Pagina 1 di 4 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 33

Discussione: Millenivm.org

  1. #1
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,686
     Likes dati
    6,968
     Like avuti
    6,337
    Mentioned
    218 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Millenivm.org

    SEGNALO UN SITO SOCIALISTA E COMUNITARISTA MOLTO INTERESSANTE. ECCO IL LORO MANIFESTO


    Manifesto

    « La spada della Giustizia non conosce fodero.»
    Il nuovo millennio che albeggia sull’orizzonte della Storia ci propone un sostanziale rivolgimento paradigmatico, un rovesciamento delle categorie di pensiero che, in un’epoca di estrema confusione politico-ideologica quale la nostra, impone un ripensamento delle stesse. Alla soglia di una nuova epoca, un nuovo disordine globale si impone: gli uomini devono confrontarsi con l’avvicinamento di più universi culturali, spinti fin verso la collisione ed il reciproco annientamento da una nuova prospettiva mondiale. L’economia, pensata secondo i canoni borghesi, dimostra tutta la propria finitezza, proiettando il futuro umano verso l’apice dello sfruttamento e dell’alienazione. I Popoli, depauperati da ogni sovranità e potere decisionale, rendono ogni autorità alle minoranze che dirigono gli affari mondiali secondo il proprio interesse. Culture e religioni muoiono esangui sugli altari dei simulacri postmoderni. La nuova legge è il Caos.
    In questo contesto Millennium afferma la propria azione ordinatrice. Millennium si identifica nel ruolo del partito rivoluzionario europeo, impegnato nella liberazione dell’Europa dal giogo unipolare e nell’edificazione di un paradigma culturale europeo. All’entropia incipiente, Millennium contrappone le leggi risorte della Giustizia, della Tradizione e della Comunità.

    1. Comunitarismo o Liberalismo
    Millennium si propone come Partito Comunitarista garante degli interessi dei Popoli Europei, della comunità nazionale italiana e delle comunità etno-culturali specifiche al suo interno.
    Millennium parte dalla considerazione oggettiva del superamento storico della dicotomia politica “destra/sinistra”. Essa, nata congenitamente al sistema borghese, intende riassumere al proprio interno tutto lo spettro politico che il medesimo genera ed espone. Nell’ambivalenza diametrale tra “conservazione” e “progresso” si è creduto di esprimere, per più di due secoli, le due tendenze principali che il mondo politico-culturale ad indirizzo liberale riteneva legittime. Alle soglie del XXI secolo, queste categorie politiche hanno raggiunto infine il loro massimo grado di esaurimento terminologico. È davanti agli occhi di ogni osservatore della sfera politica il loro superamento. Tutto il secolo precedente ha dato modo a queste due categorie di dimostrare la propria vera origine – e quindi le proprie vere finalità. La destra sradicata, liberista e mercatista ha dimostrato la propria tendenza cosmopolita, deleteria nei confronti delle identità dei Popoli e dissolutrice delle stesse, facendo proprio il processo “progressivo” di disintegrazione delle specificità culturali e l’interesse “conservatore” della preservazione degli interessi di classe. La sinistra revisionista, pauperista e assistenzialista ha definitivamente dismesso la lotta al sistema capitalista, indirizzata contro la classe borghese, nell’interesse “conservatore” dell’accettazione del mercato ed in quello “progressivo” della difesa delle battaglie sociali in favore delle minoranze cosmopolite. La finedelle grandi narrazioni proclamata fieramente dalla cultura postmoderna alla fine del secolo scorso, diventa così per la resistenza organizzata contro il collasso ideologico la sfida aperta del III millennio.
    Millennium identifica infatti, come espressione più pura di ogni tendenza politica, due direttrici fondamentali, che spianano il campo ad una contesa aperta tra due progetti ideologici radicalmente inconciliabili:Comunitarismo eLiberalismo. La storia dell’umanità è stata fin’ora storia del confronto tra queste due tendenze – sul piano politico, economico ed ideologico. Solo accettando questa dicotomia è possibile liberarsi dalle pastoie innanzitutto culturali del sistema borghese. L’accettazione di questa opposizione radicale vuol dire, definitivamente, l’uscir fuori dall’ambito politico contemporaneo, preda dell’interesse liberale, ed inserirsi nell’arena reale, di cui ci era stata presentata fin’ora solo una minima parte: quella della lotta solo apparente interna al sistema parlamentare, funzionale all’interesse borghese, puramente economico ed egemonico. Il Comunitarismo si identifica nella politica rivolta all’interesse delle comunità umane nella loro interezza, considerando le stesse come soggetti organici, dotati di una propria specificità politica, economica e culturale da preservare. Il Liberalismo, parto ideologico della realtà sociale borghese, si identifica nell’opportunità del perseguimento degli interessi individuali a discapito delle strutture comunitarie e degli altri soggetti umani.

