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Discussione: deutsche uber alles

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    "Il sole sorge sempre allo Zenit e tramonta sempre al Nadir." Chandogya Upanishad
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    Predefinito deutsche uber alles

    RISORGE LA GERMANIA (occhio agli avvoltoi)
    di Maurizio Blondet


    Gerard Schroeder e Angela Merkel


    BERLINO - Qual è il primo esportatore mondiale?
    No, non è la Cina.
    E' la Germania.
    Silenziosamente, la repubblica federale ha superato anche gli USA, fino a ieri il primo esportatore del mondo.
    L'avanzo commerciale tedesco supera quello di Cina, India e Giappone messi insieme: nel solo mese di giugno ha toccato i 16,8 miliardi di euro.
    I profitti delle aziende tedesche si calcolano al 33 % del PIL nazionale, i più alti negli ultimi 40 anni.
    Se bisogna giocare il gioco della globalizzazione, tutto puntato ad esportare, la Germania lo sta vincendo.



    E non abbandonando la produzione industriale ai cinesi per riservarsi, come USA e Gran Bretagna, le speculazioni finanziarie e le attività «incorporee» come software e spettacolo: al contrario, premendo l'acceleratore sui suoi storici punti di forza, le industrie di alta qualità, la produzione fisica di beni ineguagliabili.
    Non a caso, esporta parecchio (macchine utensili computerizzate, macchinari industriali, apparati di precisione) in Cina.
    E, nonostante una politica di moderazione salariale, la Germania non rincorre la Cina nella competizione sulle paghe da fame: i salari tedeschi sono ancora fra i migliori d'Europa.
    Le riforme di Gerard Schroeder stanno funzionando.
    Bollate come «mezze misure» dai superliberisti di Washington e Londra, esse sono parse eccessive ai tedeschi, e rischiano di far perdere al socialdemocratico le elezioni, fra due settimane (1).
    Anche perché, ostinata, resta alta la cifra della disoccupazione: 4,8 milioni di tedeschi fuori dal ciclo produttivo.



    Ma ora, con i buoni risultati nell'export, la vittoria della liberista Angela Merkel (tanto desiderata dai poteri forti anglo-americani) non è più troppo sicura.
    E quasi certamente non sarà schiacciante: tutti si aspettano che, per fare il governo, la Merkel, neofita entusiasta del capitalismo «americano» (è nata all'Est, l'ingenua), dovrà allearsi proprio con i socialdemocratici: la Grosse Koalition.
    Se funziona, modererà gli eccessi liberisti della neofita e aggiungerà il meglio del liberismo alla ricetta Schroeder.
    In questo senso è positivo che la Merkel abbia annunciato la scelta, come ministro delle Finanze, di Paul Kirchoff.
    L'uomo che nel 1993 ha stilato la sentenza costituzionale tedesca che ha sbattuto fuori le intrusioni degli eurocrati nella sovranità tedesca: la sentenza ha stabilito che la Costituzione nazionale viene «prima» delle cosiddette leggi europee.
    Il contrario di quel che fa l'Italia, servilmente prona alla sete di potere di Bruxelles.



    La liberalizzazione promessa da Kirchoff riguarda soprattutto la leva fiscale: vuole abolire la tassazione progressiva sul reddito, per sostituirla con una «flat tax»
    del 25 %.
    Questa misura è sana per la Germania – dove metterà più soldi in tasca a imprenditori, manager, tecnici di livello e operai specializzati – ma oggi dannosa in Italia, dove gli stipendi altissimi sono solo dei ricchi di Stato, parassiti come il segretario del Quirinale Gifuni (2 miliardi l'anno) ed altri mestatori pubblici, per definizione improduttivi.
    Ma soprattutto, Kirchoff ha promesso di abolire 90 mila leggi e leggine tributarie, il cui unico scopo è dar lavoro alla burocrazia pubblica e imporre costi alle imprese vere e buone.
    Questa misura potrebbe essere utile all'Italia: ma non passerà mai, perché da noi è l'alta burocrazia che vince sempre.
    Già le sinistre riparlano di «lotta all'evasione fiscale».

