I risultati del sondaggio Demopolis - Demopolis

I partiti stanno rinnovando la propria classe politica? È convinto di sì appena un quinto degli italiani. Per il 33% degli elettori, invece, il rinnovamento è avvenuto in parte a livello nazionale, ma non nelle dinamiche locali; per il 47%, la maggioranza relativa degli intervistati, non è cambiato molto. Sono i dati che emergono da un’indagine condotta dall’Istituto Demopolis.
Sulla percezione dell’opinione pubblica pesa, in modo rilevante, la convinzione di un rapporto tuttora troppo stretto tra politica ed affari, soprattutto a livello regionale e locale: le recenti inchieste della Magistratura e gli ultimi scandali legati alle opere pubbliche inducono 6 italiani su 10 a pensare che la corruzione sia aumentata rispetto agli anni di Tangentopoli; per il 37% è parte del sistema e resta diffusa come prima.
È un dato che incide sulla fiducia, già molto labile, dei cittadini. Si aggrava ulteriormente la disaffezione degli elettori: se ci si recasse oggi alle urne, secondo la stima del Barometro Politico Demopolis, 42 italiani su 100 resterebbero a casa. 8 milioni in più rispetto alle Politiche del 2013.
Resta tendenzialmente stabile, in termini percentuali, il quadro delle intenzioni di voto rilevate dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis: se si votasse oggi per la Camera dei Deputati, il PD, leggermente in calo, otterrebbe il 36%, confermandosi nettamente primo partito, con il Movimento 5 Stelle in ripresa al 20%. La Lega si attesta al 14,5%, Forza Italia all’11%, il valore più basso della sua storia. Più distanti le altre forze politiche: intorno al 4%, SEL e Fratelli d’Italia della Meloni. Al 3,5% Area Popolare, inclusiva dell’UdC e dell’NCD di Alfano.

Si aggrava intanto, ulteriormente, la disaffezione degli elettori. Appena il 58% si recherebbe oggi alle urne per le Elezioni Politiche.
Accanto al dato crescente dell’astensione, le principali novità, rilevate dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, riguardano i mutevoli rapporti di forza all’interno dell’area di Centro Destra, con una progressiva riduzione del peso elettorale del partito di Berlusconi.

La Lega di Salvini, pur perdendo mezzo punto, si conferma come terzo partito, con tre punti e mezzo percentuali in più di Forza Italia.
Analizzando il trend degli ultimi mesi, il PD passa dal 30% del febbraio 2014 al 41% delle Europee, al 38% di marzo per attestarsi oggi al 36%.
Alcuni segmenti dell’elettorato di Sinistra, in parte critici verso il Governo, non identificano reali alternative di espressione elettorale ed optano al momento per l’astensione.

Resta ancora distante il Movimento 5 Stelle, il cui peso politico nazionale – secondo i dati di Demopolis – appare comunque in crescita, dal 17% di dicembre al 20% odierno.
Mentre si discute dell’Italicum il dato più rilevante è rappresentato dalla distanza che si rileva tra i primi due partiti, da sempre molto vicini nella storia della seconda Repubblica: il PDL superava nel 2008 di 4 punti il PD, che nel 2013 sarebbe poi arrivato alla pari con il Movimento di Grillo. Oggi, alle Politiche, il PD di Renzi staccherebbe il M5S, seconda lista, di 16 punti percentuali. Una distanza netta, anche se leggermente ridotta rispetto alle ultime Europee.
Con il Centro Destra in crisi ed un’opposizione sempre più frantumata tra M5S, Lega, Forza Italia ed altre forze minori, la fotografia scattata dall’Istituto Demopolis spiega ampiamente il peso determinante che la nuova legge elettorale avrà per la composizione e gli equilibri del futuro Parlamento.