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Discussione: Guerre Dimenticate 2

  1. #1
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    Predefinito Guerre Dimenticate 2

    Eccoci quà dopo tanto tempo di nuovo con il mio thread, ancora non garantisco continuità al 100% ma almeno un post al giorno si, l'ultima volta che avebvo postaro sulle guerre dimenticate mi sembra che fosse giugno, e passato moltissimo tempo dall'ultima volta e moltissime notizie drammatiche sono uscite, quando mi sono fermato si parlava di Afghanistan, ma adesso le riprendo aggiornando tutte le situazioni lasciate indietro a giugno, visto che si sta parlando di russia mi sembra giusto aggiornarvi sulla situazione (molto grave) in Cecenia, tanto per ricordare chi è putin e il governo russo e gli estremisti islamici, ma sopratutto le vittime tra i civili...

    ------------------------------------------------------

    L’ALTRA NON-GUERRA






    L'Onu si piega alla Russia: “Nessuna guerra in Cecenia.
    I bombardamenti dei villaggi, i combattimenti con decine di morti, i rastrellamenti e le violenze dimostrano il contrario


    Kofi annan e vladimir putin



    aprile 2004 – In seguito alle pressanti richieste del Cremlino, le Nazioni Unite hanno accettato di cancellare dai documenti Onu sulla Cecenia la definizione di “conflitto armato. Un’importante vittoria diplomatica per il presidente russo Vladimir Putin, che riesce così a imporre alla comunità internazionale la ‘versione russa’ della questione cecena, una versione tesa a dimostrare che la situazione nel paese è normalizzata, pacificata, che le forze russe hanno il pieno controllo del paese e che la resistenza armata indipendentista cecena è ridotta a sporadica attività terroristica islamica, che va combattuta senza pietà nel quadro della guerra globale al terrorismo. Dai documenti Onu, a iniziare da quello oggetto del contendere sull’impiego dei bambini-soldato, sparirà infatti la dizione “gruppi insurrezionali”, per essere sostituita da quella chiesta dal Cremlino di “bande armate illegali”.

    Feriti russi



    L’esercito indipendentista ceceno, comandato dall’ex presidente ceceno Aslan Maskhadov (liberamente eletto nel 1997 e spodestato dai russi con l’invasione militare del 1999) continua a essere attivo in tutto il territorio ceceno con azioni di guerriglia che causano decine di morti alla settimana tra i militari russi. I bollettini diffusi dal comando militare del Consiglio di Difesa ceceno (Majlis al-Shura) sono pesantissimi. Quello della 239esima settimana di guerra (dal 3 al 9 aprile 2004) annuncia l’uccisione di 122 soldati russi e la distruzione di cinque carri armati, sette blindati Btr da trasporto truppe, otto camion Ural da trasporto truppe, una locomotiva diesel, cinque fuoristrada Uaz. Quello precedente, della 238esima settimana di guerra (dal 27 marzo al 2 aprile 2004), annunciava l’uccisione di 97 soldati russi e la distruzione di dieci camion Ural da trasporto truppe, cinque blindati Btr da trasporto truppe e tre fuoristrada Uaz.


    Bombardamento russo



    Come rappresaglia a questi continui attacchi, i russi bombardano i villaggi e le basi della guerriglia, con impiego di caccia-bombardieri e artiglieria pesante, compiono rastrellamenti volti a terrorizzare la popolazione, arresti di massa, torture ed esecuzioni extragiudiziali. Fonti locali riferiscono, soprattutto in queste ultime settimane, che i caccia-bombardieri Mig e gli elicotteri russi hanno ripetutamente bombardato nascondigli della guerriglia e obiettivi civili sulle montagne dei distretti sud-orientali di Vedeno e Nozhai-Yurt. Negli ultimi giorni i russi hanno compiuto raid aerei nei pressi dei villaggi di Dargo, Belgatoi, Ersenoi, Gansol-Chu, Shirdi-Mohk, Yalhoi-Mohk, Ahkinchu-Borze e Agishbatoi. In uno di questi raid, la mattina del 16 aprile, un missile ha ucciso Abdul Aziz Al-Ghamdi, nome di battaglia Abu Walid, comandante saudita delle formazioni mujaheddin arabe che partecipano alla resistenza cecena. Ma più spesso sono i civili innocenti a fare le spese di questi attacchi, com’è accaduto il 9 aprile quando un missile russo ha centrato la casa di Marin Tsintsayeva, nel villaggio di Rigakhoy, uccidendo lei e i suoi cinque bambini.




    Tra un bombardamento e l’altro, nei villaggi della zonale forze russe e le milizie cecene filo-russe conducono operazioni di ‘pulizia’ (zachistki), occupando e isolando i centri abitati, facendo irruzione in tutte la case, minacciando, picchiando e arrestando tutti gli uomini in ‘età militare’, che poi vengono orrendamente torturati, uccisi con un colpo di pistola alla nuca e buttati in fosse comuni o burroni. Com’è accaduto con i nove civili ‘rapiti’ dai russi il 27 marzo scorso durante un rastrellamento nel villaggio di Duba-Yurt e ritrovati morti il 9 aprile in fondo a un crepaccio vicino al villaggio di Serzhen-Yurt. Durante queste operazioni sia i soldati russi che le famigerate milizie cecene filo-russe, picchiano e stuprano le donne cecene, com’è accaduto il 16 aprile nel villaggio di Sogunti, dove la moglie di Mukharbi Tamiraev è stata violentata in pubblico perché si rifiutava di rivelare ai miliziani dove si trovasse suo marito, accusato di essere un guerrigliero.




