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Discussione: Sandino

  1. #11
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    Ciao.

    Innanzi tutto grazie per le tue testimonianze che, sebbene mi appaiano inquinate dal tuo posizionamento politico , contribuiscono ad accendere i riflettori su vicende che in Italia hanno scarsissimo risalto.

    E' stupefacente il constatare (non è una critica pregiudiziale al tuo intervento) le differenti, e quasi sempre inconciliabili, qualificazioni che si attribuiscono ad un medesimo fatto a seconda dell’angolazione (politica, culturale, religiosa, etica, etc.) con cui si affronta l’analisi.

    Sia pur geograficamente distante dall’America Latina - ne conosco alcuni Paesi, come Cuba, ma non sono mai stato in Nicaragua - seguo anch’io con interesse (dal lato della barricarta opposto al tuo) le vicende del frente sandinista.

    Ti propongo quindi nei quote qui sotto altri spunti di riflessione e d'informazione che dovrebbero a parer mio essere assunti come variabili importanti nella valutazione in oggetto e che tu, forse per ingenua dimenticanza, hai deciso di non considerare.




    Sai dirmi per caso come hanno agito i manifestanti vicini alle destre negli scontri?

    Tutti a mani alzate e a volto scoperto?


    La denuncia di brogli viene sponsorizzata principalmente dai vescovi e dal dipartimento di stato americano: io qualche dubbio circa l’obiettività di tale accusa, avendo in mente la storia contemporanea di quel Paese, me lo porrei.

    A me risulta che a guidare la folla pro-brogli (da quello che apprendo, con presenza di bastoni) a Managua sia stato un certo Eduardo Montealegre (lo conoscerai sicuramente) che (sempre a me) risulta essere un ex-banchiere, ex-funzionario somozista ed ex-inquisito per corruzione.

    Che dici, gli crediamo sulla fiducia?

    Visto che sei un giornalista, ti linko le attenzioni dedicate ai giornalisti da parte dei pacifici reazionari ante-frente:

    Periodistas del pueblo agredidos
    Al finalizar la pírrica concentración de la oligarquía, se dieron diversos acontecimientos que mostraron la intolerancia de los liberales, cuando agredieron a periodistas de Canal 4, Antenor Peña y Giovanni Loásiga; de Radio Ya, Octavio Sevilla, del portal elpueblopresidente.com, Pedro Ortega, entre otros.
    Peña transmitía en vivo imágenes del vehículo destruido por hordas liberales, las que se camuflaron con vestimenta alusiva al Frente Sandinista. Estos individuos fueron llevados por Quiñónez al lugar de la concentración.
    Giovanni Loáisiga, de Canal 4, señaló que los medios de comunicación comprometidos con los valores sociales del gobierno están en peligro, por lo que hizo un llamado a la calma y la tolerancia.

    “Es una fiesta cívica, los medios no tenemos la culpa de estar en medio de ese conflicto, que el Consejo Supremo Electoral diga de una vez por todas quienes son los candidatos ganadores”...

    http://www.elpueblopresidente.com/ACTUALIDAD/3213.html



    Io invece credo che la maggioranza del popolo sia con il frente.

    Questi a parer tuo son tutti funzionari e agitatori sandinisti?

    http://www.youtube.com/watch?v=yjbModwyoO0



    Ci fidiamo, ma mi chiedo se sia piu’ grave che venga distribuita al popolo parte della ricchezza (del frente o della collettività che sia) o che venga presa la ricchezza alla collettività e inglobata nel patrimonio personale. Al riguardo non devo certo ricordarti l’istituzionalizzazione delle pratiche di corruzione messe in atto dagli esponenti liberali e di destra (se non erro molti di loro sono sotto processo o in carcere per tali reati).



    Io so che il Consejo Supremo Electoral ha presentato magistrati di 12 Paesi latinoamericani che fan parte del Protocollo di Tikal e di Quito ( e del Consejo Expertos Electorales de America Latina - CEELA) i quali hanno seguito le elezioni dichiarando di non aver riscontrato evidenti irregolarità.