    2. Multipolarismo o Unipolarismo
    L’etica internazionale liberale, fondata sui diritti umani, si contrappone all’etica internazionale comunitaria, fondata sui diritti dei Popoli. L’ultimo periodo di guerre imperialiste nate come risposta alla terra bruciata che il sistema unipolare globale ha creato attorno a sé e alla crisi sistemica che il capitalismo ha innescato già dal suo nascere ha dimostrato la vera natura dell’etica umanitaria: i diritti umani si sono svelati quali giustificazione ideologica dell’arroganza militare e culturale dei Paesi imperialisti. L’unico vero modo per garantire la fratellanza ed il confronto aperto tra le culture è attraverso la promozione dei diritti dei Popoli.
    È in questa prospettiva che Millennium, portando avanti l’obiettivo dell’affermazione di un ordine internazionale basato sui diritti comunitari dei Popoli, intende contribuire con la propria azione politica alla transizione dal sistema unipolare globale a quello multipolare.
    Al collasso dell’Unione Sovietica, la contrapposizione bipolare tra Est ed Ovest del mondo ha visto la sua tragica conclusione, mentre l’emorragia delle liberalizzazioni si diffondeva a macchia d’olio in tutti i paesi che dismettevano il loro sistema politico-economico alternativo al modello capitalista. Perdita della sovranità politica e perdita della sovranità culturale sono stati i tributi che il mondo ha dovuto versare all’affermazione del nuovo potere globale – in cambio, le borghesie nazionali hanno ottenuto il privilegio di accedere al nuovo mercato globale. Analogo procedimento ha subito l’Europa precedentemente durante l’annessione al blocco Ovest attraverso l’inserimento nella coalizione NATO. In ogni caso, scivolando nel settore di sicurezza capitalista, ogni realtà comunitaria ha sempre visto la cessione della propria sovranità da parte delle borghesie, interessate ad inserirsi in una prospettiva sempre più vasta, tale da garantire un ampliamento delle proprie capacità di accumulazione. Dal 1789 ad oggi, la storia umana ha visto un accumulo incontrollato di capitali nelle mani dei maggiori monopolisti: da una parte, questo ha condotto alla creazione necessaria di un’economia puramente speculativa e finanziaria, dall’altro ha imposto la necessità di ampliare i mercati, per aumentare i profitti. È sotto quest’ottica che dobbiamo leggere il progetto unipolare, affermatosi ufficialmente con la smobilitazione controllata dell’Unione Sovietica da parte degli agenti revisionisti interni.
    Egemonia globale – Caos globale – Mercato globale.Nella prospettiva secondo la quale egemonia e caos globale si sovrappongono –“divide et impera” – ed il mercato svela la propria natura puramente caotica, riusciamo a comprendere il progetto mondiale borghese – liberale – capitalista.
    Millennium scorge, nell’alternativa mondiale multipolare, che si va imponendo progressivamente con l’affermazione di autonomie politiche, economiche e culturali sempre più evidenti nei confronti dell’unipolarismo, l’opportunità di riscossa geopolitica alle mire egemoniche del capitale internazionale. La prospettiva multipolare, che prevede la creazione di più poli macrospaziali autonomi (appunto, i “grandi spazi”, secondo la prospettiva della geopolitica classica) rappresenta il futuro dei rapporti internazionali ed il nuovo ordinamento globale, contro il quale si leva la strenua opposizione del sistema unipolare, che cerca di mantenere la propria egemonia globale attraverso la corsa agli armamenti e le guerre imperialiste volte a destabilizzare Paesi fondamentali per l’affermazione del multipolarismo o ad accaparrarsi risorse strategiche sottraendole ai nuovi attori geopolitici.
    Millennium ritiene la prospettiva multipolare, laddove integrata con l’etica dei diritti comunitari dei Popoli, del dialogo di civiltà e della lotta all’egemonia borghese, il proprio obiettivo primario da perseguire in ambito internazionale.

    3. Socialismo o Barbarie
    In questo confronto epocale tra lo schieramentocomunitario e quelloliberale, Millennium riconosce anche la contrapposizione diametrale tra due concezioni socioeconomiche assolutamente divergenti. L’egemonia liberale si manifesta infatti attraverso il dominio reale del Capitale, che si esprime primariamente con il potere assoluto dei mercati sulla politica, nazionale ed internazionale. L’accumulo inarrestabile di capitali è giunto infine alla manifestazione della propria essenza monopolistica che consegue all’entropia economica generata più di due secoli fa dalla conquista del potere egemonico da parte della borghesia. Il finanziarismo, fase finale del capitalismo, si dimostra come ladittatura dei mercatisulle comunità e sulle persone, generata ed alimentata dal caos che esso stesso produce. Ogni principio di autodeterminazione è subordinato all’esistenza del mercato globale. Instabilità economica e crisi cicliche rappresentano la norma. È a questa prospettiva priva di alcun futuro sostenibile che Millennium contrappone, quale unica alternativa, il socialismo. La linea del fronte della battaglia socioeconomica attuale passa dunque tra ordine socialista e barbarie capitalista.
    Millennium propone, quale criterio organizzativo dello Stato, il principio socialista del Lavoro, contro quelli capitalisti dell’accumulo, dell’alienazione e dello sfruttamento. Millennium quindi prevede, nell’ambito della transizione al socialismo: il rovesciamento dell’egemonia borghese, per la fondazione dello Stato di unità popolare, diretto dalle forze comunitarie del Lavoro, unica vera forma di Democrazia; la socializzazione delle imprese strategiche e dei mezzi di produzione, attraverso la riappropriazione da parte dello Stato di ciò che è pubblico di diritto; la pianificazione economica da parte dello Stato, come argine al disordine borghese dei mercati e dell’economia anomica.
    Millennium auspica inoltre uno sviluppo particolareggiato per ogni Comunità della propria via al socialismo ed una corretta interpretazione del vero internazionalismo socialista, diretto innanzitutto al rovesciamento dell’imperialismo internazionale, che coincide con l’espansione del progetto unipolare a livello geopolitico e del mercato globale a livello economico.

