scuole-ghetto

[zwirner]

MILANO - A Milano le classi differenziate riser*vate ai soli stranieri esistono già: all’elementare Radice, su 96 alunni 93 sono immigrati. A Roma c’è un caso analogo: alla Pisacane su 184 bambini solo 6 hanno genitori italiani. Si dice classi, ma in realtà sono ormai piutto*sto intere scuole nelle quali gli alunni italiani si possono contare sulle dita, a volte anche di una sola mano. Ma non si tratta delle strutture speciali — e di*scriminatorie — periodicamente ri*chieste a gran voce dalla Lega. Si tratta bensì di formazioni spontanee — altrettanto discriminatorie — cresciute sulla forte concentrazione degli immigrati in alcuni quartieri e la conseguente fuga dei bambini italiani dagli istituti in cui spesso finiscono per trovarsi in schiaccian*te minoranza.

Né si possono per queste fu*ghe biasimare le famiglie, comprensibil*mente preoccupate per il livello d’istruzio*ne dei figli, per forza di cose inferiore, no*nostante l’impegno a volte anche eroico degli insegnanti, in quelle classi nelle qua*li la maggioranza degli alunni soltanto a stento mastica l’italiano. Ovvio che contro questa realtà s’infrange il sogno dell’integrazione. Che non è, natu*ralmente, soltanto un sogno bensì una ne*cessità primaria per un Paese di recente e forte immigrazione come il nostro. Integra*zione che, per altro, ha qualche speranza di compiersi realmente soltanto a scuola, nel tempo, almeno in teoria felice, che dovreb*be precedere pregiudizi, grettezze e ideolo*gie. Ma con chi mai possono integrarsi i piccoli stranieri nelle nuovissime scuo*le-ghetto, scuole, perciò, inevitabilmente di serie B, che in modo spontaneo si stan*no formando un po’ qua e un po’ là? Al mas*simo con i bambini della nazionalità più rappresentata, cinesi, dunque, forse, oppu*re romeni o sudamericani. Per riequilibrare le classi, tornare al vec*chio metodo archiviato dei bacini d’uten*za, che legava obbligatoriamente gli alun*ni alla loro scuola di zona, non servirebbe più perché numerosi quartieri periferici delle grandi città sono ormai abitati quasi soltanto da immigrati, fatta eccezione per certi anziani che non hanno i mezzi e forse nemmeno la voglia di spostarsi dal rione dove bene o male sono vissuti una vita inte*ra; e che, naturalmente, non vanno a scuo*la.

Se, dunque, non si vogliono più o meno silenziosamente avallare nuovi ghetti dele*teri per la futura convivenza, non resta che il ragionevolissimo anche se assai più labo*rioso sistema delle quote, in base al quale inserire nelle classi un numero di stranieri compatibile con i normali livelli di istruzio*ne, di modo da non indurre alla fuga gli alunni italiani. Si raggiungerà questo possi*bile equilibrio con il venti, il trenta o an*che con il quaranta per cento di bambini extracomunitari? Toccherà agli esperti de*ciderlo e a presidi e provveditori metterlo in pratica; però in fretta, altrimenti il fune*sto fenomeno delle scuole per soli stranie*ri non potrà che moltiplicarsi. Fondamentale sarebbe però anche pre*parare gli insegnanti al compito ben più difficile che ormai li aspetta in numerosi istituti, sostenendoli con corsi di aggiorna*mento mirato, affiancandoli con persona*le per il doposcuola, non lasciandoli soli sulla breccia; magari, se fosse possibile, pa*gandoli anche di più rispetto ai colleghi impegnati in realtà un po’ più normali e più conosciute.

Le classi dove gli italiani sono stranieri - Corriere della Sera

[benjamin_linus]

Le meraviglie della scuola pubblica italiana.
Immondizia pagata coi soldi dei contribuenti.

[dDuck]

Le meraviglie della scuola pubblica italiana.
Immondizia pagata coi soldi dei contribuenti.

va bene togliamo la scuola, cosi vanno a rubare a 10 anni anziche a 18 !!!

[sisifo68]

Il motivo è che il deprezzamento delle case nei centri storici fa concentrare tutti gli immigrati nelle stesse zone, e le scuole sono legate al quartiere.
In più immagino ci sia una fuga precipitosa degli italiani dalle scuole a forte concentrazione di immigrati, ora che le nuove leggi lo permettono.

[sisifo68]

va bene togliamo la scuola, cosi vanno a rubare a 10 anni anziche a 18 !!!

Così vanno tutti a rubare, e non soltanto in piccola percentuale.

[benjamin_linus]

va bene togliamo la scuola, cosi vanno a rubare a 10 anni anziche a 18 !!!

Siano messi in galera loro ed i loro genitori che non li educano alla legalità.