    Puo’ essere che gli amricani abbiano anche il dente avvelenato per episodi come questo:

    La Russia chiede agli Stati Uniti ed all'Unione Europea di non immischiarsi nelle faccende interne nicaraguensi

    Il viaggio del ministro degli Esteri nicaraguense, Samuel Santos, in Russia per approfondire i nuovi legami sorti dopo il riconoscimento da parte del Nicaragua dell'indipendenza della Ossezia del Sud e dell'Abcasia e per preparare il prossimo viaggio del presidente Ortega in questo paese, ha prodotto un primo risultato inaspettato: la presa di posizione del governo russo contro le presunte intromissioni degli Stati Uniti e dell'Unione Europea nella politica interna nicaraguense e nello svolgimento delle prossime elezioni municipali.
    "Purtroppo dobbiamo constatare che si osserva l'aspirazione degli Stati Uniti e dell'Unione Europea di influenzare i risultati delle elezioni a favore dell'opposizione al governo del Presidente Daniel Ortega", si legge nel comunicato emesso dal Ministero degli esteri russo.
    "In che modo si possono leggere altrimenti le dichiarazioni che condannano il governo del Nicaragua e mettono in dubbio l'obiettività del processo elettorale fatte dal Gruppo degli Amici della Carta Democratica della OEA, dal portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e dagli Stati membri dell'Unione Europea sull'offensiva contro le libertà democratiche, la riduzione dei diritti della società civile, le persecuzioni contro i mezzi di informazione e le Ong, le quali ricevono finanziamenti così generosi dall'estero?

    http://www.peacelink.it/latina/a/27655.html


    O forse giudicano non troppo congruo l'appoggio dato dal Venezuela e da Cuba al frente.

    Insomma, caro amico, che gli americani ed i vescovi utilizzino la carta della tensione e dei brogli mi sembra un fatto scontato nello scenario attuale: mi sarei stupitio del contrario!

    Sugli universitari, poi, mi sa che la tua analisi sia viziata da leggera generalizzazione: basta farsi un giro nel web per rendersi conto dell’appoggio che tantissimi studenti e giovani nicaraguensi tributano al frente.





    Rispondo ad alcune delle tue domande/osservazioni:

    Certo, Montalegre é un ex-banchiere, pero se ció lo rende automaticamente e irreversibilmente un oligarca nemico del popolo, é un equazione che lascio all' ortodossia marxista. Io guardo i fatti e vedo per esempio che dentro il FSLN ci sono altri banchieri (attuali) che hanno iniziato la loro fortuna ai tempi del primo sandinismo. Son usciti fior fiori di reportage (ne lessi anni fa un paio su El País) e, da quel che so, fino ad oggi il FSLN non ha smentito tali notizie (sarebbe stato difficile, furono pubblicati i nomi delle societá che costoro dirigono, societá registrate presso notai). Per altro qui in El Salvador é lo stesso: il FMLN, gemello del FSLN, ha tutt' oggi dirigenti comunisti che dirigono imprese (capitaliste, per forza) con fatturati interessanti. Per cui per me, un imprenditore é un imprenditore, non é meglio o peggio a seconda della maglietta che indossa o delle canzoni che canta. Sempre qui in El Salvador abbiamo imprenditori comunisti che sono sottoprocesso per frode fiscale, insieme ad altri di destra. peró per il FMLN i primi son vittima di "ingenuitá contabili" mentre i secondi "affamano" il popolo. Io al gioco della doppia morale non ci sto, perché la realtá che vedo é che deputati del FSLN, del FMLN viaggiano sugli stessi macchinoni di quelli di destra, van in vacanza negli stessi posti, fanno accordi sottobanco per interessi comuni (sempre rigorosamente privati o partitici), vivono negli stessi quartieri di lusso. Solo all' ora delle elezioni fingono di azzuffarsi (fingono, perché in realtá in piazza a far gazzara mandano la gente).

