Montanelli rimasi affascinato da un suo metodo di lavoro: "Se ti dicono che i rapinatori hanno sparato cinque colpi tu vai a cercare i bossoli. Se i bossoli li hai visti e contati allora scrivi "erano cinque colpi", se no lascia stare". Il disegno "Per la tutela della privacy" è fatto veramente per tutelare la riservatezza dei dati personali? Basta andare a contare i bossoli. Sono 18 gli articoli previsti dal "disegno urgente e sacrosanto" e sapete dove viene prevista la modifica delle regole di trattamento dei dati e gli interventi del garante della privacy?
Solo all'articolo numero 17, che oltre a essere il misero penultimo diventa il più iettatore.
Tutto il resto del disegno ha invece un unico scopo: aumentare il divieto di scrivere dei potenti e vietare a magistrati e poliziotti di intercettarli.
Perché del ladruncolo, magari extracomunitario, verrà sempre fornito sempre tutto, statene certi.
Mentre se il finanziere d'assalto "con i soldi degli altri" e se il politico "a difesa di famiglia e valori" verranno presi con le mani nel sacco, beh, allora nessuno ne potrà sapere nulla. Certamente per mesi, forse per anni. Poi si vedrà.
Nessuno, nemmeno in caso di "piena e completa confessione", ne potrà scrivere.
Nessun arresto, nessun provvedimento giudiziario potrà essere conosciuto dal Paese.
Si saprebbe che una "azienda alimentare di primaria importanza" ha emesso bond fasulli e imbrogliato milioni di persone, ma il nome della Cirio, di Cragnotti e delle banche che l'hanno fiancheggiato non sarebbe mai, mai apparso.
Siamo sempre più lontani dalle grandi democrazie anglosassoni e scandinave, che secoli fa decisero che essere informati era uno dei beni più preziosi di una democrazia. E persino dalle democrazie attiche che ritenevano l'informazione dei cittadini il meccanismo che permetteva di poter votare, stabilendo che i processi dovevano essere pubblici in ogni loro parte.
E d'altronde, se ogni cittadino vale un voto, ma io non permetto a quel cittadino di farsi un'opinione mettendolo a conoscenza di tutto ciò che accade, non è forse questo disegno di legge un modo per limitare il pieno e cosciente svolgimento della democrazia?
Come cronisti questa cosa la possiamo scoprire sulla nostra pelle per primi, ma il nostro lavoro è quello di far sapere alla gente cosa succede.
Per questo un gruppo di noi ha deciso di non attendere oltre e di cominciare a manifestare con l'obiettivo di far capire alla gente, ai lettori e ai telespettatori, che, tra gli applausi generali, il governo vuole privarli di un diritto fondamentale per il funzionamento di una democrazia: quello di essere cittadini informati.
Per questo il Gruppo cronisti veneti assieme all'Unione nazionale cronisti italiani, Federazione nazionale della stampa italiana e Sindacato giornalisti del Veneto chiamano tutti i colleghi a raccolta sabato, dalle 9 alle 11 per il primo volantinaggio d'informazione che si svolgerà a Venezia al mercato di Rialto (di fronte al tribunale).
* presidente del Gruppo cronisti veneti
http://www.articolo21.info/notizia.php?id=6975