    Il settore pubblico risucchia in Germania il 46% del PIL; è tanto, ma non lontano dal 45% del superliberista (mascherato da socialista) Tony Blair.
    La fetta che del PIL si ritaglia il settore pubblico italiano è vicina a quella della Francia, il 54% del PIL.
    Ma almeno Parigi ha un'amministrazione pubblica efficiente.
    La straordinaria ripresa tedesca già attira gli avvolti della finanza globale.
    George Soros coi suoi hedge funds sta incettando azioni e obbligazioni tedesche, soprattutto di banche in difficoltà.
    Altri fondi speculativi fanno lo stesso, contando su un rialzo dei titoli.
    Il gruppo inglese Terra Firma ha comprato a prezzi bassi 150 mila appartamenti per operai, malconci, ad Essen (oggi ancora centro di rugginose industrie «socialiste») contando su rialzi del mercato edilizio e facili profitti, una volta che i nuovi assunti tedeschi saranno in grado di comprarsi casa.



    Il nuovo governo tedesco dovrà essere accorto a respingere questi ripugnanti parassiti.
    Basti ricordare che in passato, fra le due guerre, immensi capitali americani si riversarono in Germania allo stesso scopo: risultato, una bolla che rincarò alle stelle edifici e terreni, e pochi investimenti veri nell'industria.
    La crisi del '29 risucchiò in USA quel denaro rovente, lasciando come detrito umano milioni di disoccupati.
    Così andò al potere Hitler.
    Che innescò il suo miracolo economico, adottando sistemi che non piacquero (per niente) agli speculatori mondiali.
    Bisognerà evitare che la parte brutta di questa storia si ripeta.


    Maurizio Blondet


    Note
    1) Ambrose van Pritchard, «Britain could soon be Europe's sick man again», Telegraph, 6 settembre 2005.
    Ibrahim

  2. #2
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    Predefinito qualche precisazione.

    3ad molto interessante, ed opportuno, ottimo amico . Oggi pomeriggio in ufficio mi ripromettevo di aprirne uno analogo, dopo aver colto la notizia su
    http://iraqwar.mirror-world.ru/article/62399 ; Ti ringrazio di avermi aperto la strada.

    Infatti la notizia è "epocale". U$A erano il primo esportatore mondiale sin dall'ultimo decennio del XIX Secolo , allorquando soppiantarono UK. Persino negli anni '30 dopo la Grande Depressione, il valore delel merci esportate dagli U$A era più che doppio del valore del secondo esportatore globale (che peraltro era la Germania Hitleriana, che esportava soprattutto in forma di baratto, dunque difficilmente rapportabile a valori monetari).

    Quest'estate, la Germania ha agganciato, poi superato U$A per valore delle esportazioni di merci, a quota 106 mld U$D mensili. Dato rilevante, se si pensa che i Tedeschi sono solo 80.000.000, eppure esportano più merci di 280.000.000 di ameri-cani. Che, se rimangono i secondi esportatori, sono voraci importatori di 160.000.000.000 di U$D di merci ogni mese, con un deficiti evidentemente distruttivo.

    La Germania copre, con esportazioni circa eguali, importazioni che sono la metà, ed ha quindi un consistente surplus. Di oltre 200 mld U$D annui : come il Giappone (è infatti una balla scrivere che il surplus tedesco supera quelli di Cina Giappone ed India sommati. In quest'Estate, il maggior avanzo commerciale mondiale di beni tangibili è quello russo, ovviamente, grazie al saldo petrolifero.).

    La performance tedesca va inoltre ridimensionata chè una buona metà del saldo attivo è verso paesi dell'€zona, tra cui l'Italia, che adotano la medesima moneta : e sono quindi neutre rispetto ai camb (praticamente, son quasi sivvenzioni tedesche ad Italia, Grercia etc.).

    Un elemento però di grpssa froza della Germania rispetto a Cina e Giappone è che i due grandi esportatori asiatici hanno un grande saldo attivo, quasi esclusivamente pari al saldo attivo con U$A. Sono praticamente fornitori che hanno un solo cliente, evidentemente insolvente, che può pagare solo con cambiali (dollari di carta), non onorabili. Per continuare a vendere, debbono finanziare con continui prestiti il loro cliente ... per cui forse più che vendere regalano.

