[C1] - Separazione

La mia mano stringeva la sua. Insieme guardavamo il tramonto avanzare. Le nuvole scomparivano per lasciare spazio agli ultimi raggi del sole mentre il vento calava poco a poco.
La leggera brezza ti toccava il viso, la potevi sentire, viverla. Jessica chiuse gli occhi e respirò profondamente. Io feci lo stesso e sorrisi.

«Dobbiamo brindare» disse lei ridendo.

«E a cosa brindiamo?» domandai io, scoppiando in una risata.

«Brindiamo a questo momento»

Si avvicinò un poco più a me. Eravamo seduti su una panchina, sul bordo di un molo. Fece il gesto di mettere del vino in un bicchiere. Poi mi guardò. I suoi occhi stavano brillando.
I suoi lunghi capelli biondi scivolavano per tutto il viso e il suo sguardo valeva più di mille parole. Versò anche a me del finto vino.

«Spero ti piaccia» scherzò lei.

Feci un altro sorriso e finsi di bere.

«Ottimo»

Jessica incominciò a guardarsi intorno.

«È ora?» chiesi io.

Una lacrima uscì dall'occhio sinistro di Jessica.

«Sì, è il momento»

Si alzò di scatto. Lo feci anch'io.

«Qual'è?»

«Quella lì» e indicò una barca vicino alla spiaggia.

«È carina»

«Lo spero»

«Vedrai che starai bene»

Il suo sguardo si rivolse verso il mio. I nostri occhi si incrociarono per un secondo. Un secondo. Quel secondo non sembrava più finire. Il tempo si era come fermato.
Nella mia mente ci furono un susseguirsi di flashback e immagini. La nostra vita, la nostra relazione, il primo bacio. Mi misi a piangere. Jessica mi accarezzò il viso.

«Sei proprio un bravo ragazzo» disse lei.

Piangevo, piangevo perchè sapevo che avrei potuto fare di più; si, avrei decisamente potuto fare di più. E invece eccoci qui, nel momento in cui nessuno voleva arrivare ma che tutti stavano aspettando.
Un suono ruppe i miei pensieri. Era una sirena.

«Dai che si arrabbiano» scherzò lei.

Poi si mise a guardarmi con più attenzione. Io tolsi lo sguardo.

«Non essere arrabbiato con te stesso, non si può cambiare il destino, la difficoltà è nel saperlo accettare»

Mi fece un sorriso e si girò. Ero immobile, le mie gambe tremarono e potéi sentire il battito del mio cuore. Accellerava. Accellerava e non si voleva più fermare.
Jessica mosse i primi passi, per la prima volta, lontana da me. Guardai il tramonto, che bello che era. Quante emozioni ti poteva far venire.
Un semplice gioco di luci e ombre poteva farti decisamente stare meglio, in quel periodo buio. Jessica si fermò. Sapevo che dentro di sé pulsava la tentazione di girarsi, per darmi un ultimo saluto.
Ma non fu così. Ricominciò a camminare, lentamente, assorta dai suoi pensieri, ed io dai miei. Un'immagine poetica apparve davanti a me. Jessica si era posta fra il mio sguardo e il sole.
Mi faceva ombra e intorno a sé potevo vedere un alone rosso, quasi divino. La barca incominciò a partire, ma lei non si girò mai più. Eccolo, il momento tanto atteso. La separazione tra due anime.
E sorridevo. Sorridevo per non piangere. Sorridevo per la vita. Sorridevo per lei, perché sapevo che non l'avrei mai più rivista. Addio. Per tutte l'emozioni che mi hai fatto provare.
Addio. Per tutte le cose che abbiamo fatto. Addio. Per i momenti passati insieme. Addio.