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  1. #1
    Roderigo
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    Predefinito l'Unità intervista Bertinotti - Noi e l'Ulivo per un'opposizione più forte

    Bertinotti: noi e l'Ulivo insieme per un'opposizione più forte

    di Piero Sansonetti



    ROMA. «Accantoniamo le diffrenze per dare tutti assieme una risposta forte al berlusconismo». In un'intervista a "l'Unità", Fausto Bertinotti propone un'assemblea di tutti i parlamentari dell'opposizione.

    A una settimana dalla manifestazione unitaria del 23 marzo, che sarà la conclusione di un mese e mezzo di mobilitazioni in tutt'Italia, e che preparerà lo sciopero generale, Fausto Bertinotti rompe un po' gli schemi e si fa avanti con una proposta unitaria. Rivolta all'Ulivo. Cosa che non aveva mai fatto negli ultimi quattro anni. Propone una convergenza tra quelle che lui chiama, al plurale, «le opposizioni». Per dare sponda politica e parlamentare al movimento di lotta e alle battaglie sindacali. La proposta è abbastanza precisa: una assemblea dei parlamentari di tutti i partiti del centro sinistra e della sinistra, da tenere prestissimo, per vedere se si trovano dei punti comuni sui quali lavorare insieme. Senza pretendere di annullare le differenze che dividono «le due sinistre». Ma accantonandole, per dare insieme una risposta forte al «berlusconismo». Del resto, anche sulle differenze tra le due sinistre, Bertinotti crede che siano in corso molti cambiamenti, che i confini siano diventati più fluidi, più frastagliati e un po' più labili rispetto a un anno fa.

    Bertinotti, quali possono essere i punti comuni sui quali convergere?

    «Vedo la necessità di una azione su tre piani. Il piano parlamentare, quello programmatico e quello politico. Sul piano parlamentare la mia proposta è semplicissima: organizzare l'ostruzionismo contro la legge per la modifica dell'articolo 18. Io credo che le sinistre debbano dare sponda al movimento sindacale. Senza strumentalizzarlo, senza forzarlo. Per carità, quello sarebbe un errore gravissimo. Per esempio se noi cercassimo di presentare lo sciopero generale come uno sciopero politico, uno sciopero per mandare via Berlusconi, faremmo una sciocchezza.. Però si devono trovare delle sinergie tra lotta sindacale e lotta di opposizione in Parlamento. L'ostruzionismo penso che sia l'idea giusta».

    E sul piano del programma?

    «Dobbiamo trovare una piattaforma comune. Che ci permetta di essere efficaci sui temi fondamentali. Io credo che potremmo decidere una vera e propria stagione referendaria. Non solo per difenderci dall'attacco della destra, ma per contrattaccare. Il primo referendum secondo me dovrebbe essere per ottenere l'allargamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (cioè del divieto di licenziamento senza giusta causa) anche alle aziende con meno di 15 dipendenti. Io faccio questo ragionamento: il fatto che l'articolo 18 protegga solo una parte della classe lavoratrice è il punto debole. Infatti la destra attacca qui. Cerca di fomentare la divisione sociale. È qui che deve passare la controffensiva. Partendo da una ovvietà: in questi anni è cambiata la struttura industriale e produttiva. È cambiato il rapporto quantitativo tra grande impresa e impresa medio-piccola. Nei primi anni '70, quando fu varato lo Statuto, le aziende sotto i 15 dipendenti non erano la spina dorsale del sistema».

    Tu dici una stagione di referendum...

    «Sì, credo che dovremmo promuoverne tanti, usarli come strumento di lotta: sulle rogatorie, sul conflitto di interessi (se loro insisteranno sulla legge-beffa) e poi anche su temi più generali, magari non strettamente legati alle battaglie di politica interna. Per esempio sulla Tobin Tax. E partire da qui per trovare convergenze tra Ulivo e sinistra radicale anche sul piano politico. Nel senso che credo che dobbiamo lavorare per costruire dialogo, convergenze e azioni comuni coi grandi movimenti che sono in campo. Il movimento che viene chiamato no-global, il movimento sindacale e anche tutto il movimento dei girotondi che ha smosso nell'ultimo mese le acque del centro-sinistra».

    Che giudizio dai su questi movimenti e su come stanno "strattonando" la politica italiana?