[THE MATRIX]

MILANO - A Milano le classi differenziate riser*vate ai soli stranieri esistono già: all’elementare Radice, su 96 alunni 93 sono immigrati. A Roma c’è un caso analogo: alla Pisacane su 184 bambini solo 6 hanno genitori italiani. Si dice classi, ma in realtà sono ormai piutto*sto intere scuole nelle quali gli alunni italiani si possono contare sulle dita, a volte anche di una sola mano. Ma non si tratta delle strutture speciali — e di*scriminatorie — periodicamente ri*chieste a gran voce dalla Lega. Si tratta bensì di formazioni spontanee — altrettanto discriminatorie — cresciute sulla forte concentrazione degli immigrati in alcuni quartieri e la conseguente fuga dei bambini italiani dagli istituti in cui spesso finiscono per trovarsi in schiaccian*te minoranza.

Né si possono per queste fu*ghe biasimare le famiglie, comprensibil*mente preoccupate per il livello d’istruzio*ne dei figli, per forza di cose inferiore, no*nostante l’impegno a volte anche eroico degli insegnanti, in quelle classi nelle qua*li la maggioranza degli alunni soltanto a stento mastica l’italiano. Ovvio che contro questa realtà s’infrange il sogno dell’integrazione. Che non è, natu*ralmente, soltanto un sogno bensì una ne*cessità primaria per un Paese di recente e forte immigrazione come il nostro. Integra*zione che, per altro, ha qualche speranza di compiersi realmente soltanto a scuola, nel tempo, almeno in teoria felice, che dovreb*be precedere pregiudizi, grettezze e ideolo*gie. Ma con chi mai possono integrarsi i piccoli stranieri nelle nuovissime scuo*le-ghetto, scuole, perciò, inevitabilmente di serie B, che in modo spontaneo si stan*no formando un po’ qua e un po’ là? Al mas*simo con i bambini della nazionalità più rappresentata, cinesi, dunque, forse, oppu*re romeni o sudamericani. Per riequilibrare le classi, tornare al vec*chio metodo archiviato dei bacini d’uten*za, che legava obbligatoriamente gli alun*ni alla loro scuola di zona, non servirebbe più perché numerosi quartieri periferici delle grandi città sono ormai abitati quasi soltanto da immigrati, fatta eccezione per certi anziani che non hanno i mezzi e forse nemmeno la voglia di spostarsi dal rione dove bene o male sono vissuti una vita inte*ra; e che, naturalmente, non vanno a scuo*la.

Se, dunque, non si vogliono più o meno silenziosamente avallare nuovi ghetti dele*teri per la futura convivenza, non resta che il ragionevolissimo anche se assai più labo*rioso sistema delle quote, in base al quale inserire nelle classi un numero di stranieri compatibile con i normali livelli di istruzio*ne, di modo da non indurre alla fuga gli alunni italiani. Si raggiungerà questo possi*bile equilibrio con il venti, il trenta o an*che con il quaranta per cento di bambini extracomunitari? Toccherà agli esperti de*ciderlo e a presidi e provveditori metterlo in pratica; però in fretta, altrimenti il fune*sto fenomeno delle scuole per soli stranie*ri non potrà che moltiplicarsi. Fondamentale sarebbe però anche pre*parare gli insegnanti al compito ben più difficile che ormai li aspetta in numerosi istituti, sostenendoli con corsi di aggiorna*mento mirato, affiancandoli con persona*le per il doposcuola, non lasciandoli soli sulla breccia; magari, se fosse possibile, pa*gandoli anche di più rispetto ai colleghi impegnati in realtà un po’ più normali e più conosciute.

Le classi dove gli italiani sono stranieri - Corriere della Sera

Questo accade quando le cose non si gestiscono. Non si volevano le classi che preparavano i ragazzi stranieri ad entrare nelle scuole italiane? bene, così abbiamo intere scuole che da sole hanno fatto in modo che questo accadesse.
Conosco la Pisacane.

[dDuck]

Siano messi in galera loro ed i loro genitori che non li educano alla legalità.

benjo, non capisci che il sistema è complesso, se la gente è povera ruba per sopravvivere, se tu paghi poco i lavoratori come nel III mondo, la gente ruba per sopravvivere, il sogno europeo (e americano) era basato sul benessere diffuso, sulla distribuzione della ricchezza, sullo stato che forniva i servizi.

semplifichi tutto, sembra che ognuno debba essere capace di farsi tutto da se, invece un sistema (stato-privati-citadino-aziende) è un entità continua e interagente.

se tu togli la scuola ai ragazzi, avrei meno tecnici specializzati e più delinquenti, se tu non fai le infrastrutture tutto il sistema industriale avrà problemi, non è cosi semplice come dici tu.

Tu proponi il sistema del III o del IV mondo, quello che vedi in TV nelle favelas, nelle periferie di Bombay, nelle fabbriche del sud est asiatico.

La stessa cina è molto più avanti di te e dei tuoi paesi paradiso.

[benjamin_linus]

sembra che ognuno debba essere capace di farsi tutto da se, invece un sistema (stato-privati-citadino-aziende) è un entità continua e interagente.

No, è un associazione a delinquere finalizzata a depredare i contribuenti per mantenere i parassiti.

[sisifo68]

No, è un associazione a delinquere finalizzata a depredare i contribuenti per mantenere i parassiti.

PEr parassiti intendi quelli che non fanno una sega tutto il giorno e campano di rendita? Allora sono d'accordo.