    Che agli USA non piaccia il governo di Ortega non c'é dubbio, ma credere che oggi, come ai tempi della guerra fredda, il Pentagono abbia ancora i soldi e la volontá politica di ordire "golpes", finanziare fantocci o altre amenitá, é pura illusione. Che rompano le palle non v'é dubbio, che cerchino di seminare zizzania altrettanto, ma alla fine é lo stesso gioco di Chavez, il quale sí sta sperperando milioni del popolo venezuelano per finanziare tutti i partiti pseudocomunisti della regione. Una volta ancora la doppia morale: l' imperialismo yankee é cattivo, quello bolivariano é buono. Boh. Per me, in entrambi i casi si tratta di INACETTABILI VIOLAZIONI della SOVRANITÁ POPOLARE.

    Pure quella dei "brogli" non é una maglietta "esclusiva". Qui andiamo a votare in marzo, potrebbe vincere, per la prima volta, il FMLN. É in testa in tutti i sondaggi. E che fa? Con 6 mesi di anticipo dice: "Se non vinciamo é perché l' oligarchia fará brogli!". Viva la volontá di creare le condizioni migliori perché un popolo eternamente dileggiato da tutti possa accudire alle urne.
    Il problema qui é uno solo: destra e sinistra sono malate di caudillismo e di autoritarismo. Entrambe hanno una storia di guerriglia o di terrore di stato e non sanno uscire da questa logica: non sono partiti, sono eterni gruppi paramilitari, gerarchici, autoritari che entrarono nella storia democratica solo per "obbligazione". I risultati sono alla vista di tutti: ogni elezione é una rissa, con morti dalle due parti (poveri cristi, mai dirigenti). Poi finito il casino tutti in parlamento a festeggiare i lussuosi stipendi. Finiti i bagordi, riinizia la messa in scena del "ma siamo nemici!!!".

    Ti assicuro, El Rojo, qui bisogna viverci per vederli all' opera giorno dopo giorno, 365 giorni all' anno, andare a coprire le sedute parlamentari, vedere come votano le leggi, quali votano, quali votano di nascosto, cercare nei catasti le proprietá che hanno (intestate a cento familiari) e perdere di vista se stai investigando un deputato comunista o uno dell' oligarchia...perché ti rendi conto che le differenze van scemando...

    La mia esperienza decennale qui mi permette di fare una considerazione tristissima: la sinistra "fu rivoluzionaria" ha imparato ed ereditato tutti i peggiori difetti del populismo di destra degli anni precedenti. La differenza sta solo nella lettura dei fatti: quando a distribuire sacchi di fagioli, maiali, letti e cucine (come oggi pure allora sempre guarda caso sotto elezioni) era il Partido Liberal del brigante Arnoldo Aleman, si trattava di "indecente compravendita di voti". Oggi lo fa Ortega é la cosa diventa "redistribuzione di ricchezza ai piú bisognosi". Se il mondo lo leggiamo cosí siam fregati.

    Ma c'é di peggio. Dalla fine della guerra fredda, la sinistra piú vicina a Chavez (Ortega su tutti) ha resuscitato (con enorme spazio mediatico) e ha posto nel centro della sua propaganda il solito deja vu del "complotto".

    Alla fine, in linea generale, e vale per qualunque partito o ideologia, non credo e non ho mai creduto ai megacomplotti planetari con X o Y. Se cosí non fosse, ovvero se si dovesse dare adito alle grida di denuncia contro il complotto che vuole schiacciare Chavez e i suoi amici (tra cui Ortega), allora meriterebbero stesso spazio (mediatico e non) i neonazisti che da sempre parlano di complotto giudaico, oppure i neofascisti etc.
    Credo che il "complottismo" sia un ottima arma di propaganda per qualunque regime con scarsa vocazione democratica e con deficit di popolaritá; il complotto fa sí che il popolo si stringa attorno alla "vittima", almeno per un po' di tempo, finché non capisce qual'é il giochetto. Per questo la retorica di Chavez e di Ortega (sono i due che piú si assomigliano, perché Correa, Morales per esempio sembrano fatti d' altra pasta) assomiglia a quella di Perón, di Videla (nella fase antigiudaica e antiamericana -di facciata-), di Mussolini, di Hitler e di Stalin, o Castro.
    Latinobarometro.org da sempre denuncia il deficit democratico che le popolazioni latinoamericane percepiscono rispetto ai propri governi (prima quelli di destra, oggi quelli (alcuni -Chavez, Castro...- di sinistra). La democrazia in queste povere lande non crescerá mai se passeremo dalle mani di destre ultraliberiste a quelle di leaders messianici che agitano piazze che riempiono di persone che non sanno né leggere e né scrivere e brandiscono una bandiera a cambio di un piatto di pollo o di qualche lamiera per rifarsi il tetto della casa.