    La Germania invece è in attivo con quasi tutti : è un fornitore globale. Man mano che Cina India Brasile e Messico si industrializzano, hanno bisogno di macchinari, e li acquistano da Essen . Nelle tecmologie chiave del XXI Secolo (laser, aerospaziale, onde elettromagnetiche ) la Germania ha acquisito un primato paragonabilea qeullo che ebbe nell'industria chimica nei secoli scorsi . E la pag. 24 del Corriere della Sera di oggi era dedicata alla decisione UE (id est D) di investire per le nanotecnologie (ultimo settore chiave di cui U$A detengono ancora il primato) l'esorbitante somma di € 460 mld nel 2005, e un trilione all'anno con il VII programma quadro (dal 2007 in poi).

    Però ....

    come per Biancaneve, c'è un verme in quella bella mela. Un verme liberista.

    Se i profitti aumentano del 33 %, i salari non possono aumentare solo dell'1 % !

    Altrimenti, non c'è domanda interna , e la crisi da sovrapproduzione è inevitabile. Henry Ford - che era un capitalista sfruttatore, non certo un filantropo - pagava agli operai di Detroit altissimi salari da 500 $ al mese negli anni '20 perchè - diceva - "gli stipendi debbono bastare a poter comprare una delle mie T. Se no, io che le faccio a fare ? "

    Leggo - sul medesimo Corsera - che gli economisti della Merkel vogliono introdurre la Flat tax , la Reagonomics etc., e mi dico che quello è proprio ciò che ci vuol per azzoppare la ripresa tedesca , ed europea, Ormai tanti paesi hanno assaggiato la panacea liberista (Argentina, U$A, Asutralia), ed han conosciuto tutti la rovina e la miseria. Ancora non basta ?

  3. #3
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    Predefinito Re: qualche precisazione.

    Originally posted by Decima Regio
    3ad molto interessante, ed opportuno, ottimo amico . Oggi pomeriggio in ufficio mi ripromettevo di aprirne uno analogo, dopo aver colto la notizia su
    http://iraqwar.mirror-world.ru/article/62399 ; Ti ringrazio di avermi aperto la strada.

    Infatti la notizia è "epocale". U$A erano il primo esportatore mondiale sin dall'ultimo decennio del XIX Secolo , allorquando soppiantarono UK. Persino negli anni '30 dopo la Grande Depressione, il valore delel merci esportate dagli U$A era più che doppio del valore del secondo esportatore globale (che peraltro era la Germania Hitleriana, che esportava soprattutto in forma di baratto, dunque difficilmente rapportabile a valori monetari).

    Quest'estate, la Germania ha agganciato, poi superato U$A per valore delle esportazioni di merci, a quota 106 mld U$D mensili. Dato rilevante, se si pensa che i Tedeschi sono solo 80.000.000, eppure esportano più merci di 280.000.000 di ameri-cani. Che, se rimangono i secondi esportatori, sono voraci importatori di 160.000.000.000 di U$D di merci ogni mese, con un deficiti evidentemente distruttivo.

    La Germania copre, con esportazioni circa eguali, importazioni che sono la metà, ed ha quindi un consistente surplus. Di oltre 200 mld U$D annui : come il Giappone (è infatti una balla scrivere che il surplus tedesco supera quelli di Cina Giappone ed India sommati. In quest'Estate, il maggior avanzo commerciale mondiale di beni tangibili è quello russo, ovviamente, grazie al saldo petrolifero.).

    La performance tedesca va inoltre ridimensionata chè una buona metà del saldo attivo è verso paesi dell'€zona, tra cui l'Italia, che adotano la medesima moneta : e sono quindi neutre rispetto ai camb (praticamente, son quasi sivvenzioni tedesche ad Italia, Grercia etc.).

    Un elemento però di grpssa froza della Germania rispetto a Cina e Giappone è che i due grandi esportatori asiatici hanno un grande saldo attivo, quasi esclusivamente pari al saldo attivo con U$A. Sono praticamente fornitori che hanno un solo cliente, evidentemente insolvente, che può pagare solo con cambiali (dollari di carta), non onorabili. Per continuare a vendere, debbono finanziare con continui prestiti il loro cliente ... per cui forse più che vendere regalano.

    La Germania invece è in attivo con quasi tutti : è un fornitore globale. Man mano che Cina India Brasile e Messico si industrializzano, hanno bisogno di macchinari, e li acquistano da Essen . Nelle tecmologie chiave del XXI Secolo (laser, aerospaziale, onde elettromagnetiche ) la Germania ha acquisito un primato paragonabilea qeullo che ebbe nell'industria chimica nei secoli scorsi . E la pag. 24 del Corriere della Sera di oggi era dedicata alla decisione UE (id est D) di investire per le nanotecnologie (ultimo settore chiave di cui U$A detengono ancora il primato) l'esorbitante somma di € 460 mld nel 2005, e un trilione all'anno con il VII programma quadro (dal 2007 in poi).

