E' sempre affascinante leggere le tue farneticanti cavolate, pietro!
Mi fai sempre sorridere e mi fai ringraziare Dio ogni giorno di avermi fatto bello, forte, sano e non comunista...
P.S.: lo so che democrazia è un concetto difficile per i comunisti, ma un forum ha le sue regole e tutti dovrebbero rispettarle...
P.P.S.: Travaglio è fazioso ed ormai poco credibile e scrocca pure le vacanze... normale che vada a braccetto con chi scrocca auto tedesche e prestiti a tasso zero solo per la sua bella faccia e la parlantina forbita...
- lettera aperta a Marco Travaglio -
a cura di Paolo De Gregorio, 27 agosto 2008
Nel tuo articolo “Le cose che non si dovevano dire”, a proposito del licenziamento di Padellaro all’Unità, scrivi la seguente frase: “sono molto affezionato al principio di autorità, dunque riconosco agli editori il potere di nominare i direttori che più li aggradano”.
Incredibilmente mostri di non aver compreso che il “liberismo” editoriale, che tu rispetti, è il sistema che ha portato il pensiero unico, ha concentrato nelle mani di pochi capitalisti la proprietà di quasi tutti i media (Tv compresa), ma non di tutti solo perché si possa dire che siamo in democrazia, ma è sicuramente un potere che fa vincere le elezioni.
Non mettere in evidenza, in modo chiaro e definitivo, che il capitalismo si garantisce l’eternità e l’egemonia culturale e politica attraverso la proprietà editoriale, è come dire che la Tv e i giornali non sono stati decisivi a Berlusconi per prendere il potere, ma è stato eletto per la sua onestà e il suo disinteresse per il denaro.
Caro Travaglio, bisogna “urlare” che la “libertà di stampa” non esiste, i meccanismi che consentono ai capitalisti di selezionare i loro impiegati giornalisti sono raffinati e collaudati, trionfa fra questi il fatto che i proprietari contano sulla autocensura e sull’omissione,una volta che è stata stabilita quella “linea editoriale” che è un soave e democratico suggerimento del padrone, ma più dura dell’acciaio.
Quella sparuta e ininfluente minoranza di giornalisti che cercano di essere indipendenti, dai partiti o dalla proprietà, prima o poi vengono messi a tacere, spesso in modo subdolo e silenzioso.
Il vero giornalismo può nascere solo se giornalisti col pallino della indipendenza si associano tra loro, fanno una redazione, e cominciano in Internet a scrivere e cercare collaborazioni in tutta Italia, tra quei moltissimi che lo fanno senza fini di lucro, ma per passione civile.
Se nessuno fa questo, e se nessuno, neanche tu, sostiene che solo i giornalisti associati tra loro possono essere indipendenti, è segno che il denaro e il prestigio televisivo sono diventati privilegi irrinunciabili, e se qualcuno comunque ti farà lavorare, ti userà solo per dimostrare che è aperto e democratico.
Anche Psolini scriveva qualcosa sul Corriere della Sera, il giornale faceva la figura aperta e liberale, ma era una goccia nel mare, e nessuno è mai diventato indipendente leggendo quel giornale.
La battaglia che viene prima di qualunque altra, semplicemente per tornare alla democrazia, e avere una “opinione pubblica” anche antagonista, è questa sui “media”.
Boicottare il canone Tv per incrinare il potere dei partiti, puntare ad una “public company” che compri Tv regionali e cominci a fare informazione, fare dei buoni quotidiani “on-line”diretti da giornalisti indipendenti (senza stipendio), sono le cose da fare, incominciando subito, senza farsi distrarre e senza disperdere forze e tempo con raccolte di firme inutili o referendum che possono essere facilmente aggirati.
Paolo De Gregorio
- lettera aperta a Marco Travaglio -
a cura di Paolo De Gregorio, 27 agosto 2008
Nel tuo articolo “Le cose che non si dovevano dire”, a proposito del licenziamento di Padellaro all’Unità, scrivi la seguente frase: “sono molto affezionato al principio di autorità, dunque riconosco agli editori il potere di nominare i direttori che più li aggradano”.
