Luigi Tomaz
Architettura Adriatica tra le due sponde
Ed. Think ADV (2 voll.)
"Questo mio lavoro, più disegnato che scritto, sulle orme di sasso che Istriani e Dalmati hanno lasciato sulla loro terra litoranea in duemila anni di incontaminata civiltà italica, era nelle mie intenzioni già da tempo.
Le pietre parlano e non sanno mentire. Sono le fonti più certe per chi vuol sapere la storia, soprattutto le pietre dell’Architettura che non raccontano altro che loro stesse, senza riferimenti a particolari fatti storici come quelli raccontati dai monumenti celebrativi.
I popoli hanno modellato le pietre secondo la loro cultura e gli stili della civiltà alla quale sono appartenuti; hanno resistito non sempre e non del tutto all’usura del tempo ma sempre alle modifiche delle culture e delle civiltà dalle quali sono state prodotte.
Se nel corso della storia i popoli e le culture si sono alternati, ci è facile capire quali sono stati quei popoli e quelle culture ma anche quando, nel tempo, l’originaria civiltà ha dovuto soccombere.
Roma ha lasciato opere colossali in tutto il mondo antico. Molte non hanno avuto storie successive a quella romana perché abbandonate tra i ruderi di città distrutte dai barbari.
Ma dove, accanto ai resti della classicità greco-romana, sorgono presenze architettoniche di epoche successive, di chiara matrice aliena, ci è facile individuare, dal mutamento evidente di forme e di stili, il momento preciso della cesura e della deviazione.
Dove invece non appare alcun indizio di distacco nel logico cammino storico tra l’evo antico e l’evo contemporaneo, è ovvio dedurre che li c’è stata evoluzione costante, coerente e ininterrotta della civiltà originaria…
Queste e tante altre cose io ho inteso raccontare con quest’opera che mi è costata la fatica di ben 353 pagine disegnate con la stessa penna con la quale ho poi scritto i testi di necessaria integrazione…"