    Però ....

    come per Biancaneve, c'è un verme in quella bella mela. Un verme liberista.

    Se i profitti aumentano del 33 %, i salari non possono aumentare solo dell'1 % !

    Altrimenti, non c'è domanda interna , e la crisi da sovrapproduzione è inevitabile. Henry Ford - che era un capitalista sfruttatore, non certo un filantropo - pagava agli operai di Detroit altissimi salari da 500 $ al mese negli anni '20 perchè - diceva - "gli stipendi debbono bastare a poter comprare una delle mie T. Se no, io che le faccio a fare ? "

    Leggo - sul medesimo Corsera - che gli economisti della Merkel vogliono introdurre la Flat tax , la Reagonomics etc., e mi dico che quello è proprio ciò che ci vuol per azzoppare la ripresa tedesca , ed europea, Ormai tanti paesi hanno assaggiato la panacea liberista (Argentina, U$A, Asutralia), ed han conosciuto tutti la rovina e la miseria. Ancora non basta ?
    Evidentemente non frega niente agli sfruttatori dell'ultraliberismo che ci siano intere economie e società che sfracellano.

    Persino uno come Edward Luttwak ha criticato quello che lui chiama TURBOCAPITALISMO (questo la dice lunga...) che poi altro non è che l'ultra-liberismo senza regole, senza leggi e soprattutto senza CONTROLLO da parte delle comunità nazionali.

    Tutto questo sta portando miseria e sofferenza NON SOLTANTO nelle nazioni più povere ma anche in quelle progredite. E il terrorismo e le guerre sono la conseguenza più diretta.

    Siamo messi male e se continua così presto saremo messi peggio.


    p.s. Ovviamente ci sarebbe da aprire un capitolo a parte per identificare cosa si intende quando parliamo di povertà e disagio sociale. Molti identificano la povertà nel senso vittoriano del termine (e potrebbe andare bene per paesi come l'Africa e L'India) ma per noi paradossalmente è qualcosa di peggio.

    E' lo sprofondare della QUALITA' DELLA VITA e la DISGREGAZIONE dei rapporti umani e sociali.


    Per chi fosse interessato all'argomento liberismo e turbocapitalismo:
    (clicca qui)
    Ibrahim

  4. #4
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    Io continuo a non capire perchè vengono postati e discussi SOLO articoli di questo Blondet.
    Ma chi cazzo è, l'imperatore dei giornalisti?! Ci sono osservatori molto più competenti di questo qua, esistono varie fonti per discutere delle cose... perchè ci si sclerotizza sugli articoli di questo coglione totale??

  5. #5
    Totila
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    Originally posted by -ART-
    Io continuo a non capire perchè vengono postati e discussi SOLO articoli di questo Blondet.
    Ma chi cazzo è, l'imperatore dei giornalisti?! Ci sono osservatori molto più competenti di questo qua, esistono varie fonti per discutere delle cose... perchè ci si sclerotizza sugli articoli di questo coglione totale??
    Posta qualcosa di interessante. Attendiamo fiduciosi.

  6. #6
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    Non ti smentisci mai, eh, Totiluccia de mamma! Sempre ironica al massimo e pronta a difendere quelli come Topo Blondet e tutto ciò che come lui sta nelle fogne

  7. #7
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    Predefinito Re: qualche precisazione.

    Originally posted by Decima Regio
    Però ....

    come per Biancaneve, c'è un verme in quella bella mela. Un verme liberista.

    Se i profitti aumentano del 33 %, i salari non possono aumentare solo dell'1 % !