    «Il movimento no-global non solo ha portato nella nostra politica nuove idee e nuova linfa. Ma ha avuto un effetto "moltiplicatore" per molti altri protagonismi. E' come se avesse fertilizzato il terreno, e su questo terreno chiunque butta un buon seme lo vede germogliare in fretta, mentre fino a qualche tempo fa il seme moriva bruciato. E così abbiamo visto la ripresa vigorosa del conflitto sociale, abbiamo visto uno dopo l'altro nascere nuove organizzazioni e nuovi movimenti democratici che vengono dalla società civile, abbiamo visto persino il centro sinistra tornare in piazza».

    Ma tu dici che le sinistre restano due. Non ti pare una cosa innaturale? «Poteva essere logico che fossero due quando una era al governo e l'altra aveva scelto l'opposizione. Ora sono tutte e due all'opposizione, che senso a dividersi?

    «Il fatto che una delle due sinistre governasse e l'altra no era un l'effetto della divisione, non era la causa. La ragione della divisione era il giudizio che si da su questa globalizzazione. Il centro-sinistra (non solo quello italiano, il centro-sinistra di tutto il mondo) ha pensato che questa globalizzazione potesse essere utilizzata come fattore progressista. Cioè che avesse in se un nucleo vitale, di modernizzazione, e che valorizzando questo nucleo si potessero temperare le politiche liberali e governare da sinistra la modernizzazione. L'altra sinistra, chiamiamola radicale - della quale noi facciamo parte - ha pensato che questa globalizzazione fosse contro la modernità, e fosse qualcosa che trasformava l'eccezionale potenziale innovativo di cui si dispone, anziché in progresso in arretramento sociale. Fino alla demolizione del compromesso sociale e democratico che era stato la base della vita politica in occidente nella seconda metà del 900. Vedi, non parlo di due sinistre per un capriccio. La divisione è molto netta e molto politica».

    Da qualche mese però mi pare che su tutti questi temi la discussione si sia riaperta a 360 gradi. Non è così?

    «Ci sono delle notevoli novità per via dell'affermarsi del movimento
    no-global. Questo movimento ha fatto saltare tutti gli schemi. Ha messo in circolazione un'enorme quantità di politica. Ha rotto i confini, le linee di contrasto tra le due sinistre. O almeno le ha molto fluidificate. Anche perché è un movimento che raccoglie culture politiche lontane tra loro, e certamente non tutte interne allo schema della sinistra radicale. Il movimento ha fatto irruzione anche dentro quella che io chiamo "sinistra liberale", ha riaperto la discussione, il dialogo. Diciamo che le sinistre restano due, ma che sono molto aumentate le possibilità di dialogo. Il movimento no-global ha posto due discriminanti. Il no alla guerra e il no al neoliberismo. Sono la coordinata e l'ascissa: dentro c'è una gigantesca tavola cartesiana dentro la quale la sinistra può ricostruirsi».

    Che giudizio dai sulla destra?

    «Mi sembra che la linea scelta sull'articolo 18 costituisca una novità. Cambia il panorama. O almeno ci fornisce elementi di giudizio di cui prima non disponevamo. Non era, per me, così prevedibile la decisone del governo - dopo le mezze aperture dei giorni scorsi - di confermare la linea dura sull'articolo 18. Io mi aspettava quella che a scacchi si chiama la "mossa del cavallo". E cioè un colpo di teatro che scompaginasse gli oppositori e permettesse alla maggioranza di transitare lungo una linea ambigua. E invece, quando aveva sul piatto anche la possibilità di dividere i sindacati, di ottenere risultati politici di un certo rilievo, Berlusconi ha scelto la via dello scontro frontale. Anche a costo di ricompattare i sindacati e gli oppositori. E a costo di schierare le truppe su un fronte che non ammette armistizi o pareggi: i vince il governo o vincono i sindacati. Perché?, mi chiedo. Per tenere fede alle promesse verso la Confindustria? Non credo: anche la Confindustria era divisa. E allora? Io vedo una ragione di fondo: l'idea di importare il thatcherismo in Italia. Con tre obiettivi, legati l'uno all'altro Sconfiggere i lavoratori è il primo. Il secondo è sconfiggere i sindacati, demolirli. Perché il progetto di relazioni industriali non prevede la presenza pesante dei sindacati. Il terzo obiettivo è quello di rimettere in discussione tutto il sistema contrattuale italiano. Romperlo. Passando per l'abolizione del contratto nazionale di categoria, cioè dell'ultimo baluardo che aveva resistito tutti questi anni. È questa la sfida. Altrimenti non si spiegherebbe tanto accanimento».

