piccolo sondaggio

[holyfire]

Originally posted by benny3
questa settimana tocca alla beat generation prendere le bastonate dal "dom". un ottimo articolo.
un mucchio di luoghi comuni che cadono.

Vero. L'ho letto anch'io e l'ho trovato ottimo. I beat non mi sono mai piaciuti. Li ho sempre ritenuti dei sopravvalutati.
Ciao.

[benny3]

la venerazione che circonda, o cirocndava la beat, era originata dalla voglia di idealizzare il coraggio di vivere di espedienti in una societa` invece inquadrata. l`utopia di chi ha il coraggio, e l`incapacita`, di accettare le regole comuni.
certo che per esserci dei ribelli ci devono essere persone che rispettano le regole.
siccome il sistema nel quale viviamo fal del ribellismo generalizzato e da operetta il suo credo la beat e` diventata quasi una caricatura di se` stessa. il riferimento a lorenzo cherubini era perfetto.
l`unica cosa sulla quale dissento dall`articolo e` il riferimento a Miller come beat. miller era tutto, anche un mezzo maniaco, ma non beat era miller e basta.
quasi come Bukowski.

[holyfire]

Originally posted by benny3
l`unica cosa sulla quale dissento dall`articolo e` il riferimento a Miller come beat. miller era tutto, anche un mezzo maniaco, ma non beat era miller e basta.
quasi come Bukowski.

Su Miller sono d'accordo. Miller era un genio, i beat no. Credo che Miller abbia piazzato 3 capolavori uno dietro l'altro: Tropic of Cancer, Black Spring (in realtà scritto prima) e Tropic of Capricorn (a volte un po' narcisistico e autoindulgente, verboso oltremisura, ma comunque grande).
In seguito è caduto preda di se stesso, del proprio mito. Doveva smettere di scrivere, ma farlo avrebbe significato trovarsi un altro lavoro. Così sono arrivati tutta una serie di romanzi privi di visionarietà, legati soltanto agli "atti" di Miller, ripetitivi, autoindulgenti, noiosi. L'apice lo raggiunge con la "Trilogia" Sexsus, Plexus, Nexsus, davvero insopportabile: una buona pagina ogni 150 circa - l'aveva teorizzato in Tropic of Capricorn, ma non si pensava l'avrebbe messo in pratica.

Bukowski non lo sopporto. Mi ha fatto piacere leggere una recensione dei Meridiani di Fante dove Gorlier salva questi definendo invece Bukowski un sopravvalutato. Ogni volta che ho provato a leggerlo mi sono chiesto cosa ci trovano. Ho molti amici che lo adorano, mentre mi guardano male perché gli preferisco gente come Nabokov o Pynchon. Bé... anche Pynchon è discutibile (Nabokov no, è il massimo!) per molti aspetti, ma non gli contrapporei mai Bukowski in quanto istintivo, emozionale ecc. Non mi emoziona e mi dà lo stesso effetto dei beat: letto un racconto mi chiedo cosa ha voluto dirmi, a cosa è servito leggerlo.
Ciao.

[benny3]

non vorrei trasformare un forum libertario in un salotto di critica lettararia , comunque sono d`accordo su Miller in toto con Holyfire.
per quanto riguarda Nabokov altrettanto d`accordo.
Pynchon lo reputo un po` discontinuo.
ad esempio V o alcuni passaggi dell`Incanto del lotto 49 mi sono piaciuti veramente.
alcuni passaggi invece dell`arcobaleno della gravita` li ho trovati pesanti, stopposi. troppa realta`, troppe sensazioni lanciate verso il lettore quasi con la catapulta.
per Bukowski, la mia opinione e` diversa rispetto ad Holyfire. certo non tutto e` oro, ma vi sono Storie di ordinaria follia, e la raccolta di racconti Niente canzoni d`amore, che sono veramente belli. Bukowski e` come Poe credo che dia il meglio di se stesso nella distanza breve, nel racconto.

domani comunque comprero` il domenicale, speriamo vi siano argomenti interessanti.
buona lettura.

[ARI6]

Originally posted by benny3
non vorrei trasformare un forum libertario in un salotto di critica lettararia

Vabbè dai, per ora chiudiamo un occhio, ma se andate per le lunghe potete trasferirvi su Hdemia.
Anzi, se vuoi posto lì una copia del thread.