    4. Identità o Cosmopolitismo
    L’espansione a livello globale del progetto unipolare procede di pari passo con la diffusione del sistema capitalista ed il depauperamento delle culture tradizionali che esso incontra sulla propria corsa. Se l’obiettivo sostanziale dell’imperialismo unipolare corrisponde all’edificazione del potere globale del mercato internazionale, il mezzo di cui esso si serve è la dissoluzione sistematica di ogni particolarità culturale. Ogni forma di identità, quindi intesa come ostacolo alla creazione della società globale ad orientamento culturale, economico e politico unici, ha il destino segnato.
    In contrapposizione all’approccio liberale alle identità culturali, quello comunitario ritiene le differenze un patrimonio insostituibile. Ogni Popolo ha il diritto non solo all’autodeterminazione politica, quant’anche alla preservazione delle sue caratteristiche peculiari ed alla produzione di un proprio modello di sviluppo. L’identità culturale, contrapposta al cosmopolitismo di matrice liberale, è ciò che regge le fila dei destini storici di una Comunità. Privare una Comunità della propria identità culturale è il peggior crimine che possa essere compiuto contro di essa.
    L’individualismo borghese, anteponendo l’atomo sociale al contesto comunitario, ha forgiato una nuova categoria umana basata sul consumo. Ora che la crisi antropologica sembra irreversibile urge un rovesciamento delle categorie culturali del cosmopolitismo liberale e borghese e l’edificazione di una cultura comunitaria, basata sui principi di identità e lavoro.
    Millennium sostiene la necessità della difesa delle identità culturali – etniche, locali e religiose – nella prospettiva dell’instaurazione di un ordine internazionale multipolare, che garantisca la libertà dei Popoli all’autodeterminazione storica ed alla libera scelta di un proprio modello di sviluppo.
    5. Dialogo o Scontro di Civiltà
    La crisi storica del progetto unipolare, preannunciata da alcuni suoi sostenitori, ha portato gli stessi a formulare teorie relative al suo superamento. La risposta dell’imperialismo occidentale all’incedere della svolta multipolare è stata quella della creazione della teoria dello scontro di Civiltà. Per preservare la pace globale, secondo i teorici del progetto unipolare, è necessario un ordine mondiale sovrannazionale, proposto come superamento dell’egemonia politica nordatlantica, come evoluzione politica dell’unipolarismo stesso. L’alternativa sarebbe altrimenti lo scontro tra blocchi culturali eterogenei, impegnati nell’imposizione della propria visione del mondo a livello globale.
    La prospettiva multipolare sostenuta a livello internazionale dai paesi BRICS e dagli Stati non allineati, invece, verte sulla promozione deldialogo di Civiltà, quale modello di cooperazione internazionale e confronto culturale basato sul paradigma geopolitico dei grandi spazi. Il dialogo di Civiltà, unica alternativa auspicabile, propone una concezione di coesistenza e mutua collaborazione tra i Popoli e le culture. A differenza della contrapposizione forzata e delle faglie di dissidio artificialmente aperte dai promotori del progetto unipolare tra i Popoli, il dialogo di Civiltà si propone come l’unica alternativa ad un mondo retto sul caos.
    Lo scontro di Civiltà sarà inevitabile, piuttosto, nel contesto unipolare, come unico mezzo nelle mani dell’Occidente cosmopolita per contrapporsi, anche militarmente, alle potenze geopolitiche in ascesa. Esso già si è manifestato durante la guerra al terrorismo e nelle tesi neoconservatrici.
    Millennium sostiene la necessità di sviluppare una concezione dei rapporti interculturali basata sul dialogo di Civiltà, pena la distruzione delle Civiltà stesse e l’affermazione di un ordine internazionale fondato sul potere egemonico della finanza internazionale. Millennium si propone altresì di convergere la resistenza culturale al cosmopolitismo cavalcante ed incanalarla verso un proficuo esempio di lotta comune.