    Altrimenti, non c'è domanda interna , e la crisi da sovrapproduzione è inevitabile. Henry Ford - che era un capitalista sfruttatore, non certo un filantropo - pagava agli operai di Detroit altissimi salari da 500 $ al mese negli anni '20 perchè - diceva - "gli stipendi debbono bastare a poter comprare una delle mie T. Se no, io che le faccio a fare ? "

    Leggo - sul medesimo Corsera - che gli economisti della Merkel vogliono introdurre la Flat tax , la Reagonomics etc., e mi dico che quello è proprio ciò che ci vuol per azzoppare la ripresa tedesca , ed europea, Ormai tanti paesi hanno assaggiato la panacea liberista (Argentina, U$A, Asutralia), ed han conosciuto tutti la rovina e la miseria. Ancora non basta ?
    Anche in Cina il "surplus"(non sarebbe proprio chiamarlo profitto) cresce + dei salari,
    in genere, in tempi di grande investimenti, e in cina gli investimenti non sono grandi, sono giganteschi, gli alti profitti vanno bene,
    anche in gemania non è finito il ciclo della ristrutturazione della germania est, poi c'è il resto dell'est europeo dove investire...poi...l'Ucraina...
    Inoltre consistenti profitti consentono l'opzione di un ribasso dei prezzi, oggi concorrenzialmente attuale,

    C'è poi da considerare il ribasso dei prezzi dei beni indusriali in tutto il mondo, che pure aumenta il tenore di vita ANCHE DEI SOTTOCCUPATI...

    Le misure liberiste ventilate dalla germania mi sembrano più uno specchietto per le allodole amerecane, poi le necessità politiche le faranno dimenticare,
    anche Chirac deve continuare sostanzialmente la politica di Mitterand....

    Il liberismo "massivo" funziona solo in USA, ma a suon di attentati terroristici e guerre, non mi pare una cosa sana.
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  8. #8
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    Originally posted by -ART-
    Non ti smentisci mai, eh, Totiluccia de mamma! Sempre ironica al massimo e pronta a difendere quelli come Topo Blondet e tutto ciò che come lui sta nelle fogne
    premettendo che è lecito che ognuno di noi abbia delle preferenze di qualsiasi genere esse siano, invece che fare il saputello ascolterei il consiglio di Totila, visto la tua critica (direi insulto) a Blondet, e fossi in te risponderei postando cose più interessanti.
    Così conosceremo finalmente tutto quello che di meglio c'è...
    O magari scrivili tu articoli più intelligenti.
    Che ne dici?
    Ibrahim

  9. #9
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    Perche' almeno Blondet approfondisce i fatti e da ' degli spunti interessanti, gli altri sparano cazzate e "veline"di nessun interesse...Ecco perche'...

    Originally posted by -ART-
    Io continuo a non capire perchè vengono postati e discussi SOLO articoli di questo Blondet.
    Ma chi cazzo è, l'imperatore dei giornalisti?! Ci sono osservatori molto più competenti di questo qua, esistono varie fonti per discutere delle cose... perchè ci si sclerotizza sugli articoli di questo coglione totale??

  10. #10
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    Predefinito Re: deutsche uber alles

    Originally posted by Ibrahim
    RISORGE LA GERMANIA (occhio agli avvoltoi)
    di Maurizio Blondet


    Gerard Schroeder e Angela Merkel


    BERLINO - Qual è il primo esportatore mondiale?
    No, non è la Cina.
    E' la Germania.
    Silenziosamente, la repubblica federale ha superato anche gli USA, fino a ieri il primo esportatore del mondo.
    L'avanzo commerciale tedesco supera quello di Cina, India e Giappone messi insieme: nel solo mese di giugno ha toccato i 16,8 miliardi di euro.
    I profitti delle aziende tedesche si calcolano al 33 % del PIL nazionale, i più alti negli ultimi 40 anni.
    Se bisogna giocare il gioco della globalizzazione, tutto puntato ad esportare, la Germania lo sta vincendo.



    E non abbandonando la produzione industriale ai cinesi per riservarsi, come USA e Gran Bretagna, le speculazioni finanziarie e le attività «incorporee» come software e spettacolo: al contrario, premendo l'acceleratore sui suoi storici punti di forza, le industrie di alta qualità, la produzione fisica di beni ineguagliabili.
    Non a caso, esporta parecchio (macchine utensili computerizzate, macchinari industriali, apparati di precisione) in Cina.
    E, nonostante una politica di moderazione salariale, la Germania non rincorre la Cina nella competizione sulle paghe da fame: i salari tedeschi sono ancora fra i migliori d'Europa.
    Le riforme di Gerard Schroeder stanno funzionando.
    Bollate come «mezze misure» dai superliberisti di Washington e Londra, esse sono parse eccessive ai tedeschi, e rischiano di far perdere al socialdemocratico le elezioni, fra due settimane (1).
    Anche perché, ostinata, resta alta la cifra della disoccupazione: 4,8 milioni di tedeschi fuori dal ciclo produttivo.



