Metapapero ha scritto:
riesci a definirmi compiutamente la classe operaia, o la classe borghese? E i precari dove si inseriscono?
La classe operaia è tutta quella che,
tecnicamente, opera (quindi anche i benedettini di Norcia). Di contro, c'è solo la classe che non-opera, quindi i capitalisti fanno potenzialmente parte della classe operaia. A TUTTI gli effetti. Niente barbatrucco.
Nessun storca il naso, perché le parole sono importanti. Altrimenti non lamentiamoci dell'antisemitismo dei supposti persiani. Opera
io a casa mia vuol dire colui che opera, così come il macella
io è colui che macella, il mugna
io e colui che mugna ed il magnacc
io è colui che magna.
Poiché la classe operaia del XIX sec (Dickens per esempio in Hard Times) si instaura nella mente collettiva il lavoratore di catena di montaggio, quindi industria pesante, l'operaio è identificato surrettiziamente con il lavoratore dipendente del settore, inizialmente, industriale siderurgico, chimico, tessile e manifatturiero. Ovunque esista una catena di operazioni, ecco che si immette un operaio nel ciclo (pensate quanti controesempi
borghesi esistono!)
Poi, lo si estrapola a tutta la condizione salarita in cui il lavoro è particolarmente faticoso, manuale e debilitante. Non di concetto, non di scrivania: di pura manovalanza, ripetitiva, monotona, scarsamente complicata da concepire ma estremamente spossante da eseguire.
Definizione che io trovo molto socio/politica e poco scientifico/economica. E questo infatti è un attributo che nulla ha a che fare con il verbo "operare". A meno che non si intenda l'azione una debilitazione perpetua. E vabbè, e poi gli angeli sono ermafroditi e chi non fa nulla campa 100 anni ...
Se si definisce una classe tramite l'azione che compie, allora tale azione deve risultare evidente. Come definire dentisti non coloro i quali lavorano sui denti (quindi, def. piuttosto ampia), ma coloro i quali lavano i piatti dentro i laboratori odontoiatrici.
E' proprio sbagliato il termine "operaio", mica altro.
Posso operare anche se fossi un aristocratico capitalista ed antisindacalista. Che scherziamo?
Figuriamoci i borghesi: come cacchio ricavano i soldini per imborghesirsi? Non operano in qualche campo questi signori?
Chiamamoli piuttosto manovali, garzoni, schiavi.
Quindi, in conclusione: qui stai confondendo un'azione generica (operare) con una conseguenza specifica e socialmente intrinseca (l'essere precario. Non puoi essere precario se non hai un lavoro salariato. Posso operare, invece, senza essere salariato.).
Stai in pratica fondendo due figure retoriche: il tutto per una sua parte (operare => precario), una parte per il tutto (precario => operaio).
Sono insiemi certamente incidenti, ma nessuna condizione necessaria e/o sufficiente soddisfatta.
Puoi essere un precario senza essere un operaio (per es. un consulente presso una società privata a contratto dipendente dai risultati), così come puoi essere un operaio senza essere un precario (per es. i meccanici che lavorano alla FerrariF1. Vai loro a dire che sono precari, poi sentiamo).
Togliamoci dalla testa queste distinzioni marxiste che andavano bene nel XIX e prima della new economy. Oggi fanno acqua da tutte le parti e abusandone si aumenta l'errore di valutazione many-fold.
Fine pippozzo.