    6. Rivoluzione europea
    La contemporaneità vede inequivocabilmente due tendenze fronteggiarsi, una in declino e l’altra in ascesa: da un lato, è ben evidente la china discendente intrapresa dall’unipolarismo; esso potrà provare a sopravvivere a sé stesso unicamente reinventando il suo primo assetto in forme ibride. Dall’altro invece, vi è il multipolarismo che, portato avanti in particolar modo dai paesi BRICS, esprime una concezione dei rapporti internazionali basata sull’equilibrio globale dei grandi spazi geopolitici, grandi aree di integrazione regionale fondate sulla coesistenza delle realtà comunitarie al proprio interno e sulla pianificazione centralizzata degli interessi strategici. Attualmente viviamo la fase drammatica di transizione, un multipolarismo imperfetto che ancora non vede il tramonto del progetto unipolare nordatlantico.
    È questo il contesto nel quale l’Europa si trova ad operare: essa rischia di rimanere stritolata da un processo storico che non riesce a cavalcare. Legata alle politiche nordatlantiche, priva della volontà necessaria per affermare il proprio interesse e della lungimiranza necessaria per prevedere gli immediati mutamenti epocali, essa sembra non volere sviluppare alcun tipo di autonomia geopolitica e culturale.
    L’Europa, uno dei grandi spazi che compongono la mappa del mondo multipolare, è tutt’oggi relegata ad una prospettiva di sudditanza nei confronti del potere globale nordatlantico. La permanenza di gran parte delle sue Nazioni nel Patto Atlantico ed il completo asservimento alle politiche monetarie nordatlantiche rendono l’Europa null’altro che un suddito geopolitico, dotato solo in parte di una propria volontà, che esercita pedissequamente in senso sub-imperialista. Come se non bastasse, esito econditio sine qua nondella permanenza nel sistema unipolare, all’Europa è imposta la smobilitazione progressiva di ogni specificità culturale e di ogni caratteristica tradizionale. In poche parole, essa viene deprivata giorno dopo giorno della sua identità, perdendo la sua autocoscienza di Civiltà. Proprio per questo l’Europa dovrebbe, oggi più che mai, volgere le spalle al progetto unipolare e farsi promotrice e parte dell’ordine multipolare.
    La lezione del multipolarismo geopolitico è riassumibile in tre punti sostanziali: l’integrazione politica ed economica dei grandi spazi geopolitici; l’affermazione della loro sovranità interna ed esterna; la difesa di un proprio paradigma culturale che ne delinei la natura di Civiltà, intesa come culla di culture, visione del mondo e capacità di progettare un proprio modello di sviluppo storico.
    Millennium, conscio della necessità storica ineludibile, si propone come Partito europeo degli Europei. Esso assume su di sé la responsabilità storica della transizione dell’Europa verso il multipolarismo, nell’interesse dell’Europa stessa e dei destini del mondo, per i principi inalienabili della Pace, dell’Ordine e della Giustizia Sociale.
    Promuovere il multipolarismo e sostenere la necessità dell’edificazione di un paradigma europeo di civilizzazione non vuol dire altro che rinnegare gli iniqui e traballanti equilibri internazionali, politici e sociali che l’egemonia liberale ha creato in anni e anni di dominio dispotico. Questa scelta rappresenta null’altro che il desiderio di libertà dei Popoli europei e dei Popoli del mondo nei confronti di un sistema insostenibile di cui ci siamo fatti carico per fin troppo tempo.

    Manifesto | Millennium
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  2. #2
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2009
    Messaggi
    1,659
     Likes dati
    551
     Like avuti
    726
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    Bravissimo Lupo. Un nostro coordinatore li ha già contattati e conosciuti avendo, come hai visto, molte similitudino col nostro Manifesto. In estate penso ci incontreremo.
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  3. #3
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,686
     Likes dati
    6,968
     Like avuti
    6,337
    Mentioned
    218 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    Bravissimo Lupo. Un nostro coordinatore li ha già contattati e conosciuti avendo, come hai visto, molte similitudino col nostro Manifesto. In estate penso ci incontreremo.
    Ottimo!
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  4. #4
    Canaglia
    Data Registrazione
    06 Oct 2011
    Messaggi
    36,988
     Likes dati
    1,098
     Like avuti
    6,608
    Mentioned
    364 Post(s)
    Tagged
    23 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    http://contropiano.org/in-breve/italia/item/21514-milano-fascisti-travestiti-per-rientrare-alla-statale

    Milano. Fascisti travestiti per rientrare alla Statale


    NESSUNO SPAZIO DI AGIBILITA’ AI FASCISTI, NE DENTRO NE FUORI DALL’UNIVERSITA’!



    Questo venerdì, 17 gennaio, l’Università Statale di Milano dovrebbe ospitare un ambiguo convegno dal titolo “Il mondo verso un futuro multipolare”.
    Il convegno è stato promosso dal cosiddetto “Gruppo Alpha” e dall’associazione “Millennium”. Il primo è uno sparuto gruppuscolo apparso da poco in università con legami molto stretti con l’organizzazione neo-fascista “Lealtà e Azione”, già conosciuta per le continue aggressioni, coltello alla mano, negli ultimi anni a Milano, i secondi, autodefinitisi “comunitaristi”, sono legati alla rivista “Eurasia” con direttore Claudio Mutti, implicato nelle stragi degli anni ’70 e nome chiave del neo-fascismo italiano.