    Wotan

  2. #12
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    Wotan, solo alcuni commenti in relazione all'accusa di preteso complottismo ordito dagli States in Nicaragua e, piu' in generale, in America Latina.

    Io non ho mai pronunciato la parola complotto o complottismo (anche se ce ne sarebbe da dire: ad esempio in relazione ai dossier CIA, consultabili pubblicamente, relativi al rovesciamento della rivoluzione cubana).

    Il discorso viaggia su un piano diverso.

    Io dico che l’Amministrazione Americana (e ti sfido a dimostrarmi il contrario) tende ad esercitare pressione, praticare ingerenze e perpetrare aggressioni (prima citavo Cuba e l'esempio calza a pennello) in America Latina ponendosi in posizione di contrasto con i piu’ elementari principi democratici del diritto internazionale e dei normali rapporti che dovrebbero intercorrere tra Stati indipendenti fondati sull’auto-determinazione.

    Io dico che gli States conoscono molto bene il meccanismo di alimentazione delle tensioni e dei conflitti interni (l'hanno imparato molto bene negli scenari pre-bellici) e le dinamiche di egemonizzione del potere che, in un dato periodo storico e a seconda di date circostanze, è il piu’ allineato ai loro interessi.

    Su Montealegre: il nostro eroe si è formato a Miami (roccaforte della reazione anti-rivoluziaria cubana) lavorando (tieniti forte!) per la Lehman.

    Tornato a Managua fu accusato di corruzione e di aver gestito 600 mlioni di dollari “sottratti” ad istituti di credito e società in liquidazione (evidentemente in Lehman aveva imparato bene).

    Prima delle elezioni ha indetto nella sede del dipartimento USA (o direttamente al consolotato USA, non ricordo) di Managua una conferenza stampa (aperta ai giornalisti locali ed internazionali) incassando l’appoggio dell'amministrazione americana.

    Sappiamo come gira in America Latina….non ho difficoltà ad ammettere che la corruzione esiste anche a Cuba (lo stesso Fidel avvio’ due anni fa una campagna anti-corruzione contro i funzionari del governo) e quindi non mi stupisco se in Nicaragua alcuni (pochi o molti che siano) di coloro che si scagliavano contro la corruzione hanno imparato a praticarla una volta al potere.

    Semplicemente penso che, ipotesi complottiste a parte, gli States cerchino in tutti i modi ( lecitio non leciti) di intromettersi nelle dinamiche di altri Paesi sovrani per massimizzare propri interessi diretti o la propria sfera di influenza o per cercare di arginare le esperienze socialiste, buone o cattive che siano.

    Mi chiedo, ad esempio, perché gli States siano tanto interessati ad alimentare in Nicaragua la campagna di destabilizzazione e di tensione (quella dei brogli alle municipali è l’ultimo capitolo) mentre invece in Colombia, ad esempio, non hanno nulla da eccepire e l’appoggio ad Uribe è considerato pregiudizialmente inalterabile.

    Come dicevi tu, la doppia morale...


    p.s. sinceramente non comprendo come tu possa parlare di imperialismo bolivariano…rischiamo pero’ di andare OT

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da EL ROJO Visualizza Messaggio
    Wotan, solo alcuni commenti in relazione all'accusa di preteso complottismo ordito dagli States in Nicaragua e, piu' in generale, in America Latina.

    Io non ho mai pronunciato la parola complotto o complottismo (anche se ce ne sarebbe da dire: ad esempio in relazione ai dossier CIA, consultabili pubblicamente, relativi al rovesciamento della rivoluzione cubana).