    Vengono in mente i primi anni della Thatcher e di Reagan. Anche la Thatcher e Reagan iniziarono con una sfida. La Thatcher ai minatori, Reagan ai controllori di volo. E vinsero.

    «È inutile negarlo, il rischio c'è. Il rischio della sconfitta. Bisogna esserne consapevoli. Per questo credo che sia necessario unire le forze e contrattaccare. Uscire dalla rassegnazione, dalla subalternità. Dare sponda alla forza dei movimenti, e giocare anche noi tutto, per vincere la battaglia».

    l'Unità 16 marzo 2002

  2. #2
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    Thumbs up Un buon passo

    Mi sembra che le intenzioni espresse dal nostro Segretario siano ottime, anche per incidere meglio sulla sinistra presente nell'Ulivo, oltre che nelle battaglie di difesa dei diritti sociali.

    Marco

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  3. #3
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    Talking Risposta

    Finalmente il nostro Leader ha capito che per poter battere il berluska bisogna fare un accordo col csx e mandare giù qualche boccone amaro, purtroppo è così, bisogna farci l'abitudine, dobbiamo capire che per battere questi neo-fascisti c'è bisogno di una sinistra unita, questo è un piccolo passo che però significa molto, bisogna capire che la sinistra non è solo Parlamentari, ma la sinistra è fatta di gente che combatte per i pochi ideali che ancora le sono rimaste dobbiamo capire che per battere Berlusconi non bisogna parlare in politichese, non ci si deve arroccare sopra le rispettive posizioni, bisogna ascoltare la gente che per prima cosa chiede che la sinistra sia unita.


    Ciao A tutti e finalmente grazie per aver riaperto pol.

    Claudio

  4. #4
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    Mi dispiace nuvolarapida ma probabilmente alla tua sinistra saranno rimasti pochi ideali, alla mia sinistra che è poi quella di Rifondazione e della sinistra alternativa in generale di ideali ne sono rimasti e anche tanti, tanto da non ridurre la lotta al governo di destra ad un semplice antiberlusconismo, ma ad una lotta più ampia contro il neoliberismo, di cui grandi complici ed ammiratori sono stati i vari neooppositori del centrosinistra.
    La proposta del Segretario non è lo stupido pateracchio che viene propagandato da TV e Media in genere, ognuno rimane con le sue differenze e non ci si riunisce in nessuna federazione, o meglio minestrone,ma si si organizza per dare risposte unitarie alle proposte di legge del governo di centrodestra, quindi nessun pateracchio unitario di programmi impossibili, visto che noi siamo antiliberisti e gli altri sono per loro stessa ammiassione liberisti, anche se più sdolcinati, nessun neofrontismo, noi siamo e rimaniamo dell'idea che il centrosinistra come ipotesi politica ha fallita nella sua idea ci gestionre delle politiche liberiste, e crediamo fermamente che la sinistra può rnascere solo se antiliberista, questo è un punto fermo ed irrinunciabile, quello che chiediamo è solo di smetterla di fare girotondi e pernacchie, am di fare seria opposizione insieme, poi una volta sconfitto il nemico ognuno per la sua strada, la nostra della sinistra antiliberista e socialista, la loro del centrosinistra liberista e flessibile.
    Con questo spero di aver chiuso con tutte le stupidità dette e sentite sulle proposte del compagno segretario.

  5. #5
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    Angry invece di...

    Caro Falcorosso,
    sbagli a criticare così duramente nuvolarapida. Credo che condivida quanto dici, solo i toni del tuo e del suo post sono tendenzialmente differenti.
    Ma l'indirizzo è comune: ostacolare le politiche capitalistiche del centrodestra, fermare le destre e riportare il paese verso una prospettiva di sinistra.
    Invece di accusarci sempre l'un l'altro, pensiamo ad una grande UNITA' della sinistra italiana.
    E, poi, il compagno Bertinotti su Liberazione stessa ha affermato di voler unire le forze con il centrosinistra per bloccare Berlusconi e i suoi "fini" alleati, con l'ostruzionismo parlamentare, con la protesta energica di piazza.
    Cerchiamo ciò che ci unisce tutti, non ciò che ci divide.
    E basta vedere il nemico sempre a chi sta accanto a noi, invece di vederlo in chi sta davanti a noi.