    Ma nello specifico cosa vogliono? Secondo la loro visione socio-economica, invece di analizzare la divisione del lavoro in senso internazionale, asseriscono che il mondo dovrebbe assumere una forma geopolitica multipolare in quanto diviso in blocchi nazionali in conflitto tra loro per l’egemonia culturale. L’Europa o l’Eurasia dovrebbe avere come obiettivo quello di raggiungere la supremazia culturale ed economica. In quanto il nemico è il modello capitalista statunitense. Per opporsi ad esso glii stessi capitalismi di tutti gli altri paesi (o blocchi nazionali) sono visti di buon occhio e funzionali alla lotta per la supremazia culturale, a patto che siano in contrasto con il modello americano.

    Questa visione rientra perfettamente negli interessi della classe dominante (o parte di questa), quella stessa classe che, attraverso i governi nazionali, smantella il diritto allo studio e precarizza il mercato del lavoro al fine di abbassare gli standard di vita delle classi subalterne tanto in europa quanto nei territori in cui si vorrebbe estendere la propria egemonia.
    E’ esattamente ciò che l’Unione Europea cerca di fare da almeno due decenni per riuscire a porsi come nuovo polo imperialista, all’insegna della competizione su scala mondiale.
    Questi pennivendoli sostengono un “anticapitalismo” che non si differenzia dal sistema economico-sociale vigente, in quanto la loro opposizione al capitalismo non critica nei fatti (e nemmeno a parole) il sistema di sfruttamento e disuguaglianza su cui il capitalismo si riproduce economicamente. Il loro sembra essere piuttosto un anti-liberismo (unica differenza con la linea politica europea attuale), che in questa fase di crisi di mercato è ciò che il capitalismo potrebbe auspicare. Qualcosa ci dice che il capitalismo gli piace eccome, l’importante è che sia la borghesia nazionale (o europea) a sfruttarci.

    Nulla di nuovo all’orizzonte per studenti e lavoratori: nel loro programma il “Gruppo Alpha” auspica un maggiore legame tra università e imprese. Che è quello che le stesse dirigenze universitarie, coerentemente con le ultime riforme, sostengono da anni. Ciò infatti non si discosta affatto da quel processo di aziendalizzazione in corso ormai da anni che vuole piegare l’università alle esigenze del mondo imprendiotoriale e che, soprattutto in fase di crisi, si traduce in formazione di forza-lavoro meno qualificata, flessibile e ricattabile che possa essere, a qualsiasi condizione, a piena disposizione dell’imprenditore di turno. Cosi da un lato strizzano l’occhio ai padroni e dall’altro si permettono di entrare in università per venirci ad “esporre” le loro ridicole soluzioni all’abbassamento della qualità della vita (nostra e delle nostre famiglie) che loro stessi contribuiscono ad affossare.

    Gli studenti e i lavoratori che si oppongono al peggioramento delle loro condizioni non possono dare alcuna agibilità all’interno delle università a questi loschi figuri. La loro stessa esistenza è la prova che viviamo in una società classista. La loro presenza in università è la riprova che studiamo in un’ università classista che regala sempre più pezzi di diritto allo studio ad imprese private, distruggendo qualunque prospettiva lavorativa dignitosa sostituendola con una vita di precarietà, stage non retribuiti, salari da fame e sfruttamento intensivo della nostra manodopera, in una guerra di competizione sempre più sfrenata, che inizia proprio tra i banchi di scuola.

  5. #5
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,686
     Likes dati
    6,968
     Like avuti
    6,337
    Mentioned
    218 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    OTTIMA ANALISI DEI RAGAZZI DI MILLENIVM SULLA QUESTIONE "FASCISMO VS. ANTIFASCISMO"

    Di Andrea Virga

    La Giornata della Vittoria, celebrata nella Federazione Russa e in altri Paesi europei ed eurasiatici come la fine della Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta delle forze dell’Asse, ci offre l’occasione di riflettere sulla questione dell’antifascismo. A 69 anni di distanza, il tema non è privo d’attualità, sia per quanto riguarda la Russia, sia per la sua sopravvivenza nella politica italiana ed europea. Come premessa, occorre ricordare che, anche se la presenza neofascista nella crisi ucraina è stata spesso esagerata dai media di entrambe le parti, seguendo la strategia mediatica della reductio ad hitlerum, nondimeno mantiene un suo ruolo.
    In sé, il fascismo in Europa ha avuto termine nel 1945, ma ha lasciato tutto un coacervo di movimenti neofascisti, sopravvissuti fino ai giorni nostri, con alterne fortune, pur restando sempre ai margini della storia politica europea. Il neofascismo si è caratterizzato per una maggiore integrazione a livello continentale, con il parziale venir meno degli antichi rancori in favore di una tendenza europeista. Allo stesso modo, nonostante l’esistenza di una consistente minoranza terzoposizionista e di frange filosovietiche, l’anticomunismo e i legami con le vecchie destre conservatrici e reazionarie hanno portato ampia parte del neofascismo a sostenere indirettamente o direttamente il blocco occidentale atlantista.