    Ma ora, con i buoni risultati nell'export, la vittoria della liberista Angela Merkel (tanto desiderata dai poteri forti anglo-americani) non è più troppo sicura.
    E quasi certamente non sarà schiacciante: tutti si aspettano che, per fare il governo, la Merkel, neofita entusiasta del capitalismo «americano» (è nata all'Est, l'ingenua), dovrà allearsi proprio con i socialdemocratici: la Grosse Koalition.
    Se funziona, modererà gli eccessi liberisti della neofita e aggiungerà il meglio del liberismo alla ricetta Schroeder.
    In questo senso è positivo che la Merkel abbia annunciato la scelta, come ministro delle Finanze, di Paul Kirchoff.
    L'uomo che nel 1993 ha stilato la sentenza costituzionale tedesca che ha sbattuto fuori le intrusioni degli eurocrati nella sovranità tedesca: la sentenza ha stabilito che la Costituzione nazionale viene «prima» delle cosiddette leggi europee.
    Il contrario di quel che fa l'Italia, servilmente prona alla sete di potere di Bruxelles.



    La liberalizzazione promessa da Kirchoff riguarda soprattutto la leva fiscale: vuole abolire la tassazione progressiva sul reddito, per sostituirla con una «flat tax»
    del 25 %.
    Questa misura è sana per la Germania – dove metterà più soldi in tasca a imprenditori, manager, tecnici di livello e operai specializzati – ma oggi dannosa in Italia, dove gli stipendi altissimi sono solo dei ricchi di Stato, parassiti come il segretario del Quirinale Gifuni (2 miliardi l'anno) ed altri mestatori pubblici, per definizione improduttivi.
    Ma soprattutto, Kirchoff ha promesso di abolire 90 mila leggi e leggine tributarie, il cui unico scopo è dar lavoro alla burocrazia pubblica e imporre costi alle imprese vere e buone.
    Questa misura potrebbe essere utile all'Italia: ma non passerà mai, perché da noi è l'alta burocrazia che vince sempre.
    Già le sinistre riparlano di «lotta all'evasione fiscale».

    Il settore pubblico risucchia in Germania il 46% del PIL; è tanto, ma non lontano dal 45% del superliberista (mascherato da socialista) Tony Blair.
    La fetta che del PIL si ritaglia il settore pubblico italiano è vicina a quella della Francia, il 54% del PIL.
    Ma almeno Parigi ha un'amministrazione pubblica efficiente.
    La straordinaria ripresa tedesca già attira gli avvolti della finanza globale.
    George Soros coi suoi hedge funds sta incettando azioni e obbligazioni tedesche, soprattutto di banche in difficoltà.
    Altri fondi speculativi fanno lo stesso, contando su un rialzo dei titoli.
    Il gruppo inglese Terra Firma ha comprato a prezzi bassi 150 mila appartamenti per operai, malconci, ad Essen (oggi ancora centro di rugginose industrie «socialiste») contando su rialzi del mercato edilizio e facili profitti, una volta che i nuovi assunti tedeschi saranno in grado di comprarsi casa.



    Il nuovo governo tedesco dovrà essere accorto a respingere questi ripugnanti parassiti.
    Basti ricordare che in passato, fra le due guerre, immensi capitali americani si riversarono in Germania allo stesso scopo: risultato, una bolla che rincarò alle stelle edifici e terreni, e pochi investimenti veri nell'industria.
    La crisi del '29 risucchiò in USA quel denaro rovente, lasciando come detrito umano milioni di disoccupati.
    Così andò al potere Hitler.
    Che innescò il suo miracolo economico, adottando sistemi che non piacquero (per niente) agli speculatori mondiali.
    Bisognerà evitare che la parte brutta di questa storia si ripeta.


    Maurizio Blondet


    Note
    1) Ambrose van Pritchard, «Britain could soon be Europe's sick man again», Telegraph, 6 settembre 2005.
    Ma ora, con i buoni risultati nell'export, la vittoria della liberista Angela Merkel (tanto desiderata dai poteri forti anglo-americani) non è più troppo sicura.
    E quasi certamente non sarà schiacciante

    QUESTA ME LA SEGNO.....CHI VIVRA' VEDRA'.....

 

 
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  4. Uber alles!
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