Probabilmente aveva ragione chi, tre mesi fa, scriveva che questo governo sarebbe durato fintanto che avrebbe accontentato o scontentato i partiti che lo appoggiano in egual misura e questo in ragione di un passo indietro della politica rispetto alle necessità del Paese.
Ma nel momento in cui l'esecutivo si spostasse troppo a destra o troppo a sinistra la sua "vita" (Bossi docet) potrebbe essere messa in discussione.
Ora sembra di vedere un film già visto parecchie volte con altri interpreti, attori e comprimari: un premier che dopo aver incassato il rifiuto del partito di maggioranza di partecipare ad un incontro collegiale dapprima assicura che non ci sono problemi, poi lancia qualche timida minaccia, infine esterna il suo disappunto nel corso di una visita all'estero, in Serbia.
Solito copione, cose già viste.
Come si è arrivati a questo? Beh, finché si trattava di bastonare i pensionati o di fare qualche liberalizzazione fasulla parzialmente rientrata con lo spreeeed ancora elevato, tutti erano d'accordo.
Anche sulla legge elettorale pareva che non ci fossero problemi, le questioni di ordine pubblico non hanno interessato più di tanto, i soldi delle tasse arrivano copiosi, tutti comprano loden e buttano alle ortiche bandane e eskimi.
Ma quando si arriva a toccare il mercato del lavoro allora iniziano i problemi; Gargamella preso tra due fuochi va a consiglione dal Kapo e da quel giorno lì tutta la questione articolo 18, riforma del welfare, CIG si blocca istantaneamente.
E infatti Fornero oggi, anziché annunciare riforme risolutive anche in favore di una ripresa dell'occupazione, cincischia con le firme in bianco richieste alle donne al momento dell'assunzione. Cosa vecchia come il cucco condivisa anche dall'ultimo spazzino comunale.
Dunque se la riforma sul lavoro è stoppata e non procede per quale ragione la controparte dovrebbe accettare quelli che sono sembrati accordi preliminari su questioni mica di poco conto come le nomine RAI e la giustizia?
Chiaro che è impossibile permettere ad un governo sé dicente tecnico di avvantaggiare una delle due parti.
Di qui la decisione di Alfano (o di Berlusconi poco importa) che, ovviamente, è stata condannata dalla sinistra che, però, ha assunto identici o simili atteggiamenti qualche settimana prima con la nota salita al Colle del birrarolo mangiapuffi.
In mezzo, a questo punto, ci sta Mariello e la sua corte dei miracoli rimandati con i cortigiani che chiacchierano troppo e poi si scusano, rettificano, smentiscono, chiariscono.
E se stessero zitti?