    Antifascismo russo
    In Russia, questa giornata giunge quest’anno mentre la popolazione dell’Ucraina meridionale e orientale (la cosiddetta “Nuova Russia”) conduce una strenua resistenza contro il governo liberale di Kiev, instaurato in seguito ad un colpo di stato, e le squadracce ultranazionaliste ucraine, sono decise a schiacciare nel sangue ogni opposizione al loro progetto sciovinista e russofobo. Non a caso, durante la celebrazione a Mosca è stato ripetuto un rituale già compiuto nel 1945. Allora le bandiere tedesche catturate erano state deposte ai piedi di Stalin, ad imitazione di un’antica usanza romana, oggi le bandiere degli USA, della UE e degli ultranazionalisti ucraini sono state gettate dinanzi al Mausoleo di Lenin, quasi come un rito propiziatorio della vittoria.
    Ancora più importante è notare che il 5 maggio, il Presidente Putin ha firmato una legge, già approvata dal Senato, che punisce severamente (fino a 5 anni di reclusione e oltre 10.000 € di multa) il revisionismo storico a proposito dei fatti del secondo conflitto mondiale e della condotta storica degli eserciti alleati, nonché la riabilitazione del nazionalsocialismo. Va osservato che questa legge, a differenza di analoghe misure varate in Paesi europei, non è incentrata tanto sul genocidio ebraico, quanto sull’operato dell’URSS e dell’Armata Rossa durante la Seconda Guerra Mondiale. Essa è mirata a colpire le formazioni neofasciste che nello spazio post-sovietico contestano la politica russa e ne delegittimano la storia.
    Ovviamente, questa legge – come ogni altra ingerenza giudiziaria nella ricerca storica – è discutibile, ma la sua motivazione è di carattere patriottico, a differenza di quelle omologhe europee. In Russia, del resto, c’era sempre stata maggiore libertà a questo riguardo, come prova la visita di David Duke nel 2006. Tuttavia, negli ultimi vent’anni, nei Paesi adiacenti (in particolare Ucraina e Paesi Baltici) hanno preso forza movimenti ultranazionalisti caratterizzati da un forte revanscismo antirusso, strumentale all’accerchiamento della Russia da parte della NATO. All’interno della stessa Federazione Russa, poi, movimenti sciovinisti, razzisti e anticomunisti si sono schierati contro il governo, finendo anch’essi per essere funzionali alle strategie di destabilizzazione atlantiste. D’altra parte, altre formazioni ultranazionaliste, fra tutte il Partito Liberal-Democratico di Vladimir Zhirinovsky, hanno appoggiato la difesa russa dei propri confini e della propria sfera d’influenza eurasiatica, a testimonianza della complessità dello spettro politico contemporaneo.

    I neofascisti e l’Ucraina
    Nel caso ucraino, la rivolta di EuroMaidan è stata fin dall’inizio portata avanti, nelle piazze, da squadre armate ultranazionaliste, riconducibili al partito parlamentare Svoboda o al nuovo movimento Pravyi Sektor (Settore Destro), le quali hanno costituito il nerbo delle forze golpiste negli scontri di piazza. Successivamente, in un contesto in cui le forze regolari di polizia e di difesa ucraine restano poco sicure, il governo di Kiev si è affidato a queste bande per attaccare i manifestanti antigovernativi nel Sud e nell’Est del Paese, anche in virtù della loro mancanza di scrupoli, dimostrata esemplarmente dall’orrendo massacro del 2 maggio ad Odessa. A loro volta, queste forze hanno apertamente goduto del sostegno morale e materiale di movimenti nazionalisti e/o neofascisti europei, in nome di una dichiarata solidarietà ideale.
    D’altra parte, è anche vero che numerosi movimenti nazionalisti europei, di matrice neofascista o meno, si sono schierati a sostegno della Federazione Russa, per una serie di motivi, dalla solidarietà tra popoli ortodossi – come nel caso della greca Hrisi Avgi (Alba Dorata) e della romena Noua Dreapta – al ragionamento strategico che vede in Mosca un contrappeso positivo rispetto a Bruxelles e Washington – come nel caso dell’ungherese Jobbik e del Front National francese.
    Non tutti quindi restano legati simbolicamente all’invasione imperialista dell’URSS da parte della Germania nazionalsocialista, che pure è stato uno dei miti del neofascismo (la c.d. “Crociata contro il Bolscevismo”). Sbaglia del resto chi vede in quella guerra terribile una mossa obbligata del fascismo storico europeo, ossia un dato storico a cui gli eredi di questo rimarrebbero inchiodati. Infatti, già all’epoca, importanti settori del regime italiano e tedesco sostenevano la necessità di un’alleanza con l’Unione Sovietica o con un’eventuale Russia post-bolscevica. Queste posizioni filorusse non erano confinate ai fascismi di sinistra, ma appartenevano anche a pensatori più conservatori come Spengler e Moeller van den Bruck.

