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UNA REPUBBLICA
CHE SUPERI I PARTITI
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di Alcide de Gasperi
E' noto che il Mazzini alla vigilia del rivolgimento politi-
co, di cui celebriamo il centenario, tendeva anche ad una
riforma religiosa e nella sua ricostruzione ideale associava
l'opera della Costituente a quella di un Concilio che abbattes-
se il Papato Romano: mirava cioè ad una riforma totale che
unificasse nella sua Repubblica i due poteri, quello temporale
e quello spirituale.
La storia in verità prese diverso cammino e la Repubblica I-
taliana, proclamata cento anni dopo, si fonda sulla libertà e di-
stinzione dei due poteri. Ma bisogna anche rilevare che il Maz-
zini stesso, entrato in Roma dopo che l' Assemblea Costituente
aveva già fissato nello Statuto fondamentale la formula del Fi-
lopanti: "il Pontefice Romano avrà tutte le guarantigie necessa-
rie perla indipendenza nell'esercizio della sua podestà spiri-
tualel” , nulla fece per opporsi a tale formula o per svuotarla.
Anzi nel suo discorso all' Assemblea del 9 marzo, evitò tutto
ciò che poteva dividere e cercò appassionatamente tutto ciò
che potesse unire, dando alla Repubblica un senso che supe-
rasse i partiti passati e presenti e quanto era formale nel regi-
me. “Per Repubblica -egli disse -noi intendiamo un principio,
intendiamo un grado di educazione conquistato dal Popolo,
un programma di educazione da svolgersi, un'istituzione atta
a produrre un miglioramento morale... il sistema che deve svi-
luppare la libertà, l'uglianza,l'associazione”.
Ed ecco la conclusione di quel discorso: I”Tollerantissimi di
quanto ha preceduto l'impianto della nostra Repubblica, di
tutto ciò che può avere appartenuto a un ordine meno inoltra-
to di idee, uniamoci tutti nell'avvenire, proviamo, al mondo e
all'Italia che noi possiamo farci in brevissimo tempo migliori".
Mi pare questo un appello che, lungo la curva di un secolo,
arriva anche alle nostre menti e ci spinge al lavoro concorde
per lo sviluppo politico, morale e sociale della nostra democra-
zia, costituita a Repubblica.
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