    Lo scorso 2 aprile Umar Khambiev, ministro della Sanità del governo ceceno indipendentista in esilio, ha tenuto un discorso davanti alla Commissione dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, a Ginevra, per denunciare quello che lui ha definito un vero e proprio ‘genocidio’ del popolo ceceno ad opera delle forze militari russe. Ha ricordato che oltre 200 mila ceceni (quasi un quarto della popolazione totale) sono stati uccisi dal 1994 a oggi (senza dimenticare gli almeno 20 mila caduti russi), e che questa guerra di sterminio continua con bombardamenti di villaggi, rastrellamenti e arresti in massa di civili, indicibili torture ed esecuzioni extragiudiziali nei campi di concentramento. Sulla base di queste denunce, il Parlamento europeo ha sottoposto alla stessa Commissione Onu una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani commesse dai russi in Cecenia. Ma il 15 aprile i membri della commissione hanno votato bocciando il documento.




    I ceceni sono vittima di un gioco più grande di loro. I paesi occidentali chiudono un occhio, anche due, davanti alla questione cecena per evitare che la Russia si impunti sulla questione irachena e sull’espansione ad est della Nato, come altrimenti il Cremlino ha più volte minacciato di fare.
    C'è un proverbio che dice: “Quando gli elefanti combattono, sono i fili d’erba a soffrire


    Enrico Piovesana

  2. #2
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    In Origine Postato da fuego
    Naturalemtne i 200.000 mila morti ceceni non fanno scandalo a questa sinistra antiamericana.
    A loro interessa solo se c'è daprendersela con USA e Israele.
    Questi morti per loro non hanno valore.
    Come sempre per loro i morti non sono uguali.
    bè nemmeno alla destra però, questi morti non valgono niente.
    "c'hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto, il non rubare quando si ha fame"

  3. #3
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    In Origine Postato da fuego
    Infatti gli unici che hanno denunciato quesato massacro sono stati i Radicali e Antonio Russo, fin quando non è stato ucciso dal FSB per aver documentato i crimini dei soldati russi
    GIUSTO....per onestà bisogna aggiungere alla lista anche Adriano Sofri.

  4. #4
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    daccordo con entrambi. per non parlare poi delle guerre dimenticate in africa o in centro america, dove la gente muore nel silenzio assoluto!
    "c'hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto, il non rubare quando si ha fame"

  5. #5
    TORINO E' GRANATA
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    BOUGIA NEN autentico, cioè come per l'Esercito Piemontese, io NON ARRETRO MAI !!
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    In Origine Postato da latinoamerica
    daccordo con entrambi. per non parlare poi delle guerre dimenticate in africa o in centro america, dove la gente muore nel silenzio assoluto!
    e quante c'è ne sono aime !!
    guerre di cui NESSUNO parla ed a cui a NESSUNO interessa.....

  6. #6
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  7. #7
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    In Origine Postato da latinoamerica
    daccordo con entrambi. per non parlare poi delle guerre dimenticate in africa o in centro america, dove la gente muore nel silenzio assoluto!
    Se ti vai a leggere il forum comunismo e nazionalitarismo delle guerre dimenticate in africa ne ho parlato ampliamente

  8. #8
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    Per chi volesse rinfrescarsi la memoria Qui
    Dove in passato ne ho parlato ampliamente di tutti i conflitti dimenticati, ricordando che ricomincierò appena possibile

  9. #9
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    Vista l'ignoranza di alcuni su questo forum sulla situazione terrorismo/guerre da oggi si riparte e si riparte seriamente con il 3D tanto per tenervi un pochino informati visto che alcuni dicono che la situazione è molto migliorata ( mi vien da ridere per NON piangere)

  10. #10
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    CACCIA ALLE STREGHE



    L’assassinio del presidente ceceno Akhmad Kadyrov, avvenuto lo scorso 9 maggio con un clamoroso attentato durante una cerimonia allo stadio Dynamo di Grozny, ha fatto riprecipitare il paese in un clima di terrore e violenza.
    Nell’attuale vuoto di potere, un potere che era manovrato da Mosca ma che in qualche modo riusciva a porre un freno alla linea dura e intransigente del Cremlino, le forze armate e i servizi segreti russi si sentono ora liberi di agire come vogliono



    16 giugno 2004 – “Dal 9 maggio la situazione è notevolmente peggiorata”, ha dichiarato una residente di Grozny, Makka Hamidova, a un agenzia di stampa straniera. “Dopo l’uccisione di Kadyrov i russi hanno scatenato una vera e propria caccia alle streghe, terrorizzando la popolazione con operazioni militari, rastrellamenti, arresti di massa e rapimenti”.