    Antifascismo occidentale
    D’altro canto, anche l’antifascismo prevalente nei Paesi dell’Europa occidentale è ben diverso da quello proprio dei Paesi ex-sovietici. Quest’ultimo, in assenza di una dittatura di matrice fascista, è legato al mito della Grande Guerra Patriottica, e s’inquadra storicamente nella difesa della Russia dalle varie invasioni subite (mongola, tartara, polacca, svedese, francese, ecc.). I principii che animano l’antifascista russo sono, nella stragrande maggioranza dei casi, la difesa della Patria e delle proprie tradizioni culturali e religiose. Non a caso, lo sforzo antifascista, tra 1941 e 1945, coincise con una riabilitazione da parte di Stalin del patriottismo russo e della religione ortodossa.
    In Europa, invece, l’antifascismo ha una matrice ideologica variegata, essendo stato fatto proprio da differenti posizioni politiche: liberale, cristiano-democratica, socialista, comunista, anarchica. Nella maggior parte dei Paesi, inoltre, vi è stato un regime autoritario di stampo fascista o parafascista. Dopo il 1945, la compresenza in parlamento di forze politiche tra loro opposte, ha trovato legittimazione nell’adozione dell’antifascismo come ideologia interclassista, nel contesto di una democrazia liberale di mercato. Al riguardo, il caso dell’Italia, denunciato a suo tempo da Bordiga, è esemplare. La Contestazione studentesca, poi, ha fatto leva sull’antifascismo per attaccare e condannare l’intera cultura borghese pre-esistente, accusando questa e i suoi valori come contigui o complici del fascismo. Infine, come spiegato da Costanzo Preve, l’antifascismo in assenza di fascismo e, insieme ad esso, il neofascismo, con le loro schermaglie rituali, hanno mantenuto artificiosamente vivo un conflitto storico, disperdendo le energie delle forze d’opposizione al Sistema.
    L’antifascismo europeo, dopo il 1945, è stato quindi funzionale alle logiche di dominio liberalcapitalista e atlantista, per questi tre motivi: ha indebolito le forze rivoluzionarie socialiste fornendo loro un mito comune con le forze borghesi, ha contribuito a distruggere i principii tradizionali delle società europee (il patriottismo, la religione, la famiglia) a favore della società liquida postmoderna e capital-consumista, ha funto da “arma di distrazione di massa” dando luogo ad una guerra simulata tra opposti estremismi. Questo non significa che l’antifascismo storico, concretatosi nella difesa dei popoli minacciati dagli imperialismi fascisti, non fosse legittimo, ma che chi ancora oggi si richiama a quelle esperienze dovrebbe compiere una riflessione a riguardo di ciò che questo ha significato, dopo la sconfitta dei fascismi storici.

    Né neofascisti né antifascisti…
    Quale deve essere dunque la nostra posizione a riguardo? Essenzialmente, quella di superare l’impasse di cui sono responsabili sia il neofascismo sia l’antifascismo, ossia la mancata storicizzazione dei fascismi quali fenomeni che hanno segnato la storia europea nel primo Novecento. Il neofascismo, in quanto riproposizione nostalgica e acritica del fascismo e dei suoi errori, non ci appartiene. Si tratta, beninteso, di un fenomeno variegato, ma continuano a fermentare in esso scorie ideologiche, quali l’eurocentrismo, l’imperialismo, il razzismo, l’anticomunismo, l’islamofobia. Questi fenomeni non sono stati esclusivi del fascismo bensì propri a tutto un milieu ideologico-culturale borghese e conservatore o reazionario, a partire dall’ascesa della classe borghese dalla fine del XVIII secolo fino all’età degli imperialismi.
    Peggio ancora, il neofascismo si rivela ulteriormente un mito incapacitante allorché dà luogo ad una comunità ideale governata da regole tribali e omertose, che impediscono ogni pubblico dibattito e sfociano in un sostegno obbligato ai “camerati” in quanto tali, a prescindere dal valore politico delle loro azioni. Questo tribalismo ha spesso impedito, e tuttora impedisce (come in Ucraina), una reale presa di distanza da quei settori collusi con le forze atlantiste. Non solo, esso ostacola una genuina revisione storico-critica dei fascismi. Balza quindi all’occhio come, oggi più che mai, sia una presa di posizione del tutto impolitica.
    D’altra parte, anche l’antifascismo attuale presenta gravi limiti, come evidenziato sopra. Nel momento in cui impedisce di considerare il fascismo come parte integrante della storia europea e di recuperare criticamente esperienze ed autori degni d’interesse (da Schmitt a Gentile, da Heidegger a Pound), esso costituisce un ostacolo. Nel momento in cui demonizza a prescindere il nazionalismo europeo, senza considerarne le ragioni, e divide le forze anti-atlantiste, esso costituisce un ostacolo. Quando poi identifica i nuovi “fascisti” da abbattere in coloro che si oppongono all’imperialismo occidentale, risulta addirittura dannoso. È il caso di ampi settori della sinistra europea, tendenzialmente quella che si è lasciata dietro il comunismo. Persino schierarsi dalla parte della Russia, ma leggere il conflitto come uno scontro tra fascisti e antifascisti, denota una pessima analisi della situazione. A questo punto, è evidente che anche l’antifascismo in assenza di fascismo sia insostenibile.

