Sugli statali: ''Dire sì ai sindacati significa trovare 1 miliardo di euro''
Pil, Berlusconi: ''Stagnazione, non recessione''
Il premier: ''Entro due settimane il quadro di interventi di politica economica da inserire nella prossima finanziaria''
Roma, 13 mag. (Adnkronos) - Il rallentamento attuale dell’economia fa temere ''stagnazione ma non recessione''. E' quanto precisa il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, riferendosi ai dati sul Pil forniti ieri dall’Istat. Berlusconi, comunque, non crede che ci sarà una manovra correttiva dei conti pubblici: ''Non vedo una manovra bis in vista'', dice. Quanto alla possibilità di anticipare la finanziaria, fa sapere: ''Se è possibile lo vedremo una volta fatto il Dpef''. Gli interventi di politica economica da inserire nella prossima finanziaria ''devono essere calati nel Dpef che noi vorremmo arrivare a decidere nel più breve tempo possibile -aggiunge-. Questa mattina parlavo con il ministro dell’Economia e si pensava addirittura di un tempo pari a due settimane''.

Quindi ammette: ''Occorre intervenire per rilanciare l’economia, ma non è cosa facile, perché purtroppo i governi nazionali oggi sono privi di tante prerogative, non hanno cioè i tradizionali strumenti di politica economica da poter usare''. In particolare, sottolinea il premier, i governi ''non possono intervenire con la svalutazione della moneta, perché questo è riservato alle autorità centrali; non possono intervenire sui tassi di cambio; non possono fare delle energiche politiche di riduzione fiscale, perché hanno come tetto i parametri di Maastricht, che noi abbiamo sempre rispettato; non possono intervenire sulle opere pubbliche''. Dunque, conclude, ''c’è da fare i conti con l’avvaloramento della moneta comune''.

Poi l'attacco all'opposizione: ''Sono sempre arrivate critiche, critiche e critiche. Ma mai proposte costruttive e alternative alla nostra politica economica''. Il premier, che si definisce ''un non pessimista di natura'', chiama in causa l’Unione di Romano Prodi con una battuta: ''Visto che si sono dotati di una ‘Fabbrica’, se hanno in serbo delle idee lo dicano e proveremo ad attuarle''. All'interno della maggioranza il premier rileva, invece, una buona coesione. ‘’Stamattina (in Cdm, ndr) ho avuto veramente una positivissima impressione del comportamento di tutti i ministri e di tutte le forze politiche rappresentate al tavolo -dice-. Ci siamo davvero ritrovati coesi''.

Quanto al mancato accordo sul rinnovo del contratto del pubblico impiego, il premier spiega: ''Non me la sono sentita questa mattina di avallare un contratto che avrebbe portato una spesa per i cittadini e per lo Stato di oltre il 5% rispetto al previsto e che avrebbe dovuto portarci ad una ulteriore riduzione della spesa corrente, con uno stanziamento ulteriore di 1 miliardo di euro''. Dire sì ai sindacati equivarrebbe a passare '''da 95 euro a 111 euro di aumento. Cosa che significherebbe dover trovare, riducendo le spese e chiedendo soldi ai cittadini, risorse per quasi 992 milioni di euro, quasi 1 miliardo di euro, cioè 2 mila miliardi delle vecchie lire''.

Nessuna anticipazione sull'Irap. ''Posso dire comunque che io penserei di aprire una trattativa con l’Unione europea -dice Berlusconi-. Dato, infatti, che è l’Ue che ci chiede giustamente di abolire un’imposta controproducente come l’Irap e che quella sul lavoro vale un punto di Pil, cioè 12 miliardi, credo che lo si possa fare in un anno''. ''Allora sì -osserva- che si dà un impulso all’economia. Invece di fare 4 miliardi, 4 miliardi e 4 miliardi, lo si fa immediatamente e così si dà una bella spinta alle imprese. E invece di ripartire su 3 anni, lo facciamo in un anno''.

L'unto vive su un mondo tutto suo.