reazionario non significa essere contro il progresso. significa non mitizzarlo. il progresso per me è un semplice mezzo. non un fine.
ad ogni modo quando dico che Ian Smith ha difesa la civiltà in Rhodesia intendo semplicemente riferirmi all'aver tenuto lontani da ogni forma di comando i negri.
nichilismo è la negazione di ogni assolutezza.
essere nichilista significa negare alla radice l'impianto dogmatico illuminista e la religione dei diritti umani. Significa negare l'esistenza di valori assoluti, i valori esistono perchè determinati da una volontà.
Il credere in un fine non è affatto in contrasto con il nichilismo, sopratutto se questo fine è la salvezza della nostra razza, della nostra gente dall'estinzione, visto che non si tratta di difendere un dogma ma una realtà biologica.
e per difendere il nostro essere può valere qualsiasi mezzo
Mmmmhhh, ti sei ritagliato una concezione di nichilismo ad personam e su misura delle tue idee.
Oltretutto, la polemica anti-illuminista è clamorosamente in contraddizione con la difesa della "civiltà" che hai fatto precedentemente.
Nella grande divisione culturale fra Kultur e Zivilisation ti schieri evidentemente con la seconda, che è genesi diretta del positivismo e dell'illuminismo stesso.
Più che nichilista reazionario, sei dunque debitore di una certa idea di suprematismo imperiale anglosassone ottocentesco
Ma vabbè, idee tue, il mondo è bello perchè è vario (e questo invece è chiaramente relativismo )
a me pare che hai preso a pretesto il mio utilizzo della parola civiltà in una frase molto generica e ci hai costruito una polemica.
stai sicuro che non sono uno che si isola nella torre d'avorio e sogna il ritorno all'antico regime.
Altrimenti dovrei rifiutare qualsiasi cosa nata dopo la Rivoluzione Francese.
la versatilità nel sostenere le battaglie funzionali al fine (autodifesa etnica) è fondamentale.
Spengler tentò una sistematizzazione dello sviluppo delle civiltà, interessante soprattutto in chiave analitica (anche se infarcite anche di pacchianate vista agli occhi dei giorni nostri, soprattutto in certi passaggi in cui vuol dimostrare la centralità della civiltà germanica rispetto a tutte le altre in Europa).
Più che "suprematista" lo definirei Germanocentrico.
Senza contare che ognuno è figlio del suo tempo, con tutti i limiti e i pregi che ciò comporta