    Il discorso viaggia su un piano diverso.

    Io dico che l’Amministrazione Americana (e ti sfido a dimostrarmi il contrario) tende ad esercitare pressione, praticare ingerenze e perpetrare aggressioni (prima citavo Cuba e l'esempio calza a pennello) in America Latina ponendosi in posizione di contrasto con i piu’ elementari principi democratici del diritto internazionale e dei normali rapporti che dovrebbero intercorrere tra Stati indipendenti fondati sull’auto-determinazione.

    Io dico che gli States conoscono molto bene il meccanismo di alimentazione delle tensioni e dei conflitti interni (l'hanno imparato molto bene negli scenari pre-bellici) e le dinamiche di egemonizzione del potere che, in un dato periodo storico e a seconda di date circostanze, è il piu’ allineato ai loro interessi.

    Su Montealegre: il nostro eroe si è formato a Miami (roccaforte della reazione anti-rivoluziaria cubana) lavorando (tieniti forte!) per la Lehman.

    Tornato a Managua fu accusato di corruzione e di aver gestito 600 mlioni di dollari “sottratti” ad istituti di credito e società in liquidazione (evidentemente in Lehman aveva imparato bene).

    Prima delle elezioni ha indetto nella sede del dipartimento USA (o direttamente al consolotato USA, non ricordo) di Managua una conferenza stampa (aperta ai giornalisti locali ed internazionali) incassando l’appoggio dell'amministrazione americana.

    Sappiamo come gira in America Latina….non ho difficoltà ad ammettere che la corruzione esiste anche a Cuba (lo stesso Fidel avvio’ due anni fa una campagna anti-corruzione contro i funzionari del governo) e quindi non mi stupisco se in Nicaragua alcuni (pochi o molti che siano) di coloro che si scagliavano contro la corruzione hanno imparato a praticarla una volta al potere.

    Semplicemente penso che, ipotesi complottiste a parte, gli States cerchino in tutti i modi ( lecitio non leciti) di intromettersi nelle dinamiche di altri Paesi sovrani per massimizzare propri interessi diretti o la propria sfera di influenza o per cercare di arginare le esperienze socialiste, buone o cattive che siano.

    Mi chiedo, ad esempio, perché gli States siano tanto interessati ad alimentare in Nicaragua la campagna di destabilizzazione e di tensione (quella dei brogli alle municipali è l’ultimo capitolo) mentre invece in Colombia, ad esempio, non hanno nulla da eccepire e l’appoggio ad Uribe è considerato pregiudizialmente inalterabile.

    Come dicevi tu, la doppia morale...


    p.s. sinceramente non comprendo come tu possa parlare di imperialismo bolivariano…rischiamo pero’ di andare OT

    Io non difendo Montalegre (in quanto come te conosco i suoi "trascorsi"), ma altrettanto diffido di una classe dirigente, come quella del FSLN, che negli ultimi anni (governi Aleman) ha trafficato, o a volte semplicemente lavorato, arricchendosi grazie al vituperato sistema che tanto dicono odiare. Insomma, non vedo la dicotomia FSLN tutti santi ed eroi rivoluzionari e dall' altra parte son tutti agenti della CIA...che bello se il mondo fosse cosí semplice.

    Sulla politica USA giá ho detto che non dubito che continui a esercitare pressioni (che peró non sono piú dell' energia e forza di quelle esercitate in passato). Non penso temano neppure "esperienze socialiste" (per ora regge solo Venezuela, finché ci sará petrolio); temono per i loro interessi economici, questo sí.
    Lo so che tu non hai parlato di complotti: chi ne parla in continuazione sono Chavez e Ortega che fanno un continuo riferimento a un complotto planetario organizzato a Washington. Morales é giá piú "morigerato", visto che si riferisce a complotti piú "concreti" e magari piú reali come quello nelle tre regioni secessioniste. Per cui ti ripeto, non ho detto che tu usi tale argomento, peró Ortega lo ficca ovunque.
    Paragonare il regime cubano e quello che ha vissuto con gli altri paesi dell' AL, o con il Nicaragua di oggi, non ha senso. Pure Chavez abbaia abbaia peró poi il petrolio agli yankee lo vende.

