....Tremonti
Il nuovo lavoro mi piace
Bruxelles. “Questo nuovo lavoro mi piace molto”, dice Silvio Berlusconi, il primo ministro, anzi ministro dell’Economia, ai neocolleghi dell’Ecofin.
E, come ai tempi in cui era primo ministro, anzi ministro degli Esteri, non solo gli piace, gli riesce pure.
Gioca di sponda con Francia e Germania, incassando il credito di quando Giulio Tremonti lavorò per congelare le sanzioni del Patto di stabilità; ammansisce gli integralisti di Maastricht,
dall’austriaco Karl-Heinz Grasser che, se a novembre sbraitava contro francesi e tedeschi, oggi definisce “convincente” il
programma di Berlusconi, agli olandesi contrari nel ’97 all’Italia nell’euro e ora aggrappati alla sentenza della Corte di giustizia per veder sopravvivere un Patto che rischia di sanzionarli; convince, con le sue “garanzie personali”, che il deficit nel 2004 resterà sotto la soglia del 3 per cento; alla fine incassa il “no” dell’Ecofin all’early warning.
Missione egregiamente compiuta.
In mattinata il primo ministro, anzi ministro dell’Economia, ha illustrato all’Eurogruppo le misure che intende far adottare “entro 10 giorni”, inserendole nel quadro di miglioramento della situazione economica generale che “porterà nei prossimi mesi a maggiori entrate”.
Berlusconi offre più di quanto chiesto dalla Commissione europea in aprile: oltre lo 0,6 per cento di pil per mantenere il disavanzo al di sotto del 3 per cento di deficit, che definisce un “tetto invalicabile e il baricentro della politica economica dell’Italia”.
La manovra sarà di 7,5 miliardi di euro, di cui 5,5 di riduzione strutturale del deficit (4,2 miliardi di tagli alla spesa e 1,3 miliardi di riduzione dei trattamenti fiscali privilegiati nei settori assicurativo e bancario).
Gli altri 2 miliardi sono una tantum derivanti principalmente dalla vendita di immobili.
All’Eurogruppo le reazioni sono positive, in primo luogo da parte dell’asse anti-Patto di Francia e Germania.
Il ministro dell’Economia di Parigi, Nicolas Sarkozy, si dice
“soddisfatto” perché “l’Italia ha presentato le misure che erano state richieste due mesi fa”.
Gli fa eco il collega tedesco, Hans Eichel, che, rimpiangendo Tremonti, riconosce che “con questi impegni l’Italia non ha più bisogno di early warning”.
La Commissione è più fredda, perché “ha avuto poco tempo per valutare la manovra”, sottolinea la necessità di una piena attuazione delle misure annunciate, ma alla fine acconsente.
“Il pacchetto presentato per il 2004 è adeguato”, taglia corto il presidente di turno e ministro delle Finanze olandese, Gerrit Zalm, che trasmette il tutto all’Ecofin del pomeriggio per la scontata decisione di chiudere la pratica.
Il precedente germano-portoghese
La formula adottata all’unanimità dai ministri dell’Economia e delle Finanze dei 25 ricalca quella usata per Germania e Portogallo nel 2002: le misure annunciate dal presidente del Consiglio, anzi ministro dell’Economia, “sono benvenute”, le preoccupazioni relative al deficit pubblico italiano vengono meno, la richiesta della Commissione di inviare un early warning è respinta e l’Ecofin continuerà a monitorare l’andamento dei conti pubblici.
Anche perché quel precedente germano-portoghese non è di buon auspicio, dato che i due paesi sono poi incappati nella procedura per deficit eccessivo. Zalm concorda con il commissario agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia: “Pensiamo siano necessarie ulteriori misure nel 2005”, dice il primo, “dovremo esaminare gli sviluppi dell’anno prossimo e ciò che succederà nell’evoluzione del debito”, aggiunge il secondo. Il presidente del Consiglio, anzi ministro dell’Economia, ricorda loro la riforma delle pensioni, che “sarà approvata entro luglio”, mentre fonti a lui vicine specificano che la riduzione strutturale del deficit avrà un effetto doppio il prossimo anno, arrivando allo 0,9 per cento.
Ma il risultato forse più importante è il via libera implicito dei 25 al piano sulle tasse del governo. “Ogni misura di riduzione fiscale dovrebbe essere finanziata attraverso equivalenti risparmi”, dice la dichiarazione finale Ecofin, che coincide con le parole di Berlusconi: “Nessuno ha mai pensato a una riduzione delle tasse senza una parallela riduzione delle spese”.
Una prima giornata di soddisfazioni, dunque, per il primo ministro, anzi ministro dell’Economia, che ha assicurato che “continuerà a venire a Bruxelles” in questa veste. “E’ il segno del suo impegno”, gli riconosce Zalm, che sottolinea due vantaggi che ha Berlusconi nel ricoprire i due incarichi:
“Lo ha già fatto quando era anche ministro degli Esteri e, soprattutto, non deve scontrarsi con il primo ministro”.
da il Foglio di oggi
saluti