    Marco

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  6. #6
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    Caro Marco io falco ex rio, tu sai cosa voglio dire, volevo semplicemente togliere illusioni precostituite a chi pensa che noi abbiamo dimenticato che un governo precedente a questo ha liberalizzato, introdotto la flessibilità in entrata nel lavoro, quasi privatizzato la scuola pubblica, svenduto il patrimomio pubblico, privatizzato le ferrovie, creato le basi per lo smembramento dell'Enel e la sua svendita, che farà Berlusconi, a privati tipo Moratti,vedi arcola qui a spezia, e tante altre cose, comprese due guerre sue u ed un'altra di Berluscomi, quindi lotta contro le sue leggi, ma occhio sempre fermo. perchè il bastone fa male, ma la carota è altrettanto pericolosa.
    Scusami ma dalla nota ho dimenticato una chicca, che ti farà un poco di dolore, le famose grandi opere propagandate dall'allora ministro Nerio Nesi, fra cui lo stretto di Messina, che ora farà Berlusconi, ma che avrebbero fatto anche loro!
    Le divergenze sono troppe per non vedre che può essere solo tatticae non strategia.

  7. #7
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    Predefinito Scusa..........

    Vedi Falco, come te sono iscritto a Rifondazione, ma penso che per battere berlusconi ci sia bisogno anche di noi, delle nostre idee.
    Parlando della sinistra con pochi ideali mi riferivo al centro-sinistra, privo di ideali di "sinistra", non a noi, che in questi anni abbiamo combattutto per i veri ideali.
    Tralasciando tutto questo, voglio dire che un dialogo e un patto con il csx, sarebbero una buona cosa, poichè forse ci eviterebbero altri 5 anni dopo questi di governo fascista, mi capisci, io preferisco un governo liberale con una tendenza alla sinistra che un governo antilliberale con una tendenza al fascimo, ma forse qualcuno non la pensa così e ancora oggi pensa di poter fare del bene ai lavoratori stando all'opposizione.

  8. #8
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    Capisco perfettamente che il ragionamento che mi appresto a fare possa apparire, in questo momento, inopportuno e si appresti ad essere inteso da alcuni come una pretesa massimalista e minoritaria. Ma il rifiuto della Cgil di dare voce al social forum nella manifestazione del 23 Marzo e ancor più l’assenza di una piattaforma alternativa alle pratiche concertative mi induce a riflettere sull’opposizione che sta crescendo attorno al governo Berlusconi. Se è vero che la difesa dell’articolo 18 è da considerarsi sacrosanta e irrinunciabile è anche vero che attorno a quest’ultima né il sindacato confederale né i partiti del centrosinistra hanno posto al centro della loro opposizione una vera e propria piattaforma rivendicativa tesa a ribaltare la prassi riformista-liberale di questi ultimi anni. Lo scontro con il governo appare tutt’al più ispirato da una lotta strumentale per l’alternanza. La demonizzazione dell’avversario, la rincorsa verso la via giustizialista, il rifugio nella delega ai pubblici ministeri sembrano essere più che altro la via di fuga del ceto medio borghese più che i germi di una ripresa della lotta di classe. Se tutto questo risponde ad un’analisi veritiera diventa allora irrinunciabile proporre, all’interno di questa vasta opposizione che sta crescendo, un’alternativa di società. Partendo proprio dalle proposte programmatiche di Rifondazione è necessario incalzare sindacato e sinistra moderata sui temi del lavoro per passare da una fase difensiva ad un processo offensivo. Uscire dalla pratica concertativa che ancora in questi giorni governa i rinnovi contrattuali; tutti conclusi al di sotto delle stesse condizioni previste dall'accordo del 23 luglio e con cedimenti vistosi sul piano delle condizioni della prestazione. Costruire una griglia universale di diritti per riunificate il frammentato mondo del lavoro. Promuovere un referendum che allarghi l’art.18 a tutti i lavoratori, rivendicare una protezione integrale dei salari dall’inflazione, riprendere una lotta per l’introduzione delle 35 ore settimanali e del salario sociale ai disoccupati di lunga durata. Questi sono i contenuti che una vera opposizione per l’alternativa dovrebbe mettere in campo. Senza questa impostazione il rischio è quello di trovarsi al cospetto di una fase di lotte egemonizzate dal riformismo cigiellino e dal moderatismo dei Ds, ripetendo così l’esperienza dell’autunno 94’, quando la protesta contro Berlusconi andò ad arenarsi e ad arrestarsi in una prospettiva riformistica borghese che sfociò prima nel governo Dini poi nel fallimento della terza via Ulivista.

