....europei.
Fiocco azzurro nel piccolo regno belga: è nato il Verhofstadt-atto secondo. I quotidiani nazionali hanno celebrato la nascita del governo del liberale fiammingo Guy Verhofstadt titolando a nove colonne. Ma chi ha sfogliato i giornali per conoscere la composizione del nuovo Consiglio dei ministri, ha appreso che i due partiti che hanno vinto le elezioni (socialisti e liberali) hanno faticosamente raggiunto, nei 52 giorni post voto, un accordo di governo senza stabilire chi ne farà parte. La coalizione prevede un abbassamento delle imposte a carico degli imprenditori per 800 milioni di euro (e non 1.400, come avrebbero voluto i liberali) e il mantenimento di una sicurezza sociale “forte”: per i socialisti, una grande vittoria, mentre i liberali sono moderatamente soddisfatti della “sintesi violetta”, che in compenso ha scontentato sindacati e imprenditori. Il premier si recherà oggi dal re per presentare una lista di ministri, che dovrà ottenere il benestare del sovrano. Louis Michel ( lo splendido socialista belga che si rifiuta a stringere la mano a degli sporchi fascisti italiani quali Tremaglia ed altri, nota per aeroplanino) ha fatto fuoco e fiamme per essere riconfermato al ministero degli Esteri e, nonostante l’opposizione interna ed esterna al suo partito,
dovrebbe farcela.
PARIGI – Infrastruttura mon amour
“Preferisco tenermi lontano da queste polemiche e considerare invece una proposta interessante: l’iniziativa italiana per la crescita”. Lo ha dichiarato il primo ministro francese Jean-Pierre Raffarin, cui un quotidiano lussemburghese aveva chiesto di commentare la difficile situazione diplomatica tra Roma e Berlino. Raffarin sembra guardare con particolare interesse al piano per le infrastrutture presentato da Giulio Tremonti, anche perché una delle opere del piano, che la Commissione europea ha sostanzialmente approvato, è la linea ferroviaria Torino-Lione (il cosiddetto “corridoio cinque”), sulla cui realizzazione in tempi brevi Raffarin si è impegnato in prima persona con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
BRUXELLES – Toglietemi tutto, ma non…
“Moi, Daniel Cohn-Bendit…”: comincia così, come una comunicazione all’ufficiale giudiziario, la lettera aperta del leader del ’68 francese (oggi eurodeputato dei verdi tedeschi a Bruxelles) a commento delle vicende diplomatiche tra Italia e Germania, dopo la rinuncia di Gerhard Schroeder al viaggio nelle Marche. “Sono assolutamente deciso a passare le mie vacanze in Italia! Non sono certo le stupide dichiarazioni di un sottosegretario al Turismo, il signor Stefani, a farmi rinunciare al calore di una parte della popolazione italiana. E certo – continua Cohn-Bendit - neanche un capo di governo che perde la testa potrà privarmi della cucina italiana. Trovo la reazione di Schroeder -(altra cortese nota per aeroplanino) conclude l’eurodeputato – non soltanto esagerata ma fuori luogo: decidere di non andare più in vacanza in Italia è assurdo”. Ipse dixit.
ROMA – E il candidato per il Kosovo?
“L’Unione europea fa progressi: oggi (ieri, ndr) sarà nominato il nuovo inviato dell’Ue in Medio Oriente. E perfino Silvio Berlusconi è pronto ad ammettere la disfatta”. Così il Financial Times di ieri preannunciava l’investitura del belga Marc Otte al posto dello spagnolo Angel Moratinos, in carica da sei anni. Al delicato incarico aspirava anche il governo italiano: Berlusconi aveva puntato sull’ambasciatrice a Damasco Laura Mirakian, ma la candidatura italiana avrebbe incontrato l’opposizione del governo francese. A Parigi sembra non sia andata giù la decisione del presidente del Consiglio di non incontrare Yasser Arafat, nel corso del suo ultimo viaggio in Medio Oriente. Il Quai d’Orsay ha rilanciato suggerendo il nome di Otte: belga (e quindi non particolarmente gradito a Gerusalemme) ma “moderato”. Il diplomatico è attualmente a capo della task force per le politiche di sicurezza e difesa a fianco di Javier Solana, è stato ambasciatore in Israele dal ’92 al ’96 e console a Los Angeles.
A Roma non rimane che puntare sull’ultimo incarico a breve scadenza: quello del rappresentante della missione Onu in Kosovo (Unmik). A Pristina tutti concordano nell’affidare l’incarico a un italiano.
Ma Kofi Annan ha bocciato la candidatura del diplomatico Antonio Armellini perché troppo “tecnica”. Il ministro degli esteri Franco Frattini ha richiamato gli alleati a individuare una figura di “taglio politico”. E sono molte le candidature (o autocandidature) che circolano: Margherita Boniver, Gianni De Michelis, Giorgio La Malfa, Silvia Costa, Patrizia Toia, Umberto Ranieri, Emma Bonino e Claudio Martelli. Ma il tempo stringe: la nomina dovrà essere formalizzata entro il prossimo consiglio affari esteri Ue che si terrà a Bruxelles il 21 luglio. Roma rischia di perdere un’altra importante poltrona, dopo quella in Medio Oriente e quella della Nato, cui ha rinunciato il ministro della Difesa Antonio Martino.
saluti