Le domande senza risposta sull'assassinio di Berg
Anthony Gregory, www.arabcomint.com
15 maggio 2004 - I misteri che circondano l'assassinio di Nicholas Berg si moltiplicano. Ci sono diverse questioni che devono essere chiarite.
Chi aveva la custodia di Nick Berg, e quando?
Michael Berg, il padre di Nick, insiste nel dire che suo figlio è stato detenuto dalle forze USA in Iraq per undici giorni e che la ragione per cui Berg ha perso la vita è stata "il fatto che il governo USA lo abbia tenuto in custodia per tanto tempo, senza un giusto processo e senza la garanzia dei diritti civili".
Secondo un amico di Berg, il giornalista cileno Hugo Infante, "la polizia iracheno lo catturò una notte, vide il suo passaporto, con nome ebraico e timbro israeliano. I poliziotti pensarono che fosse una spia e lo consegnarono ai militari americani, e questi ultimi lo chiusero in prigione per quasi due settimane".
I funzionari USA negano che Berg sia stato mai in loro custodia, ma confermano che uomini dell'FBI visitarono Berg tre volte mentre era in custodia degli iracheni. Secondo la storia ufficiale, la polizia locale di Mosul lo arrestò il 24 marzo e lo rilasciò il 6 aprile, e durante questo lasso di tempo avvennero le visite dell'FBI.
Il capo della polizia di Mosul, generale Mohammed Khair al-Barhawi, nega che Berg sia mai stato sotto custodia irachena, affermando che tali rapporti sono totalmente infondati.
Seppure la dichiarazione del capo della polizia di Mosul sia inaccurata, la famiglia di Berg è convinta che la responsabilità della faccenda sia interamente americana, in ogni caso. Alla Associated Press, il padre di Nick ha dichiarato: "E' l'FBI a dire alla polizia irachena cosa fare, non la polizia irachena a dire all'FBI cosa fare. A chi vogliono prendere in giro?". Il fratello di Nick, David, sottolinea: "Tecnicamente, era un prigione irachena, ma, dal momento che non vi è alcun governo iracheno, cosa vuol dire ciò?".
Come prova che Nick sia stato effettivamente detenuto dalle forze USA, la famiglia esibisce un e-mail inviato dall'ufficiale consolare USA in Iraq, Beth A. Payne, che dice letteralmente:
"Ho confermato che suo figlio, Nick, è trattenuto a Mosul dalle forze militari americane. E' salvo. E' stato arrestato approssimativamente una settimana fa. Cercheremo di ottenere ulteriori informazioni riguardo la sua detenzione e la metteremo in contatto con una persona con cui comunicare direttamente".
La portavoce Kelly Shannon ha risposto che Payne si sbagliava e che, "poiché il signor Berg era stato rilasciato, la funzionaria del consolato non trasferì la notizia alla famiglia perché egli era ormai libero e, probabilmente, pensavamo, sulla strada di casa". Shannon ha anche detto che il 10 aprile - quattro giorni dopo la presunta liberazione dal carcere iracheno - gli USA offrirono a Berg un volo dall'Iraq alla Giordania, ma egli declinò l'offerta perché la ritenne "non sicura". Per i successivi due giorni, Berg risedette in un albergo, senza avere alcun contatto con la sua famiglia. Resta avvolto nel mistero ciò che accadde in questi due giorni cruciali.
Probabilmente la cosa più strana tra tutte è la menzione da parte di Michael Berg di un possibile accordo, mediante il quale suo figlio avrebbe potuto essere liberato da presunti membri di al-Qaida in cambio di alcuni prigionieri iracheni:
"Vorrei chiedergli se è vero che al-Qaida offrì di scambiare la vita di mio figlio con la vita di un'altra persona ... E se ciò fosse vero, beh, ho bisogno di quest'informazione ... e credo che il popolo degli Stati Uniti d'America debba sapere qual è il destino dei suoi figli e figlie per mano dell'amministrazione Bush".
Un intreccio che implica un indirizzo e-mail
Lo sviluppo più recente, e se possibile più bizzarro, in questo mistero è l'enigmatica connessione pre-11 settembre tra Berg ed al-Qaida. E' recentissima la notizia secondo cui Berg sia stato investigato dall'FBI nel 2002 perché la password del suo e-mail fu trovata in possesso di Zacharias Moussawi, arrestato poco dopo l'11 settembre. All'epoca, l'FBI dichiarò che Berg era stato semplicemente "sconsiderato", ed aveva permesso a Moussawi di usare il suo computer dopo averlo conosciuto su un autobus.
Alcuni hanno teorizzato che è stato probabilmente questo casuale incidente ad aver spinto gli agenti dell'FBI ad interrogare Berg mentre era sotto custodia irachena. Sinora, il governo USA non ha fatto luce su questa surreale coincidenza.
Ulteriori quesiti
Molti osservatori hanno focalizzato le loro critiche sulla credibilità stessa del video, sottolineando, ad esempio, che il giustiziere di Berg indossava un anello d'oro, proibito dall'Islam. Al di là delle singole incongruenze, l'intera storia lascia perplessi e fa sorgere una quantità di domande a cui non è stata finora data risposta. Perché la compagnia di Berg, la Prometheus Methods Tower Services Inc, non è registrata presso di Dipartimento di Stato della Pennsylvania? Cosa faceva Berg tutto solo in Iraq se, come dice suo padre, "non era lì per fare soldi"? Cosa accadde nei giorni cruciali in cui Berg restò probabilmente in un albergo iracheno? Ancora più importante: chi custodì Berg, e quando? Se era sotto custodia irachena, perché l'FBI lo visitò ben tre volte ed in che modo le autorità USA ebbero controllo operativo sulla sua custodia? Perché la polizia irachena, che lavora con il governo USA, insiste nel dire che Berg non fu da loro trattenuto?
Un editoriale del New York Times conclude:
"L'autorità d'occupazione deve smetterla di trasferire queste domande alla polizia irachena, la quale non esiste se non come agente della potenza americana. La famiglia Berg merita delle risposte, così che possa piangere in pace la morte del congiunto".
La famiglia Berg merita davvero queste risposte, così come il popolo americano. Così come stanno andando le cose, qualsiasi risposta susciterà, probabilmente, domande ancora più grosse.
traduzione a cura di www.arabcomint.com
da antiwar.com
http://www.arabcomint.com/le_domande_senza_rispost
a_sull.htm
Articolo originale: http://www.uruknet.info/?p=2768