L' elezione del 44° presidente americano ha sollevato grandi aspettative, forse troppe. Sopratutto tra noi progressisti europei.
Aspettative di un cambio di rotta nella politica estera americana, ma non solo. Già il suo programma su energia e ambiente rappresenta un' inversione a U rispetto all' amministrazione Bush: niente nuove trivellazioni alla ricerca di petrolio in Alaska (con gran scorno della Palin), no a nuove centrali nucleari, obbligo per le industrie di ridurre drasticamente i gas serra e le emissioni inquinanti. Si a un nuovo piano ecologico per sviluppare, nell'arco di un decennio, energie alternative pulite, come quelle solare, eolica, delle maree e delle celle fotovoltaiche.
Il piano creerà 5 mln. di nuovi posti di lavoro, per un costo stimato in 150 mld. di dollari.
Ma le cose più confortanti vengono dal programma di politica estera.
Bando all' unilateralismo, al soli contro tutti di Bush, si a più stretti legami con gli alleati. Pieno e totale appoggio ad Israele, ma largo alla diplomazia nei rapporti con gli "Stati canaglia", al fine di preparare la via a incontri diretti con i rispettivi leader.
Vuoi vedere che là dove le minacce per ridurre a più miti consigli siriani, iraniani e nordcoreani non hanno funzionato, vi riusciranno gli incontri al vertice?
Ciò significherà trattare da pari a pari con personaggi poco raccomandabili quali Ahmadinejad e Kim Jong. Ma le trattative si fanno col nemico e con Gheddafi il metodo ha funzionato a meraviglia.
Solo pochi anni fa il Colonnello era la nostra bestia nera. Oggi, se non è diventato un convinto alleato dell' occidente, poco ci manca.
Andiamo avanti.
Ritiro entro 16 mesi dall' Irak per concentrarsi sull' Afghanistan, là dove sono i veri santuari dei terroristi.
Sullo scudo spaziale invece, il neopresidente non si è ancora pronunciato, ma la sua posizione non potrà non essere contraria a nuove installazioni, come quelle programmate da Bush in Polonia e Rep. Céca che in questi giorni hanno indotto la Russia a dispiegare batterie di missili a Kaliningrad.
Vaste programme, direbbe De Gaulle.
Anche Obama ne è consapevole, tanto che ha detto non gli basteranno 4 anni.
E allora, anche se non è nemmeno entrato in carica, mettiamo le mani avanti iniziando a salmodiare FOUR MORE YEARS!
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