ma possibile che siete cosi ingenui da crederci.bertoldo cosa mise fine nella riforma tanto da farla bocciare.
ma possibile che siete cosi ingenui da crederci.bertoldo cosa mise fine nella riforma tanto da farla bocciare.
La riforma fu bocciata DAGLI ELETTORI (in particolare da quelli di Centrodestra che non andarono a votare), tramite un referendum.
E poi ricordo che in mezzo c'erano porcherie come l'aumento dei membri di nomina politica nella Corte Costituzionale.
E' un tipico vizietto di Berlusconi infilare zozzerie in provvedimenti che per il resto contengono elementi condivisibili.
curioso e edera rossa mi trovo d'accordo con voi.
io direi democrazia inesistente.
matte meno male che ci sei tu.
http://it.notizie.yahoo.com/asca/200...t-1204c2b.html(ASCA) - Roma, 16 set - La riforma della legge elettorale per le europee deve rispondere ad un quesito di fondo: si vuole un partito unitario che si raccoglie intorno al leader oppure un partito di notabili e di correnti?. E' il dilemma che Peppino Calderisi, relatore della legge, ha posto oggi in Commissione Affari Costituzionali nella sua relazione (22 cartelle) in cui ha disegnato la situazione delle diverse proposte di riforma ma anche dei modelli che sono stati scelti dai paesi europei. Una relazione molto tecnica che si e' conclusa con alcune considerazioni di natura politica, anche se strettamente collegate alle scelte tecniche da fare. Particolare attenzione Calderisi l'ha risevata alla questione delle preferenze che e' il punto al centro del confronto tra maggioranza e opposizione, oltre quello della soglia di sbarramento. E Calderisi ha proposto di collegare strettamente la decisione al tipo di ''forma partito'' che si intende scegliere. ''La decisione sul voto di preferenza incide fortemente sulla scelta della 'forma-partito'; se vogliamo cioe' il partito unitario che si raccoglie attorno ad un 'leader' che ne costituisce la sintesi e l'immagine unitaria, o se vogliamo il partito dei notabili e delle correnti organizzate che mina l'unita' di indirizzo del partito politico''. Secondo Calderisi ''le preferenze inevitabilmente finiscono per indebolire i partiti, ben lontani ormai da quelle 'macchine' politiche di massa fondate sull'integrazione sociale che hanno segnato il XX secolo. Oggi che i partiti sono troppo deboli, ma sono comunque necessari al funzionamento del sistema politico, garantirne la funzione vuol dire consentire loro di selezionare la classe dirigente attraverso processi che assicurino la trasparenza dei meccanismi decisionali e che pongano gli elettori nelle condizioni di premiare o sanzionare le loroi scelte''.