Incredibilmente mostri di non aver compreso che il “liberismo” editoriale, che tu rispetti, è il sistema che ha portato il pensiero unico, ha concentrato nelle mani di pochi capitalisti la proprietà di quasi tutti i media (Tv compresa), ma non di tutti solo perché si possa dire che siamo in democrazia, ma è sicuramente un potere che fa vincere le elezioni.
Non mettere in evidenza, in modo chiaro e definitivo, che il capitalismo si garantisce l’eternità e l’egemonia culturale e politica attraverso la proprietà editoriale, è come dire che la Tv e i giornali non sono stati decisivi a Berlusconi per prendere il potere, ma è stato eletto per la sua onestà e il suo disinteresse per il denaro.
Caro Travaglio, bisogna “urlare” che la “libertà di stampa” non esiste, i meccanismi che consentono ai capitalisti di selezionare i loro impiegati giornalisti sono raffinati e collaudati, trionfa fra questi il fatto che i proprietari contano sulla autocensura e sull’omissione,una volta che è stata stabilita quella “linea editoriale” che è un soave e democratico suggerimento del padrone, ma più dura dell’acciaio.
Quella sparuta e ininfluente minoranza di giornalisti che cercano di essere indipendenti, dai partiti o dalla proprietà, prima o poi vengono messi a tacere, spesso in modo subdolo e silenzioso.
Il vero giornalismo può nascere solo se giornalisti col pallino della indipendenza si associano tra loro, fanno una redazione, e cominciano in Internet a scrivere e cercare collaborazioni in tutta Italia, tra quei moltissimi che lo fanno senza fini di lucro, ma per passione civile.
Se nessuno fa questo, e se nessuno, neanche tu, sostiene che solo i giornalisti associati tra loro possono essere indipendenti, è segno che il denaro e il prestigio televisivo sono diventati privilegi irrinunciabili, e se qualcuno comunque ti farà lavorare, ti userà solo per dimostrare che è aperto e democratico.
Anche Psolini scriveva qualcosa sul Corriere della Sera, il giornale faceva la figura aperta e liberale, ma era una goccia nel mare, e nessuno è mai diventato indipendente leggendo quel giornale.
La battaglia che viene prima di qualunque altra, semplicemente per tornare alla democrazia, e avere una “opinione pubblica” anche antagonista, è questa sui “media”.
Boicottare il canone Tv per incrinare il potere dei partiti, puntare ad una “public company” che compri Tv regionali e cominci a fare informazione, fare dei buoni quotidiani “on-line”diretti da giornalisti indipendenti (senza stipendio), sono le cose da fare, incominciando subito, senza farsi distrarre e senza disperdere forze e tempo con raccolte di firme inutili o referendum che possono essere facilmente aggirati.
Paolo De Gregorio
Bah, ormai la guerra dell'informazione si è spostata su altri canali, TV e giornali non sono più l'unico veicolo per influenzare l'opinione pubblica.
Infatti Travaglio, come molti altri, si è già fatto il suo blog indipendente.
Il cambiamento è in atto: se prima volevi dire quello che ti pare senza filtri editoriali dovevi avere i soldi per comprare un giornale o una TV, oggi bastano due lire per aprire uno spazio web, e se poi godevi già di una certa popolarità il successo è assicurato.
Io trovo invece che i contenuti della lettera siano condivisibili. I visitatori del blog di Travaglio e di Di Pietro sono veicolati dal blog di Beppe Grillo, e quindi rappresentano una percentuale irrisoria della popolazione italiana.
Le TV sono l'unico veicolo per influenzare l'opinione pubblica.
Dò per scontato che le ultime elezioni siano la prova dell'assenza di lettori di quotidiani su suolo italiano.
De Gregò,
MT in quella lettera aperta ha scritto quella frase
ne ha scritte altre 40 da commentare
c'hai ampia scelta
E' così, ma sempre meno, inesorabilmente.
In Italia arriviamo ultimi, come al solito, ma anche qui la rete si sta diffondendo, perciò se Grillo e i suoi "amici" Travaglio e Di Pietro intercettano - che so - un milione di persone al giorno, queste poi parleranno con altre persone, e così via.
Senza contare che i blogger ormai sono migliaia e migliaia, tutti indipendenti e senza padrone, non c'è mica solo il giro di Grillo.
La vedo dura, nei prossimi anni, per chi si affida solo ad Emilio Fede o al Manifesto...