    In conclusione mi sento di condividere al 100% le parole di Falcorosso che condivido e ripropongo qui sotto, non certo per insistere nella polemica ma semplicemente perchè ritengo corrispondano effettivamente alla mossa tattica del segretario.

    "La proposta del Segretario non è lo stupido pateracchio che viene propagandato da TV e Media in genere, ognuno rimane con le sue differenze e non ci si riunisce in nessuna federazione, o meglio minestrone,ma si si organizza per dare risposte unitarie alle proposte di legge del governo di centrodestra, quindi nessun pateracchio unitario di programmi impossibili, visto che noi siamo antiliberisti e gli altri sono per loro stessa ammiassione liberisti, anche se più sdolcinati, nessun neofrontismo, noi siamo e rimaniamo dell'idea che il centrosinistra come ipotesi politica ha fallita nella sua idea ci gestionre delle politiche liberiste, e crediamo fermamente che la sinistra può rnascere solo se antiliberista, questo è un punto fermo ed irrinunciabile, quello che chiediamo è solo di smetterla di fare girotondi e pernacchie, am di fare seria opposizione insieme, poi una volta sconfitto il nemico ognuno per la sua strada, la nostra della sinistra antiliberista e socialista, la loro del centrosinistra liberista e flessibile. "

  9. #9
    Roderigo
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    Predefinito Re: Risposta

    Originally posted by Nuvolarapida
    Finalmente il nostro Leader ha capito che per poter battere il berluska bisogna fare un accordo col csx e mandare giù qualche boccone amaro, purtroppo è così, bisogna farci l'abitudine, dobbiamo capire che per battere questi neo-fascisti c'è bisogno di una sinistra unita, questo è un piccolo passo che però significa molto, bisogna capire che la sinistra non è solo Parlamentari, ma la sinistra è fatta di gente che combatte per i pochi ideali che ancora le sono rimaste dobbiamo capire che per battere Berlusconi non bisogna parlare in politichese, non ci si deve arroccare sopra le rispettive posizioni, bisogna ascoltare la gente che per prima cosa chiede che la sinistra sia unita.
    Ciao A tutti e finalmente grazie per aver riaperto pol.
    Claudio
    In verità, questa comprensione non è nuova. Putroppo, non sempre quel che si capisce come necessario, è immediatamente realizzabile. Un conto è proporre l'unità a sinistra, mentre D'Alema propone di sospendere lo statuto dei lavoratori per tre anni, un conto è proporre l'unità a sinistra, mentre Cgil e Ds sono impegnate nell'opposizione al governo che vuole abolire lo statuto dei lavoratori. Un conto è agire in una condizione di paludosa pace sociale, un conto è agire con il movimento no-global, le mobilitazioni nelle fabbriche, i girotondi e lo sciopero generale.

    R.

  10. #10
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    GRAZIE LA CHIAREZZA IN CERTI MOMENTI è INDISPENSABILE!
    Sia chiaro stupidaggini alla comunistiitaliani noi non ne faremo MAI!
    Su questo potete pure metterci tutto quello che avete di più caro......... sul fuoco. A proposito è già iniziata la campagna doi disinformazione dei DS, nel loro giornale si afferma che a Lucca è stato raggiunto l'accordo per un candidato comune, mentre Rifondazione ha gia il suo candidato, una donna, ed una lista con programma all'interno del quale vi sono movimenti, esperienze sindacali, comitati, cioè la famosa sinistra di alternativa.
    E' chiaro che nessuno è contrario per principio alle alleanze di tutta la sinistra, ma non per battere le destre, ma per dare svolte serie alle politiche dei governi locali, il discorso di Bertinotti era molto chiaro e per chi non lo avesse ancora compreso bene si vadaa leggere l'intervista sul Corriere, è chiaro che chi sitrova nella m.... come centrosinistrae ds cerca di approffittarne, infatti ritornano i vecchi discorsi dei mentecatti, non rieso a definirli in altro modo, della sinistra, tipo il Manifesto "bertinotti esce dall'arroccamento", oppure dell'Unità "Fassini apre a Bertinotti", queste due frasi sono già una dimostrazione pratica di come dovremmo camminare con i piedi di piombo per evitare di essere fagocitati dai loro interessi, che da sempre è dimostrato non sono quelli di una seria opposizione alle destre

 

 
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