    Comunque alla fine il mio discorso voleva solo rimarcare, per sperienza vista e vissuta da vicino, il mio scetticismo verso la limpidezza di queste elezioni a Managua, perché non vedo attori credibili da nessuna delle due parti.
    E resto convinto che se Ortega era convinto di vincere, come lui diceva, poteva ammettere la OEA a controllare gli spogli o potrebbe ora ammettere organismi internazionali, persino gli yankee. Se non ha fatto brogli, non ha nulla da temere. Come si dice qui in El Salvador "Quien nada debe nada teme" (ovvero, chi non deve nulla non deve temere nulla).

    Wotan

    Imperialismo...in quasi tutte le costituzioni del mondo si proibisce ad un governo/partito straniero finanziarne un altro, fuori dai propri confini. Oggi Chavez lo fa senza tanti problemi. Io sono dell' idea che non serva aspettare i pessimi risultati di una nuova ingerenza, come fu quella USA (o é tutt' ora) per affermare che nessuno ha i titoli o i meriti per pretendere di influenzare la politica interna di altri paesi.

  4. #14
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    Comunque questi dovrebbero essere i dati definitivi secondo il Corriere.


    Nicaragua: risultati elezioni, ai sandinisti maggioranza municipi


    21 nov 08:48 Esteri MANAGUA - Il partito sandinista ha conquistato la maggioranza dei consigli municipali del Nicaragua. Secondo i dati diffusi dalla commissione elettorale, il partito della sinistra e' risultato vincitore in 105 delle 146 sezioni del Paese in cui si e' votato lo scorso 9 novembre, mentre il Partito liberal-costituzionale ne ha vinti 37 e 4 sono andati a partiti minori. Nei giorni scorsi l'opposizione aveva denunciato brogli, contestando i risultati ufficiali. Il governo di Managua ha accusato gli Stati uniti di voler destabilizzare il governo del presidente Daniel Ortega, criticando lo svolgimento e l'esito delle elezioni locali. Il risultato delle elezioni municipali in Nicaragua conferma la nuova tendenza politica del Sud America, con l'asse sempre piu' spostato a sinistra. (Agr)