    Nell’ultimo mese l’aviazione e l’artiglieria russa hanno ricominciato a bombardare i villaggi, com’è accaduto ad esempio nei giorni scorsi a Kharsenoi, nel distretto di Shatoi, e il 5 e 6 giugno a Samashki, nel distretto di Achkoi-Martan. L’esercito ha intensificato le operazioni anti-guerriglia in tutto il territorio ceceno, con decine di morti negli scontri armati delle ultime settimane. Gli ultimi ieri, nel distretto di Shali: dieci guerriglieri e cinque soldati russi.



    Interi centri abitati sono stati isolati e rastrellati dai militari, decine di civili sono stati picchiati e arrestati. Sono tornati a spuntare anche i famigerati ‘punti di filtraggio’, centri di detenzione e tortura allestiti a margine delle aree d’operazione. E’ il caso del villaggio di Roshni-Chu, circondato l’8 giugno dalle forze russe, che per tre giorni hanno impedito ai residenti di entrare e uscire, rastrellando tutte le abitazioni, picchiando gente e portando tutti i prigionieri in un punto di filtraggio organizzato in una casa abbandonata fuori dal centro abitato.


    Ma il dato più preoccupante è la riesplosione del fenomeno dei rapimenti di civili da parte delle ‘squadre della morte’, che agiscono di notte seminando il terrore nei villaggi. Da quando Kadyrov era al potere questi sequestri erano notevolmente calati. Invece, nel solo mese di maggio sono stati già denunciati 25 rapimenti. La notte del 31 maggio, ad esempio, tre Uaz senza targa sono entrare nel villaggio di Kalaus. Uomini in mimetica e passamontagna, che parlavano russo, sono entrati in un’abitazione, uccidendo un uomo e rapendone altri due, dopo averli selvaggiamente picchiati.
    Il due giugno, centinaia di donne, madri di ragazzi recentemente rapiti, si erano date appuntamento a Grozny per protestare in piazza, per chiedere notizie dei loro figli. La risposta è arrivata subito, forte e chiara: è intervenuto l’esercito russo, disperdendo le manifestanti con la forza. Molte donne sono state brutalmente picchiate, finendo in ospedale. Altre sono state arrestate. Per Rudnik Dudayev, capo del Consiglio di Sicurezza ceceno, si trattava di “madri di criminali.


    Qualsiasi cosa si pensasse di Kadyrov – afferma la già citata Hamidova – gli va riconosciuto che era riuscito a limitare la violenza russa. Ora che lui non c’è più, i russi sono fuori controllo. Un mio lontano parente, un tenente-colonnello che lavora nella sezione cecena dei servizi segreti russi, mi ha raccontato che dalla morte di Kadyrov gli agenti e i militari russi non obbediscono più ai suoi ordini e che tutti gli ufficiali ceceni che collaborano con i russi sono stati di fatto degradati a un ruolo secondario. Ora i russi sono tornati a comandare”.


    Questa situazione getta una luce inquietante sullo stesso assassinio di Kadyrov. Come osservato dagli analisti di Equilibri.net, “malgrado la sua linea filorussa, il presidente ceceno era stato fortemente avversato da alcuni nazionalisti russi che avevano contestato Putin per aver delegato a lui e alla sua milizia fin troppi poteri. Le recenti richieste fatte da Kadyrov a Putin di ritirare parte del contingente russo avevano provocato l’ira dei nazionalisti. Ma, oltre tali dichiarazioni, ciò che aveva causato la rabbia di molti esponenti della destra russa, nonché di alcuni dei più importanti esponenti delle gerarchie militari russe presenti in Cecenia, era stata la recente confisca, da parte di Kadyrov, di diversi pozzi di petrolio locali che andavano ad arricchire illecitamente le tasche dei vertici dell’esercito russo presente nella repubblica caucasica”.


    Per i settori più fanatici e militaristi del Cremlino, Kadyrov era forse diventato un alleato scomodo, troppo indipendente. Un ostacolo per gli affari sporchi dei ‘signori della guerra’ russi in Cecenia e per la loro spietata e razzista politica di sterminio della popolazione cecena.
    La stessa dinamica dell’attentato getta non poche ombre sui coinvolgimenti dei servizi russi: eludere così facilmente le rigidissime misure di sicurezza che erano state allestite allo stadio Dynamo quel giorno appare davvero impossibile senza che vi sia stato qualche aiuto dall’interno.


    La pista della cospirazione russa è stata scartata da tutti dopo la rivendicazione arrivata il 17 maggio da parte di Shamil Basayev, leader della fazione integralista islamica della guerriglia indipendentista cecena. Ma l’ambiguità di questo personaggio, che ha sempre mantenuto stretti rapporti con alcuni settori dei servizi segreti russi, dovrebbe far riflettere sulla complessità della questione cecena.
    In ogni caso, comunque stiano le cose, in questa lotta di potere e di grandi interessi sono sempre gli stessi a farne le spese: la popolazione civile cecena.

    Enrico Piovesana

 

 
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