La maggioranza di centrodestra si presenta in Aula con soli otto consiglieri e l'assemblea dura sette minuti
Provincia, strada in salita per Fuda
I partiti minori della Cdl reclamano pari dignità e chiedono un tavolo allargato
Piero Gaeta
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Sette minuti. Tanto è durato il Consiglio provinciale. Il tempo di chiamare l'appello, constatare che la maggioranza (o quel che ne resta) era presente con soli otto consiglieri, quindi consentire a quelli dell'opposizione di uscire dall'Aula. E tutti a casa. Meglio: tutti fuori dall'aula a discutere e confabulare su come spartirsi le poltrone del potere, mentre una Provincia intera, pazientemente, attende che si cominci a lavorare alla soluzione dei tanti problemi che l'attanagliano. E il 27 maggio ormai è lontano quaranta giorni! Il Consiglio dovrà essere riconvocato e ancora non si sa quando. Ma prima si dovrà tentare di ricomporre le lacerazioni all'interno di una maggioranza di centrodestra così rissosa e irascibile da non consentire neppure di proporre un nome per avviare l'elezione del presidente del Consiglio. Insomma per Fuda la strada è più che mai in salita. Sette minuti (dalle 18,07 alle 18,14) in cui si sono visti in Aula tutti i cinque consiglieri di Forza Italia («noi sosteniamo lealmente il nostro presidente», ha detto l'azzurro Peppe Raffa), due di Alleanza Nazionale (Cananzi e Rogolino) e il Liberal Sgarbi Pietro Patafi. Degli altri dello schieramento di centrodestra neppure l'ombra. Nessuno si è presentato in Aula ma dopo hanno fatto sentire la propria voce. A cominciare dai gruppi consiliari e le segreterie politiche di Udc e Cde che minacciano «di non intervenire alle sedute consiliari sino a completa ed esaustiva definizione dell'accordo di maggioranza ritenendo che esso debba riguardare l'insieme delle questioni, sia di metodo che di merito, ad oggi esistenti irrisolte sul tappeto. Ciò al fine anche di evitare pericolose contrapposizioni rispetto a un quadro di maggioranza e a una presidenza con cui intendiamo instaurare rapporti di forte coesione e di grande collaborazione, confermando l'impegno di schieramento che ci ha visti uniti nella battaglia elettorale». La premessa da cui muovono i centristi è che «non esiste, allo stato, una completa definizione dell'accordo di maggioranza volto al chiarimento dei nodi politico-programmatici che, sino ad oggi hanno impedito il varo di un esecutivo provinciale che, pienamente legittimato da una piattaforma d'intesa completa attivi, nei tempi più brevi, il processo di rinnovamento della Provincia per cui abbiamo richiesto e ottenuto il consenso degli elettori. Mancano – dicono ancore Udc e Cde – la tensione e lo sforzo per conseguire tale obiettivo e manca pure una seria fase di concertazione che valorizzi il contributo determinante che il nostro partito ha fornito la vittoria elettorale. Esiste, pertanto, la seria difficoltà, in assenza di un percorso politico credibile a garantire il mantenimento degli obiettivi definiti nel patto con gli elettori e per cui abbiamo ottenuto un così largo consenso». Ma critiche a Fuda giungono anche dai responsabili politici di Nuovo Psi, Udeur, Patto e Pri, i quali puntano l'indice contro Forza Italia «che – dicono – avrebbe dovuto promuovere prima dei lavori consiliari un ulteriore incontro». Ribadiscono inoltre «di ritenere fondamentale la costituzione di un tavolo tra i partiti e il presidente per stabilire regole e indirizzi e per conoscere il quadro globale di governo proposto dal Presidente, esteso anche all'elezione dell'ufficio di presidenza dell'assemblea». Gli incontri bilaterali, che nulla hanno prodotto, non stanno più bene agli altri partiti della coalizione che reclamano «il rispetto della pari dignità». E poi auspicano che «Fuda tempestivamente assuma e conduca personalmente idonee iniziative politiche, volte a garantire gli ormai ineludibili adempimenti statutari, ritenendo altresì non più differibili e la traformazione dell'intesa elettorale tra i partiti del centrodestra in coalizione politicamente organica. In questo contesto, ai segretari provinciali di Fi e An si riconosce un ruolo politico di particolare responsabilità. Essi dovranno concorrere a creare le opportune condizioni politiche tese a rafforzare la realizzazione del progetto e del programma prospettati durante la campagna elettorale». È facile immaginare che nei banchi del centrosinistra si gongoli a vedere le difficoltà in cui si dibatte la maggioranza, invece Totò Calabrò esprime preoccupazione: «Sono davvero amareggiato per l'immagine che questa maggioranza sta dando di sè e della Provincia. Tutto ciò rappresenta una clamorosa smentita nei fatti di quanto la coalizione del centrodestra aveva promesso in campagna elettorale. Mi auguro davvero, per il bene della nostra gente e del nostro territorio, che venga smentito il popolare detto che il buongiorno si vede dal mattino... Se le premesse del governo del centrodestra sono queste, è chiaro che per la nostra provincia si aprono anni bui
tratto dalla gazzetta del Sud del 05/07/02