    http://www.corriere.it/ultima_ora/no...3D6B6D9154D%7d

  5. #15
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    I sandinisti vincono ancora
    Intervista a Fernando Bossi
    di Luismi Uharte - Gara
    La sconfitta della destra, le ragioni del sostegno del Movimento di Rinnovamento Sandinista al Partito Liberale Costituzionalista, l’ingerenza dell’imperialismo statunitense e di quello europeo in queste elezioni, e i successi a livello nazionale ed internazionale del governo di Daniel Ortega, sono alcuni degli elementi chiave per capire i recentissimi risultati elettorali. Per capire meglio abbiamo conversato con il segretario organizzativo del Congresso Bolivariano dei Popoli, Fernando Bossi.
    Gara: Dalle elezioni amministrative in Nicaragua, soprattutto alla luce dei risultati degli ultimi quattro anni, compresi gli ultimi due di governo sandinista, quale bilancio si può fare?
    F. Bossi: Sembra che l’obiettivo del FSLN di ottenere circa 100 municipi (sui 146 in disputa) sia stato raggiunto. Visto che 94 sono sicuri, e non è improbabile che si superi il centinaio. Questo significa incrementare notevolmente gli 87 già in potere sandinista, ma soprattutto significa mantenere il controllo di Managua, la capitale.
    Gara: La protesta di Eduardo Montalegre, ex candidato presidenziale nelle elezioni legislative per il liberismo, ed ora in lizza per il municipio di Managua, indica l’importanza della capitale in queste elezioni?
    F. Bossi: Senza dubbio. In Nicaragua non esiste una città più importante, Managua concentra un milione e trecentomila abitanti, mentre la seconda città nicaraguense, Léon, di abitanti ne conta appena duecentomila.. Vincere a Managua è indispensabile. Per la destra assicurarsi il sindaco di Managua era l’ulitma carta da giocare. Il FSLN ha giocato con intelligenza, presentando un candidato popolare come Alexis Argüello, un uomo che viene dal popolo e che si è guadagnato il rispetto della massa per il suo percorso di noto sportivo. Montalegre, invece, è un personaggio storico della élite, un ex funzionario del regime di Somoza, che durante la Rivoluzione Sandinista emigrò a Miami, da dove è tornato solo dopo la restaurazione liberale degli anni 90’.
    Gara: Dopo la sconfitta nelle presidenziali del 2006, le forze egemoniche della destra si sono unite per la prima volta dalle elezioni degli anni 90’, quando riuscirono a battere il Fronte.
    F. Bossi: Il Partito Liberale è riuscito ad unificare tutta la destra nazionale dopo molti anni di frammentazione partitica. Sembra che ci sia la volontà di rifondare la UNO, quella formula con cui i settori conservatori riuscirono a vincere il Fronte elettoralmente, e a far terminare la Rivoluzione Sandinista. Ciò che è più interessante, è proprio che il Fronte abbia vinto contro la destra unificata, mettendosi così in una posizione di vantaggio per le prossime elezioni presidenziali.
    Questo significa che il Fronte potrà affrontare le prossime elezioni senza la necessità di patteggiare con qualche settore della destra, quindi con un maggiore margine di manovra politico-ideologica.
    Gara: Che cosa ne pensa delle denunce di frode elettorale del Partito Liberale Costituzionalista e del suo candidato Eduardo Montalegre?
    F. Bossi: La destra nicaraguense è cosciente del fatto che il sandinismo è riuscito a far compiere un passo in avanti al paese, e che le prospettive future non le sono favorevoli. Sono ricorsi alla denuncia di « frode », come fa la borghesia abitualmente, avvalendosi dell’appoggio dei grandi media del capitalismo globale. E' la stesa cosa che hanno fatto in Venezuela, quindi non deve stupire.
    Gara: Il Movimento di Rinnovamento Sandinista (MRS) negli ultimi anni si è presentato come una dissidenza interna della sinistra del Fronte, ma finisce con l’appoggiare la destra? Come si spiega?
    F. Bossi: Bisogna collocare con precisione il MRS, visto che all’estro c’è molta confusione su questa opzione politica. Avvalendosi di figure storiche del sandinismo, si sono presentati all’estero, come una corrente critica della sinistra, ma pochi sanno (fuori dal paese) che il sostegno finanziario viene da ONG statunitensi ed europee, principalmente di area socialdemocratica. Attualmente, in Nicaragua ci sono più di 4.000 ONG che finanziano molte organizzazioni e che di conseguenza le condizionano ideologicamente. Il MRS sta riproducendo la strategia della reazione mondiale per presentare uno scenario del tipo: «democrazia contro dittatura», in cui la destra figura come la via della salvezza. Con ciò, il ruolo del MRS è chiaro.
    Gara: Si possono collegare i risultati elettorali di queste elezioni amministrative e la gestione del governo sandinista degli ultimi due anni? Come valuta la fase che vive il Nicaragua sotto la presidenza Ortega?
    F. Bossi: Ovviamente, l’aumento dell’approvazione elettorale è direttamente collegato al lavoro del governo nazionale, in politica interna come in quella estera. Non dimentichiamoci che dopo la guerra degli anni 80’ e dopo 18 anni di politica neoliberale, il Nicaragua è una società che si trova al limite del collasso, una delle più povere dell’America Latina. In questi due anni il Piano Fame Zero, la ricomposizione dei sistemi scolastici e di sanità pubblica, il recupero del servizio della rete elettrica (il cui abbandono aveva procurato black-out di più di 14 ore al giorno) e l’aumento della produzione agricola, sono stati dei successi evidenti.
    La profonda virata in ambito estero, lo scontro con la diplomazia statunitense e l’incorporazione nell’ALBA e in Petrocaribe, hanno indubbiamente rafforzato l’immagine del governo sandinista.
    da Rebelion - www.rebelion.org/noticia.php?id=76018
    Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.orgdi FR

    ARDITI NON GENDARMI

 

 
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