    … ma Europei
    La posizione da prendere esige dunque un superamento delle contrapposizioni ideologiche novecentesche, che non si risolva tanto in certo sincretismo terzoposizionista predicato dal fascismo, bensì in una reale presa di coscienza della presente situazione storica e geopolitica, nonché della nostra condizione di Italiani ed Europei. Il fascismo in Europa, come fenomeno politico, si è concluso nel 1945. I principali storici che se ne sono occupati (es. Sternhell, De Felice, Gregor) ne hanno tracciato un quadro complesso e ben differente rispetto agli appiattimenti ideologici delle classiche interpretazioni liberali (“la calata degli Hyskos”) e vetero-marxiste (“la guardia bianca del Capitale”). Tra i suoi aspetti migliori possiamo individuare un tragico tentativo di riscattare l’Europa dalla crisi in cui versava all’inizio del Novecento. Lasciamolo agli studiosi, piuttosto che ai rievocatori storici.
    La giornata del 9 maggio, dunque, celebra la vittoria della Russia e di altre nazioni invase dalla Germania nazionalsocialista, e con questo significato patriottico non possiamo che solidarizzare. Tuttavia, siamo ben consci che la sconfitta dei fascismi non segna la liberazione dell’Europa, bensì la sua sconfitta militare e l’avanzamento dell’area di influenza atlantica nel settore occidentale del continente. Con il crollo dell’URSS, gli USA sono rimasti gli unici padroni del campo, espandendosi rapidamente verso Est ed esautorando quegli spazi di autonomia mantenuti per esigenze strategiche durante la Guerra Fredda. Questo è stato l’esito del conflitto tra vecchi e nuovi imperialismi europei: la sconfitta dell’Europa e la perdita della sua sovranità. Se non ci si rende conto di questo, magari perché fuorviati dall’annosa querelle tra antifascisti e neofascisti, non si può lottare per un’integrazione europea su base comunitarista, nel contesto di un nuovo mondo multipolare.


    Riflessioni per il 9 maggio su fascismo e antifascismo | Millennium
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  6. #6
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2009
    Messaggi
    1,659
     Likes dati
    551
     Like avuti
    726
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    Leggo nella sezione di politica estera che una delegazione di Millennium è arrivata nel Donbass a dar man forte alla Repubblica Popolare. Se così fosse da parte loro ci sarebbe un salto di qualità nella lotta politica. Mi informerò sui nominativi di questi volontari.
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  7. #7
    Ghibellino
    Data Registrazione
    22 May 2009
    Messaggi
    48,885
     Likes dati
    2,423
     Like avuti
    14,807
    Mentioned
    95 Post(s)
    Tagged
    5 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    Stato e Potenza e Millennium sono indubbiamente due realtà interessantissime, peccato abbia letto in uno dei due siti (Millennium) parole non proprio lusignhiere verso SP, peccato, un vero peccato. Personalmente mi piacciono entrambe e pur con tutta la buona volontà non riesco a vedere tutte queste differenze che qualcuno vuole necessariamnete trovare. Se vogliamo discutere del sesso degli angeli potremmo dire che Millennium propende verso il comunitarismo di visione thyriartiana (schematizzo) mentre SP è di indubbia origine eurasiatista e nazionalcomunista, ma sono differenze che, secondo me, non giustificherebbero divisione ma piuttosto condivisione.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  8. #8
    Canaglia
    Data Registrazione
    06 Oct 2011
    Messaggi
    36,988
     Likes dati
    1,098
     Like avuti
    6,608
    Mentioned
    364 Post(s)
    Tagged
    23 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    Sono anticomunisti, come la maggior parte degli utenti di questo forum.

  9. #9
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,686
     Likes dati
    6,968
     Like avuti
    6,337
    Mentioned
    218 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    Leggo nella sezione di politica estera che una delegazione di Millennium è arrivata nel Donbass a dar man forte alla Repubblica Popolare. Se così fosse da parte loro ci sarebbe un salto di qualità nella lotta politica. Mi informerò sui nominativi di questi volontari.
    Ottima notizia!
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  10. #10
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,686
     Likes dati
    6,968
     Like avuti
    6,337
    Mentioned
    218 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Millenivm.org

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio
    Stato e Potenza e Millennium sono indubbiamente due realtà interessantissime, peccato abbia letto in uno dei due siti (Millennium) parole non proprio lusignhiere verso SP, peccato, un vero peccato. Personalmente mi piacciono entrambe e pur con tutta la buona volontà non riesco a vedere tutte queste differenze che qualcuno vuole necessariamnete trovare. Se vogliamo discutere del sesso degli angeli potremmo dire che Millennium propende verso il comunitarismo di visione thyriartiana (schematizzo) mentre SP è di indubbia origine eurasiatista e nazionalcomunista, ma sono differenze che, secondo me, non giustificherebbero divisione ma piuttosto condivisione.
    No, infatti. Ci vuole un'autentica sinergia di forze socialiste ed eurasiatiste. Spero, quindi, che non prevalgano i personalismi e che realtà come Millenium, SEP e Primi della Strada collaborino.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

 

 
Pagina 1 di 4 12 ... UltimaUltima

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito